Paulo Dybala 💚

Richiesto da: eleonoraarinelli
Livello: verde
Trama: carta bianca


Un anno. Tre mesi. Due settimane. Quarantotto giorni.
Potresti andare avanti ancora, ma la verità è che stai iniziando a perdere le speranze.
Fin dal primo secondo, ti sei autoconvinta che lui sarebbe tornato da te, da voi.
Ma non lo ha mai fatto.

Sai qualcosa su di lui grazie ai social, ai giornali on-line, ma non sai come sta lui davvero. Non vedi neanche più i vostri amici o suoi compagni di squadra. Ti sei allontanata dal suo mondo quando hai saputo di Lucas, il bimbo di un anno, tre mesi, due settimane e quarantotto giorni che dorme beatamente in braccio a te che, seduta sul divano, leggi un libro giallo.

Ogni tanto guardi tuo figlio, accarezzandogli le guance paffute e la fronte coperta dai ciuffi di capelli. Non ce né, è identico a suo padre. Anche un cieco direbbe che Lucas è la fotocopia di Paulo.

Ora sorge una domanda. Paulo sa di avere un figlio?

La risposta è si. Ma hai fatto il possibile per non farti trovare dall'argentino. Quando sei rimasta incinta di Lucas lui stava con Antonella, tu eri la sua migliore amica. Ti sei inventata una scusa assurda e sei salita sul primo aereo con destinazione ignota al calciatore bianconero e ai vostri amici. Hai sempre fatto credere di aver avuto il bambino da una relazione finita ma la verità la sapete solo voi due.


****


Il bambino si muove leggermente, probabilmente in preda ad un sogno. Gli lasci un bacio sulla testa e vi copri con il plaid di lana. Sfogli pagina immergendoti nella lettura con in sottofondo lo scoppiettio del fuoco nel camino. Nel momento clou del racconto, il campanello suona, facendoti scattare. Afferri al volo tuo figlio per evitare che cada a terra e lo lasci dolcemente sul divano. Lo copri con la coperta e ti sistemi la felpa, camminando velocemente verso la porta d'ingresso. Senza guardare dallo spioncino la apri, bloccandoti come una statua davanti a lui.
I suoi capelli, perfettamente pettinati, trattengono alcuni fiocchi di neve e sciogliendosi sul suo cappotto nero.
Improvvisamente, gli stringi le braccia intorno al busto, appoggiando la testa alla sua spalla e respirando il suo indimenticabile profumo.
Lui ti stringe a se, appoggiandoti il mento sulla testa. Sentendo fin tropo freddo, lo inviti ad entrare, un po' in imbarazzo. Lui, impacciato, accetta. Cammini verso il salotto, ricordandoti improvvisamente del piccolo Lucas addormentato sul divano.
<<andiamo in cucina. Ti va un caffè, o una cioccolata?>> gli chiedi tenendo la voce molto bassa, cercando di convincere l'argentino.
Lui, d'altro canto, appoggia il cappotto all'appendiabiti accanto alla porta d'ingresso, infilando la sciarpa nella tasca e passando la mano tra i capelli umidi.
<<grazie ma non sono qui per la cioccolata>> risponde infilando le mani nelle tasche della felpa, guardandoti dall'alto.
Una stretta al cuore ti fa mancare il respiro e abbassi la testa.
<<sono qui per voi>> continua avvicinandosi a te. Alzi lo sguardo per poterlo incatenare al suo, scuotendo poi la testa.
<<perché adesso? Perché così all'improvviso?>> gli chiedi, la testa piena di pensieri e paure.

<<perché voglio essere più di un calciatore da guardare in tv per lui. Voglio che mi chiami papà, che racconti agli amici di quanto sia figo avere un padre calciatore. Perché voglio vederlo allo stadio con la mia maglia. Voglio vedere il suo sguardo fiero quando segno per voi>>
Dice tutto d'un fiato, senza smettere di guardarti negli occhi.
Sospiri, guidandolo poi verso la cucina.
<<e Antonella? Sa che sei qui? Sa di lui?>> gli chiedo con ansia, facendolo sedere al tavolo della cucina.
Metti nel lavandino il biberon azzurro di Lucas e sciacqui il suo ciuccio sotto il getto d'acqua fresca.
<<Non stiamo più insieme. È finita qualche mese dopo la tua partenza>>
Risponde appoggiando le mani, strette l'una all'altra, sul tavolo.

Dalla stanza accanto proviene il pianto improvviso del piccolo e corri da lui.
Gli accarezzi la testolina sudata e gli asciughi i lacrimoni sulle guance arrossate. Lui allunga le braccia verso di te e lo prendi in braccio. Subito appoggia la testa sulla tua spalla e inizi a dondolare sui tuoi piedi e accarezzandogli la schiena, cercando di consolarlo.
Alzando lo sguardo vedi Paulo guardarvi con gli occhi lucidi e le labbra leggermente dischiuse.

<<ha la febbre da qualche giorno>> spieghi frettolosamente, appoggiando le labbra sulla fronte del piccolo.
Lucas alza la testa, guardando il padre con sguardo indagatore. Praticamente uguale al suo.
Ricomincia a succhiare il ciuccio e appoggia nuovamente la testa sulla tua spalla, allungando la manina verso di lui.
Paulo si avvicina lentamente e Lucas gli stringe la manina intorno al dito, avvicinandolo a se.
<<pa pa?>> biascica il piccolo guardando il calciatore. Tu annuisci. <<Si cucciolo, lui è il tuo papà>> a quella frase il piccolo sorride leggermente, si alza da te e allunga le braccia verso il padre. <<pa pa>> ripete, facendo capire di voler essere preso in braccio da lui.

Paulo fa come vuole il figlio e se lo stringe al petto, coccolandolo.



Buonsalve mondo!!

Finalmente sono riuscita a scrive questo capitolo. Non so bene come sia venuto.. Io ci ho provato😅
Ditemi che ne pensate, ci vediamo al prossimo capitolo🙋‍♀️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top