Capitan America (bollino arancione)
In questo momento, sto odiando Steve. Cioè, lo amo, ma in questo momento lo odio.
La sua pazza idea di mantenere segreta la nostra relazione era qualcosa di impossibile. Insomma, i nostri amici sono spie e supereroi! Come faremo ad impedirgli di scoprirci?!
Guardai l'ora e vidi che erano le 12:38.
Questa riunione stava continuando da più di tre ore e mezza!
Alzai gli occhi al cielo dalla noia e Steve mi riportò alla realtà.
«T/N, qualcosa da dire in merito?»
Sobbalzai e ritornai a guardare le diapositive cercando di ricordare di che cosa si stesse parlando.
Per Dio, sono stata attenta durante tutta la riunione e gli ultimi dieci minuti di distrazione mi vengono a chiedere un'opinione?!
Osservai Steve, serio come sempre durante le riunioni, guardarmi a sua volta attendendo una mia risposta mentre io ero in serie difficoltà nel ricordarmi di cosa avevano parlato.
Bisogna dire che era bravo a mentire.
«I-Io... ehm...»
DI CHE DIAMINE SI STAVA PARLANDO?!
«Stavi ascoltando?» chiese con un lampo di sfida negli occhi.
Odio quando mi sfida. Lo sa che non mi tiro mai indietro.
Ridussi gli occhi in due fessure, lui ricambiò il gesto, ed iniziai a ripassarmi mentalmente tutta la riunione fino ad arrivare alla soluzione.
«Sì, stavo ascoltando.» dissi sorridendo. «Penso che sia un'ottima idea quella di creare un sistema che possa rilevare i poteri, ma non ho ben chiara l'idea di come un software possa rilevare dei poteri.»
Guardai Tony con fare confuso e lui prese parola iniziando a spiegare.
Spostai lo sguardo su Steve e gli mostrai la mia soddisfazione notando un'ombra di sorriso sul suo volto.
Avevo vinto anche sta volta. Che soddisfazione.
***
La riunione finì alle 14:01 precise ed uscii dalla sala tirando un sospiro di sollievo. Finalmente non ero più rinchiusa in quelle quattro mura.
Adesso: pancia mia fatti capanna.
La mano di Steve sfiorò la mia e subito dopo sentii qualcosa nel palmo della mia mano. L'aprii e ci trovai un foglietto.
~~~
Vieni a pranzare con me.
Ti aspetterò in atrio per le 14:30.
Steve
~~~
Mi spuntò un sorrisetto da ragazzina delle medie che riceve un bigliettino dalla propria cotta e lo guardai nel mentre se ne andava con indifferenza. Mi è sempre piaciuto guardarlo da dietro... e che didietro...
Trattenni la voglia di volermi mordere il labbro inferiore e mi diressi nella mia stanza per cambiarmi con abiti da civile.
Una maglietta a righe orizzontali, una giacca rossa, un paio di jeans blu scuro e delle Converse nere andranno più che bene.
Riuscii a scendere in tempo e lo trovai già lì. Era appoggiato al muro con in mano due caschi, occhiali da sole appesi alla maglietta blu militare - molto probabilmente a maniche corte- ed indossava una giacca di pelle marrone. Sembrava un tipo fuori servizio dell'aviazione, ma, hey, gli stava maledettamente bene quel look.
«Ciao ragazzo segreto.» scherzai strappandogli un sorriso.
«Spero di non averti fatto arrabbiare prima.»
«Tranquillo, mi hai quasi fatto fare una figuraccia, ma... devo accettare anche i tuoi difetti.» scherzai per punzecchiarlo.
«Sarebbe colpa mia la tua distrazione?» chiese divertito mentre mi dava uno dei due caschi avviandoci verso l'uscita dell'Avengers Tower.
«Certo.» risposi divertita.
Lo guardai ed i suoi occhi erano dritti verso di me dimostrandomi tutta la loro dolcezza. Arrossii.
«Vorrei baciarti.» sussurrò facendomi diventare ancora più rossa. Necessitavo di togliermi la giacca...
Raggiungemmo la sua moto e mi misi il casco salendo su di essa. Appena salì anche lui, accese la moto e partimmo andando verso Central Park.
«Che ne dici di un hot dog?» chiese nel mentre guidava.
«Non c'è niente di meglio dopo una riunione.» risposi strappandogli un sorriso.
Il breve viaggio finì e scendemmo dalla moto togliendoci i caschi.
«Come te lo prendi?» chiesi sistemandomi i capelli.
«Con il ketchup.» rispose con tono di ovvietà.
«Quanto sei banale.»
«Banale io? Ha parlato Miss ketchup e maionese!» ribatté appoggiando un braccio sulle mie spalle. Ridemmo mentre ricambiavo la stretta mettendo il braccio attorno ai suoi fianchi.
Arrivammo ad un baracchino e prendemmo i nostri hot dog per poi andare al parco per mangiarli con tranquillità.
Finalmente potemmo comportarci come una vera coppia e toccarci non come amici o colleghi.
Misi le gambe sopra le sue non appena ci sedemmo sulla panchina e lui le usò per appoggiarci le sue braccia come se fossi un tavolo.
«A cosa pensavi al posto di ascoltare, durante la riunione?» domandò dando un morso al suo panino.
Rallentai il mio masticare a causa della sorpresa della domanda e pensai a cosa potergli dire.
Avevamo già parlato del fatto che la nostra relazione debba rimanere segreta. Non possiamo permetterci di venire scoperti, Fury potrebbe escludere uno dei due dal progetto Avengers - se non tutti e due - e Steve non ne uscirebbe bene da una cosa del genere. In pratica è stato creato per fare del bene e Fury è l'unico che può farlo accedere a così tanti posti e a fargli sapere dove andare per fermare chi si deve far fermare.
«T/N? Allora?»
Sorrideva, ma vedevo che iniziava a non divertirsi più e che si stava preoccupando.
«Steve, non credo che ti farebbe piacere riparlarne...» ammisi quasi con tono dispiaciuto.
Lui capì di cosa stavo parlando e sospirò.
«Lo so che ti dispiace. Dispiace anche a me, ma lo sai quali sono le conseguenze. Fury non vuole relazioni di tipo sentimentale tra noi Avengers.» disse mentre metteva la mano sulla mia per accarezzarla.
«Ma almeno agli altri Avengers...»
«Non possiamo dirlo nemmeno a loro. Sono nostri amici, ma non si può mai sapere... una parola di troppo ed uno di noi due si ritrova senza lavoro.»
Vide il mio dispiacere e mi strinse a sé mentre appoggiavo il viso sulla sua spalla.
«Prima o poi glielo diremo, ma a tempo debito.» disse a bassa voce per poi baciarmi sulla testa.
Gli sorrisi e ci baciammo, cosa che prolungò premendo il suo braccio verso di sé così che fossi più vicina a lui.
«Siamo in pubblico.» sussurrai staccandomi da lui divertita.
Lui si guardò intorno e poi sorrise verso di me.
«Forse è meglio non dare spettacolo di ciò che sta per accadere.»
Mi guardò con un'espressione lievemente maliziosa e mi si formò un sorrisetto di comprensione.
«Allora finiamo i nostri hot dog ed andiamo in un posto appartato.» risposi dandogli un ultimo bacio per poi ritornare a mangiare il mio panino.
«Posso esprimere la mia opinione?» chiese accarezzandomi con delicatezza la gamba mentre masticavo.
Annuii e sorrisi tentando di non ridere. Sentivo l'imbarazzo possedermi.
«Io non voglio aspettare di finire gli hot dog.»
Il suo lato malizioso era uscito e stavo provando una certa agitazione nelle mie ovaie.
Deglutii ciò che avevo in bocca e mi uscì una risata nervosa mentre il suo sguardo continuava a guardarmi negli occhi.
Spostò le mie gambe dalle sue alzandosi e mi porse la sua mano. Questo lato di Steve mi aveva subito incantata dalla prima volta che l'abbiamo fatto.
«V-Va bene...» risposi sentendo una vampata di calore sulle guance.
Presi la sua mano e mi alzai dalla panchina buttando il resto del mio hot dog nel cestino lì vicino seguita da lui.
«Dove andiamo?»
Mi sorrise facendomi un occhiolino e raggiungemmo la moto per poi metterci i caschi e salirci sopra.
Mi aggrappai alla sua schiena stringendolo per i fianchi e lui mi accarezzò le mani prima di partire.
La sua moto s'intrufolò tra le macchine e svoltò a destra aumentando di velocità.
Mi strinsi con più forza a lui e sentii i suoi addominali contrarsi ripetutamente. Stava ridendo?
«Stai ridendo?» domandai alzando la voce così che mi sentisse.
«Certo, solo tu puoi aver paura della velocità nonostante il lavoro che fai.» rispose continuando a ridere.
Risi anch'io ed appoggiai la testa sulla sua schiena mentre il motore della moto rombava andando un po' più velocemente.
Dopo mezz'ora di moto, raggiungemmo un condominio. Non era niente di che, ma non era neanche malandato.
«Cos'è questo posto?» chiesi togliendomi il casco.
Lui lo guardò un attimo e mi sembrò di leggere della nostalgia sul suo volto.
«Vivevo qui prima di diventare un Avenger.» disse facendomi scendere dalla sua moto.
Lo guardai stupita e mi prese per mano tenendo nell'altra il suo casco.
«Vieni.»
Obbedii seguendolo ed entrammo.
Al bancone per distribuire le chiavi non c'era nessuno e spostai il mio sguardo interrogativo verso di lui.
«Ho le chiavi.»
Mi mostrò il mazzo tintinnante di chiavi e ne prese una portandomi all'ascensore.
«Vivi all'Avengers Tower da qualche anno, come mai hai ancora le chiavi?»
«Alcune volte ritorno qui. È l'unico posto che Tony non conosce e nel quale non può venire a darmi fastidio.»
Sorrisi divertita a quella risposta ed attraversammo i diversi piani dopo che premette il pulsante con su scritto il numero cinque.
Arrivati al piano da lui scelto, mi fece uscire dall'ascensore e mi fece strada lungo il corridoio.
«Eccola lì.» disse indicandomi la porta con su scritto duecentoventi.
Infilò la chiave nella toppa della serratura e la fece girare due volte in senso antiorario per poi spalancare la porta. Entrai nell'appartamento e notai subito che quell'appartamento rispecchiava Steve.
Il parquet aveva il colore del legno di ciliegio, i muri erano bianchi con una libreria del medesimo colore che divideva il salotto dalla camera da letto; una poltrona ed un divano di pelle marrone si trovavano al centro del salotto e si rivolgevano ad un caminetto, sopra di esso si trova una tv a muro, non tanto grande, ma fa pur sempre la sua figura, e l'isola che si trovava a pochi metri di distanza dal divano separava la cucina dal salotto.
La mia ispezione non riuscì ad andare oltre perché venni distratta da un rumore alle mie spalle. Mi girai e vidi Steve togliersi la giacca appendendola all'attaccapanni.
«Ti piace?» domandò tirando un sospiro di sollievo.
«Non è affatto male.» dissi ritornando a guardarmi intorno.
Le sue braccia mi strinsero da dietro e mi baciò la guancia per poi appoggiare la testa sulla mia spalla.
Mi voltai verso di lui e misi le braccia intorno al suo collo guardandolo dal basso del mio metro e settanta centimetri.
Sorrise, forse intenerito dalla mia statura, e mi baciò la fronte facendo sorridere anche me mentre le sue braccia iniziavano a stringermi i fianchi.
«Non serve che mi ricordi che io sono bassa.» spiegai a bassa voce divertita.
«Ah no? È una delle cose che mi piacciono di più di te.» ribatté con lo stesso tono di voce.
Mi morsi il labbro inferiore continuando a guardarlo negli occhi e feci scendere le mani fino a raggiungere il lembo della sua maglietta.
Accarezzai i suoi fianchi vedendo la malizia luccicare nei suoi occhi e gli tolsi l'indumento lasciandolo a petto nudo. Dio se amavo quello spettacolo.
Attirò le mie labbra alle sue e posizionò una mano sul mio fianco mentre l'altra andava dietro al mio collo.
Lasciai che le nostre lingue s'incontrassero dopo che la sua continuava ad insistere nel far schiudere le mie labbra e mi tolsi la giacca lasciandola cadere atterra come la sua maglietta.
Si staccò da me e mi tolse la maglietta per poi prendermi in braccio a mo' di sposa fino in camera da letto.
Mi appoggiò sul letto e subito dopo andò verso una radio vintage, a giudicare dall'aspetto.
«Cosa fai?» chiesi mentre l'accendeva lasciando che le note di Can't Help Falling In Love di Elvis riempissero la stanza.
«Canzone perfetta.» mormorò - forse più a se stesso che a me. «Non vorrei che i vicini sentissero.» mi rispose facendomi ridere lievemente.
Ritornò da me gattonando sul materasso fino ad essere esattamente sopra di me e ritornai a baciarlo mentre il suo busto andava ad aderire con il mio.
Una sensazione di calore s'irradiò dal mio basso ventre e lasciai che lui si sistemasse tra le mie gambe. Sentivo il suo membro gonfiarsi man mano che andavamo avanti e continuavamo a spogliarci.
Mi tolsi il reggiseno e una sua mano andò ad accarezzarmi il seno con delicatezza.
Adesso la radio stava trasmettendo la canzone Your Song di Elton John. Sembrava una macchina del tempo quella radio!
Dopo quella canzone ce ne furono molte altre, più o meno romantiche, che coprirono i nostri gemiti e affanni nel momento in cui ci univamo con amore.
Quello non era più solo l'appartamento di Steve, ma il vostro appartamento.
Mio Dio sembrava un parto fare sto immagina. Spero che sia venuto almeno carino ahahah
Domani voglio farvi una domanda importante e spero sarete in tante a rispondermi.
Immagina richiesto da @elisamig
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