Jenna Ortega
Sentivo il così forte bisogno di uscire, spegnere il cervello e eliminarla per un momento dalla testa.
Lei, che avevo visto così tante volte, impressa nella mia mente come una cicatrice interna.
Sapevo che non sarebbe mai potuta essere mia.
Mi guardava in quel modo, quel modo tanto bello quanto doloroso e sorrideva, sorrideva perché non poteva vedere le lacrime che mi rigavano il viso quando la sera, la sentivo parlare al telefono con il suo ragazzo. Avrei voluto irrompere nella stanza e minacciare quello stronzo. Lui la tradiva, era quella la verità, e lei lo aveva perdonato già troppe volte. Forse era perché lo amava.
Non sapevo esattamente cosa fosse, l'amore. Un sentimento era troppo poco per descriverlo.
La felicità è un sentimento; la tristezza era un sentimento; la rabbia era un sentimento.
Ma questi erano effetti collaterali dell'amore. Ed io, così giovane, non avevo ancora provato l'amore sulla mia pelle. No, non sapevo cosa voleva dire soffrire per amore, magari lei poteva spiegarmelo?
Avrei voluto lasciarla indietro, urlarle che mi doveva lasciare stare e dimenticarmi per sempre. Ma quando rientrava nel nostro appartamento, il suo sorriso, i suoi capelli, i suoi occhi e il mio riflesso al loro interno mi sussurravano di continuare a guardarla da lontano, e di soffrire.
Che anche se lei era nell'altra stanza, io la sentivo distante chilometri.
Riuscivo a sentire la sua leggera risata, e la immaginavo con la mano davanti alla bocca e i capelli leggermente spostati.
Quella volta che mi chiese di accompagnarla alla festa, non potei non accettare.
All'inizio ero un po' titubante, ma quando mi ha guardata con quello sguardo, non ho potuto dirle di no.
Seduta sul sedile accanto al mio, era intenta a sistemarsi ordinatamente i capelli.
<<sai... >>
Sussurrai incerta se spezzare quel silenzio che si era creato.
Quando si girò a guardarmi me ne pentii, ma ormai era troppo tardi.
<<non dovresti... nasconderle... >>
Non mi girai a guardarla, il solo pensiero di incrociare il suo sguardo mi faceva tremare lo stomaco.
Mi osservava confusa, ma comunque stranita.
Ingoiai un sospiro ansioso e ripresi parola.
<<le lentiggini... So che non ti piacciono ma... Insomma, sono carine>>
Sputai quel pensiero senza rifletterci troppo, e quando mi ripetei quelle parole nella testa capii di non averle formulate bene.
<<le trovi... Carine? >>>
Sbuffai silenziosamente e neanche mi accorsi che stavo iniziando a stringere le dita in un pugno. Tutto quello che vedevo era lei accanto a me che mi guardava stupita. Mi guardava.
Mi voltai a guardarla e lei cambiò espressione: inarcò le labbra in un sorriso e annuì piano con la testa.
<<hai ragione, penso che smetterò di mettere così tanto trucco per nasconderle>>
Soffocai un sospiro di sollievo e le sorrisi forzatamente.
Avevo accostato accanto al locale in cui si teneva la festa.
<<mi sa che ti cercano>>
Sussurrai guardando alle sue spalle i ragazzi del quinto anno che gridavano il suo nome.
<<lo penso anche io>>
Mi salutò e scese dalla macchina.
Alzai il finestrino, diedi un ultima occhiata al locale prima di mettere in moto l'auto.
In quel momento vidi Jenna correre verso di me.
Sembrava che si fosse dimenticata qualcosa.
Si fermò davanti alla portiera e mi fece cenno di abbassare il finestrino.
A mano a mano che quello mi mostrava la sua faccia affaticata l'ansia iniziava a salire.
<<mi sono dimenticata di chiederti... Se potessi venire anche te la prossima volta, voglio presentarti ai miei amici...>>
Annuii e lei sorrise e entrò nel bar ridendo.
Qualche ora dopo mi arrivò un messaggio in cui chiedeva se potessi andarla a prendere.
Quando mi presentai lì dove l'avevo lasciata barcollava leggermente.
Mi disse che aveva rifiutato di andare in macchina con 'quegli ubriaconi dei suoi amici'.
Quando salì in macchina si sporse verso di me e appoggiò le sue labbra sulle mie.
Il gusto di alcool mi circondò, la scansai il più gentilmente possibile essendo a conoscenza della sua sbronza.
Quel bacio mi scosse particolarmente, e solo poche settimane dopo venni a sapere che lei non era così ubriaca da baciare persone a caso.
Sperai con tutta me stessa che lei di punto in bianco sarebbe venuta da me a discutere sull'accaduto.
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