Spiderman (bollino rosso)

Ero seduta sul letto di Peter ed aspettavo che uscisse dal bagno così da mostrarmi i suoi vestiti, ma sembrava ci fosse morto dentro da quanto tempo era lì.

«Peter, sei morto? Se sei vivo batti due colpi.» dissi raggiungendo la porta del bagno.

«Adesso T/N, abbi pazienza! Non mi è facile vedermi con questi abiti!» esclamò con una punta d'agitazione nella voce.

Alzai gli occhi al cielo divertita e finalmente la porta del bagno si aprì lasciandomi senza parole alla vista del ragazzo che avevo davanti.

Indossava una maglietta bianca con scollo a V che lasciava all'immaginazione ciò che quel tessuto copriva, dei jeans neri con strappo alle ginocchia, una cintura di pelle nera che manteneva i pantaloni stretti alla vita e delle Vans nere. Avevo scelto bene gli abiti seppur fossero classici e visti e rivisti.

«Come sto?» chiese timidamente mentre mi risvegliavo da quello stato di trans.

«Bene... sì, stai bene! Possiamo andare alla festa!» risposi sorridendogli.

Ricambiò il sorriso ed andammo verso la porta per uscire di casa.

«Zia May, noi andiamo alla festa, ci vediamo.» avvisò Peter nel momento in cui mi faceva uscire.

«Non fate tardi.» disse dalla cucina mentre lui chiudeva la porta.

Per tutta la passeggiata verso la festa rimasi a guardarlo e ad ascoltarlo più che a parlare. Ero alla sua mercé per quanto lo trovavo attraente.

Mi sono sempre chiesta il perché non avesse una ragazza e il perché non interessava a nessuna; insomma, è un bel ragazzo, simpatico, dolce, disponibile, gentile, sincero ed intelligente. Cosa si potrebbe volere di più?

Ormai era da mesi che avevo ammesso a me stessa che avevo una cotta per lui, ma temevo troppo un rifiuto perciò me lo sono sempre tenuta per me questo mio sentimento, fin quando non arrivò Liz... da quel momento Peter guardò solo lei ed io da migliore amica ero passata a confidente, la parte peggiore se si ha una cotta per il proprio migliore amico. Ogni volta che mi parlava era per sfogarsi per esempio: Liz ha fatto qualcosa? Peter era il primo a saperlo, io ero la seconda. Liz gli ha rivolto uno sguardo di 0,2 secondi? Lui iniziava un monologo che durava due ore su quanto i suoi occhi fossero meravigliosi o cose del genere.

Soffrivo quando mi parlava di lei, ma lui era felice e mi piaceva vederlo felice...

«Spero che alla festa ci sia anche Liz. Secondo te le piacerà come sono vestito?» chiese guardandomi con agitazione.

Gli rivolsi un sorriso rassicurante e gli misi una mano sulla spalla.

«Se non si innamorerà di te è sicuro che lei è dell'altra sponda.»

Gli strappai un sorriso e questo mi bastò per farmi perdere un battito.

Arrivammo alla festa e, appena entrati, Ned si scaraventò su Peter abbracciandolo per poi calcolare anche me e fare la stessa cosa che ha fatto con Peter.

«Amico, stai benissimo! Cos'hai cambiato? No, aspetta, non dirmelo... ti sei fatto un taglio nuovo!» esclamò indicando i capelli.

«Quasi, Sherlock Holmes. Ha cambiato look.» risposi divertita.

Ned non era molto bravo ad osservare.

«Oh, è vero. Beh vieni, devo mostrarti una cosa. Ti dispiace se te lo porto via un momento?» mi chiese il ragazzo paffuto indicando Peter.

«No, prenditelo pure.»

I due se ne andarono e decisi di andare dall'unica cosa che mi avrebbe mai potuto consolare in questo momento: l'alcool.

In cucina c'erano un sacco di birre e anche qualche superalcolico quindi decisi di andare subito sul pesante. Mi presi un bicchiere di vodka.

«T/N, ciao! Non sapevo ci fossi anche tu!» esclamò una voce alle mie spalle che mi fece voltare subito.

La ragazza che odiavo era davanti a me... Liz...

Per carità, non era colpa sua se Peter si era preso una cotta per lei, ma la sua perfezione e bellezza mi fecero stringere la mascella prima di dire cose di cui mi sarei potuta pentire.

«Ciao Liz.» ricambiai con tono piatto, ma senza far intendere il mio odio.

«Stai bene? Sei venuta qui con Peter e Ned?» chiese sorridente.

È un modo velato per chiedermi se c'è Peter? Non so quanto credere al mio istinto visto che lei non gli ha mai rivolto la parola, ma chissà cosa pensava...

«Sì, come sempre.» risposi sforzandomi di fare un sorriso.

«Beh, allora spero vi divertiate. Scusami, ma adesso devo andare.» disse per poi sparire tra la folla di gente facendomi un cenno di saluto con la mano.

Dopo qualche secondo da sola in cucina, decisi di buttarmi nella mischia con il mio bicchiere carico di vodka e cercai Ned e Peter.

Mi guardavo in giro per cercarli, ma sembravano dileguati!

Faceva caldo lì in mezzo e l'unica fonte di freschezza era il mio bicchiere di alcool quindi una cosa tira l'altra... mi ubriacai. Non ho mai retto tanto l'alcool.

«NEEEEEEEED.» chiamai guardandomi intorno in modo disorientato. Mi sentivo impedita.

La gamba sinistra era più leggera della gamba destra mentre le punta delle dita mi formicolavano in modo strano.

Avevo bisogno di sedermi.

Incredibilmente, trovai una poltrona libera e mi sedetti su di essa mettendomi le mani tra i capelli per la musica che rimbombava nelle mie orecchie provocandomi un mal di testa allucinante.

Ad un tratto sentii delle mani prendermi per i polsi e guardai chi aveva osato toccarmi in queste condizioni. Peter era davanti a me.

«Hey T/N che succede? Stai bene?»

Dietro di lui c'era Ned e mi guardava incuriosito quanto Peter.

«Sì, sono solo ubriaca e ho un mal di testa che sta per farmi esplodere il cranio, ma... anche a te formicolano le punta delle dita quando ti ubriachi? No perché non conosco nessuno a cui gli capiti la mia stessa cosa quindi penso di essere un caso grave. Dovrei farmi visitare?»

«Ok, Peter la porto a casa.» disse Ned guardandomi divertito.

«NO! Cioè... la po-porto io...» ribatté facendomi alzare dalla poltrona.

Mugugnai in segno di protesta e buttai la testa all'indietro sospirando rumorosamente.

«Non voglio andare!» dissi lamentandomi come una bambina.

Lui cercò di farmi stare zitta per non attirare troppo l'attenzione e mi spinse fino all'uscita.

«Non voglio tornare a casa...» mugugnai svogliata.

Lui mi guardò notando il mio stato di coscienza e sospirò.

«Avanti T/N... per favore...»

Lo osservai e gli porsi la mia mano.

«Solo se mi tieni per mano.» proposi fiera della mia condizione.

Ma che sto dicendo?! Domani non ricorderai niente T/N, stai tranquilla!

Peter sorrise timidamente e prese la mia mano con delicatezza, come se avesse paura di rompermela.

«Adesso possiamo andare?» chiese sorridendomi.

Annuii soddisfatta e c'incamminammo in silenzio.

Non era semplice camminare, queste scarpe erano pesanti!

Me le tolsi e Peter si fermò ad osservare quello che facevo.

«Che fai adesso?!»

«Mi tolgo le scarpe non vedi? Sono pesantissime!» esclamai come se la cosa fosse ovvia.

Lo vidi inarcare un sopracciglio e scosse la testa avvicinandosi a me.

«Che fai?» domandai sentendo una sua mano sul suo fianco ed una sulle mie gambe.

In meno di un secondo mi ritrovai in braccio a lui a mo' di sposa e sgranai gli occhi guardandolo.

«Non puoi camminare scalza per il marciapiede.»

Rimasi a guardarlo praticamente incantata e mi sembrò quasi di vedere il suo sguardo scendere sulle mie labbra. Forse era solo l'alcool che mi faceva vedere cose che non erano vere.

Le sue braccia non tremavano nemmeno un istante nonostante il mio peso e questo mi incuriosiva. Da quando lo conosco non era mai stato tanto forzuto, solo ultimamente sembrava cambiato fisicamente.

«Come fai ad essere così forte?»

Sta volta avevo detto qualcosa che pensavo veramente.

«Oh.. ehm... è... è complicato.» rispose quasi in imbarazzo.

Aggrottai la fronte ed appoggiai la testa sulla sua spalla guastandomi il momento.

«Sappi che puoi dirmi tutto.» sussurrai con un po' di amarezza.

Mi piacerebbe che lui mi dicesse tutto, ma come fidanzata e non come migliore amica.

«Lo so...» sussurrò guardandomi.

Mi sentivo veramente la sua ragazza tra le sue braccia.

Il resto della passeggiata la passammo in silenzio e sembrava che piano piano la sbornia mi stesse passando.

Arrivammo a casa sua e mi guardai intorno confusa.

«Perché siamo a casa tua?»

«Perché se i tuoi genitori ti vedono mezza sbronza la fanno pagare sia a me che a te!» rispose salendo le scale per raggiungere l'appartamento con me in braccio.

«Oh, giusto, i miei genitori... sicuro che io non pesi? Mi sono ripresa abbastanza da riuscire a camminare persino con le scarpe.»

Vidi un sorriso formarsi sul suo viso e sorrisi anch'io quasi involontariamente.

Appena aprì la porta mi lasciò scendere da lui e ci fu un breve momento in cui tutti i miei sensi si accesero al massimo. Il suo viso era tremendamente vicino al mio.

«S-Sicura di... di stare bene?» domandò a disagio.

«S-sì...» risposi allontanandomi.

Sta volta non fu per l'alcool che vidi Peter arrossire. Questa cosa non me l'ero immaginata! Forse avevo una speranza?

«A-Allora, i-io vado a p-prenderti una mi-mia maglietta ed un paio di p-pantaloni per la no-no-notte. Tu aspettami pure in bagno.»

Obbedii ed andai in bagno mentre lui si dirigeva in camera.

Mi chiusi la porta alle spalle e mi guardai allo specchio. Ero indecente.

Mi sciacquai il viso con un po' d'acqua fredda e mi legai i capelli con un elastico che portavo sempre al polso per poi sentir bussare alla porta.

«Posso?»

Aprii la porta e lo vidi con la maglietta ed i pantaloni di cui mi aveva parlato.

«Grazie.» dissi richiudendo la porta con un lieve sorriso.

La sua maglietta aveva il suo profumo, ero tentata dal rubarla.

Mi cambiai cercando di non metterci troppo tempo e, appena mi cambiai, lo raggiunsi in camera trovandolo in boxer.

Dio... dillo che oggi mi ami.

Arrossii mentre Peter si agitava e cercava qualcosa con cui coprirsi e trattenni una risata mettendo la mano davanti alla bocca mentre richiudevo la porta.

«Scusami Peter.» dissi tra le risate.

«Fa niente, ma la prossima volta ricordati di bussare.» rispose per poi aprire la porta e trovare una me che si mordeva le labbra per non scoppiare a ridere.

«Ah ah ah divertente.» ironizzò dandomi un'occhiataccia.

«Molto.» ribattei ridacchiando.

Entrai nella stanza e presi il letto sopra al suo guardandolo da quella altezza.

«Come va con la sbornia?» chiese sorridendomi.

«Mi sono sentita meglio, ma hey, non ho vomitato!» esclamai divertita.

Rise insieme a me e feci spazio sul mio letto.

«Mi fai compagnia?» domandai sussurrando.

Annuì e salì sul letto stando a pochi centimetri dal mio corpo. Amavo la sensazione che provavo quand'era tanto vicino a me.

«Com'è andata la tua serata?»

«Ned mi aveva portato in giardino per una sfida di beer pong, ma non avevo voglia di giocarci quindi sono andato un po' in giro e, visto che mi annoiavo, sono venuto a cercarti.» rispose spostandomi timidamente una ciocca di capelli dal volto.

«Quindi nemmeno tu hai passato una bella serata?»

«No...» sospirò quasi deluso.

Lo abbracciai per tirarlo su di morale e sentirlo ricambiare mi fece venire le farfalle nello stomaco.

Le sue braccia erano sui miei fianchi mentre le mie intorno al suo collo e continuavo ad accarezzargli i capelli sapendo che a lui piaceva quando glielo facevo.

«Sei perfetta...» lo sentii sussurrare quasi impercettibilmente.

Arrossii ancora di più e mi allontanai un po' da lui guardandolo confusa.

«Co-Cosa?» balbettai non aspettandomi un commento del genere da lui.

Lo vidi veramente in difficoltà sul come uscirne da quella situazione ed arrossì facendomi intenerire ancora di più.

«I-Io... Io...» balbettò cercando una scusa.

Mi venne in mente l'idea di fare un tentativo e vidi le sue labbra venire inumidite dalla sua lingua per quanto disagio provava, cosa che mi spinse a provarci.

Mi avvicinai lentamente a lui e raggiunsi le sue labbra baciandolo delicatamente. Inizialmente non ricambiò, ma dopo qualche secondo lo fece ed intensificò il bacio stringendomi di più a sé.

Non potevo credere che stava succedendo per davvero. Stavo davvero baciando la mia cotta? Stavo davvero baciando Peter Parker? Stava davvero ricambiando?!

Misi le mani sulle sue guance aggiungendo un po' di lingua ai baci e questo sembrò farlo diventare un po' più intraprendente.

Una sua mano s'infilò sotto la maglietta che indossavo ed accarezzai il suo braccio per invitarlo a continuare.

Mi misi sopra di lui e le sue mani si misero sulla mia schiena.

«Ehm... c-cosa sta a-accadendo?» chiese allontanandosi leggermente dalla mia bocca.

Rimasi a guardarlo non sapendo che reazione aspettarmi a qualunque risposta potessi dare ed arrossii.

«Cioè, m-mi piaci, non è questo che non capisco, m-ma s-siamo in una... una... posizione alquanto... compromettente» balbettò sorridendo imbarazzato.

Sorrisi anch'io e lo baciai per poi avvicinarmi al suo orecchio.

«Posso capire se non vuoi farlo, ma io sono... pronta... nel caso volessi.» sussurrai lievemente in imbarazzo.

Mi guardò stupito e ritornò a baciarmi con dolcezza per poi abbassare le mani fino al mio sedere per palparlo.

Mi fece rimettere sul materasso e si mise sopra di me facendosi spazio tra le mie gambe con il suo bacino.

I suoi baci scesero sul mio collo e sospirai godendomi questo momento. Sognavo da settimane una cosa del genere!

Infilai la mano dentro la sua maglietta ed accarezzai la sua schiena sfiorando i suoi muscoli.

Si alzò con il busto da me e si tolse la maglietta lasciandomi stupita dalla vista che mi si presentava davanti. Da quando aveva così tanti muscoli?!

«T-Ti tolgo io la maglietta o-o fai tu?» chiese un po' in imbarazzo.

«Faccio io.» sussurrai sorridendogli.

Mi tolsi la maglietta e notai di nuovo quel lieve rossore che mi faceva intenerire.

Misi le mani sulle sue spalle e lo feci tornare su di me ricominciando a baciarci mentre le nostre mani esploravano i nostri corpi.

Ribaltai le posizioni tornando di nuovo sopra di lui e scesi a baciargli il petto mentre una cosa turgida mi toccava la gamba sinistra.

Feci scivolare una mano all'interno dei suoi boxer e lo sentii sussultare, ma appena iniziai a massaggiargli il membro fece un respiro profondo e si rilassò.

Si morse il labbro inferiore per non fare rumori e riportò il mio viso all'altezza del suo fiondandosi sulle mie labbra.

Smisi di massaggiargli il membro e ritornai sotto di lui dato che le sue braccia mi spinsero a mettermi lì.

Mi fece distendere a pancia in giù ed incominciò a baciarmi la spalla abbassando la spallina del reggiseno mentre il suo bacino mi faceva sentire la presenza del suo rigonfiamento sul sedere strusciandocisi contro.

A quanto pare il ragazzo timido se n'era andato.

Fece un po' di difficoltà a sganciarmi il reggiseno, ma appena ce la fece mi girai per togliergli i boxer e lui intanto mi tolse i pantaloni.

«S-sei sicura al cento percento?» chiese fermandomi.

Rimasi ad osservarlo negli occhi vedendolo sinceramente preoccupato se io fossi pronta o meno e gli sorrisi.

«Sì.» sussurrai ricevendo un sorriso di sollievo da parte sua.

Ci baciammo e, tolti i boxer, mi fece togliere gli slip posizionandosi tra le mie gambe. I suoi occhi s'impuntarono sui miei e feci un respiro profondo per poi sentirlo entrare in me lentamente.

La sensazione era fastidiosa e in certi momenti anche dolorosa, ma Peter cercò di aiutarmi nel non gemere e mi baciò accarezzando la mia lingua con la sua.

Rimase fermo, dentro di me, per qualche momento, il tempo che io mi abituassi, e quando iniziò a muoversi tenni gli occhi chiusi per trattenere la sensazione di fastidio mista a dolore che sentivo.

Mi aggrappai alla sua schiena abbracciandolo mentre continuava a spingere avanti e indietro e gli baciai il collo. Piano piano mi stavo abituando alla sensazione, anzi, si stava trasformando in piacere.

Iniziò ad accarezzarmi le guance mentre le sue spinte si facevano più veloci, ma ad un tratto si fermò e smise di baciarmi guardando la porta.

«Cosa su-» non riuscii a finire la frase per colpa di Peter che mi tappò la bocca con la mano e mi fece guardare nella sua direzione.

La luce del corridoio era accesa e si poteva vedere l'ombra di sua zia che veniva proiettata verso la porta di camera sua.

Sentimmo i suoi passi andare dalla sua stanza al bagno e dopo pochi secondi i suoi passi dal bagno alla sua stanza per poi vedere la luce spegnersi.

Tirammo un sospiro di sollievo e ci sorridemmo divertiti.

«Che fortuna...» sussurrò mentre ridacchiavamo.

«L'abbiamo evitata per un pelo...» bisbigliai divertita.

Ritornammo a baciarci smettendo man mano di ridere e continuò a spingere aumentando il ritmo.

I gemiti incominciarono ad uscire dalla mia bocca contro la mia volontà e mi rimise la mano sulla bocca, ma non aveva calcolato che anche lui avrebbe potuto gemere e gli scappò a lui un gemito.

Gli tappai la bocca ed iniziò a dare spinte più forti facendomi provare ancora più piacere. Continuò così ancora per qualche momento e poi uscì da me venendo.

Si distese vicino a me e mi guardò con aria dispiaciuta nonostante fossimo tutti e due con il fiatone.

«Mi dispiace di non averti fatto-» lo zittii con un bacio e gli sorrisi.

«Tranquillo... è stata la nostra prima volta...» gli sussurrai accarezzandogli la guancia.

Mi sorrise e mi ribaciò per poi abbracciarmi tenendomi accanto a sé.

Rimasi con la testa appoggiata sul suo petto godendomi il battere del suo cuore fin quando non mi ricordai di un dettaglio non poco trascurabile.

«Peter, adesso che mi viene in mente... a te non piaceva Liz?» chiesi guardandolo.

Ci fu un momento di silenzio e poi mi guardò.

«Liz chi?» domandò sorridendo.

QUESTO. È. L'IMMAGINA. PIÙ. LUNGO. CHE. ABBIA. MAI. FATTO.

Spero almeno che vi piaccia, non sapevo in che altra situazione mettere la protagonista e Peter purtroppo.

Immagina richiesto da @OsamuDazai e @bvrnes_

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