Incidente
È questione di pochi secondi: un attaccante della squadra avversaria si avvicina all'area di rigore, Manuel esce tanto come al suo solito ed un uomo, comparso all'improvviso a bordo campo, gli si fionda addosso e tira fuori dalla tasca una pistola.
Urli quando lo vedi a terra.
Con le mani si tiene il petto colpito ed urla anche lui, non lo senti ma sei sicura che stia urlando, lo capisci dalla sua espressione addolorata.
Non vuole - non riesce - ad alzarsi.
Subito lo staff medico si fionda su di lui, lo caricano su una barella e lo portano via.
Tu sei subito in piedi, il cuore che ti batte all'impazzata.
Spegni il televisore e corri nella cameretta di Andrea che dorme beato, inconsapevole di quello che è successo al suo papà.
Lo prendi in braccio e lo avvolgi in una copertina, per tenerlo al caldo.
Senza esitare, corri nel garage di casa vostra e sali sulla prima macchina che vedi, fortunatamente è la tua Audi rossa.
Le chiavi, per grazia di Dio, sono già inserite nella toppa.
Aspetti che il cancello si apra e sembra metterci un'eternità.
Appena è spalancato, inizi a guidare e ogni tanto lanci delle occhiate fugaci al piccola Andrea che è sveglio e legato saldamente nel suo seggiolino, sul sedile posteriore.
I suoi occhioni blu sono spaventati e ogni tanto si lascia sfuggire qualche gemito di paura.
"Piccolo mio, stai tranquillo." Cerchi di confortarlo, cosa che ti riesce inutile perché la tua voce è spaventata.
Guidi per le strade di Monaco ad una velocità assurda.
Non hai bisogno di chiamare Manuel perché sai già in che ospedale sarà ricoverato.
L'unica cosa che desideri è arrivare il prima possibile da lui.
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