"Amore?" Chiami ma non risponde come al solito.
"Amore?" Ci riprovi ma ancora silenzio.
Ti manca il vecchio Manuel, quello di adesso non ti piace - per niente.
Dopo lo sparo è cambiato, è sempre depresso, salta gli allenamenti di calcio e tutte le partite, l'unica cosa che fa è stare seduto sul divano, tutto il giorno, tutti i giorni, da due settimane a questa parte.
È come se non ci fosse, il suo corpo c'è ma la sua mente no.
Non parla, mangia pochissimo e sta sempre da solo.
Hai fatto venire a casa i suoi famigliare, i suoi amici, il suo allenatore, tutti i medici possibili ma lui guardava vacuo tutti e non parla né da segni di vita.
È come un fantasma, è sempre presente ma non lo senti bene.
Ti avvicini a lui e ti siedi sul divano. I suoi occhi sono fissi sullo schermo della mega televisione a schermo piatto, è in corso una partita di FIFA e lui muove meccanicamente le dita sul joystick della Play.
Non si è accorto della tua presenza - come sempre ormai.
Le lacrime iniziano a rigarti il viso lasciandoti dei solchi dentro al cuore.
Ti senti in colpa, non lo stai aiutando abbastanza ed adesso è depresso, per colpa tua.
"Manuel?" Sussurri flebile con la voce rotta dai singhiozzi.
Non risponde, non lo fa più.
Il cuore ti si disintegra completamente, non ne rimane più un briciolo di parte illesa dal dolore.
"Manuel?" Ci riprovi, anche se ormai ti sei data per sconfitta.
Il suo viso è una maschera, non prova più emozioni, la sua esistenza è un vuoto incolmabile.
Non cerchi più di soffocare i singhiozzi, gli hai mostrato la parte più forte di te ma ormai quella debole è stanca di essere nascosta.
Lentamente, Manuel gira la testa nella tua direzione.
"Perché piangi?" Ti chiede, senza trapelare alcuna emozione.
Non rispondi, ti senti troppo delusa da te stessa.
Con le lacrime agli occhi, un misto di gioia e dolore, ti avvinghi a lui e ti lasci cullare dal suo respiro.
Si distinse e ti porta con se.
Ti addormenti tra le sue braccia senza dire alcuna parola.
A volte, il silenzio vale più di mille parole.