Avengers Hospital

*Questo immagina mi è venuto in mente nel mentre partecipavo ad una conversazione con pochi ormoni nell'immagina precedente, spero che vi faccia mettere il sorriso*

Entrai in ospedale con una ferita al fianco dalla quale sgorgava un po' di sangue ed un uomo con i capelli biondi corse verso di me. Perché era vestito da infermiera sexy?!

«Non si preoccupi, ci sono qui io!» si affrettò a dire portandomi una sedia a rotelle mentre correva goffamente sui tacchi.

«Sono Steve Rogers, mi dica cos'è successo? A che mese è?!» domandò frettolosamente.

«COSA?! Ho una ferita al fianco, non sono incinta!» esclamai sbalordita dalla domanda.

Va bene che non sono magra ma non sono così grassa!

«Un pazzo ha iniziato a sparare per strada e mi ha colpita.» spiegai subito dopo mentre il mio sangue lasciava una piccola scia lungo tutto il corridoio che stavo percorrendo in sedie a rotelle.

«Ha altre ferite oltre a quella?» domandò ad alta voce. Mancava poco che urlasse!

«NON SONO SORDA PER ODINO!» urlai irritata. Le ferite per me erano come il ciclo, più sangue perdevo è più irritabile diventavo.

«CHI MI HA NOMINATO?!» sbottò una voce dal fondo del corridoio.

Un vecchietto, che andava avanti con un bastone ad una velocità tale che i ragni potevano formare una ragnatela su di lui senza che si rompesse, cercò di alzarsi dalla sedia sulla quale si era seduto per attendere chissà quale dei mille esami che i vecchietti tendevano a fare.

«Padre, sta fermo! Bisogna cambiarti il catetere vescicale e non puoi fare movimenti bruschi!» esclamò con voce autoritaria un uomo vestito anche lui da infermiera sexy. Subito dopo il suo avvertimento uno dei due tacchi non resse più il suo peso e lo fece cadere all'indietro nel mentre sbracciava per mantenersi in equilibrio.

«Se tua madre ti vedesse...» borbottò l'uomo ritornando a sedersi.

Cosa succedeva in questo ospedale?!

Subito dopo quella scenetta guardai quel Rogers che si trovava dietro di me e mi sorrise gentilmente. Porcaputtana che figo!

«Vuoi continuare a guardare quei due o puoi portarmi dai dottori così che mi curino?» chiesi fingendo di non trovarlo così bello.

Svoltammo a sinistra e feci appena in tempo a vedere quell'uomo, anche lui maledettamente bello, rialzarsi massaggiandosi il capo per la botta appena presa.

«Chi era quello?» domandai troppo distratta per badare al dolore della ferita al fianco destro.

«Si chiama Thor, è un mio collega.»

Giungemmo in una stanza senza finestre o altro e subito entrò anche un chirurgo già pronto a chissà quale operazione.

«Cos'abbiamo?» il suo tono era formale e tranquillo.

«Femmina, tra i 20 e i 30 anni, ferita d'arma da fuoco al fianco destro.» rispose prontamente Steve.

Il medico rimase a guardarmi e poi si tolse la mascherina mentre degli aiutanti IDENTICI a lui entravano in sala operatoria.

«Che diamine Rogers! Questa sala è fatta per le ferite profonde e/o mortali, non per le ferite superficiali!» esclamò indicandomi.

Complimenti qui c'è un plotone di chirurghi affascinanti.

«Mi scusi Doctor Strange, mi sono confuso.» disse per poi trasportarmi fuori di lì e ritornare a girare in lungo e in largo per i corridoi dell'ospedale.

«Stark! Per fortuna ti ho trovato! Dove la devo portare?» chiese sull'orlo dell'esasperazione.

Io avrei una domanda più importante: com'è che li trovo sexy pure con la gonna ed i tacchi questi infermieri?!

«Ghiacciolo, è ovvio che devi portarla da Barnes. Serve un lavoro di precisione su quella ferita e solo il suo braccio meccanico non trema quando deve operare!» rispose con tono ovvio.

«Ma non so dov'è!» ribatté irritato.

«Allora la porterò io. Vatti a fare un tour guidato con la segretaria Romanoff! Magari ti rinfrescherà le idee!»

Subito dopo si diedero il cambio ed il biondo ci oltrepassò mentre io gli fissavo la schiena. Lo sguardo mi cadde al sedere e non potei fare a meno di alzare un sopracciglio con fare malizioso.

«Fa ancora male la ferita?» mormorò vicino al mio orecchio.

Dio dove sono finita?!

«Sì, potresti portarmi da questo Barnes così mi cura?»

«Ai suoi ordini signorina.» rispose sorridendo ed ammiccandomi.

Arrossii, ma feci finta di niente guardando davanti a me nel mentre lui mi portava in giro.

Entrammo in ascensore a causa della carrozzina e le porte fecero per chiudersi poco dopo, però un braccio impedì la totale chiusura facendole riaprire. Lì dentro entrò anche un altro infermiere, vestito come tutti gli altri in quello strano ospedale e ci salutò con un cenno del capo e sorridendoci discretamente.

«E tu chi saresti?» chiese Stark.

«Sono Loki, mi hanno assunto da poco.» si presentò per poi controllare i pulsanti.

«Salite anche voi da Barnes?»

«Sì, la signorina dev'essere ricucita al fianco.» spiegò attirando l'attenzione su di me.

Sono chiusa in ascensore con due fighi imperiali vestiti da infermiere sexy... i miei ormoni non reggeranno a lungo se avrò il sedere di questo Loki all'altezza del mio viso!

«Forse mi hanno chiamato proprio per lei. Dovrà essere anestetizzata.» sorrise e potei scommetterei di averci letto della maliziosità in quegli occhi.

Fammi tutto ciò che vuoi con quel culo sodo e quelle spalle...

Arrivammo al terzo piano e vidi un ragazzino seduto poco più in là con un braccio gessato.

«Parker, di nuovo con il gesso? Da dove sei caduto sta volta? Dal ponte di Brooklyn?» scherzò Stark attirando l'attenzione di quel ragazzo tanto carino quanto timido.

«Più o meno...» disse per poi sparire dal mio campo visivo a causa delle pareti.

Finalmente vidi una porta con su scritto "dottor J. B. Barnes" e tirai un sospiro di sollievo silenzioso. La porta venne aperta da quel Loki ed entrai trasportata da Stark per poi incontrare gli occhi azzurri di un uomo i cui capelli sfioravano le sue spalle... larghe...

È il Paradiso non l'ospedale...

«Buongiorno, noto che ha una bella ferita d'arma da fuoco. Lascia che ti metta sul lettino.»

La sua voce era qualcosa di davvero unico, ma anche quelle degli altri non scherzavano con i miei ormoni!

Si tolse il camice per non sporcarlo del mio sangue nonostante adesso nonostante l'unica perdita che avessi in quel momento fosse un un altro posto e rimasi a guardare i suoi bicipiti. Sembrava che quella maglietta pregasse di venir tolta per respirare.

Ti prego mettiti sopra di me su quel lettino...

Le sue braccia mi sollevarono dalla sedia con estrema facilità e rimasi a guardargli il viso mentre venivo appoggiata sul lettino.

«Loki, anestetico.» ordinò il dottore mentre prendeva il filo e l'ago con cui ricucirmi la ferita. A vedere quell'ago mi spaventai un po', ma poi vidi un movimento con la coda dell'occhio e quando mi girai trovai quell'uomo senza la camicia.

Che Dei devo ringraziare per questo posto?

Sentii una leggera puntura che mi fece trasalire dalla sorpresa ed il dottore guardò anche l'altro infermiere.

«Più anestetico.»

Ritornai a guardarli e anche l'altro si tolse la camicia rimanendo a torso nudo.

In tutta la mia vita non ho mai visto così tante tartarughe nello stesso momento.

Ammirai quello splendore nel mentre mi accarezzavano e mi guardavano negli occhi e tutt'a un tratto sentii il dottore parlare.

«Cosa?» chiesi per fargli ripetere.

«Ho finito.»

Trattenni un lamento e venni risistemata nella carrozzina.

«Seppur è una ferita superficiale direi di ricoverarla per qualche giorno affinché la si possa controllare e non faccia movimenti che potrebbero far riaprire i punti. Starà sotto la sorveglianza di Thor e Clint.»

ALTRI FIGHI IMPERIALI VERRANNO A TROVARMI OGNI GIORNO PER CONTROLLARMI?!

I due di prima si rimisero la camicia e ne fui ancora più dispiaciuta.

«Andiamo signorina, a proposito come ti chiami?» domandò Stark dopo essersi rivestito.

«T/N.»

«Nome incantevole.» mormorò Loki sorridendomi.

Ridacchiai nervosamente nell'avere le attenzioni di questi infermieri vestiti così ambiguamente e venni accompagnata dai due fino ad una stanza che si trovava al piano di sotto.

Stark mi prese in braccio e mi sembrò di sentire le campane della chiesa dopo un matrimonio. Dovevo mordermi la lingua per non chiedergli se c'eravamo sposati.

Sentii dei passi goffi in lontananza e subito dopo due uomini muscolosi vestiti da infermiere sexy entrarono nella mia stanza.

«Badate alla signorina T/N cortesemente. Tanti complimenti e attenzioni e non fatele fare movimenti bruschi.» spiegò il corvino per poi andarsene seguito dall'altro infermiere.

Sono in coma e sto sognando non ci sono altre spiegazioni.

Thor zoppicava a causa del tacco rotto, a quanto pare non aveva sostituito le scarpe.

«Come ti senti?» chiese il biondo sorridendo.

«Spaesata.» risposi senza badare tanto a quello che stavo dicendo.

«In che senso spaesata? Non riesci ad orientarti?» si preoccupò Clint inciampando sui suoi stessi tacchi.

«Ok, ora basta!» sbottò spazientito per poi togliersi le scarpe e calciarle in un punto indefinito della stanza.

«Hey, no, sto bene.» mi affrettai a dire tranquillizzandoli.

«Perché questi stupidi tacchi?! Cosa aveva in mente il direttore quando ci ha dato le nuove divise?!»

«Non lo so, Fury sembra sempre deciso.» rispose Thor.

Ad un tratto gli altoparlanti emisero una breve musichetta di xilofono e subito dopo una voce femminile parlò.

«Qui è la segretaria Natasha Romanoff. Il direttore Nick Fury attende tutti gli infermieri e i dottori nella sala riunioni.»

Finita la comunicazione la stessa musichetta di xilofono suonò nuovamente e gli altoparlanti si spensero.

«Ci scusi T/N.» disse Thor per poi zoppicare fuori dalla stanza.

Clint grugnì borbottando parole incomprensibili e riprese le scarpe rimettendosele ai piedi. Non avevo visto nessuno sgraziato con i tacchi quanto lui, persino io ero meglio!

Però che bicipiti...

«Torniamo presto.» sorrise ritornando cortese.

Non ho capito minimamente quello che hai detto ma sposami...

Rimasi a fissare la sua schiena mentre si allontanava e rimasi da sola nella stanza riprendendomi da quell'incanto.

***

Era da circa mezz'ora che non vedevo nessuno e sinceramente mi stavo anche annoiando. Non avevo nemmeno il telefono qui con me.

Sbuffai guardandomi intorno con fare annoiato e finalmente vidi un angelo. Non un vero e proprio angelo, ma la sua bellezza era talmente tanta che sembrava proprio un essere divino!

Indossava un uniforme verde e trasportava un carrello con delle medicine e degli attrezzi da chirurgia, ma il modo in cui camminava ed il suo portamento era comunque fiero ed elegante, quasi principesco.

Entrò nella mia stanza e deglutii per non sprizzare gioia da tutti i pori. Si fermò a pochi metri da me e prese un piccolo contenitore di plastica con all'interno due pastiglie.

«Tenga, l'aiuteranno a guarire prima.» spiegò porgendomi il contenitore.

Basta devo provarci!

«Quasi mi dispiace doverle prendere.» sorrisi guardandolo. Ricevetti un piccolo sorriso divertito in cambio e sentii il cuore fermarmisi per un secondo.

«Posso sapere come ti chiami?» chiesi mordendomi il labbro inferiore.

«Signorina, non credo sia-»

«Ti prego.» lo interruppi guardandolo maliziosamente.

Il suo sorriso si allargò e successe la stessa cosa anche a me.

«Wong.»

HELLO finale a sorpresa!

Quante ad odiarmi per un finale del genere? Io sto ancora ridendo AHAHAHAH

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