Timothée Chalamet


Era una calda sera di settembre a Venezia, e il Festival del Cinema era in pieno svolgimento. Le strade erano animate da artisti di strada, turisti e appassionati di cinema. Tra un aperitivo e l'altro, la città sembrava pulsare di vita, e io mi sentivo parte di un sogno ad occhi aperti.

Avevo deciso di partecipare a un evento di networking per giovani cineasti, un'opportunità per incontrare persone del settore e, chissà, magari anche qualche celebrità. Mentre mi aggiravo tra le persone, il mio cuore iniziò a battere all'impazzata quando, in lontananza, scorsi una figura familiare. Era lui: Timothée Chalamet. La sua presenza era magnetica, avvolta in un'aria di semplicità e talento. Non potevo credere ai miei occhi.

Con passo incerto, mi avvicinai al gruppo che lo circondava. La mia mente era un turbinio di pensieri: "Cosa gli dico? Non posso semplicemente avvicinarmi e chiedere un autografo!" Ma la curiosità e l'emozione prevalsero sulla mia timidezza. Mi feci coraggio e, con un sorriso, mi presentai.

"Ciao, sono [Tuo Nome]. Sono un'aspirante sceneggiatrice. È un onore incontrarti."

Timothée si voltò verso di me, i suoi occhi scuri brillavano come se avessero catturato il riflesso delle stelle. "Ciao! È un piacere conoscerti. Cosa scrivi?"

Le parole fluirono naturalmente mentre gli raccontavo dei miei progetti, delle mie passioni e dei sogni che avevo nel cassetto. Timothée ascoltava attentamente, annuendo e sorridendo. La sua presenza era incredibilmente rassicurante. Non sembrava essere solo una star, ma una persona genuina, interessata a ciò che avevo da dire.

Dopo quelli che mi sembrarono attimi, ma che in realtà furono minuti, il nostro scambio fu interrotto da un amico di Timothée che lo chiamò. Prima di andarsene, però, mi guardò e disse: "Spero di vedere il tuo lavoro sul grande schermo un giorno. Continua a scrivere!"

Il suo incoraggiamento mi colpì profondamente. Mentre si allontanava, sentivo una miscela di eccitazione e incredulità. Non solo avevo parlato con Timothée Chalamet, ma avevo anche avuto l'opportunità di condividere i miei sogni con lui.

La serata proseguì, ma il mio cuore danzava ancora per l'incontro. Venendo via da quel evento, mi resi conto che non era stato solo il suo talento a colpirmi, ma la sua umanità. Venezia brillava sotto le stelle, e io sentivo che, in qualche modo, anche i miei sogni avevano cominciato a brillare quel giorno.

E così, con un sorriso sul volto, tornai a casa, pronta a scrivere la mia storia.

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