Ghilbert Blyte


Era una notte come tante altre, avvolta da un'atmosfera di mistero e intimità. La pioggia tamburellava dolcemente contro i vetri e il fumo del camino danzava nell'aria, creando un'atmosfera calda e accogliente. Sedevo sul divano, una coperta di lana avvolta attorno alle spalle, mentre posavo lo sguardo su Ghilbert Blythe, l'uomo che da qualche mese aveva stravolto la mia vita.

Ghilbert era un uomo affascinante, con capelli scuri e occhi penetranti, che sembravano leggere nel profondo della mia anima. La nostra relazione era iniziata in modo inaspettato, un incontro fortuito in un bar, dove il profumo di scotch e le risate si mescolavano in un'armonia perfetta. Ricordo ancora il modo in cui mi aveva sorriso, un sorriso che prometteva avventure e segreti.

Dopo qualche drink, il nostro dialogo si era fatto sempre più intimo, e ci eravamo ritrovati a condividere non solo i nostri sogni, ma anche le nostre paure. Era stato facile aprirsi con lui, come se avessimo sempre conosciuto l'uno l'altra. La chimica tra noi era innegabile, e quella sera, dopo aver sorseggiato qualche bicchiere di scotch, ci eravamo lasciati trasportare dalla passione.

Da quel momento, la nostra storia era diventata una danza segreta, un intreccio di desiderio e complicità. Ogni notte trascorsa insieme era un viaggio in un mondo dove il tempo si fermava e dove il resto del mondo scompariva. Ci incontravamo furtivamente, rubando momenti di felicità in mezzo a sguardi furtivi e sorrisi maliziosi.

Tuttavia, la nostra relazione non era priva di complicazioni. Ghilbert era un uomo rispettato nella comunità, un aristocratico con una reputazione impeccabile. Io, d'altra parte, ero la figlia di un uomo influente, e l'idea di un rapporto scandaloso era qualcosa che avremmo dovuto evitare a tutti i costi. Ma l'amore, si sa, trova sempre il modo di manifestarsi, anche nel silenzio e nel buio.

Una sera, mentre eravamo rannicchiati sul divano, con il fuoco che crepitava dolcemente, Ghilbert si voltò verso di me, i suoi occhi brillavano di una determinazione che non avevo mai visto prima. "Devo parlarti di una cosa importante", disse con voce profonda.

Il mio cuore iniziò a battere più forte. Sapevo che quel momento sarebbe stato decisivo. "Cosa c'è, Ghilbert?"

"Ho deciso di chiedere la tua mano a tuo padre", dichiarò, il suo sguardo fisso nei miei occhi.

Un silenzio carico di emozioni si fece spazio tra di noi. L'idea di un matrimonio, di una vita insieme, era qualcosa che avevo sempre sognato, ma il pensiero di dover nascondere la nostra relazione mi turbava. "Ma... Ghilbert, noi... abbiamo qualcosa di diverso. Non possiamo semplicemente ignorarlo."

Lui si avvicinò, prendendomi le mani tra le sue. "Lo so, ma voglio costruire un futuro con te. Non posso continuare a nascondermi. Ti amo e voglio che il mondo lo sappia."

Le sue parole mi riempirono di gioia e paura allo stesso tempo. "E cosa dirai a mio padre? Non possiamo semplicemente omettere la verità."

"Non parlerò della nostra relazione, ma dirò che ti amo e che voglio renderti felice. Questo è ciò che conta", rispose con fermezza.

Dopo una lunga riflessione, mi resi conto che non avevo scelta. Ghilbert era l'uomo che desideravo al mio fianco, e se questo significava affrontare mio padre, allora così fosse. "Va bene", dissi infine, "lo farai."

Il giorno seguente, Ghilbert si presentò a casa mia con un bouquet di fiori freschi e un sorriso che illuminava il suo volto. Non sapevo se avesse dormito la notte prima, ma sembrava determinato. Lo osservai mentre suonava il campanello, il mio cuore batteva all'impazzata.

Mio padre, un uomo di principi e tradizione, lo accolse con un sorriso, ignaro delle notti di passione che avevamo condiviso. I due si sedettero nel salotto, mentre io rimanevo in ascolto da dietro la porta, il cuore in tumulto.

Ghilbert parlò con eloquenza, esprimendo il suo rispetto per la mia famiglia e il suo desiderio di prendermi in sposa. "Signorina, sono qui per chiederle la mano di sua figlia. La amo profondamente e farò di tutto per renderla felice."

Mio padre lo ascoltò attentamente, il suo sguardo serio e indagatore. "E come pensi di farlo, Ghilbert? Cosa hai da offrire a mia figlia?"

"Ho una carriera stabile e una vita che posso condividere con lei. Le darò tutto il mio amore e la mia dedizione. Voglio costruire un futuro insieme a lei", rispose Ghilbert, con voce ferma.

Il mio cuore si riempì di orgoglio. Ghilbert era l'uomo giusto per me, e avrei fatto di tutto per supportarlo. Ma la paura si insidiava nella mia mente: e se mio padre scoprisse la verità?

Dopo un lungo silenzio, mio padre annuì lentamente. "Sei un buon uomo, Ghilbert. Se mia figlia ti ama, allora non ho motivo di oppormi. Ma ti avverto: la felicità di mia figlia è la mia priorità."

Ghilbert sorrise, visibilmente sollevato. "La tratterò con il massimo rispetto e la farò felice."

Quando Ghilbert uscì dalla casa, il suo sorriso era contagioso. Sapevo che avevamo appena superato un ostacolo importante, ma la verità della nostra relazione rimaneva un peso tra noi.

Nei giorni successivi, ci ritrovammo di nascosto, ogni volta con il batticuore di chi sa di dover vivere nel segreto. Le notti erano piene di passione, ma anche di ansie. "Cosa succederà adesso?" gli chiesi una sera, mentre ci abbracciavamo nel buio.

"Presto, tutto andrà per il meglio. Dobbiamo solo essere pazienti", rispose, accarezzandomi la guancia.

La nostra vita continuava a scorrere tra momenti di gioia e tensione. Ghilbert era sempre più coinvolto nei preparativi del nostro matrimonio, ma io non riuscivo a liberarmi dal pensiero che la verità potesse emergere, distruggendo tutto.

Un giorno, mentre passeggiavamo nel parco, Ghilbert mi prese la mano. "Voglio mostrarti qualcosa", disse, conducendomi verso un angolo appartato. Lì, sotto un grande albero, si inginocchiò, estraendo un anello dal taschino. "Voglio che questo rappresenti il nostro amore, la nostra vita insieme."

Le lacrime mi riempirono gli occhi mentre accettavo l'anello. "Sì, Ghilbert, mille volte sì!", esclamai, abbracciandolo con tutta la forza che avevo.

Tuttavia, anche in quel momento di felicità, il peso del segreto ci seguiva. Le settimane passarono e il giorno del matrimonio si avvicinava. Ghilbert continuava a rassicurarmi, ma io non riuscivo a scrollarmi di dosso la paura che tutto potesse crollare.

Finalmente, il giorno del matrimonio arrivò. La chiesa era decorata con fiori bianchi e luci soffuse. Gli invitati si accomodarono, e io indossai l'abito bianco, sentendomi una principessa. Ghilbert, con il suo completo elegante, sembrava un sogno.

Ma mentre camminavo verso l'altare, il cuore mi batteva forte. La mia mente correva a tutti i segreti che portavo con me. "E se qualcuno lo scoprisse?" pensai. Mentre il sacerdote pronunciava le parole sacre, sentii la tensione crescere.

Ma quando Ghilbert mi guardò negli occhi, tutto il resto svanì. "Ti amo", mi sussurrò, e in quel momento, tutta la paura svanì. Promisi di amarlo per sempre, senza riserve.

Dopo la cerimonia, ci dirigemmo verso il ricevimento. La festa era animata, e gli ospiti si divertivano. Ma nel profondo del mio cuore, la preoccupazione rimaneva.

Durante il banchetto, Ghilbert si alzò per fare un discorso. "Oggi è un giorno speciale, e voglio ringraziare tutti per essere qui. Mia moglie è la luce della mia vita, e prometto di amarla e rispettarla sempre."

Applausi e sorrisi si diffusero tra gli invitati, ma una figura familiare si fece avanti, interrompendo il momento. Era mio padre. Con uno sguardo serio, si avvicinò al tavolo. "Ghilbert, posso parlarti un momento?"

Il cuore mi si fermò. Ghilbert annuì, e i due si allontanarono per un momento. Non potevo sentire cosa dicessero, ma la tensione era palpabile. Mentre li osservavo, la paura si impossessò di me. E se mio padre avesse scoperto tutto?

Dopo qualche minuto, Ghilbert tornò, il suo volto era sereno. "Tutto bene?" chiesi, cercando di nascondere la mia ansia.

"Sì, solo una questione di lavoro. Niente di cui preoccuparsi", rispose, abbracciandomi.

La serata continuò tra balli e risate, ma la paura non mi abbandonò. Tuttavia, quella notte, mentre ci ritiravamo nella nostra camera, Ghilbert mi baciò appassionatamente, e il mondo esterno scomparve. In quell'intimità, sentii che avevamo costruito qualcosa di unico.

Nonostante il segreto, eravamo felici. La nostra relazione era un rifugio, un legame profondo che andava oltre le apparenze. E mentre ci addormentavamo abbracciati, sapevo che avremmo affrontato qualsiasi cosa insieme.

La vita è una serie di scelte, e in quel momento, scelsi di credere nell'amore e nella possibilità di un futuro luminoso con Ghilbert al mio fianco. E così, sotto il velo del segreto, la nostra storia continuava, pronta a scrivere nuovi capitoli, pieni di avventure e di amore.


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