02- Bucky Barnes × reader
Leggete TUTTO, grazie.
(vi regalo un biscotto ^-^)
Hai sempre adorato il tuo lavoro e, nonostante i pochi anni di carriera, non ti è mai capitato di trovarti in difficoltà con un paziente... Finché non hai cominciato a seguire Barnes. Da quel momento, ti sei dovuta impegnare molto per apparire completamente a tuo agio con lui, ma nulla che sia correlato ad un qualche genere di pregiudizio nei suoi confronti: conosci la sua storia e sarebbe sciocco da parte tua averne.
È solo la terza seduta, eppure tu non vedi l'ora che tutto questo finisca.
Sono le 15:30 precise quando lo senti bussare.
-Prego, accomodati-. Lo inviti ad entrare e, nell'alzare lo sguardo verso di lui, per un attimo riesci a guardarlo negli occhi: sono stanchi e tormentati e l'azzurro delle iridi è messo in risalto dalle occhiaie scure. Il suo braccio riflette la luce del sole che penetra dalla grande finestra del tuo studio.
Una volta che ha preso posto davanti a te, gli chiedi:-Come stai?
-Sono stato peggio- risponde evasivo, cercando di abbozzare un sorriso che però è tutt'altro che sincero.
Ti limiti ad annuire lentamente. -Non hai l'aspetto di una persona che ha riposato abbastanza... Come mai, James?- domandi e lo vedi sobbalzare leggermente nel sentir pronunciare il suo nome, come se qualcuno gli avesse gettato una secchiata di acqua gelida addosso. -Io... Fatico a prendere sonno, la sera- mormora, tenendo lo sguardo rivolto verso il basso.
-Oggi hai voglia di parlarne? Io posso aiutarti...- gli chiedi, ma lui non risponde e lo osservi mentre si sistema meglio sulla poltroncina, a disagio.
Annoti un paio di appunti sul tuo block notes, poi gli suggerisci:-Se preferisci, puoi sdraiarti sul lettino...- e gli sorridi gentilmente, cercando di farlo rilassare. È normale che sia così nervoso, anche perché ancora non vi conoscete bene; del resto, nemmeno tu sei molto tranquilla.
James Barnes rimane in silenzio per un paio di minuti; in seguito, decide di accettare il tuo consiglio e si alza. Di conseguenza, prendi posto sulla sedia che si trova di fianco al lettino, portando con te carta e penna. -Va meglio?- gli domandi, notando come tutti i suoi muscoli siano meno tesi rispetto a prima. In risposta, ottieni solo un "sì", quindi continui:-Hai detto che fai fatica ad addormentarti: perché?
Lo vedi chiudere gli occhi, per poi riaprirli subito dopo. -Non lo so- dice con tono piatto.
-Qui puoi lasciarti andare, James. Non devi dimostrare nulla a nessuno, men che meno a me- lo rassicuri, per poi appoggiare il tuo blocco per appunti sulle tue cosce. -Io voglio solo aiutarti.
Prende un respiro profondo. -Non riesco a chiudere gli occhi... Vedo i loro volti... Mi ricordo di tutti, uno per uno...- confessa e noti che si sta sforzando per non lasciare che la sua voce tremi. Nel sentirlo mentre ti rivela tutto questo, d'istinto, essendo seduta vicino a lui, lasci una leggera carezza sul braccio in vibranio sotto il suo sguardo stanco. Ti aspettavi che si ritraesse di scatto a quel contatto improvviso; invece, resti sorpresa quando vedi che ora è completamente rilassato.
-James, se non ti senti ancora pronto, possiamo affrontare questo argomento la prossima volta- dici, per poi annotare la sua inaspettata reazione sul tuo blocco per gli appunti.
I suoi occhi tornano fissi sul soffitto della stanza. -No- risponde Barnes. -Rimandare non serve a nulla... Prima o poi, dovrò comunque parlarne, giusto?
Resti in silenzio per un attimo: non eri pronta a tutto questo. Non avresti mai pensato che, solo alla terza seduta, volesse raccontare di ciò che lo tormenta così tanto. -Oh, certo, sì... Ma non è obbligatorio farlo ora, se non è ciò che vuoi- rispondi pacatamente, sorridendo rassicurante.
-È ciò che voglio. Non ho intenzione di venire qui più del dovuto: mi sento... Strano- mormora, voltandosi verso di te.
Annuisci, scrivendo velocemente sul block notes, poi gli chiedi:-Da quanto tempo non dormi bene?
-Diciamo che, l'ultima volta, avevo entrambe le braccia.
Quel giorno, James Barnes ti ha spiegato dettagliatamente alcuni dei suoi incubi più recenti e il tutto senza versare una lacrima, mentre tu, silenziosa, ascoltavi attentamente. In qualche modo, è riuscito a non lasciarsi sopraffare dalle emozioni, mantenendo un tono piuttosto tranquillo durante tutta la durata della seduta; sembrava che stesse parlando della vita di un'altra persona e forse la sua strategia è stata proprio questa.
Negli incontri a seguire, avete trattato varie questioni: il suo legame con Steve, i ricordi riguardanti la guerra e la sua infanzia, ma anche il periodo passato ad essere un pericoloso giocattolo nelle mani dell'Hydra.
Eppure, secondo te il vostro rapporto è ancora debole: è la prima volta che ti trovi in una situazione simile e, per qualche ragione, non sopporti che avvenga proprio con Barnes. Sei convinta che sia colpa tua: che ti percepisca troppo fredda nei suoi confronti? Se così fosse, non avrebbe comunque senso, perché credi di essere stata comprensiva con James e, anche quando ti capita di incontrarlo al di fuori del tuo studio, è sempre stato gentile con te.
E come se questo non bastasse, parla della sua vita con poco coinvolgimento motivo: lo vedi sempre distaccato durante le vostre sedute e non ne capisci il motivo. Certo, non ti aspettavi che scoppiasse in un pianto disperato; però, anche quando ti raccontava del suo rapporto con Steve, non sorrideva mai, né, parlando dell'Hydra, sentivi rabbia nella sua voce.
Quindi, quando ormai mancano una decina di minuti prima che lui debba andarsene, glielo chiedi.
Ora siete seduti uno di fronte all'altra, con solo la scrivania in vetro opaco a separarvi. -Embè? Non sei tu la strizzacervelli?- ti risponde James con fare ovvio.
Per qualche secondo, rimani completamente spiazzata, poi ti riprendi. -Sì, è vero, ma non sono certo un'indovina...- gli rammenti, abbozzando un sorriso.
-Oh, andiamo!- sbotta. -Che figura farei, piangendo come un bambino davanti alla persona che mi piace?-.
Appena si rende conto di quello che ha detto, però, lo senti imprecare a bassa voce, per poi alzarsi e dirigersi con poche falcate verso la porta.
-Aspetta!- lo richiami, avvicinandoti a lui.
Con la mano in vibranio sulla maniglia della porta, fa passare l'altra tra i capelli spettinati, che ormai gli arrivano sulle spalle. Dunque, si volta verso di te, sospira guardandoti negli occhi:-Scusa, io ho... Ho fatto un casino. Mi dispiace.
Sposti delicatamente dietro ad un orecchio una ciocca di capelli che aveva davanti agli occhi. -Non ti preoccupare. Se ti fa stare meglio, posso sempre fare finta che non sia accaduto nulla...- mormori, nonostante tu non ne abbia la minima intenzione; anche volendo, non ci riusciresti. Per un momento, ti ritrovi a sperare che James ti confessi che no, non vuole che tu te ne dimentichi e poi che ti baci. Subito dopo, però, ti dai della stupida per questi pensieri per niente professionali.
-Sì, ti ringrazio. È meglio così.- ti risponde, forse più rivolto a se stesso che a te, per poi uscire dalla stanza e chiudere la porta dietro di sé.
***
Premessa: ho scritto questo capitolo in un periodo un po' confuso per me, quindi scusatemi se ho deluso le vostre aspettative.
Su chi vorreste il prossimo immagina? Fatemelo sapere, come sempre, commentando con il nome del vostro personaggio ^-^
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