Eren Jaeger


L'aria era densa di paura e tensione, mentre i giganti si avvicinavano alla città. Camille si era sempre sentita al sicuro tra le mura di Rose, ma quel giorno tutto cambiò. Era un pomeriggio grigio, il cielo coperto da nuvole scure e minacciose, come se il mondo stesso stesse piangendo. Le sirene delle orecchie di Eren Jeager risuonavano in lontananza, e il suo volto era incupito dalla determinazione. Era un soldato, e il suo compito era quello di proteggere gli innocenti, di combattere contro quegli orribili esseri che minacciavano la loro esistenza.

Camille, la sua ragazza, si trovava accanto a lui. I suoi occhi erano pieni di preoccupazione, ma anche di amore. Aveva sempre ammirato il coraggio di Eren. Era un combattente, e la sua passione era contagiosa. Ma in quel momento, la paura di perderlo era più forte di qualsiasi altra emozione.

"Eren, fai attenzione!" esclamò, mentre lo osservava allontanarsi per unirsi agli altri soldati.

"Non preoccuparti, Camille! Tornerò subito!" rispose, voltandosi per offrirle un sorriso rassicurante.

Le sue parole sembravano lontane mentre i giganti si avvicinavano, e la battaglia già infuriava. Camille si unì al gruppo di civili in fuga, la sua mente un turbinio di pensieri. Voleva rimanere vicina a Eren, ma sapeva di dover seguire le istruzioni e mettersi al sicuro. La fuga si trasformò rapidamente in caos; le urla riempivano l'aria mentre i giganti distruggevano tutto ciò che trovavano.

Camille si ritrovò a correre senza meta, il cuore in gola. La paura la spingeva a fuggire, ma il pensiero di Eren la fermava. Doveva trovarlo. Doveva sapere che stava bene. Mentre si voltava per cercarlo, un gigantesco piede schiacciò il terreno vicino a lei, facendola cadere a terra. La terra tremò e Camille si ritrovò a guardare in alto, il gigante che si avvicinava a lei con un ghigno orribile.

"Eren!" urlò, ma il suono della sua voce si perse nel rumore assordante della battaglia.

Il mondo si fece buio.

Quando si risvegliò, si trovava in un letto di ospedale. L'aria era sterile, e il profumo di disinfettante le riempiva le narici. Si sentiva confusa, il suo corpo pesante e indolenzito. Provò a muoversi, ma un dolore acuto le attraversò il torace. Le sue mani si strinsero sul lenzuolo, mentre cercava di ricordare cosa fosse successo.

"Camille!" una voce familiare la chiamò, e i suoi occhi si spalancarono. Cercava di afferrare il suo nome, non riusciva a ricordare il suo volto. "Camille, sei sveglia!" ripeté, avvicinandosi al suo letto.

La sua espressione era una miscela di gioia e preoccupazione. Ma per Camille, tutto era confuso. La sua mente era avvolta da una nebbia, e il suo cuore batteva forte, ma non sapeva perché. "Chi sei?" chiese, le parole che uscivano come un sussurro.

L'espressione di Eren cambiò immediatamente, come se fosse stato colpito da un pugno allo stomaco. "Sono Eren. Sono qui con te," rispose, cercando di mantenere la calma, ma la sua voce tremava.

"Eren..." ripeté Camille, ma il nome non evocava alcun ricordo. Non riusciva a ricordare nulla del suo passato, nulla di lui. La paura si impadronì di lei, e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

"Non ti preoccupare, Camille. Sarò qui per te. Ti aiuterò a tornare indietro," disse Eren, prendendole la mano. La sua presa era calda e rassicurante, ma Camille non riusciva a sentire il legame profondo che un tempo avevano condiviso.

I giorni passarono, e Camille si ritrovò a vivere in un limbo. Eren era sempre al suo fianco, un faro di speranza e amore, ma per lei era come se fosse un estraneo. Ogni giorno, lui le parlava della loro vita insieme, dei sogni che avevano condiviso, dei momenti felici e delle difficoltà che avevano affrontato. Ma ogni volta, non riusciva a provare nulla. La sua mente era un vuoto, e il suo cuore era una pagina bianca.

Eren non si arrese. Ogni giorno, si presentava al suo fianco, portando con sé foto, ricordi e storie di loro due. La sua dedizione era innegabile, e Camille iniziò a sentirsi attratta da lui, anche se non riusciva a capire perché. Si sentiva protetta dalla sua presenza, ma la mancanza di ricordi la faceva sentire persa.

"Voglio che tu sappia che sei importante per me" le disse un giorno, mentre la accompagnava a fisioterapia. "Voglio che tu ti riprenda, e farò tutto il possibile per aiutarti."

Camille lo guardò mentre si allenava, la determinazione nei suoi occhi era contagiosa. "Eren..." iniziò, ma non riuscì a trovare le parole. "Perché sei così gentile con me?"

"Perché ti amo, Camille. Ti amo più di ogni altra cosa" rispose lui, il suo sguardo intenso. "E non smetterò mai di combattere per te."

Le parole la colpirono. Non riusciva a comprendere pienamente il significato di quel sentimento, ma sentiva un calore crescere dentro di lei. Eren iniziò a portarla a passeggiare nei giardini dell'ospedale, raccontandole storie di come avevano vissuto insieme, di come l'aveva conosciuta e di quanto fosse incredibile.

Con il passare del tempo, Camille cominciò a sentirsi più attratta da Eren. La sua dolcezza e la sua determinazione erano innegabili, e mentre si riprendeva fisicamente, anche il suo cuore iniziava a riaprirsi. Ogni volta che lo vedeva sorridere, un leggero tremore le attraversava il petto.

"Eren, posso chiederti qualcosa?" disse un giorno, mentre si allenava a camminare di nuovo.

"Certo, tutto quello che vuoi," rispose lui, fermandosi per guardarla negli occhi.

"Come hai fatto a rimanere così forte, nonostante tutto?" chiese Camille, il suo cuore battendo forte.

Eren sorrise, un sorriso pieno di emozione. "Perché ho sempre creduto in te. E in noi. Anche quando eri nel buio, sapevo che saresti tornata."

Quella frase la colpì. Non sapeva cosa significasse, ma sentiva che c'era qualcosa di profondo nel suo legame con Eren. Ogni giorno, si sentiva più forte, e il suo cuore cominciava a battere per lui. Con il passare delle settimane, le sue risate e il loro tempo insieme iniziarono a riempire il vuoto nel suo cuore.

Ma c'era ancora qualcosa di mancante. Un giorno, mentre sfogliava un album di foto che Eren le aveva portato, si soffermò su una foto di loro due abbracciati, sorridenti. Qualcosa si accese nella sua mente, un lampo di riconoscimento, ma si spense rapidamente. Si sentiva frustrata, come se stesse rincorrendo un sogno che non riusciva a raggiungere.

Eren notò la sua espressione. "Camille, va tutto bene?" chiese, avvicinandosi per prendere la sua mano.

"Non lo so" rispose lei, la voce tremante. "Sento che ci sono dei ricordi, ma non riesco ad afferrarli."

"Non preoccuparti" disse Eren, il suo tono dolce e rassicurante. "Prenditi il tuo tempo. Io sarò qui, ad ogni passo."

E così continuò la loro routine. Eren la portava a fare fisioterapia, e ogni giorno, le raccontava qualcosa di nuovo su di loro. La sua pazienza sembrava infinita, e Camille iniziò a provare non solo affetto, ma anche una forma di amore che sembrava crescere in lei.

Un giorno, mentre passeggiavano nel giardino dell'ospedale, Eren si fermò e la guardò negli occhi. "Camille, voglio chiederti qualcosa di importante" disse, la sua voce seria.

"Cosa?" chiese lei, il cuore che accelerava.

"Voglio sapere se vuoi uscire con me, come due persone che si stanno conoscendo. Non voglio forzarti, ma per me sei speciale," disse Eren, il suo sguardo intenso.

Camille sentì il calore nelle guance e, per un attimo, il mondo sembrò fermarsi. "Sì," rispose, la sua voce quasi un sussurro. "Mi piacerebbe."

Eren sorrise, un sorriso che illuminò il suo viso. Quella sera, uscirono insieme. Eren la portò in un piccolo ristorante che amavano entrambi, e Camille si sentiva viva come non mai. Le risate si intrecciavano con il ricordo delle storie che Eren le raccontava, e mentre passava il tempo, sentiva che qualcosa di magico stava accadendo.

Con il passare dei mesi, Camille iniziò a ricordare piccole cose. Ricordi di momenti condivisi, di abbracci e risate. Ogni volta che la memoria tornava, il suo cuore si riempiva di gioia. Era come se un puzzle stesse lentamente prendendo forma.

Eren era sempre lì, incoraggiandola, supportandola, e la sua dedizione la faceva sentire amata come mai prima. Si scambiarono baci timidi e abbracci forti, e Camille iniziò a sentirsi di nuovo a casa nel cuore di Eren.

Un giorno, mentre si trovavano nel parco, Eren la prese per mano e la portò a sedersi su una panchina. "Camille," iniziò, la voce seria, "c'è qualcosa che voglio dirti."

"Cosa?" chiese lei, il cuore che batteva forte.

"Ho aspettato a lungo per questo momento" disse Eren, guardandola negli occhi. "Voglio passare il resto della mia vita con te. E so che probabilmente questo non è il momento più adatto ma penso che abbiamo perso fin troppo tempo e non voglio perderne dell'altro. Voglio chiederti di sposarmi."

Camille rimase senza parole, mentre un'ondata di emozioni la travolse. "Sposarti?" ripeté, mentre gli occhi si riempivano di lacrime di gioia.

"Ti amo più di ogni altra cosa, e ogni giorno che passa senza di te è un giorno perso. Non voglio perderti mai più" disse Eren, la voce piena di passione.

Le parole di Eren risuonavano nel suo cuore, e finalmente, come un lampo, i ricordi tornavano a galla. Le esperienze condivise, i momenti di felicità e la profondità del loro amore si rivelarono come un fiume in piena. Camille si rese conto che Eren era parte di lei, e tutto ciò che avevano vissuto insieme era reale.

"Eren, sì! Sì, voglio sposarti!" esclamò, le lacrime che scendevano lungo le guance.

Eren la abbracciò forte, mentre le sue labbra si univano in un bacio appassionato. "Ti amo, Camille" sussurrò, e in quel momento, il mondo intorno a loro scomparve.

Avevano affrontato tanto, ma ora erano pronti a costruire un futuro insieme, un futuro che avrebbero affrontato mano nella mano, con il cuore pieno di amore e speranza. Nonostante le cicatrici del passato, il loro amore era più forte che mai, e insieme avrebbero superato ogni ostacolo.

E così, tra le braccia di Eren, Camille si sentì finalmente a casa.

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