04- Clint Barton × reader

Appena lo scontro comincia, corri verso l'agente dell'Hydra più vicino a te e, con un gadget che hai sviluppato in laboratorio con Bruce, riesci a fargli perdere i sensi -tutto questo senza nemmeno che lui se ne accorga-, per poi osservarlo mentre crolla sul pavimento; a volte, poter diventare invisibile ha i suoi vantaggi, soprattutto in un lavoro come il tuo.
Con lo sguardo rivolto verso l'alto, cerchi rapidamente Clint, per poi individuarlo un attimo dopo, appostato sopra ad una scala che porta alla zona 3, precedentemente controllata e resa sicura. Vi siete conosciuti non molto tempo fa e, pur essendo completamente diversi, tra di voi c'è subito stata una strana energia; ora state insieme da tre anni e non potresti chiedere di meglio.
Ti concentri sul tuo prossimo bersaglio, ovvero un uomo che si sta avvicinando sospettoso al suo compagno, ora accasciato a terra. È il tuo momento: cautamente, fai diminuire la distanza che vi separa, però lui si volta nella tua direzione e ti getta addosso una manciata di polvere rossa che teneva in mano. In un primo momento, lo guardi confusa, ma poi capisci: adesso può vederti.
-Addio effetto sorpresa, suppongo- commenti sarcastica, più rivolta a te stessa che all'agente.
-Qualche problema, mia cara?- ti chiede quest'ultimo in modo canzonatorio. -Credevi davvero che l'Hydra non avesse preso provvedimenti dalla tua ultima visita nella base 46?- ti domanda, per poi guardare di sottecchi un pulsante che si trova sulla parete dietro di te. Intuisci che si tratta dell'allarme e immediatamente gli rifili un pugno in un occhio, forte quanto basta a disorientarlo per un attimo.
-Maledetta!- lo senti gridare mentre cerca di contrattaccare. -Ma ora non puoi più sfuggirmi...
-Occhio di Falco... Un aiutino?- chiedi in maniera concitata, parlando attraverso il tuo auricolare e schivando contemporaneamente un colpo dell'agente diretto alla tua spalla sinistra.
La risposta di Clint non tarda ad arrivare. -Ehm, sì, certo.- senti, ma il suo tono pare titubante... Ma forse si tratta semplicemente di una tua impressione, dovuta allo stress del momento e alla tua preoccupazione di non riuscire a portare a termine la missione che Fury in persona vi ha affidato.
Di nuovo, tenti di mirare al volto del tuo avversario, che però afferra la tua mano in modo deciso, stringendola con forza e ripetendo le stesse azioni quando tu provi a difenderti, sferrando poi un calcio diretto al tuo addome che, presa completamente alla sprovvista, non riesci a evitare.
Ti senti improvvisamente mancare il fiato, oltre a provare un dolore lancinante a ogni respiro che prendi; vorresti urlare a Clint di velocizzare i suoi tempi, qualunque cosa stia facendo, ma non ci riesci. Nel frattempo, l'uomo ti fa perdere senza molta difficoltà l'equilibrio e tu cadi a terra, sbattendo la testa contro il pavimento in piastrelle color bianco sporco. -Barton!- hai la forza di gridare mentre cominci a vedere delle piccole macchie scure formarsi davanti ai tuoi occhi, adesso fissi sul soffitto scuro. Non hai modo di controllare l'uomo, ma capisci dal rumore dei suoi passi che è vicino a te; poi, dopo quelli che sembrano anni, noti quella che, in seguito, riconosci come una freccia diretta al cuore dell'agente. Questi poi si accascia a terra mentre lo senti mormorare "Hail Hydra".
Ti fischiano le orecchie quando il tuo ragazzo ti aiuta a rimetterti in piedi, ma ancora le macchiette scure danzano davanti ai tuoi occhi.
-Mi dispiace, non so cosa mi sia successo, prima...- si scusa con un sussurro mentre evita il tuo sguardo, per poi farti appoggiare a lui, mettendoti un braccio attorno al torace in modo che tu possa camminare sforzandoti nel minor modo possibile.
Con una smorfia di dolore, però, ti volti verso di lui, scrutandolo dubbiosa. -Clint, lo stai facendo ancora- gli comunichi mentre ti guida verso l'uscita più vicina.
-Fare cosa?- chiede, bloccandosi di colpo sul posto e provocandoti delle fitte alla testa.
-Mi stai mentendo. E non mi guardi mai negli occhi, quando lo fai.
Lui, d'altro canto, non prova nemmeno a inventarsi delle scuse, ma lo ammette subito con un'espressione colpevole.
E tu vorresti approfondire la questione, comprendere il motivo per cui ha esitato così a lungo e, di conseguenza, mandato a monte un'intera missione; lo vorresti davvero, ma non ne hai la forze -né fisiche né mentali- per farlo. Lasci dunque che si limiti a trascinati il più delicatamente possibile sul quinjet, mentre senti la testa scoppiarti e un dolore acuto al petto, dovuto probabilmente ad una qualche costola rotta.
L'ultima cosa che ricordi è il tuo ragazzo che posa un dolce bacio sulla tua fronte; in seguito, l'oblio.

Sono passati due giorni dall'accaduto, ma ancora non hai visto Clint. Quando i medici che ti stanno seguendo escono finalmente per qualche minuto dalla tua stanza, tu non esiti un attimo a diventare invisibile e sgusciare fuori, diretta verso l'unico luogo in cui potrebbe dirigersi il tuo ragazzo in un uno dei suoi "momenti no", ovvero in terrazza. Non hai mai apprezzato così tanto la tua capacità di nascondere all'occhio umano anche i vestiti, oltre che al tuo corpo; del resto, è stato frutto di molto allenamento che lo stesso Barton ti ha spronata a fare.
Una volta arrivata, lo individui subito, appoggiato alla ringhiera; prima di fare qualunque altra cosa, però, rimani ad osservare meravigliata il panorama, con il sole che sta pian piano calando, mentre ti lasci avvolgere da una brezza leggera. Ti stringi nel tuo pigiama quando senti un brivido lungo la schiena, probabilmente dovuto al fatto che la stagione autunnale sta volgendo al termine.
Infine, decidi di ritornare visibile e avvicinarti a Clint; non appena si accorge della tua presenza, ti rivolge un mesto sorriso. -Stai bene?- chiede con tono un po' apprensivo, mentre ti invita a sederti su una delle poltroncine color caffè, prendendo posto poco dopo di fronte a te.
-Certo- rispondi senza esitazione. -Sei tu quello che mi fa preoccupare, in realtà... Cos'è successo?
Lo vedi prendere un respiro profondo, come se dovesse andare in apnea. -Avevo paura di colpirti perché non riuscivo a distinguerti dal tizio dell'Hydra- mormora il tuo ragazzo con vergogna, per poi prendere le tue mani fra le sue.
Noti che non ti sta davvero guardando negli occhi, ma un punto appena più in basso, e che le sue gote si sono leggermente colorate di rosso nel pronunciare queste parole.
Capisci che per lui è stato molto difficile parlarne ad alta voce e che, con ogni probabilità, si è trattato anche della prima volta che lo faceva.
-Hai intenzione di agire, o preferisci rimandare, proprio come hai fatto fino ad ora?- gli domandi, ma non c'è sarcasmo nella tua voce, solo semplice curiosità.
-So che dovrei fare dei controlli- comincia Clint, adesso guardandoti nervoso negli occhi. -È che... Ho paura, okay?- ti rivela con timore.
-È naturale: sei umano e, di certo, non casca il mondo, se Occhio di Falco ha bisogno di un paio di occhiali- commenti, cercando inutilmente di farlo sorridere. In fondo, quella è la sua qualità, il suo dono: riuscire a strappare una risata alle persone in ogni situazione, anche quando le cose vanno male.
-Vorrei che fosse così facile come tu lo fai apparire...- borbotta mentre si prende la testa tra le mani con fare disperato. -Che figura ci farei, poi? Mi faranno cambiare nome? Mi butteranno fuori dagli Avengers e dallo SHIELD? Che cosa...?-. Un singhiozzo trattenuto interrompe bruscamente i suoi dubbi. Comprendi la sua frustrazione: l'unico tra i cinque sensi che lui credeva veramente infallibile si è rivelato essere tutt'altro che completamente efficace e adesso non sa più cosa fare, perché ha la sensazione che il suo mondo -quello che lui stesso ha costruito con fatica e sacrifici e a cui si era abituato- stia per crollare.
Lasci un tenero bacio sulla fronte del tuo ragazzo. -Andrà tutto bene; troveremo una soluzione, ma devi fidarti di me, chiaro?- gli proponi mentre lui alza lo sguardo, per poi posarlo su di te; i suoi occhi sono un poco arrossati e alcune lacrime gli rigano il volto. Lasci che si sfoghi, mentre un'idea già prende spazio nella tua mente.

-Assolutamente no- ripete il tuo ragazzo in modo categorico per l'ennesima volta mentre, seduta sul letto, lo osservi camminare per la vostra camera. -Non voglio e basta!
Sospiri. -Non fare il bambino, dai... Sai bene che è necessario che tu faccia una visita oculistica, altrimenti non saprai mai quante diottrie hai perso e non avrò modo di aiutarti...- gli spieghi, cercando di mantenere un tono calmo.
Si blocca, guardandoti supplicante. -Ma tu... Verrai insieme a me, vero?- ti chiedi, la voce ridotta ad un sussurro.
-Non ti lascerò neanche per un secondo- lo rassicuri, per poi alzarti e avvicinarti a Clint.
-Promesso?- domanda in modo infantile, i suoi occhi nei tuoi.
Gli sorridi. -Promesso- rispondi, prendendolo per mano. -Fino ad allora, però, cerca di non sforzare la vista, altrimenti rischi solo di peggiorare la tua situazione...- gli consigli in modo pacato.
Vedi Clint sbiancare, letteralmente. -Tu... Intendi... Niente più tiro con l'arco?- chiede, come se l'idea lo spaventasse a morte e, molto probabilmente, è così.
Tenti di sorridere di nuovo per tranquillizzarlo. -Sì, però...- cominci, ma il tuo ragazzo ti interrompe.
-Non ho mai... Sarebbe la prima volta che... Per troppo tempo-. La sua voce è rotta dai singhiozzi e sai che quel breve stato di quiete così difficile conquistato è appena andato perduto.
Poi lo abbracci, seguendo il tuo istinto e sperando di star facendo la cosa giusta; per la prima volta nella tua vita, non sai come agire, perché nulla di tutto ciò che hai studiato e niente di quello per cui ti sei tanto allenata può esserti utile in momenti come questi.
-Non voglio che qualcuno lo venga a sapere...- mormora con la testa appoggiata sulla tua spalla sinistra.
-Infatti sarà il nostro segreto- confermi, accarezzando piano la sua schiena. Poi esponi il tuo piano:-Facciamo così: durante il tempo che precede la visita oculistica, andremo entrambi in ferie e, una volta affrontato anche questo ostacolo, andrò a prendere le lenti... Cosa ne pensi?
Clint si allontana da te quanto basta per poterti scrutare in viso, come se anche solo guardarti potesse aiutarlo a capire cosa fare. -Va bene: mi fido di te, lo sai.- ti dice, per poi prendere il tuo volto tra le sue mani e baciarti piano.

***
Le mie intenzioni, prima di cominciare a scrivere, erano buone, lo giuro!
Spero di non aver traumatizzato nessuno e nulla, scusate per l'enorme ritardo.
Buona serata people <3

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