05- Pietro Maximoff × reader

Quando la sveglia suona per l'ennesima volta, sei quasi tentata dallo scagliare l'oggetto contro il pavimento in parquet, ma sei troppo stanca e finisci per infilare la testa sotto al cuscino. Qualche secondo più tardi, capisci che non puoi più sopportare quel rumore fastidioso e ti decidi a far tacere quel maledetto affare. Una volta in piedi, ti trascini con fatica in bagno per sciacquarti il viso: osservi con orrore la tua immagine riflessa nello specchio, partendo dai capelli spettinati e lo sguardo assonnato, assente.
Quando, finalmente, hai riacquistato un aspetto quantomeno decente e hai indossato dei vestiti comodi, apri con svogliatezza la porta della tua stanza nella Stark Tower -ovvero l'imponente costruzione del compagno di tua zia Pepper, Tony-, che dà su un lungo corridoio piuttosto stretto. Non hai tempo di mettere piede al di fuori della camera, perché subito un lampo di luce argentea e, al contempo, scura ti taglia la strada, scompigliandoti un poco quei capelli che eri poi riuscita a domare.
-Ehi, tu!- gli gridi, alquanto infastidita, ma comunque supponendo che sia una persona. -Potresti almeno chiedere scusa, maleducato!
Contro ogni tua aspettativa, però, l'individuo non identificato si ferma di botto, pur trovandosi già in fondo al corridoio, vicino alle scale e all'ascensore.
Hai a disposizione solo pochi secondi per notare che si tratta di un ragazzo dai capelli tanto chiari da sembrare bianchi e una tuta blu; un attimo dopo, si trova di fronte a te.
Ti guarda con aria fintamente innocente. -Scusa, stavi dicendo?
Non puoi fare a meno di osservare i riflessi argentei dei suoi capelli, per poi rimproverarti immediatamente e ribattere, spazientita:-Nessuno ti ha mai spiegato che non si può correre nei corridoi?
Come se il suo modo di fare, fino ad ora, non ti avesse innervosito abbastanza, lui scoppia a ridere di gusto davanti a te.
Senti un leggero calore arrivare al viso, sintomo che tutta quella situazione sta cominciando a stancarti. -Dimmi, hai per caso avuto a che fare con del gas esilerante a colazione? Perché proprio non capisco cosa ci sia di così tanto divertente...- replichi acida. Di solito, cerchi di essere cortese con gli sconosciuti, ma questo sta davvero mettendo a dura prova la tua pazienza.
Lui ritorna serio per un momento, poi ti sorride sornione e sussurra:-Ti hanno mai detto che, quando ti arrabbi, sei molto carina?
Se gli sguardi potessero uccidere, a questo punto ti troveresti già in cucina a bere il tuo amato caffè. -Non hai nulla di meglio da fare se non essere irritante?- gli chiedi, lanciando una rapida occhiata oltre le sue spalle, verso l'ascensore -sei troppo stanca per fare addirittura le scale di prima mattina-.
Se non fosse che, non essendo il corridoio più largo dell'edificio, il ragazzo ti sta praticamente bloccando la strada, te ne saresti già andata.
-In realtà, sì.- ammette. -Ho bisogno di scoprire come ti chiami e, già che ci sei, di qualcuno che mi faccia da guida in questo labirinto.
Ora sei tu quella che inizia a ridere senza apparente motivo. -Perché dovrei, se posso saperlo?
-Perché sembri essere una del posto, suppongo.- ti risponde, stranamente senza utilizzare un tono sarcastico. -Ho detto a mia sorella che ci saremmo incontrati a colazione, ma non ho la più pallida idea di dove si sia la cucina...
Sbuffi, ripetendoti mentalmente che sei fin troppo gentile e che non sei obbligata a farlo, principalmente perché non ti importa che lui si perda, giusto?
-Va bene- sospiri e subito vedi comparire sul suo volto un sorriso più sincero rispetto a quelli che ha sfoggiato prima. -E comunque, mi chiamo y/n.
Lui tende una mano nella tua direzione. -Molto piacere, y/n. Io sono Pietro.

Chi avrebbe mai detto che, a distanza di più di tre mesi da quel fatidico giorno, sareste diventati praticamente inseparabili?
Ci pensi proprio adesso che lui è con te nella tua stanza, seduti sul tappeto e nel bel mezzo di un'ardua partita a Indovina Chi.
-Signorina y/l/n, vostra zia avrebbe piacere di parlarle in privato nel suo ufficio- ti comunica la voce metallica di FRIDAY.
-Dille che non può perché è occupata!- le risponde ridendo Pietro e tu gli lanci un cuscino in piena faccia.
-Ehi!- protesta lui, offeso, mentre tu rassicuri l'AI di Tony Stark, dicendole che sarai lì entro cinque minuti.
-Dai, puoi confessare che abbandoni il gioco solo perché ti sto stracciando, signorina y/l/n- commenta, cercando di fare leva sul tuo orgoglio per convincerti a rimanere con lui.
Ti alzi, guardandolo con cipiglio severo. -Non essere infantile, Maximoff. Sarà sicuramente una faccenda importante, se zia Pepper mi vuole nel suo ufficio, non credi?- gli spieghi, passandoti una mano tra i capelli e avvicinandoti poi alla porta. Sei un po' preoccupata, principalmente perché, adesso che ci pensi, hai addosso una strana sensazione, come una specie di cattivo presagio, anche se non sai con precisione il motivo.
-Aspetta qui e non azzardarti a toccare la mia tabella- dici, cercando di apparire il più tranquilla possibile, per poi incamminarti lungo il corridoio.
Una volta arrivata a destinazione, rimani un attimo a fissare immobile la porta bianca. In seguito, ti riprendi e bussi un paio di volte. Senti la voce gentile di tua zia invitarti ad entrare e tu non esiti a dirigerti all'interno della stanza.
-Volevi vedermi?- chiedi, prendendo posto di fronte a Pepper Potts, Che oggi indossa un semplice ed elegante tailleur sui toni del grigio.
-Sì... Si tratta dei tuoi genitori- esordisce, tentando di sorriderti in modo rassicurante.
Rimani in silenzio, lo sguardo rivolto verso il pavimento in marmo bianco.
È da quasi sei mesi che non li vedi, se non tramite videochiamata, dato che abitate ad Edimburgo, con la scusa di passare del tempo con la sorella di tua madre e il suo compagno. Certo, qui ti trovi bene e sei riuscita a stringere nuovi legami, però non puoi mentire per troppo tempo a te stessa: ti mancano, esattamente come ti manca la tua casa e le tue amiche.
-Che cos'è successo?- domandi, preoccupata al pensiero di quella brutta sensazione che, da questa mattina, non riesci a toglierti di dosso.
-Sei una ragazza intelligente... Puoi facilmente intuire da sola che, se ti trovi qui, non è solo per una visita, per quanto a tutti faccia molto piacere averti con noi.- esordisce cautamente. -Ci sono stati delle complicazioni. Loro non... Vogliono divorziare.
Ed è con un'espressione più dispiaciuta della tua che tua zia sgancia la bomba. Provi un'improvvisa rabbia: perché non te ne hanno parlato subito e di persona?
Come se ti avesse letto nel pensiero, Pepper tenta di giustificarli:-Litigavano sempre più frequentemente e hanno pensato che quello non fosse il luogo adatto per farti crescere, soprattutto perché sei un'adolescente e hai sicuramente molti problemi, senza il bisogno che qualcuno te ne aggiunga altri.
Tu non rispondi, incerta su cosa dire: nella tua mente, vi sono un milione e più parole che potrebbero esprimere come ti senti in questo momento, ma preferisci non lasciarle uscire.
-Credevano che la situazione poi sarebbe migliorata, ma non è stato così e hanno deciso di rendere il tutto più semplice...- replica, cauta.
-Non mi interessa- ribatti a denti stretti, per poi uscire dall'ufficio correndo, mentre senti la voce di Pepper chiamarti.
Quando finalmente arrivi in camera tua, le lacrime hanno già cominciato a cadere copiose.
Pietro è ancora qui e sta guardando fuori dalla finestra, dandoti le spalle. -Allora, sei in punizione, ragazza ribelle?- ti chiede in tono canzonatorio. -In fondo, lo sanno tutti che anche le brave ragazze come te hanno un lato oscuro...
Vorresti rispondere, raccontargli ciò che ti ha rivelato tua zia su richiesta dei tuoi genitori. Vorresti sfogarti, ma non ci riesci e rimani in mezzo alla stanza, immobile e silenziosa.
Probabilmente il tuo comportamento lo insospettisce, perché, voltandosi, replica incuriosito:-Devo chiamare Wanda per... Stai piangendo.
-Grazie, Capitan Ovvio-. Non sai dove tu abbia trovato le energie per parlare, dato che, fino a pochi secondi prima, ti pareva impossibile.
Il giovane sorride divertito, poi ti si avvicina quanto basta per porgerti un fazzoletto. -Mi correggo: perché stai piangendo?
Di nuovo, le tue labbra sembrano come sigillate e passano almeno due minuti, prima che tu mormori:-I miei genitori vogliono divorziare. Mi hanno mandata qui perché non hanno nemmeno avuto il coraggio di dirmi la verità sulla loro relazione e hanno preferito allontanarmi da tutto e da tutti.
Senza dire nulla, Pietro ti abbraccia e tu posi la testa sul suo petto, ogni tanto ancora scossa dai singhiozzi.
Rimanete così finché il tuo respiro non si tranquillizza e, pian piano, le lacrime cessano di scendere.
Poi vi separate e, improvvisamente, un'ondata di freddo ti investe. Ora che non sei più tra le sue braccia, ti senti esposta, debole, sul punto di crollare da un momento all'altro.
Ripensi alle parole di tua zia e desideri solo non essere mai andata nel suo ufficio, di essere rimasta a giocare a Indovina Chi. Vuoi dimenticarle, vuoi tornare a essere all'oscuro di tutto, convinta che i tuoi genitori non stiano per divorziare.
La rabbia che provi nei loro confronti sta molto lentamente lasciando il posto alla consapevolezza che, ora, ci saranno parecchi cambiamenti, con la paura e l'ansia che li precedono.
Alla fine, Pietro è il primo a prendere la parola. -Forse volevano solamente proteggerti da qualcosa che neanche loro sapevano come affrontare...- ipotizza, facendo passare una mano tra i tuoi capelli. -Non li conosco, ma sono sicuro che hanno agito con le migliori intenzioni. Non dovresti essere così dura con i tuoi genitori, almeno tu che hai la fortuna di averli ancora in vita; ma, se hai bisogno di sfogarti, beh, servo a questo, no?
-Io... Grazie, è bello sapere di poter contare su di te, Maximoff- dici riconoscente, mentre gli dai un pugnetto sulla spalla.
-Ehi- borbotta, fingendosi offeso.- Mi ringrazi e, subito dopo, mi picchi? Hai uno strano concetto di gratitudine...
Ti limiti a sorridergli con finta innocenza, quando, in realtà, sei ben consapevole di quanto tu sia fortunata ad averlo come amico.

***
You didn't see that coming? Pubblico ora perché sarò via fino a lunedì.
C'è stato un pareggio tra Peter Parker e Pietro, ma, avendo già scritto qualcosa sul primo, mi sono concentrata sul nostro caro Maximoff. Ho deciso di mantenere un rapporto di amicizia tra Pietro e y/n perché trovo che sia tanto importante quanto lo è quello d'amore. Fatemi sapere cosa pensate riguardo questa mia scelta.
Su quale personaggio vorreste il prossimo immagina? Commentate con nome e cognome.
Buon weekend people <3

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