Lorenzo Zurzolo


Il sole calava lentamente all'orizzonte, tuffandosi in un mare di sfumature arancioni e rosse, mentre la musica proveniente dalla casa di Sara si diffondeva nell'aria fresca della serata. Era il compleanno di una sua amica che, come ogni anno, aveva organizzato una festa. Quest'anno, però, c'era un'atmosfera diversa, un'elettricità palpabile che mi faceva sentire nervosa. Sapevo che Lorenzo sarebbe stato lì.

Dopo tutto questo tempo, la sua presenza era come una ferita riaperta. L'avevo lasciato per il suo bene, o almeno così pensavo. Ma ora, con il cuore che batteva all'impazzata, sapevo che il passato non era mai veramente passato. Era lì, in attesa di essere affrontato.

Arrivai alla festa, cercando di mantenere un sorriso mentre salutavo gli amici. La casa era piena di risate e chiacchiere, ma la mia mente era altrove. Quando finalmente lo vidi, il mio respiro si fermò. Lorenzo era cambiato, ma non troppo. I suoi capelli scuri erano un po' più lunghi, ma il suo sguardo penetrante era rimasto lo stesso. I suoi occhi, che un tempo mi avevano fatto sentire viva, ora erano pieni di un odio che mi colpì come un pugno nello stomaco.

L'incontro avvenne in un angolo della sala, mentre gli ospiti si divertivano. Sara, ignara della tensione che si stava accumulando, ci presentò l'uno all'altro. "Lorenzo, questa è la mia amica del cuore, quella che ti ha lasciato" disse scherzando, ma il suo sorriso si spense quando vide i nostri volti.

Lorenzo si avvicinò, il suo sorriso forzato non riusciva a nascondere la rabbia. "Non pensavo che avresti avuto il coraggio di presentarti" disse, la voce carica di sarcasmo.

"Non sono qui per te, Lorenzo" risposi, cercando di mantenere la calma.

"Sì, certo. Sei qui per festeggiare, ma ci sono tanti altri che avresti potuto evitare" mormorò, incrociando le braccia.

Il suo comportamento mi colpì come un fulmine. "Non posso credere che dopo tutto questo tempo tu sia ancora così arrabbiato" dissi, cercando di mantenere la voce ferma. "È passato tanto tempo."

"Passato? Tu pensi che il tempo possa cancellare ciò che hai fatto?" La sua voce si alzò, attirando l'attenzione di alcuni ospiti. "Non ho mai capito perché. Eri la mia ragazza, e mi hai lasciato come se fossi un peso. E ora, eccomi qui, ancora a chiedermi cosa diavolo sia andato storto."

"Non era così semplice, Lorenzo" dissi, sentendo la mia voce tremare. "Non volevo essere un peso per te. La tua carriera stava decollando e io... io non volevo rovinarti tutto."

"Non avresti rovinato nulla! Sei stata la migliore parte di me" sbottò, il suo sguardo si fece intenso, carico di emozioni represse. "E tu non hai mai pensato che potessi gestire tutto questo? Che potessimo farlo insieme?"

"Non avrei mai potuto sopportare di essere l'ancora che ti trascinava giù" risposi, sentendo la frustrazione crescere. "Ero spaventata. Spaventata di perderti, di vederti diventare qualcuno che non avrei mai potuto avere."

"Quindi hai pensato che l'unica soluzione fosse lasciarmi? Se c'è qualcuno che si è comportato male qui, sei tu" disse, la sua voce un misto di risentimento e tristezza.

"Eri la mia vita, Lorenzo" dissi, respirando profondamente. "E non riuscivo a guardarti mentre crescevi, mentre diventavi qualcuno che non conoscevo più. Non potevo affrontarlo."

"Allora, cosa pensi di fare adesso? Torni per farmi sentire un altro colpo? Per ricordarmi di quanto fossi stupido a credere che potessimo essere felici?" La sua voce si fece più bassa, ma carica di dolore.

"Non sono qui per ferirti" dissi, il cuore che batteva forte nel petto. "Volevo solo che tu sapessi che non è mai stato facile per me. Ti amo ancora, Lorenzo."

Le parole uscirono come un sussurro, ma il peso che portavo dentro si fece improvvisamente più leggero. Il suo sguardo si bloccò, come se avessi appena colpito un tasto dolente. "Cosa?"

"Ti amo ancora" ripetei, questa volta con più fermezza. "E so che ho fatto un errore lasciandoti. Ma ero giovane e spaventata. Non sapevo come gestire i miei sentimenti e la tua fama. Ti ho lasciato pensando che fosse per il tuo bene, ma ora capisco che ho solo ferito entrambi."

Lorenzo rimase in silenzio, il suo sguardo si fece pensieroso. "Non so se riesco a crederti. Per anni ho pensato che tu fossi felice di esserti liberata di me."

"Non sono mai stata felice" confessai, le lacrime che minacciavano di uscire. "Ogni giorno senza di te è stato un tormento. E ora, rivederti mi fa capire quanto m manchi."

"Perché non me l'hai mai detto?" chiese, il tono meno accusatorio, più vulnerabile. "Perché non hai mai provato a contattarmi?"

"Perché pensavo che fosse giusto lasciarti andare" dissi, sentendo il cuore spezzarsi. "E pensavo che tu avresti avuto una vita migliore, senza di me. Non avevo idea di quanto dolore ti avrei causato."

La tensione nell'aria si fece palpabile, e il suono della musica sembrava lontano. Lorenzo si avvicinò, il suo sguardo fissato nei miei occhi. "E ora? Cosa vuoi fare? Vuoi tornare indietro? Vuoi ricominciare tutto da capo?"

"Vorrei" dissi, la voce un sussurro. "Ma non so se posso. Non so se posso tornare a essere la persona che eri abituato a conoscere."

"Non voglio che tu torni a essere quella persona" disse, la sua voce più dolce. "Voglio che tu sia te stessa. Quella che ho amato, quella che ho perso."

Le parole che avevamo scambiato erano state pesanti, come massi lanciati in uno stagno tranquillo. Ma ora, mentre ci guardavamo negli occhi, sentivo che c'era ancora una possibilità. Un raggio di speranza si fece strada tra il dolore e la confusione.

"Non so come ricostruire tutto questo" dissi, il cuore che batteva forte nel petto. "Ma voglio provarci. Voglio che tu sappia quanto sei stato importante per me e quanto lo sei ancora."

Lorenzo si avvicinò ancora di più, il suo sguardo intenso. "Allora proviamoci. Non posso promettere che sarà facile, ma non voglio perderti di nuovo."

Un sorriso si fece strada sul mio volto mentre sentivo un peso sollevarsi dalle spalle. La strada sarebbe stata lunga e impegnativa, ma sapevo che ora eravamo pronti a affrontarla insieme. E mentre la musica continuava a suonare in sottofondo, un nuovo capitolo della nostra storia stava per cominciare.


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