Magneto (bollino rosso)

Finalmente arrivai in biblioteca e tirai un sospiro di sollievo mentre chiudevo l'ombrello per metterlo nel portaombrelli.

«Piove tanto?» domandò Richard che si stava preparando per andarsene mentre mi sorrideva amichevolmente.

«Fin troppo.»

La mia risposta gli strappò una risatina e si mise il cappotto raggiungendo il portaombrelli per prendere il suo di ombrello.

«Vedi che in sgabuzzino ci sono altri due scatoloni da libri da dover sistemare negli scaffali, ho fatto il più possibile per aiutarti ad alleggerire il lavoro, ma sei arrivata prima del previsto.» spiegò nel mentre mi toglievo il cappotto e la sciarpa.

«Sei un tesoro Richard, ricordati che ti devo un favore.»

«Figurati, se non ci aiutiamo tra colleghi non so a chi dovremmo rivolgerci.» sorrise lui da sotto i suoi folti baffi rossicci.

Ricambiai il sorriso e ci salutammo nel mentre lui usciva dalla biblioteca. Finalmente il mio turno si poteva dire iniziato.

Andai alla mia scrivania per sistemare alcuni documenti e li sistemai mettendoli in ordine uno dietro l'altro per poi pinzarli ed infilarli in un cassetto.

Osservai dal computer quali libri dovevano essere riconsegnati e quali erano stati presi in prestito da poco per poi alzarmi dalla sedia e dirigermi nel retro.

Il retro è sempre stato un po' mal ridotto e... sinistro, diciamo. Non mi è mai piaciuto quel posto quand'era sera.

Presi velocemente i due scatoloni ed uscii senza guardarmi indietro per poi chiudere la porta con un calcio di tacco.

Ritornai alla mia scrivania ed appoggiai le scatole sulla mia sedia aprendone la prima per raccogliere uno dei libri. Sembrava fatto apposta, erano libri horror!

Sono sempre stata un po' paurosa e la situazione sembrava proprio da film horror. Temporale, biblioteca silenziosa nella quale mi trovo da sola, libri horror da dover catalogare ed un parquet che scricchiola in modo inquietante in certi punti.

Caricai quel poco di coraggio che avevo e presi quanti più libri possibili dirigendomi alla sezione dei libri horror. Appena sentirò un rumore, io mi lancerò fuori da una finestra!

Iniziai a sistemare Peter Straub, Stephen King, Bram Stocker, Mary Shelley e tanti altri autori di quel genere letterario tenendo l'orecchio teso.

Fuori dall'edificio si sentì un tuono e sobbalzai lievemente stringendo i libri tra le mani con un po' di più forza.

Appena mi passò lo spavento iniziale ritornai a sistemare i libri, ma uno scricchiolio alla mia sinistra mi fece ritornare in allerta. Tutt'a un tratto riuscivo a sentire perfettamente il mio cuore battere.

«Vuoi che ti aiuti?»

Tirai un gridolino dalla paura e mi girai di scatto facendo cadere atterra tutti i libri che avevo tra le braccia.

Erik era davanti a me. Le mani nelle tasche dei suoi jeans, il suo sguardo di ghiaccio oscurato da un'ombra di una colonna proiettata dai lampi che uscivano dalle nuvole fuori dall'edificio, i capelli bagnati gli ricadevano sulla fronte e in quel momento notai quanto bagnato fosse. Non credevo che piovesse così tanto fuori!

«Che diavolo, mi fai morire Erik!» esclamai rendendomi conto di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo.

Lui si avvicinò a me e mi parve di notare l'ombra di un sorriso divertito, ma sparì prima ancora che potessi dire se avessi visto bene oppure no.

«Che... che ci fai qui?» domandai leggermente a disagio per la poca distanza tra noi due. Era a circa trenta centimetri di lontananza e non mi era mai stato così vicino prima d'ora.

Provai ad appoggiarmi ad uno degli scaffali con la mano, ma lo mancai come una deficiente dando praticamente uno schiaffo all'aria. Adesso sì che potevo arrossire fino alla morte.

«Sono venuto a trovarti.» rispose come se fosse una cosa naturale.

Aggrottai la fronte cercando di capire quale fosse il reale motivo per il quale era qua e piegai la testa verso destra osservando i suoi occhi. Avevano qualcosa di diverso. Il suo sguardo era... diverso.

«Ti sei fatto una canna?»

Inarcò un sopracciglio, stavolta lui confuso per quello che avevo detto, ed annuì in segno di diniego.

«No, volevo solo vederti.» ripeté prendendomi delicatamente per mano.

Sta volta sul suo volto vidi di sicuro formarglisi un sorriso. Non era suo solito sorridere, cosa gli stava accadendo?

Iniziò ad indietreggiare conducendomi dove lui voleva (anche se non sapevo dove) e mi portò tra gli scaffali dei libri di narrativa. Si fermò mettendo le mani sui miei fianchi e rabbrividii a quel contatto così... intimo, diciamo.

I fianchi li poteva toccare solamente il mio ragazzo (se ce l'avessi...).

Nonostante non apprezzavo questo tipo di contatto tra amici, glielo lasciai fare. Come se il mio cervello non volesse inviare il messaggio al mio corpo per respingerlo.

I suoi occhi scesero osservando tutto quello che si poteva osservare di me e notai il movimento lento e attento del suo sguardo. Sentii una vampata di calore alle guance.

«Mi piace quando arrossisci.» sussurrò continuando a fissarmi il corpo.

Deglutii non capendo più niente di lui e del suo cambio di comportamento improvviso e percepii la sua mano sinistra muoversi salendo dal fianco fino alla guancia con una delicatezza che non credevo potesse avere.

Lasciai che il peso della mia testa si sbilanciasse sulla sua mano e chiusi gli occhi godendomi quel tocco. La punta delle sue dita erano piacevolmente fredde e mi si schiusero le labbra in un sorriso sentendone un'improvvisa pressione subito dopo. Le sue labbra erano premute sull'angolo della mia bocca.

Mi venne la pelle d'oca a quel contatto, e ancora di più quando le nostre labbra si centrarono.

I nostri busti spezzarono ogni distanza. Il mio seno andò a premere sul suo petto, il suo membro sembrava già fremere contro la mia gamba ed un lieve calore iniziò ad irradiarsi nel mio basso ventre.

Mi tolse la giacca facendola scivolare delicatamente dalle mie spalle. Me ne liberai lasciando che cadesse atterra e le sue braccia strinsero i miei fianchi.

Le sue labbra schiusero le mie permettendo alla sua lingua di incontrare la mia e rabbrividii a quel contatto caldo e umido.

Persi il controllo delle mie mani ed andarono a trafficare con la cintura che teneva su i suoi jeans mentre le sue avevano raggiunto i bottoni della mia camicetta sbottonandoli uno ad uno.

Smise di baciarmi rimanendo a guardarmi con quel suo sguardo azzurro ed io sostenni il suo sguardo mentre il nostro respiro si era fatto affannoso.

I suoi occhi scesero guardando il mio seno e si inumidì le labbra con la lingua per poi scendere su di lui per baciarlo.

Mi tolsi la camicetta lasciando che cadesse anche quella atterra e gli sfilai la cintura mentre lui mi sganciava il reggiseno.

Raggiunse il mio capezzolo ed inarcai lievemente la schiena sentendo che la sua lingua stava giocherellando con lui. Quella sua azione mi costrinse a liberarmi di un piccolo gemito di piacere facendomi mettere le mani sugli scaffali della libreria. Sembrava quasi che le mie gambe stessero diventando gelatina dall'eccitazione.

Portò le sue mani sulla zip della mia gonna e me la sfilò lasciandomi solo con gli slip.

Rimasi un po' in imbarazzo a far vedere il mio corpo ad una persona che reputavo un semplice amico (nonostante mi piacesse molto) e lui sembrò accorgersene.

Gli si formò un sorriso sulle labbra e mi baciò dolcemente accarezzandomi i fianchi.

«Non farci caso. Sei bellissima.» sussurrò passando una mano sulla mia guancia in modo rassicurante. Un'altra vampata di calore riscaldò le mie guance e mi sforzai di sorridere accarezzandogli timidamente i capelli.

Le sue mani finirono sul mio sedere, sollevandomi con una facilità che mi colse di sorpresa. Continuai a guardarlo negli occhi nel mentre le nostre labbra si sfiorarono ed io le feci scontrare con le sue.

Si tolse la maglietta rivelando il ben di Dio che c'era sotto ed iniziai a far passare le dita lungo la sua schiena percependo i suoi muscoli.

Erik premette più insistentemente la sua intimità sulla mia e mi sfuggì un sorriso per quello che stava per accadere.

Infilai le dita nei suoi capelli mentre mi baciava e mi mordeva le labbra ed io spostai le mie dita sulla lampo dei suoi pantaloni.

Abbassò i suoi pantaloni e scivolarono fino alle caviglie per poi lasciare che i suoi boxer fecero la stessa fine.

Mi fece spostare gli slip a lato della mia intimità ed entrò lentamente in me facendomi gemere lievemente. Non potevo credere di star facendo sesso in biblioteca con lui.

Iniziò a muovere il bacino mentre mi lasciava baci umidi sul collo ed il mio respiro divenne più affannoso man mano che continuava a spingere.

I gemiti erano sommessi da parte di tutti e due. Sembrava che non volessimo comunque infrangere la regola di fare silenzio in biblioteca.

Mi morsi il labbro inferiore e, sentendo un gemito che mi sfuggì un po' più forte degli altri, Erik spinse con più forza penetrandomi completamente.

Lo strinsi con più forza a me e sentii il piacere aumentare, cosa che fece aumentare anche i miei gemiti. Stavo per raggiungere l'orgasmo.

Fece stringere le mani in modo quasi doloroso sul mio sedere mentre continuava a spingere fino in fondo e sentii che stavo per raggiungere il culmine fin quando...

Un rumore trillante mi fece aprire gli occhi sobbalzando dallo spavento e mi girai verso la causa del mio spavento. Non potevo crederci. Era la mia sveglia!

Mi guardai attorno mettendo a fuoco ciò che avevo attorno e riconobbi le pareti della mia stanza.

No. No no no no no no no no, non può essere! Non può essere stato tutto un sogno.

Mi agitai incredula di quello che stavo guardando e mi ritrovai aggrovigliata tra le lenzuola, con il fiatone e la maglietta sudata.

Non può essere stato tutto un sogno. Non può...

La mia sfortunata ipotesi venne confermata non appena chiami il ragazzo del mio sogno senza ricevere risposta. A quel punto feci sprofondare la mia testa sul cuscino e gemetti, ma sta volta per tristezza.

Il telefono a quel punto squillò e lo presi dal comodino, portandomelo all'orecchio, senza guardare chi fosse.

«Pronto?»

«Ciao T/N.»

Arrossii sgranando gli occhi riconoscendo la voce di Erik e mi alzai con il busto dal letto. Mi aveva chiamata l'uomo su cui avevo appena fatto un sogno erotico...

Finalmente ho fatto quest'immagine su Magneto, pensavate che me ne fossi dimenticata eh @pauranelleveneshow e @Aury2020 ??????

Perdonatemi per la lunga attesa, sto andando veramente a rilento.

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