Bucky (bollino verde)

Era sera - la sera del mio compleanno - e Bucky mi aveva regalato un vestito dicendomi di presentarmi nel salone dell'Avengers Tower alle 20:00.

Io non ero tanto in vena di festeggiamenti a causa della nausea. Avevo scoperto da poco più di una settimana di essere incinta e non gliel'avevo ancora detto a Bucky. Non sapevo come dirglielo, insomma, è un supereroe, come potrebbe badare ad una famiglia se è spesso fuori città? So che prenderebbe bene la cosa del bambino, ma appena la felicità del momento sarebbe svanita e si sarebbe ricordato di tutte le responsabilità cosa avrebbe fatto? Io avevo paura di questo.

Stavo andando avanti e indietro per la stanza come un animale in gabbia, ma quando alzai lo sguardo verso l'orologio appeso sopra al televisore a muro sbiancai e mi affrettai a cambiarmi, erano quasi le 19:00 e per arrivare all'Avengers Tower ci avrei impiegato 20 minuti con il taxi, sempre se non c'era traffico.

Presi il vestito che Bucky mi aveva regalato e appena mi misi davanti allo specchio rimasi ad osservare la mia pancia. Di certo non poteva essersi già ingrandita come un palloncino, ma la sensazione che provavo era quella.

Provai a non perdere la concentrazione e mi vestii in fretta. Al trucco non ci badai tanto e mi misi solo un po' di mascara e un rossetto color carne. Ero troppo in ritardo per badare a questi dettagli.

Mi diedi un'ultima spazzolata ai capelli e corsi fuori di casa chiudendo la porta alle mie spalle, ma fui costretta a riaprirla per prendere un paio di scarpe da indossare. Messe le scarpe uscii di casa e provai a chiamare un taxi scuotendo freneticamente la mano, ma ovviamente l'autista era troppo impegnato a farsi gli affari suoi per notarmi. Ne vidi un altro a poca distanza da me e ricominciai a scuotere la mano attirando la sua attenzione. Si parcheggiò davanti a me e salii a bordo ringraziandolo.

«Mi porti all'Avengers Tower cortesemente.» dissi cercando tra le cianfrusaglie della borsetta i soldi per il taxi. Sì, c'erano tutti. Tirai un sospiro di sollievo e lui partì sorridendomi dallo specchietto retrovisore.

Il telefono mi squillò e riaprii la borsetta vedendo una chiamata da parte di Bucky.

«T/N dove sei?» chiese. Percepii una leggera preoccupazione nel suo tono di voce e la cosa mi intenerì.

«Sta tranquillo, sto arrivando proprio adesso.» lo rassicurai sorridendo. E se glielo dicessi stasera?

«Stai bene?»

Mi domandai il come mai di quella domanda e aggrottai le sopracciglia per poi rispondergli.

«Bene, esattamente come questo pomeriggio, e tu?»

«Io sto bene.» disse quasi sollevato. «Allora ci vediamo qui.»

Ci salutammo e chiusi la chiamata. Rimasi leggermente perplessa per il suo modo di fare e guardai la strada che stava facendo l'autista. Mancava poco all'arrivo, riuscivo già a vedere l'Avengers Tower.

Tirai un sospiro di sollievo silenzioso e incominciai a tamburellare l'indice sulla mia borsetta per l'impazienza. Odiavo arrivare in ritardo, ma ovviamente io ero nata con la capacità di arrivare sempre in ritardo di qualche minuto!

Il taxi si fermò a causa del semaforo rosso e mi guardai intorno per evitare di avere il pensiero fisso sul fatto che stavo facendo ritardo. Accanto a noi c'era un'altra auto e sui sedili da passeggero incrociai lo sguardo con una bambina. Lei mi salutò mentre mordicchiava il suo giocattolo ed io ricambiai sorridendo. Provai un moto di affetto e di emozione messi insieme e quando il taxi ripartì abbassai lo sguardo sul mio addome. Stavo per avere anch'io un bambino o una bambina e già non stavo più nella pelle. Ero terrorizzata ed emozionata allo stesso tempo.

«Sono quindici dollari e settanta.» disse il tassista girandosi verso di me ed interrompendo i miei pensieri.

«Certo.» risposi tirando fuori i soldi. Mi diede il resto ed uscii dal taxi dirigendomi subito verso l'ascensore. Premetti il pulsante corrispondente al piano dell'attico ed attesi di raggiungere la festa facendo dei profondi respiri per calmarmi. Sentivo la nausea ritornare a tormentare il mio povero stomaco.

«Ti prego non vomitare.» mi lamentai sentendo una fitta allo stomaco.

L'ascensore mi segnalò l'arrivo al piano desiderato e le porte si aprirono permettendomi di uscire. Davanti a me trovai tutti gli Avengers sorridermi allegri e mi fecero gli auguri in coro mentre esplosero dei coriandoli. Quello doveva essere il tocco di Tony.

«Buon compleanno cara.» disse Bucky sorridendomi mentre mi veniva incontro.

Dalla sorpresa ero rimasta bloccata sul posto per un attimo, ma poi ricambiai i loro sorrisi e abbracciai Bucky per poi passare al resto del gruppo. Il senso di nausea non era indebolito e stavo pregando tutte le divinità che conoscevo per non finire di vomitare davanti a tutti.

Finito il giro di saluti gli sorrisi e Tony mi passò un calice di champagne. E adesso cosa potevo fare?

Bucky mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia mettendo un braccio attorno alla mia vita mentre tutti sollevavano i calici per un breve brindisi. Quando tutti si portarono l'alcolico alla bocca feci finta di berne un sorso e poi ritornai a guardare Bucky.

«Grazie tesoro.» mormorai guardandolo negli occhi.

«Aspetta di vedere il mio regalo.» disse dandomi un bacio sulla fronte.

La cosa mi incuriosii, ma prima che potessi dire qualcosa sentii una fitta allo stomaco e dovetti avvertire che dovevo andare in bagno. Appena vi entrai mi ritrovai a vomitare per la terza volta nell'arco della giornata, ma fortunatamente la cosa fu breve e riuscii a ripulirmi senza grossi problemi.

Uscita dal bagno, mi sedetti su uno dei divani del salotto accanto a Bucky e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Sei bellissima.»

Gli sorrisi come ringraziamento e gli presi la mano per poi voltarmi verso Steve.

«Direi che è meglio mostrare subito i regali. Non vorremmo di certo far aspettare la festeggiata.» commentò sorridendomi. Sembrava più entusiasta lui che io per i regali.

«Volete già fare brutta figura? Va bene, portiamo il mio regalo.» disse Tony bevendo un sorso di champagne dal suo bicchiere prima di alzarsi per andare a prendere il suo regalo.

Guardai tutti con fare interrogativo e Tony ritornò con una scatola perfettamente impacchettata. Me la porse con sguardo fiero e non esitai a scartarlo trovandoci dentro un paio di orecchini dall'aspetto molto costoso. Arrossii non sapendo che dire e lo guardai con gratitudine accompagnando il tutto con un mio grazie incredulo. Sembrò soddisfatto e man mano mi diedero i regali anche Thor, Natasha, Wanda, Visione, Clint e Bruce.

«Grazie ragazzi, davvero, sono commossa.» dissi sorridendo a tutti per la loro gentilezza. Non erano regali costosi come quello di Tony ma di certo per me valevano tanto.

«Ma aspetta, non hai ancora ricevuto quello di me e Bucky.» intervenne Steve. I due andarono a prenderlo scambiandosi un sorriso complice e li attesi impazientemente non sapendo cosa aspettarmi.

«Eccolo qui!» esclamò Bucky trasportandolo. Non era incartato quindi la sorpresa mi fece subito commuovere e mi portai una mano davanti alla bocca dallo stupore: era un passeggino. Sentii gli occhi incominciare a farsi lucidi e mi si formò un groppo in gola. Come aveva fatto a saperlo?

«È ancora abbastanza presto, ma non potevamo cogliere l'occasione per un effetto a sorpresa come questo.» sorrise Steve.

Mi alzai dal divano sotto lo sguardo stupito di tutti e andai ad abbracciarli con tutta la forza che avevo.

«Come hai fatto a saperlo?» chiesi guardando Bucky.

«Buttando fuori la spazzatura ho intravisto un test di gravidanza e ho visto che era positivo.»

Notai che anche i suoi occhi erano lucidi e ci baciammo dalla felicità.

«Quindi stiamo per diventare zii?» chiese Wanda sorridendo emozionata.

«Sì.» rispondemmo all'unisono. Lo baciai una seconda volta e tutti ci fecero i complimenti. Stavamo diventando una famiglia.


So che aspettavate la seconda parte dell'immagina di Peter ma non voglio fare tutte e tre le parti attaccate sennò non ci sarebbe gusto ahahah

Comunque come ve la passate? State bene? Mangiate? Bevete?

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