Jacob Elordi


Era una mattina come tante altre quando decisi che era finalmente il momento di dirgli la verità. La luce del sole filtrava attraverso le tende del nostro appartamento, creando un'atmosfera calda e accogliente. Jacob era già sveglio, seduto al tavolo della cucina con una tazza di caffè tra le mani e un sorriso che illuminava il suo viso.

"Buongiorno, amore," disse, alzando lo sguardo verso di me. I suoi occhi brillavano di quella luce che mi faceva sentire al sicuro, come se nulla potesse turbare la nostra felicità.

"Buongiorno," risposi, cercando di nascondere l'ansia che mi attanagliava lo stomaco. Sapevo che avrei dovuto dirglielo, ma le parole sembravano bloccarsi in gola.

Dopo aver preso un profondo respiro, mi avvicinai a lui. "Jacob, c'è qualcosa di importante di cui dobbiamo parlare."

Il suo sorriso svanì leggermente, e una nota di preoccupazione si fece strada nei suoi occhi. "Cosa c'è che non va?"

"Non è niente di brutto," lo rassicurai, anche se dentro di me sentivo una tempesta di emozioni. "Anzi, è una cosa meravigliosa."

"Sei sicura?" chiese, accennando un sorriso nervoso. "Hai il volto di chi ha appena ricevuto una notizia shock."

"Lo so, lo so," dissi, cercando di mantenere la calma. "Ma... sono incinta."

Il mondo sembrò fermarsi per un attimo. Gli occhi di Jacob si spalancarono, e il suo volto passò dall'incredulità alla gioia in un battito di ciglia. "Davvero?" chiese, la voce rotta dall'emozione.

Annuii, non riuscendo a trattenere un sorriso che si allargava sempre di più. "Sì, davvero. Aspettiamo un bambino."

La reazione di Jacob fu immediata. Si alzò in piedi e mi abbracciò con forza, sollevandomi da terra. "Non ci posso credere! Questo è incredibile!"

Rideva, e il suono della sua gioia era contagioso. Mi posò delicatamente a terra e si allontanò di un passo per guardarmi negli occhi. "Come ti senti? Sei sicura di essere bene?"

"Sì, sto bene," risposi, il cuore che batteva forte per l'emozione. "E sono spaventata, ma anche così felice."

"Lo saremo insieme," disse, prendendomi le mani tra le sue. "Non posso pensare a nulla di meglio. Questo è il nostro sogno che diventa realtà."

Fu in quel momento che capii quanto fosse forte il nostro legame. Non eravamo solo due persone che si amavano; eravamo una famiglia in formazione, e Jacob era pronto a diventare il padre che sognavo.

"Immagina," continuò, gli occhi scintillanti. "Un piccolo Jacob o una piccola te. Sarà fantastico!"

"Oppure un mix di entrambi," dissi, ridendo. "Sarà una meraviglia."

Passammo il resto della mattina a parlare di come sarebbe stata la nostra vita da genitori, dei nomi da scegliere e di come avremmo arredato la stanza del bambino. Ogni idea che condividevamo ci avvicinava di più, rendendo quella notizia già speciale ancora più intensa.

Mentre lui parlava, non potevo fare a meno di pensare a quanto fossimo fortunati. Il nostro amore ci aveva condotti a questo punto, e ora avremmo affrontato insieme questa nuova avventura. Quando Jacob si fermò, mi prese di nuovo tra le braccia e mi baciò dolcemente.

"Non vedo l'ora di iniziare questa nuova vita con te," sussurrò.

"Nemmeno io," risposi, sentendo il calore del suo abbraccio avvolgermi come una coperta. "Siamo pronti per tutto."

E così, con un sorriso stampato sui volti e il cuore pieno di speranza, iniziammo a sognare il futuro, mano nella mano, pronti ad affrontare ogni emozione che ci aspettava.

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