Ironman (bollino rosso)
Il telefono del mio cubicolo squillò e risposi subito.
«T/N, il signor Stark la vuole nel suo ufficio.» disse la sua segretaria per poi riattaccare.
Sbiancai dal viso ai piedi e rimasi con gli occhi sgranati. Cosa voleva da me quell'uomo?!
«Ragazzi...» i miei due colleghi non si girarono per il tono troppo basso con cui li avevo chiamato perciò aumentai il volume della mia voce. «Ragazzi.»
I miei due amici mi guardarono alzando lo sguardo dallo schermo del computer e mi guardarono.
«Il signor Stark mi vuole parlare.» dissi in piena agitazione.
La mia amica mi guardò spalancando la bocca dallo stupore e mi fece un sorriso a trentadue denti.
«Stai scherzando?! Il grande capo ti vuole?!» chiese divertita.
«Che aspetti? Vai!» esclamò l'altro mio amico indicandomi l'ascensore.
Mi alzai di fretta e furia e li guardai.
«Fatemi gli auguri e pregate per me che io non venga licenziata...» scherzai nervosamente per poi andare verso l'ascensore seguita dallo sguardo divertito dei miei amici.
Appena entrata in ascensore premetti il pulsante per raggiungere il piano del suo ufficio e presi un profondo respiro per mantenere la calma.
Chissà perché mi aveva chiamata. Gli era piaciuta la mia idea di creare un generatore di corrente elettrica ecologico? Spero che sia per quello...
Raggiunto il piano da me desiderato, uscii dall'ascensore e mi affrettai a raggiungere lo studio di Tony Stark.
Questo piano era nettamente migliore rispetto a quello dove lavoravo io!
Penso che solo il pavimento costasse quanto tutto il condominio in cui abito!
Vidi la segretaria e la salutai con un sorriso cortese che lei ricambiò quasi come un robot.
«Aspetti qui, adesso l'annuncio.»
Annuii tentando di non dimostrare la mia agitazione e la donna entrò nell'ufficio di Stark uscendo poco dopo.
«Entri pure.» disse tenendomi la porta aperta.
Entrai ringraziandola e, appena lo vidi, me lo ritrovai davanti di pochi centimetri. Cosa che mi fece perdere un battito dallo spavento.
«Buongiorno.» disse sorridendo appena.
«Buongiorno signor Stark.» ricambiai evitando il suo sguardo per il disagio.
L'uomo se ne andò dietro la scrivania e si sedette al suo posto indicandomi una sedia dalla parte opposta alla sua.
«siediti ... vorrei parlarti.»
Ok, adesso mi licenzierà...
Obbedii e mi tenni le mani l'una sull'altra tentando di mantenere abbastanza lucidità da non torturarmi le dita.
«Ti ho chiamata per un motivo. Penso che tu sappia quale.»
«No, signore.»
«Ok, prima di tutto, gentilmente, guardami; secondo, non voglio licenziarti, tutt'altro, ti sei rivelata un'ottima risorsa.» rassicurò divertito.
Lo guardai molto più sollevata e sospirai.
«Allora perché mi ha voluta qui?» domandai incuriosita.
«Per le tue idee, esempio lampante è la proposta di creare una generatore completamente ecologico che potesse rendere la Stark Tower completamente autonoma, ma io non ti voglio più nel settore in cui lavori. Voglio averti qui, in questo piano. La scrivania pensavo di mettertela lì.» disse indicandomi un punto poco distante al fianco della sua scrivania.
«Per favore, chiudi la bocca, ti si vedono le tonsille.» sbottò facendomi ritornare alla realtà.
Obbedii di nuovo e lo guardai non sapendo cosa fare.
Dopo qualche momento di silenzio lui iniziò a guardarsi intorno come se si stesse aspettando qualcosa da me e poi ruppe il silenzio.
«Allora? Sì o no?»
«Oh, v-va bene, certo!» esclamai entusiasta.
Mi dispiacerà lasciare i miei amici per spostarmi in un altro piano, ma almeno non sarebbero cambiate tante cose e sono sicura che capiranno!
Qualche giorno dopo:
«T/N, cosa ne dici del-»
«-piano di costruzione Aximel 2.0? Penso che sia promettente, ma con così pochi dettagli da parte dei meccanici e gli scienziati penso sia più un rischio che un potenziale investimento. Non ci hanno fornito una stima su quanto possono essere produttivi in un anno, dove reperiscono i pezzi e soprattutto la qualità del materiale con il quale costruiscono quelle macchine, per non parlare della quantità di macchine che riescono a produrre! Sarebbe un salto nel buio.» risposi interrompendolo e lasciandolo senza parole.
«Madre di Dio, potrò finire una frase prima che tu la completi?» chiese facendomi ridere.
«L'ha appena fatta.» ribattei strappandogli un lieve sorriso.
Tony notò l'ora sul suo orologio e si alzò dal suo posto stiracchiandosi e mettendosi la giacca.
«Ora di pranzo T/C. Cosa vai a mangiare?»
Guardai il progetto che stavo realizzando e poi guardai il mio capo.
«Io in realtà mangio qui, devo completare un progetto...» risposi lievemente in imbarazzo.
Mi guardò stupito e si avvicinò alla mia scrivania mettendosi dietro la mia sedia per vedere il mio progetto.
«Cosa sarebbe?» domandò lasciando che un sorriso curioso si formasse sul suo volto.
«È solo una stupidaggine... mi sono intromessa in affari in cui non dovevo intromettermi.» spiegai a disagio.
Non potevo dirgli che stavo lavorando ad un modo per rendere più pratica la sua armatura. Era solo una mia fantasia che avevo realizzato per stimolare il mio cervello nel mentre pensavo a cos'altro avrei potuto idealizzare.
«Beh, tanto vale dirmelo, da quello che vedo... no, non riesco a capire. Cos'è?»
«Non si arrabbi... è solo un mio metodo per stimolare la mia mente a creare cose nuove.» spiegai prima di iniziare. «La sua armatura è molto forte e potente, ma secondo me ci potrebbe essere ancora una miglioria da poter fare... vede, la differenza tra quando ha l'armatura addosso e quando non ce l'ha la sente giusto? Secondo me si potrebbero installare dei piccoli ingranaggi che possano rendere i suoi movimenti meno robotici è più fluidi, come se non avesse niente addosso! Cioè, non proprio niente niente, ma, insomma, come se lei fosse con pantaloni da tuta e maglietta, ciò che per lei è comodo...»
Che figuraccia...
Notai un sorriso che non sapevo come catalogare nel mentre mi guardava e, dopo un po' che rimase a guardami così, mi schiarii la voce facendogli percepire il mio disagio.
«Sì, ehm... ottimo, mi sembra una buona... idea! Non è affatto male come idea... ma mi dovrai spiegare questo tuo metodo per creare nuove idee dopo ora di pranzo.» disse ritornando in sé.
«Certo signore.»
«Chiamami Tony, non darmi del lei.»
Gli sorrisi timidamente e lui ricambiò.
«Ok Tony, buon pranzo.» gli augurai vedendolo mentre si avviava verso l'uscita.
Tirai fuori il mio pranzo e mi rimisi a lavorare mentre davo la prima forchettata alla fetta di torta al cioccolato che mi ero portata.
Subito dopo Tony ritornò indietro, mi prese la forchetta e mi rubò un pezzetto di torta per poi scappare fuori dall'ufficio lasciandomi allibita. Questa me la segnerò al dito...
Dopo 3 anni:
Mi svegliai per via di una mano sulla mia spalla e mi girai dall'altra parte del letto trovandomi due occhi castani che mi scrutavano con dolcezza.
«Buongiorno Stark...» sussurrai con la voce impastata dal sonno.
«Buongiorno T/C.» ripeté divertito accarezzandomi il viso.
Dopo qualche secondo ridacchiai e mi guardò confuso.
«Cosa c'è?»
«Ci siamo sposati meno di ventiquattr'ore fa e ci chiamiamo ancora per cognome.» risposi divertita.
Mi baciò la fronte e mi guardò dolcemente mentre faceva combaciare i nostri corpi.
«Mi farebbe strano chiamarti Stark.» sussurrò con voce sensuale.
«Potresti chiamarmi per nome... oppure un nomignolo. Da quanto ne so le coppie fanno così.» sussurrai a mia volta.
«Va bene "pasticcino".»
Sgranai gli occhi al nomignolo che mi aveva affibbiato e rise. Forse si aspettava questa mia reazione.
«Sei adorabile quando rimani senza parole!» disse tra le risate.
Gli diedi un cuscino in faccia e lui di rimando mi strinse a sé imprigionandomi sotto di lui.
«Avanti scoiattolino mio, lo so che ti piacciono questi soprannomi.»
Lo guardai offesa e cercai di liberarmi, ma era più forte di me quindi era una guerra persa in partenza.
Mi ricoprì il viso di baci ripetendomi scusa fino a far ridere pure me e ci guardammo negli occhi.
Quest'uomo davanti a me era mio marito adesso...
Mi spostò una ciocca di capelli dal viso e ci baciammo dolcemente mentre un lieve sorriso compariva sulle mie labbra.
La sua presa si fece più morbida e riuscii a mettergli le braccia attorno al collo prolungando il bacio.
Gli accarezzai la gamba con la mia e lasciai che lui si posizionasse tra le mie gambe accarezzandomi l'interno coscia con le sue mani.
«Vuoi il secondo round? Mi stai sfidando?» mormorò facendomi divertire.
«Forse... tanto sappiamo entrambi che il primo l'ho vinto io.» sussurrai fingendomi sicura di me.
Mi guardò fingendosi offeso e scoppiai a ridere stimolando il sorriso anche a lui.
«Allora in questo vedrai che vincerò io.» ribatté incominciando a baciarmi sul collo.
Sentii la sua intimità indurirsi a contatto con la mia ed iniziai a muovere il bacino per stimolarlo ad andare avanti.
Mi misi sopra di lui e, appena il suo membro fu turgido, lo lasciai entrare in me mentre le sue mani mi tenevano stretta sul bacino.
Riuscimmo a sincronizzarci nei movimenti ed iniziai a mugugnare dal piacere come lui.
Mi chinai verso di lui per baciarlo ed aumentò il ritmo delle spinte per poi ribaltare la situazione e mettersi sopra di me.
Le sue spinte si alternavano tra lente e veloci ed i nostri gemiti riempivano la stanza mentre i nostri corpi diventavano più caldi man mano che continuavamo.
Una sua mano scese alla mia intimità ed iniziò a massaggiarmi il clitoride facendomi godere ancora di più.
Strinsi le lenzuola per il troppo piacere ed uscì da me ricevendo uno sguardo confuso da parte mia.
Stavo per chiedergli il perché si fosse fermato fin quando non mise un dito sulle mie labbra zittendomi.
Incominciò a baciarmi il corpo scendendo sempre più in basso e raggiunse il mio clitoride con il quale giocò un po' con la lingua.
Misi le mani sulla sua testa per invogliarlo a continuare ed infilò due dita nella mia entrata.
Ripresi a gemere e sorrisi dal benessere che provavo in quel momento, ma volevo che lui ritornasse a baciarmi.
«Tony...»
«Mmmh?»
«Torna qui...»
Obbedì e mi morsi il labbro inferiore guardandolo.
Ricominciai a baciarlo e presi il suo membro in mano cogliendolo lievemente di sorpresa.
Aggiunse la lingua ai baci ed io iniziai a massaggiarglielo sentendo qualche lieve mugugno da parte sua.
Continuai così fin quando non mi fermò e a quel punto rientrò in me.
Tornò a spingere facendomi gemere ed il suo ritmo divenne più frenetico. Se continuava così sarei arrivata presto al culmine!
Si calmò e le sue spinte divennero lente e profonde lasciandomi un po' di respiro.
Strinsi Tony a me il più che potevo e ritornò a spingere con forza mentre tenevo premute le labbra sulla sua spalla. Non mi piaceva gemere troppo forte.
Continuò così fin quando non venni e a quel punto uscì da me venendo anche lui.
Rimase sopra di me reggendosi con i gomiti così da non scaricare tutto il suo peso su di me ed appoggiò la sua fronte sulla mia guardandomi negli occhi con il fiatone.
Gli sorrisi e lo baciai di nuovo, ma lui si staccò osservandomi quasi incuriosito.
«Cosa c'è?» domandai non capendo quella sua reazione.
«Non ufficializzi nemmeno che ho vinto il secondo round? Sei perfida.» rispose facendomi ridere.
Gli diedi un lieve schiaffò sul petto e lui sorrise divertito.
«Avanti... pasticcino mio... luce della mia vita... scoiattolino amoroso del mio cuore.»
«Smettila.» sbottai ridendo.
Mi baciò di nuovo ridendo con me e si distese al mio fianco stringendomi a sé. Avevamo bisogno di una doccia per quanto avevamo sudato, ma in quel momento non volevamo proprio uscire dal letto.
Ecco qui l'immagina su Tony.
Non so quanto buono sia e sinceramente sto iniziando ad impazzire per quanti immagina a bollino rosso mi avete richiesto ahahah.
Come state passando le vacanze estive?
Immagina richiesto da @LilaGioia e @admingiulietta03
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