Capitan America (bollino verde)
Mi svegliai di soprassalto per colpa della musica degli AC/DC e grugnii sapendo già chi era: Tony.
Stanca di questo scherzo che si stava ripetendo da tre giorni, mi alzai dal letto su tutte le furie e mi diressi in cucina.
Dato che sono le 7:30 di domenica, Tony sarà di sicuro in cucina a prendersi il suo caffè mattutino.
«TONY!» urlai dal corridoio raggiungendolo in cucina.
«Sì cara?» chiese con aria innocente.
«Smettila di fare questo scherzo!» dissi con rabbia.
«Quale scherzo?» domandò continuando a far finta di niente.
«Quel maledettissimo scherzo che mi tocca subire da tre mattine! Ormai mi ricordo quella canzone a memoria! Smettila, ti prego!» esclamai.
Tutto ad un tratto Tony scoppiò a ridere e questo mi fece irritare ancora di più.
«Scusami, mi dispiace, è solo che sei carinissima quando ti arrabbi!» disse ridendo.
«Sono... carina quando mi arrabbio? CARINA?! ALLORA PREPARATI PERCHÉ STO PER DIVENTARE MERAVIGLIOSA!» urlai in preda alla rabbia.
Stavo per trasformare la cucina in una zona di guerra fin quando non arrivò Clint a sistemare la situazione.
«Ok ok ok, calmiamoci tutti! Tony, T/N ha ragione, smettila con questo scherzo; T/N, smettila di urlare perché stai svegliando tutti.»
«Troppo tardi.» s'intromise Steve stropicciandosi gli occhi.
Ecco un altro signorino che tanto odio.
Tony alla fin fine è buono e gli voglio bene, ma Steve non lo sopporto proprio!
Tutti a pensare che sia perfetto e che essendo uscito dagli anni '40 abbia un'educazione d'altri tempi della serie: raccogliere il fazzoletto da terra se la donna lo perde, mettere un giornale su una pozzanghera se ostruisce il passaggio della donna o cose del genere.
Feci un profondo respiro per calmarmi e mi scusai per poi ritornarmene in camera con la mia rabbia. Mi era sempre stato difficile mantenere il controllo...
Rimasi in camera mia ancora per un po' di tempo e poi decisi di andare in palestra per scaricare un po' i nervi. Lì decisi di prendere il sacco da boxe ed allenarmi.
«Passata la rabbia T/C?» domandò una voce irritante.
«Con te nei paraggi, non può passarmi.» ribattei a Steve.
Guardandolo vidi che sorrise e non seppi se lo fece perché era soddisfatto dalla mia risposta o perché era divertito.
«Dovresti dare più slancio al braccio quando colpisci dal basso sennò non gli farai niente al nemico.»
«Grazie, ma so cavarmela da sola e persino a correggermi.»
«Ah sì? Non si direbbe.»
Smisi di picchiare il sacco da boxe e mi girai verso di lui raggiungendolo.
«Ok, signorino "so tutto io". Devi smetterla di fare il sapientone perché anche la tua tecnica non è perfetta, quindi fin quando non sarai un combattente perfetto, non dirmi ciò che devo fare.» sbottai irritata.
«Vogliamo provare? Combattiamo?» chiese con tono da sfida.
Serrai gli occhi in due fessure per cercare di capire se stesse dicendo sul serio e poi annuii.
«Va bene... vediamo chi ha la tecnica migliore.» ribattei incrociando le braccia al petto.
Iniziammo a scaldarci e, dopo qualche minuto, decidemmo di partire.
All'inizio ci giravamo intorno per non darci mai la schiena e decisi di attaccarlo fallendo nel colpirlo.
Provò lui ad attaccarmi, ma fui più veloce e lo schivai dandogli un colpo ben assestato al fianco sinistro.
Prima che potessi ritornare in posizione di difesa lui riuscì a prendermi per il polso e mi fece girare il braccio mettendomelo dietro la schiena.
«Sbaglio o ti ho appena bloccata?» chiese vicino al mio orecchio.
Questo fece accendere mille allarmi nella mia mente e tirai un calcio all'indietro colpendolo tra le gambe. Non troppo forte da farlo inginocchiare, ma abbastanza da lasciarmi andare.
«Non mi sembra che tu mi abbia bloccata.»
«Questo era un colpo basso.» ribatté smettendo di tenere le mani contro i suoi gioielli.
«Era per difendermi.» controbattei con un lieve sorriso di soddisfazione.
Provò di nuovo ad attaccarmi, ma lo schivai e mi allontanai di nuovo da lui. Forse stancandolo avrei avuto la meglio.
Ritornammo a girarci intorno osservandoci con attenzione in attesa che uno dei due facesse qualche mossa, ma forse lui aveva avuto la mia stessa idea.
Decisi di riattaccare così da smettere di osservarci e gli tirai un gancio sinistro che lui parò prontamente.
Gli saltai sulle spalle sfruttando la sua presa sulla mia mano e lo feci cadere atterra mentre io gli tenevo le gambe strette intorno al collo.
«Qualcuno dovrà raffinare la sua tecnica?» domandai sarcasticamente.
«È solo il riscaldamento.» rispose per poi riuscire a liberarsi.
Si mise sopra di me e mi bloccò le braccia per i polsi e le gambe con le sue.
Non mi ero mai ritrovata così vicina al suo viso.
Notai qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa che non lo si poteva definire odio o fastidio, e ciò mi incuriosì.
Rimanemmo in quella posizione per qualche secondo a guardarci fin quando lui non si schiarì la voce e si rialzò porgendomi la mano per aiutarmi.
«Direi che siamo pari...» disse mentre mi aiutava ad alzarmi.
«Sì...» risposi continuando ad osservarlo confusa.
Se ne andò senza dire nient'altro e rimasi a guardarlo fin quando non se ne andò dalla palestra.
Cosa gli era successo?
Ci siamo sempre odiati per colpa dei nostri caratteri diversi e per i nostri modi di fare.
I nostri sguardi se s'incrociavano erano sempre freddi e distaccati se non infastiditi, ma sta volta il suo sguardo dimostrava un'altra emozione. Una che non gli avevo mai visto fare.
Mi tolsi le bende dalle mani e mi passai l'asciugamano sul collo per togliere le gocce di sudore che mi si erano create. A quel punto andai a farmi una doccia.
Tornata all'attico che dividevo con gli altri Avengers, andai in cucina per mangiarmi qualcosa ed intanto cercai di pensare il cosa significasse quel suo sguardo.
Ce l'avevo in mente da un bel po' ormai.
Sospirai nel mentre prendevo una mela dal frigo e quando mi girai mi ritrovai Bruce davanti.
«Ciao Bruce, devi prendere qualcosa in frigo?»
«Sì, effettivamente volevo un budino.»
Aprii di nuovo il frigo e presi un budino per Bruce per poi porgerglielo.
«Grazie mille.» disse andandosi a prendere un cucchiaio.
Gli sorrisi come risposta ed andai a sedermi davanti alla penisola della cucina.
«Ti vedo pensierosa. Cos'hai?» domandò affondando il cucchiaio nel budino.
«Niente.» risposi per evitare la domanda.
Non potevo mica rispondergli "penso a Steve e a come mi guardava durante il combattimento."
«Mmmh, non ti credo. Ti conosco ormai. Quando sei silenziosa hai sempre qualcosa per la testa che ti turba.» disse indicandomi sorridendo lievemente.
Sorrisi anch'io sentendomi prevedibile e sospirai.
«Lo trovo un argomento imbarazzante e... insolito, per me.»
Bruce aggrottò la fronte mentre mangiava il suo budino e si appoggiò con i gomiti alla penisola.
«Avanti, parlamene.» m'incalzò con voce gentile.
Esitai per qualche momento sentendomi a disagio a parlare di cose del genere e feci un profondo respiro sentendo già l'imbarazzo avvolgere la mia voce.
Non ero abituata a parlare di argomenti del genere.
«È... solo una mia sensazione... una cosa stupida e di cui so che mi sono sbagliata ma... non so, mi ha lasciata sbigottita.» spiegai con imbarazzo.
«In pratica, qualche ora fa io e Steve abbiamo fatto un combattimento corpo a corpo per capire chi dei due avesse la tecnica migliore. Inizialmente ci tenevamo testa a vicenda, ma quand'è riuscito ad immobilizzarmi atterra... il suo sguardo aveva qualcosa di... di diverso. Non mi aveva mai guardata in quel modo...» mi confidai abbassando lo sguardo come per rivedere la scena e Bruce mi fece rialzare lo sguardo.
«Tu... gli... piaci.» scandì sussurrando.
Sbiancai non accettando una spiegazione del genere ed annuii in segno di diniego.
«Cosa? No, non è possibile! Ci siamo odiati per più di un anno e adesso mi vieni a dire che gli piaccio? Com'è possibile?» chiesi confusa.
Sono io ad essere stupida, è Steve ad essere confuso o è Bruce che vuole fare il simpaticone confondendomi.
«Non lo so, ma è così. Ho parlato con Steve prima di parlare con te e... si è confidato dicendomi che gli piacevi.» bisbigliò facendomi sorridere.
Era più forte di me sorridere, ero lusingata, ma come?!
«Ma perché? In senso, fin dall'inizio ho creduto che mi odiasse e di conseguenza io l'ho odiato, ma... come? Quando?»
Bruce sorrise divertito ed andò a sedersi accanto a me.
«Ascoltami, so che non sei abituata a qualcuno che provi amore per te, il tuo passato non ti ha dato il privilegio dell'affetto e dell'amore, ma in questa struttura siamo tutti pronti a dartene a vagonate... Tony con i suoi scherzi, Natasha con i suoi allenamenti, Clint con le sue barzellette ed il suo chiacchierare, io con il mio voler ascoltare e Steve... beh... Steve vorrebbe dimostrarti il suo amore, ma non sa come comportarsi con una donna come te.» spiegò con voce bassa.
Nella mia testa c'erano una valanga di domande pronte a cadere nel momento stesso in cui avrei visto Steve: come si sarebbe comportato dopo oggi? Come mi sarei comportata io? Ci parleremo mai dopo questa nostra scoperta o taglieremo qualunque tipo di comunicazione ci fosse tra di noi? Avremmo continuato a guardarci con odio? Steve si sarebbe mai dichiarato a me? Cosa sentirò nei confronti di Steve appena lo vedrò? Cosa si prova quando si ha una... una... cotta?
«Vai da lui e parlagli.» consigliò mettendo una mano sulla mia.
Sorrisi appena e Bruce m'intimò ad andare.
«V-Va bene...» balbettai alzandomi dallo sgabello.
«È in camera sua.» disse prima che io uscissi dalla cucina.
Camminai verso la sua stanza lentamente e nel mentre riflettei su quello che mi aveva detto Bruce. Non potevo credere che Steve provasse veramente delle cose del genere per me...
Nel mentre mi dirigevo da Steve, non avevo mai notato che i corridoi fossero così lunghi. Li avevano allungati?
Raggiunta la camera da me desiderata, guardai la sua porta chiusa e deglutii.
Cosa mi sarei ritrovata? Cosa mi aspettavo? Sarà vero quello che mi ha detto Bruce?
Mi feci coraggio e bussai alla porta.
«Un momento.» sentii dire dall'altra parte.
Udii dei passi e subito dopo la porta si aprì facendomi sobbalzare. Non ero mai stata così in ansia.
«Ciao.» salutò guardandomi confuso.
«Ciao.» ricambiai accennando il saluto anche con la mano.
Notai che era a petto nudo e questo mi fece venire un caldo tremendo. Sembrava che avessero acceso il riscaldamento!
«Posso... fare qualcosa per te? Stai bene? Non ti ho mai vista così rossa!»
Ormai ogni emozione che vedevo in lui mi era una novità se erano all'infuori del fastidio, dell'odio e della rabbia.
«I-Io... beh... insomma... credo che debba andare sai? Sì, mi sono sbagliata.» dissi completamente in imbarazzo.
Feci per andarmene, ma Steve mi fermò attirando di nuovo la mia attenzione.
«No no, hey, aspetta.»
Lo guardai e vidi che per una volta mi stava sorridendo. Un sorriso dolcissimo...
Ci si sente così quando si ha una cotta? Le farfalle nello stomaco? I sudori freddi? Il desiderio di non volergli staccare gli occhi di dosso? Il volerlo baciare? Il desiderio di stargli il più vicino possibile? Il non riuscire a ragionare lucidamente se lui è intorno a me?
«In realtà... mi piacerebbe parlare... con te.» ammise mantenendo quel lieve sorriso.
Deglutii di nuovo non sapendo cosa aspettarmi ed annuii lasciando che mi facesse entrare nella sua stanza.
Chiuse la porta non appena fummo entrambi dentro la stanza e mi sedetti ai piedi del suo letto.
Il silenzio regnò tra noi due e non sapevo più dove guardare pur di evitare il suo sguardo.
«Insomma... cosa volevi dirmi?» chiesi per rompere il ghiaccio.
Sembrò prendere un respiro profondo e si staccò dalla porta sedendosi accanto a me.
«Io... Io so di non starti simpatico, ma l'hai dimostrato più volte e fino a qualche settimana fa credevo di odiarti anch'io fin quando... fin quando Tony non mi ha fatto rendere conto di una cosa.»
«Aspetta, Tony?» domandai stupita.
«Sì, alcune volte si rende persino utile.»
Ridemmo lievemente e vederlo ridere mi fece sentire bene. Aveva un bel sorriso.
«Comunque, ti stavo dicendo, Tony mi ha fatto aprire gli occhi su una questione: io in realtà non ti odio e non ti ho mai odiata.» spiegò gesticolando un po'.
Aggrottai la fronte non capendo e mi si alzò un angolo della bocca per il divertimento.
«In pratica, tu non lo sai, ma parlavo molto spesso di te, niente di cattivo, sia chiaro, ma parlavo spesso di te e del tuo comportamento e Tony, un giorno, stanco di questo argomento, ha detto che sembravo innamorato più che infastidito da te e da quel giorno mi sono posto la domanda se io fossi veramente infastidito da te oppure no.»
Ormai pendevo dalle sue labbra pur di sapere come continuava la sua spiegazione.
«E... hai trovato una risposta?»
«Sì.» rispose con tono rassicurante. «Non ero infastidito da te.»
Persi un battito a quelle parole e notai che il suo sguardo scese per un secondo sulle mie labbra.
«Q-Quindi t-tu mi...»
«Sì.» ammise sorridendo dolcemente.
Mi si formò un sorriso in viso ed arrossii non sapendo come comportarmi. Non mi era mai capitato.
«Forse io ti starò ancora antipatico, ma ne valeva la pena dichiararmi. Tu mi piaci e molto.» spiegò facendo allargare ancora di più il mio sorriso.
Mi prese la mano in quel momento e sussultai per quello che provai sentendo il suo tocco su di me.
«Steve... io credevo che tu mi odiassi e di conseguenza io ti ho odiato, ma quello che provo adesso, dopo aver saputo che io ti piaccio, è totalmente nuovo per me. N-Non so come comportarmi.»
Si sedette più vicino a me e mi prese tutte e due le mani guardandomi dritta negli occhi.
«Vedrai che ce la farai... ma dobbiamo provarci, ok?» chiese dolcemente.
Annuii non avendo più voce, per quanto agitata mi sentivo in quel momento, e mi accarezzò la guancia.
In quel momento mi appoggiai alla sua mano non appena mi toccò la guancia e lo vidi avvicinarsi a me. Oddio. Il mio primo bacio.
Guardai le sue labbra avvicinarsi alle mie sempre di più e, appena le sentii su di me, una sensazione stranissima m'invase tutto il corpo mandando in tilt cuore, polmoni, cervello e... beh... un'altra parte...
Nella mia mente non vagava più alcun pensiero, nessuna domanda, nessun'agitazione; il mio cuore batteva in modo irregolare facendomi quasi tremare; i miei polmoni sembravano rinsecchiti, non riuscivo a respirare in modo regolare; lì sotto invece... lascio all'immaginazione...
Appena si allontanò un po' da me, rimanemmo in silenzio a guardarci con appena pochi centimetri di distanza a guardarci.
Dopo qualche secondo ritornò a baciarmi e sta volta ci mise un po' di più foga.
Misi le mani sul suo viso e lui sui miei fianchi stringendomi a sé con forza, ma senza farmi male. Non pensavo potesse essere così delicato.
Non ero affatto abituata ai baci, anzi, ero una catastrofe, ma lui sembrava non accorgersene oppure non gli dava peso. Mi faceva sentire... bene. Non mi ero mai sentita così.
Hello people!
Questo è il terzo immagina lungo che creo, vorrei sapere se vi vadano bene gli immagina così lunghi sennò li accorcio, non è un problema.
Immagina richiesto da @auroralove27
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