Chapter eighteen
«Mi fanno male i piedi, possiamo fermarci?» Domando esausta, dopo tre ore di shopping sfrenato.
Sono le sette di sera e io e le ragazze siamo nel centro commerciale con a testa circa una decina di buste. Le mie tasche stanno piangendo, ma il dolore più grande è quello dei miei piedi. Stiamo camminando ininterrottamente da troppo e il mio corpo comincia a risentirne.
«Avrai fatto questa domanda circa una decina di volte, Charlotte!» Sbuffa Lily.
È la verità. Ma, a quanto pare, l'unica a lamentarsi solo io. Eppure non riesco a capacitarmi di come le altre, essendo quasi tutte anche con i tacchi, riescano a camminare a passo spedito, senza fermarsi un attimo. Sono extraterrestri, altrimenti non si spiega.
«Scusa se i miei poveri piedi sono distrutti da tre ore di shopping!» Ribbato seccata.
«Gne, gne, gne!» Mi fa il verso e io non faccio a meno di ridere.
«Non te la prendere, amore, ma Charlotte ha ragione. Dobbiamo fermarci, altrimenti faremo un sacco di ritardo.» Grazie Millie!
La sua ragazza sbuffa nuovamente e si volta verso di noi per annuire e darci ragione. Finalmente!
«Allora ciao, piccolo paradiso...» Lily si guarda intorno, riferendosi al grande centro commerciale e portandosi una mano al cuore in modo teatrale.
Semmai, piccolo inferno! C'è talmente tanta gente, che non si riesce a respirare. Odio i luoghi affollati, e questo posto rientra sicuramente tra i primi.
«Bene, allora andiamo. Ci aspetta una mega festa!» Conclude Lily.
***
Abbasso di qualche millimetro il vestito nero che indosso a causa del mio leggero disagio. È un vestito bellissimo, con la schiena scoperta, le pretelline sottili e la scollatura che ricade morbida. È straordinario, ma decisamente troppo corto. Volevo prenderlo più lungo, ma di questo modello non ce n'erano più, quindi ho lasciato perdere.
Sto finendo di rendere i miei capelli biondi boccolosi e, fortunatamente, non sembra un lavoro tanto arduo. Sono facilmente gestibili e non posso che esserne contenta. Al contrario, Sally sembra impazzire. Sta cercando di scogliere un enorme nodo, ma non ci riesce.
«Basta! Io li taglio a maschietto! Neanche corti fin qui,» indica poco sopra le spalle e poi continua: «mi lasciano un po' di tregua!» Ringhia, in preda al nervosismo. «Bastardi...» Tutte noi scoppiamo in una piccola risata a quest'imprecazione contro quei poveri capelli.
«Lascia fare a me.» Millie si avvicina a lei per aiutarla. Prende la spazzola che ha in mano e inizia a pettinare cautamente la chioma corvina.
Finisco di mettermi il rossetto e mi volto verso le ragazze, per un loro parere. Ho deciso di mettere un po' di eye-liner, una linea né troppo lunga né troppo corta, un'abbondante passata di mascara e un po' di rossetto rosso. Il risultato mi piace davvero molto. I buoni venti minuti passati a cercare di tracciare due linee uguali di eye-liner almeno sono serviti a qualcosa. Non sono una che si trucca molto, ma considerando che alla festa molto probabilmente ci sarà anche Jason...
Charlotte, smettila! Mi ammonisco mentalmente.
«Wow, Charlotte. Sei una fregna assurda!» Esclama Lily, squadrandomi con ammirazione da capo a piedi. Anche lei è stupenda stasera: indossa un vestito bianco latte, privo di spalline, che le arriva poco sotto il sedere, accentuando le sue perfette curve.
«Grazie, anche tu sei uno splendore eh» Ricambio il sorriso in modo sincero e mi rigiro verso lo specchio, per mettermi una collana d'argento che mi arriva poco sopra la scollatura.
«Millie, sei la mia salvatrice!» Esclama Sally, una volta che la mora le ha sciolto il nodo ai capelli.
Menomale, temevo che delirasse da un momento all'altro!
«Bene ragazze, dato che siamo tutte pronte, venite a farvi una foto» Ci incita Lily, prendendo in mano il suo telefono. La raggiungiamo tutte quante e ci mettiamo in posa. Ne facciamo circa dieci e mi fanno male gli occhi a causa della luce accecante dello schermo.
Dopo circa dieci minuti, usciamo dalla mia camera per recarci in salotto. In cucina abbiamo posizionato una serie di super alcolici sul bancone, mentre sul tavolo delle pizze e qualche stuzzichino. So che nessuno li toccherà, perché troppo impegnati a stra bere, ma almeno io avrò qualcosa da mettere sotto ai denti. Mi sono già prefissata di non bere e così sarà. Non mi sono mai ubriacata in vita mia, neanche al mio diciottesimo, quindi non vedo perché dovrei farlo proprio ora.
Pian piano arriva sempre più gente e io rimango stupita dalla quantità di persone che si è presentata alla mia festa. Non conosco quasi nessuno, ma non mi importa. Voglio solo ballare in pace e cercare di divertirmi.
«Charlotte, auguri!» Sento una voce dietro le mie spalle e, appena mi volto, vedo David con in mano una busta.
«David, ciao! Sono felice che tu sia qui.» Lo abbraccio calorosamente, per poi scostarmi appena da lui non appena mi porge la busta che ha in mano. C'è la scritta "Dior" sopra e io sbarro gli occhi a quella vista. «Oh mio Dio, non dovevi!» Lo rimprovero gentilmente, anche se sono super felice che l'abbia fatto.
I profumi Dior sono i miei preferiti!
«Non è niente...» Sì, invece! Ma non ribatto, sono troppo felice per farlo. Si guarda un po' intorno in cerca di qualcuno, ma io non capisco chi. «Senti... sai dirmi dov'è Sally?» Lo chiede grattandosi la nuca e capisco subito che è un po' nervoso. Inarco istantaneamente le sopracciglia, per la sorpresa di questa domanda. Tuttavia, non faccio domande, non voglio fargli il terzo grado. Mi limito solamente a indicare la mia amica in cucina mentre beve uno shottino dopo l'altro. Lui sghignazza un po' a quella vista, dopodiché mi fa un cenno con il capo per salutarmi e si avvicina a lei.
Mi sono persa qualcosa?
Inizio a ballare a ritmo di musica, la quale è veramente alta, mentre cerco di lasciarmi andare e rilassarmi. Come è successo di rado in questi giorni, riesco a sciogliermi e a togliermi tutta l'ansia di dosso. Tuttavia, questa si ripresenta non appena sento picchiettarmi la spalla destra con un dito. Mi volto per vedere chi mi abbia chiamata e, appena lo faccio, la mia mandibola per poco non cade a terra.
Che diavolo ci fa qui Ally??
Prima che possa chiederle qualcosa, lei mi precede dicendo: «Ciao, Charlotte! Tanti auguri!» Mi mostra il sorriso più falso che abbia mai visto e io faccio lo stesso. Purtroppo però quest'ultimo si spegne all'istante, non appena una domanda inizia a frullare incessantemente nella mia mente: chi l'ha invitata qui?
Come se mi avesse letto nel pensiero, la bionda davanti a me prende parola: «Jason mi ha detto di fare un salto e sono venuta.» Appena pronuncia tale frase, il mio cuore si spezza e gli occhi iniziano a pizzicare. Non può averlo fatto. Anzi, in realtà può, dato che, come ha detto lui, mi ha solo scopata. Tra noi non c'è stato niente di più di un bacio e una scappatella. Quello che mi fa infuriare, però, è che lui l'abbia invitata proprio al mio compleanno. L'ha fatto apposta? Voleva avere qualche reazione? Beh, se è veramente così, non ne avrà neanche mezza. Proverò con tutta me stessa a fare finta di niente, anche perché non mi va di dare spettacolo e la soddisfazione a questa stronzetta davanti a me di cacciarla fuori per la mia inspiegabile "gelosia".
«Bene, allora goditi la festa» In realtà spero che non se la godi affatto. Spero che si annoi e che se ne vada dritto a casa. Farebbe un piacere a tutti!
«Sì, penso proprio che lo farò. Sai se è arrivato Jason? Mi aveva detto che voleva vedermi.» Il sangue mi ribolle nelle vene, ma non lo dò a vedere.
«In realtà no, non è arrivato... ti faccio sicuramente un fischio quando lo vedo» Sì, come no. Va via poco dopo, mischiandosi tra la folla.
Non ho più voglia di ballare, perciò mi dirigo al tavolo dove hanno allestito il "beer pong". Provo a giocare, ma sono davvero una frana. La pallina va sempre oltre il tavolo e io mi sento ogni volta in imbarazzo. Decido, quindi, di rintanarmi in camera mia. So che non lo dovrei fare e che avevo promesso a me stessa di divertirmi, ma la presenza di Ally ha rovinato tutto.
Mi distendo sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto, e inizio a chiedermi dove sia Jason. È fuori da ieri sera e io, anche se non vorrei, sto iniziando a preoccuparmi seriamente. Non dovrei farlo, ma prendo il telefono dal comodino e lo chiamo svariate volte. Non risponde, ovviamente...
Prima che possa richiamarlo un'altra volta, il mio cellulare inizia a squillare e la parola "mamma" appare sullo schermo, riempiendomi di gioia. Rispondo senza pensarci due volte.
«Mamma! Ciao, che bello sentirti!»
«Ciao, tesoro. Tanti auguri di buon compleanno! Come stai?» Che bello sentire la sua voce...
«Nella norma...» Rispondo, senza prolungarmi oltre.
«Volevo essere lì con te, ma purtroppo ho avuto da fare diverse cose...» All'ultima frase, la sua voce si incrina leggermente.
«Quali cose?» Domando, con una nota di preoccupazione.
«Niente di cui tu devi preoccuparti... È il tuo compleanno e devi godertelo» Fosse facile...
Non posso fare a meno di porgere questa domanda: «Riguarda papà, giusto?»
Non risponde, seguono diversi secondi di silenzio, prima che possa pronunciare questa frase. «Sì, ma... te l'ho detto, nulla di cui preoccuparsi oggi.» Mamma, mamma... sei sempre così premurosa.
«D'accordo, ma promettimi che ne riparleremo» Le impongo, in modo da farle capire che non ammetto repliche.
«Promesso... ora torna dai tuoi amici, Sally mi ha detto che avete organizzato una festa.»
«Sì, va bene...» Rispondo, non molto sicura. Riproverò a divertirmi, ma non credo che sarà poi così facile. «Ti voglio tanto bene, mamma»
«Te ne voglio tanto, tanto anche io, tesoro.»
Appena riattacchiamo, prendo un lungo respiro e mi dirigo in salotto dagli altri. Sto per iniziare a ballare, quando sulla soglia della porta compare lui. Si guarda intorno smarrito e, appena mi vede, mi squadra da capo a piedi, facendomi sentire nuda sotto al suo sguardo. Si concentra in particolare sulle mie gambe, e improvvisamente un forte calore comincia a farsi spazio nel mio basso ventre.
«Che sta succedendo qui?» Domanda dopo un po'. Perché fa finta di non saperlo se ha invitato lui stesso Ally?
«Smettila, ti prego.» Incrocio le braccia al petto e lui sembra non capire.
«Smettila di fare che cosa?» Lo chiede pure?
Sbuffo sonoramente, infastidita dalla sua presa in giro e subito dopo mi decido a rispondere: «Sapevi che era il mio compleanno, altrimenti non avr-»
Inarca le sopracciglia stupito, interrompendomi all'istante. «Aspetta, oggi è il tuo compleanno?» Non rispondo, così continua: «Cazzo, non lo sapevo...» Dice tra sé e sé.
C'è qualcosa che non mi torna: se ha invitato Ally alla festa, come faceva a non saperlo?
Appena ci arrivo, serro la mascella e riduco gli occhi a due fessure. Ha mentito, quella stronza di Ally mi ha detto una balla per farmi innervosire....
Effettivamente io non avevo ancora detto nulla a Jason riguardo questo giorno, e non penso che l'abbia fatto neanche Sally, dato il casino di questi ultimi giorni.
«Beh, strano perché la tua amichetta Ally ha detto che l'hai invitata proprio tu» So già che ha mentito, ma voglio vedere la sua reazione.
Tira leggermente il capo all'indietro aggrottando le sopracciglia. «No, non l'ho fatto.» Passano diversi, interminabili secondi, in cui nessuno dei due dice niente. Poi, però, mi prende il polso e mi dice: «Vieni con me» E, come una stupida, io lo seguo.
Arriviamo vicino alla vetrata, dove alcuni ragazzi stanno ballando. Lì si trova lei insieme a un'altra ragazza. Quest'ultima è rossiccia, con delle lentiggini sul naso. Sembra che abbia un intero centro commerciale sul viso, a causa di tutto il trucco che lo ricopre.
Jason mi prende dai fianchi e mi fa avvicinare al suo petto. L'odore di tabacco mi manda in estasi e non posso fare a meno di arrossire quando si avvicina di più a me. Volto lo sguardo verso Ally e noto che ci sta guardando con occhi infuocati.
«Che stai facendo?» Domando in un sussurro.
Avvicina la sua bocca al mio orecchio, provocandomi diversi brividi lungo tutto il corpo non appena sento la sua calda e roca voce. «Le faccio capire che l'ultima persona che avrei invitato è proprio lei...» Iniziamo a ondeggiare lentamente, mentre i nostri corpi si riscaldano a vicenda.
Il mio cuore fa una capriola appena pronuncia quella frase e le mie guance arrossiscono, di nuovo. Subito dopo, però, mi prendo a schiaffi mentalmente, ricordando le parole che ha detto il giorno prima. E mi rimprovero anche per reagire ogni volta così alla sua vicinanza.
Gli do una leggera spinta sul petto per allontanarlo da me: «Sì, beh, faglielo capire in un altro modo, non di certo con me.» Mi allontano da lui e dal suo profumo, mentre sento Ally ridacchiare per quanto appena accaduto.
Mi dirigo in cucina, avvicinandomi al tavolo per prendere un pezzo di pizza. A volte, il cibo è l'unica consolazione, e questa pizza al cotto ne è la dimostrazione.
«Ma che ti è preso?» Sento arrivare Jason dietro di me e io per poco non salto dallo spavento. «Perché hai detto quelle cose?» Inarco istantaneamente le sopracciglia e, acidamente, rispondo: «Perché? Chiedi anche il perché?»
«Sì, lo chiedo, e pretendo anche una risposta.»
Lui pretende? Ha il coraggio anche di pretendere e imporsi in questo modo? È proprio fuori.
Vorrei dirgli che gli ho detto quelle cose per ciò che lui prima aveva detto a sua sorella ieri pomeriggio, ma poi ci ripenso, perché so che non ha nessun dovere nei miei confronti. Sono io che, come una cretina, ho sperato che non si comportasse in quel modo con me. Lui ha semplicemente fatto ciò che fa sempre: una botta e via.
«Lascia stare.» Mi volto dall'altro lato, dandogli le spalle.
Sbuffa subito dopo. «È perché ho detto che ti ho solo scopata, non è vero?» Domanda all'improvviso con un tono più calmo.
Non rispondo, lascio che sia il mio silenzio a farlo. Lo sento avvicinarsi a me e questo mi fa aumentare i battiti.
«Mi dispiace, non volevo essere così brusco...» Fa una pausa e poi continua: «È solo che mia sorella mi stava sul collo e odio quando fa la rompipalle in quel modo. Poi ti aveva già detto di starmi alla larga e mi ero incazzato di brutto.»
Si era arrabbiato perché mi aveva detto che dovevo stargli lontana?
Mi posa le mani sui fianchi e affonda il suo viso tra i miei capelli.
«Non è stato solo quello per me, però non voglio che tu ti faccia strane idee...» Lo dice con dolcezza, una dolcezza che mi disarma completamente e che fa crollare tutte le certezze e i principi a cui mi ero aggrappata. Mi volto verso di lui e il mio sguardo cade involontariamente sulle sue labbra.
«Auguri comunque...» Mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorride. Ricambio e mi perdo in quelle profonde iridi scure.
Sono incantata da lui, dalla sua bellezza, dal suo odore di menta e tabacco, dalle sue carezze sui miei fianchi.
Mi avvicino lentamente alle sue labbra e, proprio quando sto per incollarle alle mie, una voce familiare mi interrompe.
«Charlotte, possiamo parlare un secondo?» Domanda Adam, sulla soglia della porta con le mani nelle tasche dei jeans.
💖SPAZIO AUTRICE💖
MA VOGLIAMO PARLARE DEL TEMPISMO DI ADAM? BAH.
Cooomunque, come state?? Spero tutto alla grandissima! ❤️ Come vi è sembrato questo capitolo? È un po' più lungo dell'altro, dato che quello precedente era di passaggio.
Fortunatamente, Jason ha chiarito un po' le cose con la nostra Lotts. 🙏 MA NON SARÀ L'ULTIMA VOLTA CHE FARÀ LO STRONZO, ANZI, FARÀ ANCHE PEGGIO!!🤦♀️
Ally rimane sempre stronza come al solito... A riguardo vorrei leggere i vostri pareri, se volete ovviamente🥰
Ovviamente la festa di compleanno non è finita qua, ma continuerà nel prossimo capitolo. Anche le cose non sono finite😉❤️
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto e, se così (e se vi va eh 🥰), lasciate una stellina🌟
Non mi resta che salutarvi e dirvi... AL PROSSIMO CAPITOLOO❤️❤️
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Profilo tik tok della storia:
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