Chapter twenty-five
⚠️ATTENZIONE⚠️
🔞 Questo capitolo contiene
scene esplicite🔞
Bagliori di luce attraversano la finestra della stanza, scontrandosi direttamente con la mia pelle, mentre una pressione all'altezza della vita diventa sempre più intensa.
Aggrotto le sopracciglia, non capendo di cosa si tratti, e abbasso lo sguardo, sollevando di poco le lenzuola.
Non appena, però, vedo il muscoloso braccio di Jason avvinghiato intorno alla mia vita, perdo un battito. Controllo subito che ci sia la biancheria intima, con la paura che possa essere successo qualcosa di cui mi sarei pentita, ma, per mia fortuna, le mie mutandine sono al loro posto. Cerco di rammentare come Jason sia potuto finire nel mio letto, ma è come se avessi un blackout. L'ultima cosa che ricordo è la lite avuta con lui la sera prima, ma dopo quello assolutamente nulla. Un peso si insinua all'altezza del petto immaginando tutti i possibili eventi, o catastrofi, avvenuti ieri sera.
Cosa ci fa Jason nel mio letto se avevamo litigato?
Come sono tornata a casa?
Cos'è successo a quella festa?
Queste domande non smettono di ronzarmi in testa, facendo incrementare l'ansia e la paura.
«Finalmente ti sei svegliata...» È una voce roca che interrompe il flusso di pensieri e dubbi che mi stava tormentando.
Il suo braccio rafforza la presa, mentre il suo respiro caldo mi solletica il collo.
E, seppur io voglia rimanere in questa posizione e farmi toccare e abbracciare da lui, mi volto di scatto nella sua direzione, domandando bruscamente: «Che diavolo ci fai tu nel mio letto?»
Sospira e si posiziona supino sul letto, mettendo un braccio sotto il capo.
Lo guardo investigativa, cercando di captare qualunque cosa e di capirci qualcosa.
«Ecco qui che arriva l'interrogatorio tanto atteso...» Si schiarisce la voce e poi continua: «Mi hai chiesto tu di restare.» lo dice con una tranquillità e una serenità che io in questo momento non ho.
Gli ho chiesto io di rimanere?
Impossibile. Almeno non dopo la lite che avevamo avuto e non dopo tutti i limiti che mi ero imposta.
«Stai mentendo.» affermo, sperando di non sbagliarmi.
«È la verità, Lotts, mi hai pregato di restare.» scandisce le ultime parole con finto tono melodrammatico e ciò non fa altro che aumentare i miei dubbi.
«E sentiamo: perché avrei dovuto farlo?» Avevo ripromesso a me stessa di tenerlo alla larga, e sono sicura di esserci riuscita, almeno fino a quanto mi ricordo.
«Perché eri ubriaca marcia... Ti ho dovuto portare a casa di peso, ma se non ci credi ci sono sempre le prove...» Aggrotto istintivamente le sopracciglia a quest'ultima affermazione, non capendo di cosa stia parlando. Così, vedendomi confusa, si spiega meglio: «c'è una pozza di vomito sotto al palazzo, se vuoi controlla.» Fa spallucce e io sbarro subito gli occhi.
Mi sono ubriacata a una festa? Non era mai successo, non mi sono mai ubriacata, non non neanche mai assaggiato superalcolici!
Passo nervosamente una mano tra i capelli, spostando lo sguardo su una parte indefinita della stanza, tentando di metabolizzare quanto appena detto.
Non ricordare nulla peggiora ulteriormente le cose, perché non ho la minima idea di cosa io abbia fatto dopo la sbronza e questo mi manda nel panico più totale.
«P-poi che è successo?» domando, agitandomi sempre di più.
«Hai bevuto sette shottini, sei venuta da me... hai flirtato con quel coglione di-» si interrompe subito, notando il mio sguardo di rimprovero, e si corregge: «con uno e poi ti ho portata a casa, dove hai vomitato sotto al palazzo.»
«O-okay, quindi niente...» non finisco la frase, sperando che comprenda dove voglia arrivare. Lui, però, nonostante abbia capito perfettamente il punto, aggrotta le sopracciglia e, posizionando due dita sotto al mento con un'espressione curiosa, chiede: «"Niente" cosa, Lotts?» Sul suo volto appare un ghigno divertito, per avermi evidentemente messa in imbarazzo.
«Sai cosa voglio dire.»
«Ehm... no, in realtà non lo so.» Lo sta facendo di proposito, vuole provocarmi. Sfortunatamente per lui, però, non ho molta voglia di scherzare in questo momento.
«Niente sesso?» Non appena pongo questa domanda, il suo ghigno aumenta a dismisura e, con un'espressione arrogante, risponde: «No, niente sesso, ma siamo ancora in tempo...» Allunga il braccio verso la mia direzione, sfiorando la mia coscia con due dita.
Da una parte sono tentata dal farmi travolgere dal suo tocco e dai suoi baci, ma dall'altra so che non posso farlo, non dopo tutte le liti che abbiamo avuto e dopo tutte le lacrime che ho versato a causa sua.
Ritiro subito la coscia e, con tono stizzoso, rispondo: «Ma no, c'è Ally per quello, no? Anzi, dovresti anche prepararti, forse ti starà aspettando.» Sgancio la bomba con finta nonchalance, mentre la verità è che la consapevolezza che ciò che ho appena detto possa essere vero mi distrugge dentro, mi devasta.
Se ripenso che si sono visti tutti i giorni per fare Dio solo sa cosa, mi viene una fitta allo stomaco che mi impedisce di respirare.
Non stiamo insieme, non ho alcun diritto di essere gelosa, ma lui mi ha illusa, facendomi credere di essere "l'unica", la mia rabbia è giustificata.
Ritira la mano, serrando la mascella, visibilmente irritato. «Ancora con questa storia?»
«"Questa storia"? Davvero, Jason?» Mi alzo di scatto dal letto, percependo i miei nervi tendersi. «Tu hai giocato con me! Mentre stavi con me, mentre mi rivolgevi parole piene d'affetto, mentre mi baciavi, andavi a letto con lei! Hai sempre saputo che la mia idea di "relazione" è completamente diversa dalla tua, ma nonostante questo hai continuato a proseguire secondo le tue sbagliate idee e decisioni! Con questo tuo atteggiamento mi hai sminuita e fatto sembrare una puttana!» Tutto ciò che non ho avuto il coraggio di dirgli ieri, davanti al campo di basket, sta uscendo fuori senza controllo. Deve capire che ciò che ha fatto è sbagliato, deve capire che il suo atteggiamento, non solo mi ha ferita, ma mi ha anche umiliata. E, anche se mi dispiace che ogni volta finiamo per litigare, non posso tenere tutto dentro, devo sfogarmi e fargli capire che mi ha fatto stare male, tremendamente male.
«Come avrei potuto farlo se non stavo andando a letto con lei!? Non ci sono andato da quando l'abbiamo fatto per la prima volta io e te... Ally ha mentito su tutto quanto.» Queste parole mi confondono tremendamente. Non so cosa pensare. Prima mi fa credere che ha fatto sesso con lei e poi rinnega tutto. A cosa devo credere?
Aspetto un po' prima di rispondere, tremendamente indecisa su cosa dire.
«Ma tu hai detto che il giorno del mio compleanno eri con lei...» il mio tono di voce è basso, mentre la mia confusione è immensa.
«Sì, sono stato con lei, ma non in quel senso.» La mia mente è sede di almeno un miliardo di domande in questo preciso momento. Cosa posso pensare? Di chi mi devo fidare? Come so che non sta mentendo?
Lui nota il mio stato confusionale, perciò si spiega meglio: «Quel giorno sono andato da Taylor's e mi sono sbronzato, cercando di non pensare più a niente. Poi sono andato in quel magazzino, per stare da solo, ma lì c'era Ally. Voleva fare sesso con me, e ci ha anche provato, ma io non ci sono riuscito.» Non ci è riuscito?
«Non abbiamo fatto niente perché continuavo a pensare continuamente a te.» Mi si mozza il respiro, non appena queste parole lasciano la sua bocca.
Sento il mio cuore battere sempre più velocemente e le mie gambe iniziare a tremare. Sapere che nella sua testa c'è un posto dedicato solo ed esclusivamente a me mi riempie il cuore di gioia. Non pensavo che anche Jason provasse qualcosa per me, ma ora ne ho la conferma, e ne sono estremamente e irrimediabilmente felice.
«Sei un punto fisso nella mia cazzo di testa, Lotts... e non so cosa sia realmente o come ci riesci, ma so solo che non voglio lasciarti andare.»
Non capisco dove voglia arrivare... Non vuole perdermi, ma ha anche specificamente detto che non vuole avere una relazione vera e propria, e io gli ho già spiegato che il mio stereotipo di "relazione" non coincide con il suo.
«Dopo la nostra lite ho riflettuto... e mi sono dato varie volte del coglione per averti lasciata andare così facilmente... Il fatto è che ero spaventato dall'idea di sentirmi intrappolato in una relazione, ma poi ho realizzato quanta cazzo di importanza tu abbia nella mia vita e...» Lo interrompo, chiedendo in un flebile sussurro: «Jason, cosa stai dicendo?»
Inspira leggermente e poi risponde, con voce sicura: «Sto dicendo che voglio stare con te, Lotts, perché l'idea di perderti mi distrugge.» Queste semplici parole hanno il potere di piantarsi nel mio cuore con una potenza tale da farmi schiudere le labbra.
«Vuoi stare, stare con me?» Molto probabilmente posso sembrare patetica, ma ho bisogno di certezze più che mai in questo momento, soprattutto se si tratta di Jason, che in questi giorni non ha fatto altro che confondermi. Sapere che proprio lui vuole avere una relazione seria è strano, quasi surreale, perciò non posso lasciare nulla al caso.
«Sì, Lotts, sto dicendo questo.» Mi guarda fisso negli occhi, con un'intensità capace di farmi aumentare la frequenza cardiaca.
Rifletto per una manciata di secondi su quanto detto e, con il cuore pieno di gioia, realizzo che io e Jason stiamo insieme, e non solo per quanto riguarda l'aspetto sessuale, ma nel vero e proprio senso della parola. Siamo una coppia adesso e, per quanto incasinata e strana sia la nostra relazione, non posso che esserne felice. Ci sono molti aspetti che non gradisco del carattere di Jason, aspetti tremendamente sbagliati, ma nonostante ciò io lo amo. Quando ho compreso appieno i miei sentimenti, non ho realizzato solo di essere attratta fisicamente e mentalmente da Jason, ma anche di essere disposta a tutto per lui, anche a mandare avanti una relazione estremamente complicata.
Le sue iridi scure mi osservano intensamente, in attesa di una risposta, una risposta che arriva indirettamente con l'incontro delle nostre labbra in un bacio bisognoso.
Ieri ho desiderato incollare le nostre labbra per tutta la giornata, e ora che ne ho l'occasione, non intendo lasciarmela sfuggire.
Con un gesto repentino mi posiziona a cavalcioni sopra di lui, facendo incastrare i nostri corpi. Posa le sue mani sul mio viso, tenendomi stretta a lui, mentre io le infilo tra i suoi capelli.
Il contatto con le sue labbra ha colmato il vuoto dentro di me e ricompensato tutte le lacrime versate a causa sua.
Ho capito che posso farmi tutte le promesse del mondo, ma sarò sempre attratta da lui, cederò sempre al suo sguardo, al suo fascino e alle sue parole, nonostante quello che faccia.
Soltanto dopo alcuni secondi ci allontaniamo leggermente l'uno dall'altro, senza però interrompere il contatto visivo.
«Che cazzo mi hai fatto, Lotts?» Che cosa mi hai fatto tu, Jason?
La sua voce roca, il suo respiro affannato e le sue mani scese sui miei fianchi, in unione con queste semplici ma magiche parole, mi mandano completamente in tilt.
Non so cosa dire, come rispondere. Tutto ciò che faccio è fiondarmi nuovamente sulle sue labbra, con una voglia matta di essere solo e unicamente sua.
Il nostro bacio diventa sempre più rude, sempre più passionale. Jason rafforza la presa sui miei fianchi e con gesti erotici inizia a muovermi avanti e indietro sul suo membro, diventato oramai un'asta rigida e grossa. Inizio a strusciarmi automaticamente su di lui, lasciando che la scia dei suoi baci sul mio collo mi mandi in estasi e che il suo membro si spinga contro il mio basso ventre andato a fuoco.
È incredibile che con questi semplici ma tremendamente erotici movimenti la mia eccitazione sia ormai giunta all'apice, ed è altrettanto incredibile che le mani, che il profumo e che gli occhi di Jason riescano a farmi ogni volta questo dannato effetto. È capace di sconvolgere me e tutti i miei valori, spingendomi a fare cose imbarazzanti e da me ritenute da sempre "troppo" in un amplesso.
Ed è proprio per questo motivo che, quando sto per raggiungere l'apice, gli sfilo la camicia bianca e i pantaloni, lasciando che lui faccia lo stesso con me.
Con desiderio, gli sfilo i boxer, gettandoli sul pavimento, e ammiro il suo membro lungo e duro.
Voglio farlo gemere sotto ai miei occhi e fargli assaggiare ciò che lui mi da ogni volta che facciamo sesso.
Voglio provocargli eccitazione e desiderio.
Voglio farmi perdonare per averlo accusato di qualcosa che non aveva fatto.
Per questo, seppur con un po' di esitazione per la poca- se non assente- esperienza, avvolgo la sua asta rigida tra una mano, facendo una leggera pressione con il pollice sulla punta.
Il suo sguardo è confuso da questo mio gesto alquanto istintivo e sconosciuto, ma non dico niente, cercando di tenere a freno l'imbarazzo.
Inizio a muovere la mano su e giù, rafforzando di volta in volta la presa e ammirando la linea perfetta della sua mascella serrata e il suo capo chinato all'indietro.
Questo gesto lo sta facendo impazzire, me ne rendo conto dalle lenzuola strette nel suo pugno, le cui nocche sono diventate bianche a causa della stretta ferrea.
«Cazzo, Lotts...» impreca, chiaramente sul punto di venire. E il fatto che lo stia facendo a causa mia mi fa sentire appagata, soddisfatta.
Incremento la velocità e la pressione, vedendo poi, dopo alcuni secondi, un liquido bianco sporcare i miei pantaloncini e le lenzuola.
Rifletto un po' su cosa fare, indecisa se azzardare ancora di più, venendo travolta dall'imbarazzo o se continuare tranquillamente a baciarlo, senza compiere gesti estremi. Tuttavia, sono un'irrazionalità e una sfrontatezza a me sconosciute che prevalgono, spingendomi a prelevare con due dita una piccola quantità di sperma e portarmelo alla bocca, spalmandolo sulle labbra.
Non ho mai conosciuto questa parte così sfacciata di me, ho sempre rispettato i miei limiti e avuto un atteggiamento più puro, pulito... ma quando sono con Jason tutte le mie voglie vengono a galla, facendomi sentire sporca e spudorata. Tuttavia, sono proprio queste sensazioni, insieme ai gesti del castano di fronte a me, a colmarmi di eccitazione, facendo fremere ogni cellula del mio corpo.
Jason mi guarda con un ghigno malizioso e intrigato sul volto, che viene interrotto però da un mio bacio.
Il sapore agrodolce del suo sperma, insieme a quello di menta delle sue labbra sono un mix perfetto che mi spinge a gemere sempre più prepotentemente.
Le nostre lingue, così come i nostri respiri, si intrecciano le une con le altre, inondandoci di piacere.
I secondi volano, uno dopo l'altro, facendoci ritrovare distesi sul materasso, con i nostri corpi perfettamente attaccati.
Sono nuda sotto ai suoi occhi, ma questo non mi imbarazza. Scruta ogni singola parte del mio corpo con uno sguardo talmente assorto da farmi arrossire.
«Quanto cazzo sei sexy...» pronuncia queste parole con voce roca, prima di stamparmi un bacio sulle labbra, prendere dal cassetto a fianco al letto un preservativo e infilarlo.
Il mio petto si alza e si abbassa affannosamente, in attesa che affondi in me con una delle sue sue precise stoccate.
Prima di accontentarmi, però, un ghigno maligno appare sul suo volto, facendomi intendere le sue intenzioni.
Come l'ultima volta, mi afferra i polsi con una mano e li porta sopra la mia testa, bloccandomi sotto di lui.
Questo gesto mi eccita ogni volta sempre di più, per tale motivo mi sistemo meglio sotto la sua stretta e lo accolgo dentro di me.
Il suo bacino si muove eroticamente, dapprima con movimenti lenti e precisi, ma in seguito con altri sempre più veloci, bisognosi.
Questi movimenti inizialmente mi suscitano un po' di dolore, a causa della violenza, ma, appena mi ci abituo, il piacere subentra in me, inducendomi a inclinare di poco il capo all'indietro.
Con lui, ogni volta, mi ritrovo complice di un vortice di dolore, passione, desiderio e lussuria... un mix capace di fare uscire fuori di testa entrambi.
Continuando ad affondare velocemente in me, racchiude a coppa il mio seno destro con la mano libera e inizia a toccarlo a ritmo con le stoccate.
Percepisco dal respiro sempre più pesante e dai battiti del cuore accellerati di star per venire.
«Oh Dio, Jason...» ansimo, serrando gli occhi e la bocca pronta a lasciarmi andare.
Tuttavia, poco prima, due dita si posizionano sotto il mio mento e mi fanno inclinare il capo, spingendomi a incastrare le mie iridi cerulee nelle sue scure.
«Non farlo mai più.» ordina, guardandomi intensamente, senza mai fermarsi.
«Che cosa?» Domando tra un ansimo e l'altro.
«Allontanarti da me.» mi guarda speranzoso, bisognoso di una mia risposta affermativa.
«Lo prometto.» Fare questa promessa mi viene piuttosto facile, dato il fatto che in qualsiasi posto io mi trovi senta la necessità di averlo accanto e di stringerlo tra le mie braccia. Stare lontana da lui mi causa molto dolore, perciò mi riprometto di non cedere più alle provocazioni di Ally e di ignorare i suoi futili tentativi di allontanare me e Jason, perché, da quanto ho capito in questi giorni, io senza di lui sto male e soffro continuamente.
Mi stampa un bacio sulle labbra, prima di raggiungere l'apice insieme a me. Ci lasciamo andare all'orgasmo, fissando nella nostra mente questa promessa.
💖SPAZIO AUTRICE💖
Lo so, lo so, non aggiorno da MOLTO, ma almeno ne è valsa la pena?😏😅
Spero di sì, comunque, che dire... finalmente Charlotte e Jason hanno chiarito e si sono riappacificati, in TUTTI i sensi hahahaha.
Abbiamo inoltre saputo che Ally mentiva, dovevamo aspettarcelo da una stronza come lei. 😤
Che ne dite di commentare il capitolo insieme su instagram? Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate🤗 Lì mi chiamo "annaa_storiess".
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto, se così (e se vi va) lasciate una stellina🌟
Ci vediamo al prossimo capitolo, ciaooooo❤
Pagina instagram della storia:
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Profilo tik tok della storia:
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