Jacaerys Velaryon 💚

Richiesto da: nessuno
Livello: verde
Trama: Orgoglio. Una cosa da uomini
Tratto da: House of the Dragon


  La piazza d'armi della Fortezza Rossa risuona di metallo e respiro affannoso, il sole pomeridiano proiettando ombre lunghe sui volti dei presenti. I soldati della Guardia Reale e alcuni nobili si sono radunati attorno all'arena improvvisata, attratti dalla promessa di uno scontro che, per molti, è solo un gioco tra principi. Ma per te, non lo è affatto.
  I tuoi occhi sono fissi sul centro della piazza, dove Jacaerys Velaryon si prepara a fronteggiare suo zio, Aegon II Targaryen.
Il modo in cui Ser Criston Cole ha assegnato le armi rende immediatamente chiaro che non sarà una sfida equa.

  Aegon impugna la sua spada leggera con la sicurezza di chi è sempre stato favorito. Jacaerys, invece, ha tra le mani un'arma più pesante del necessario, un'arma che dovrebbe essere destinata a un uomo più robusto, non a un giovane che si muove con velocità e strategia.
I tuoi pugni si stringono mentre osservi Ser Criston dare il segnale di inizio. Jacaerys è il primo a muoversi, sfruttando l'agilità che lo contraddistingue. Schiva il primo affondo di Aegon, cercando un'apertura. Ma la spada pesante lo rallenta, e il sorriso del principe Aegon si allarga quando lo vede faticare.
  <<Vieni avanti, ragazzo forte!» provoca Aegon, la voce altezzosa e carica di divertimento. Jacaerys non risponde, ma i suoi occhi bruciano di rabbia. Scambia una serie di colpi con Aegon, difendendosi con sorprendente resistenza, ma ogni volta che cerca di attaccare, il peso della spada lo rallenta. E Aegon se ne accorge.
Un colpo mirato al fianco lo fa barcollare. Jacaerys serra i denti e prova a rispondere, ma il suo movimento è più lento di quanto dovrebbe essere. Aegon lo sfrutta senza pietà, spingendolo indietro con una serie di fendenti rapidi.

Tu ti muovi involontariamente in avanti, il tuo istinto gridando di fare qualcosa. Ma una mano si posa sulla tua spalla, fermandoti. <<Padre, dobbiamo fermarlo>> sussurri a Daemon, il quale è rimasto in disparte con le braccia conserte, lo sguardo imperscrutabile.
<<No>>.
Ti giri di scatto verso di lui.
<<Ma sta barando!>> protesti, con un tono più forte di quanto avresti voluto. Daemon inclina la testa leggermente, il suo sguardo calmo ma severo. <<E allora? Credi che in guerra i nemici gli daranno un'arma equa? Credi che si batteranno con onore?>> la sua voce è bassa, ma tagliente come un coltello.
Stringi i denti. Sai che tuo padre ha ragione, ma non puoi accettare di vedere Jacaerys combattere con così tanto svantaggio.

  Nella piazza d'armi, Aegon approfitta della superiorità e con un colpo ben piazzato, colpisce Jacaerys al fianco con il piatto della lama. Il giovane principe cade su un ginocchio, il respiro pesante, mentre il pubblico trattiene il fiato. <<È tutto qui quello che sai fare, nipote?» ride Aegon, roteando la spada tra le mani. <<Dovresti arrenderti. Oppure vuoi umiliarti ancora di più davanti alla nostra piccola platea?>>. Gli occhi di Jacaerys si sollevano, scuri e infiammati. Ti accorgi che non ha intenzione di cedere. <<Non mi arrendo mai>>.
Con uno scatto improvviso, sfrutta il proprio baricentro per girarsi e tagliare con la spada l'aria di fronte ad Aegon. Il colpo è più veloce di quanto il fratellastro si aspetti e lo costringe a fare un passo indietro, sorpreso. Finalmente, un'apertura.
Jacaerys si rialza e incalza con una serie di attacchi più decisi. La sua spada, sebbene pesante, diventa un'estensione della sua volontà incrollabile. Per la prima volta, Aegon si trova costretto a difendersi. Il pubblico inizia a mormorare.
Aegon stringe i denti, infastidito dal fatto che il duello non sia finito come si aspettava. Con un ringhio, attacca con più ferocia, fino a quando una finta improvvisa gli permette di prendere Jacaerys di sorpresa.
Un colpo violento al petto lo fa crollare a terra. Un silenzio si diffonde nella piazza.
<<E' abbastanza!» dichiara Ser Criston, con un sorriso soddisfatto. Aegon abbassa la lama con un ghigno vittorioso, mentre Jacaerys rimane a terra, il respiro affannoso e il corpo scosso dal dolore.
Non ce la fai più. Ti giri verso Daemon con gli occhi incandescenti.
<<Dimmi che sei orgoglioso di quello che hai visto>> sibili. <<Era necessario?>>.
Daemon ti osserva per un lungo momento. Poi, con la sua solita calma, dice: <<Jacaerys ha combattuto da vero Targaryen. E ha perso come uno Strong>>. Senti il sangue ribollirti nelle vene.
<<E tu avresti permesso che facessero lo stesso con me?>>. Tuo padre non risponde subito, ma il suo sguardo si fa più tagliente. <<Tu non avresti perso>>. Ti rendi conto che non è un complimento. È un avvertimento. Un avvertimento a non cedere, a lottare e a non perdere mai, anche se sei in palese svantaggio.

  Ti allontani senza un'altra parola, dirigendoti a grandi passi verso l'interno della Fortezza, con l'intento di seguire Jacaerys. Non ti importa se è orgoglioso. Non ti importa se rifiuterà il tuo aiuto. Perché, qualunque cosa dica tuo padre, tu non sei come lui. E non lascerai che Jacaerys affronti tutto da solo.


  Le torce illuminano i corridoi della Fortezza Rossa con una luce calda e tremolante mentre percorri il lungo passaggio che conduce alle stanze riservate ai principi. Sai che Jacaerys non andrà da un maestro. Lo conosci abbastanza da sapere che preferirebbe soffrire in silenzio piuttosto che mostrare un'altra debolezza. Ecco perché sei tu a cercarlo.

  Apri la porta senza bussare. Lo trovi seduto su una panca, a torso nudo, con il fianco esposto alla luce fioca della stanza. La pelle è segnata da un'ombra violacea, la ferita più evidente di uno scontro che non è mai stato equo. Ha un panno in mano, ma non sta facendo molto per medicarsi. Forse non ne ha la forza. Quando la porta si chiude dietro di te, lui solleva lo sguardo, sorpreso dalla tua presenza.
  <<Che ci fai qui?>> la sua voce è tesa, il suo orgoglio ancora più ferito del suo corpo. <<Sto facendo quello che dovresti fare tu>>. Ti avvicini prima che possa protestare. Lui si irrigidisce quando ti inginocchi accanto a lui, ma non si sposta. Sai che vorrebbe allontanarti, ma sa anche che non servirebbe a nulla. Immergi un panno pulito in una bacinella d'acqua e inizi a tamponare il livido sul suo fianco. Lui inala bruscamente, ma non si lamenta. 
  <<Ti ho visto combattere>> dici dopo un momento di silenzio. Jacaerys non risponde subito, gli occhi scuri fissi sul muro. <<Allora hai visto anche come è finita>>.
  <<Ho visto tuo zio combattere come un vigliacco>> ribatti, stringendo il panno tra le mani. <<E ho visto te resistere anche quando tutto era contro di te>>. Jacaerys ride, ma è un suono amaro. <<Resistere non serve a nulla se alla fine sei tu quello che finisce a terra>>. Ti fermi un istante. Poi appoggi il panno e sollevi il mento per guardarlo negli occhi. <<Tu credi davvero che sia così?>> chiedi, la voce più morbida ma ferma. Lui non risponde subito. Si limita a guardarti, e in quello sguardo vedi la frustrazione, la rabbia, il peso delle aspettative che porta sulle spalle. Ha la schiena tesa, il respiro appena più lento di quando hai iniziato a medicarlo. Ma l'aria tra voi è tutt'altro che calma.

  <<Avresti dovuto prevederlo». Le tue parole spezzano il silenzio. Sono dure, forse più di quanto dovrebbero essere, ma non hai intenzione di risparmiarlo. Jacaerys stringe la mascella, le mani chiuse a pugno sulle ginocchia.
  <<Credi che non lo sapessi?>> ribatte, il tono basso, carico di frustrazione. <<Sapevo che Ser Criston mi avrebbe messo in difficoltà. Sapevo che Aegon avrebbe approfittato di ogni debolezza>>. Lo fissi, le braccia conserte.
<<Eppure sei caduto>>. La sua espressione si indurisce.
<<Sì, sono caduto>>. C'è rabbia nel suo sguardo, ma è rivolta a sé stesso più che a te. <<E non succederà di nuovo>>.
Ti avvicini di un passo. <<Non succederà se smetti di combattere come vuoi tu e inizi a combattere come fanno loro>>. Jacaerys si irrigidisce.
<<Non sono come loro>>.
<<Lo so>> dici, più calma ora. <<Ed è per questo che devi essere più furbo di loro>>.

  Lui distoglie lo sguardo, gli occhi persi in un punto indefinito del pavimento. <<Aegon combatte senza onore. E io dovrei abbassarmi al suo livello?>>. Ti inginocchi di fronte a lui, il tuo viso ora all'altezza del suo. <<Dovresti smettere di pensare che l'onore sia l'unica cosa che ti renderà un buon re>>. Le tue parole lo colpiscono più di qualsiasi fendente sferrato da Aegon. Il suo respiro si blocca per un istante, gli occhi scuri fissi nei tuoi. <<Tu combatti con orgoglio>> continui, con voce più morbida ma ferma. <<Ma l'orgoglio non è abbastanza. Devi combattere per vincere>>. Lui ti guarda in silenzio, il petto che si solleva e si abbassa lentamente. C'è qualcosa nei suoi occhi, una scintilla che non riesce a nascondere.
  <<E tu cosa faresti, allora?>>
  <<Io studierei il mio nemico. Lo attirerei nella sua stessa trappola. Lo farei cadere nella sua stessa arroganza>>. Ti sporgi leggermente in avanti, la tua voce appena più bassa, più intima. <<E poi lo finirei>>.
  Jacaerys trattiene il respiro, le tue parole avvolgendolo come una fiamma che brucia lenta ma inesorabile. Il suo sguardo si abbassa per un istante sulle tue labbra, poi risale, incontrando di nuovo il tuo. <<Mi stai dicendo che dovrei essere più simile a tuo padre?>> chiede, con un accenno di ironia nella voce. Ti lasci sfuggire un sorriso. <<Ti sto dicendo che dovresti essere te stesso... ma più pericoloso>>. Per un attimo, nessuno dei due parla. L'aria tra voi è tesa, carica di qualcosa di indefinito ma innegabile.
  Poi, all'improvviso, Jacaerys si muove. Le sue mani sfiorano le tue braccia, lente, esitanti. Tu non ti ritrai. <<E se lo fossi già?>> sussurra. Ti rendi conto di quanto siete vicini solo quando il suo sguardo indugia sulle tue labbra per un attimo troppo lungo. L'aria nella stanza cambia, diventa più densa, più carica. Tu non ti sposti. E lui non si allontana.

Con una lentezza esasperante, Jacaerys solleva una mano e ti sfiora il polso, come se volesse fermarti, o forse solo sentire che sei davvero lì.
  <<Non devi preoccuparti per me, Y/n>>.
  <<Ma lo faccio>>.
La tua risposta è immediata, sincera. Sai che è testardo, che non vuole mostrarsi debole, ma non puoi fare finta di nulla. Le tue dita sfiorano il bordo del livido, e lui trattiene il respiro, ma non per il dolore. <<Perché?>> chiede, la sua voce ora più bassa, più rauca. Questa volta sei tu a non rispondere subito. Il tuo cuore batte più forte, ma non ti tiri indietro.
Ti rendi conto che Jacaerys Velaryon, il principe che lotta ogni giorno per dimostrare il suo valore, non sta cercando solo guarigione per le sue ferite. Sta cercando conferma. Sta cercando qualcosa che nessuno sembra dargli. E tu sei l'unica che può offrirglielo.
La tua mano si ferma sulla sua pelle, il vostro respiro si mescola.
  <<Perché non sei solo in questo>>.
Jacaerys sembra sul punto di dire qualcosa, ma poi si ferma. Per un istante, il tempo sembra sospeso. Poi, senza pensare, senza esitare, lui si sporge leggermente in avanti. E tu non ti tiri indietro.

  Il bacio è più morbido di quanto avresti immaginato, ma carico di tutto quello che non vi siete detti fino a quel momento. È un misto di bisogno, di rabbia repressa, di sollievo. Le sue dita si chiudono intorno al tuo polso, mentre le tue mani si spostano sulle sue spalle, sulle cicatrici lasciate dall'allenamento. È un contatto fatto di fuoco e di vulnerabilità, di qualcosa che non è ancora del tutto chiaro ma che nessuno dei due può ignorare.
Quando vi separate, i suoi occhi sono ancora su di te, il respiro affannoso. Il tuo cuore accelera. Sai che dovresti rispondere, che dovresti dire qualcosa, ma il suo tocco brucia come brace sulla pelle.
  E poi, ancora una volta, lui si avvicina. Questa volta, il bacio è più intenso. Non c'è più esitazione, solo il bisogno di afferrare ciò che fino a quel momento è rimasto sospeso tra voi. Le sue mani scivolano sulla tua vita, attirandoti più vicina. Le tue dita affondano nei suoi capelli scuri, stringendo con una forza che dice più di qualsiasi parola. Non è solo desiderio. È frustrazione, tensione, battaglie non ancora combattute.

Quando vi separate, i suoi occhi sono scuri, la sua espressione ancora tesa.
  <<Mi allenerai tu?>> chiede, con un sorriso che è quasi una sfida. Sorridi, con la stessa intensità.
  <<Preparati a perdere>>
Jacaerys ride piano, ma c'è una scintilla nei suoi occhi che prima non c'era.

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