Chapter eight
Arriviamo a casa circa venti minuti dopo. Il tragitto è stato abbastanza tranquillo, anche se ho pensato per tutto il tempo a ciò che stava per accadere tra me e Jason. So che per lui quel bacio non avrebbe significato nulla, ma per me sì. Sarebbe stato il mio primo bacio e non sono sicura che sia realmente interessato a me, quindi ho preferito aspettare.
Rientriamo a casa verso le undici e mezza e io sto letteralmente morendo di sonno. Jason posa le chiavi di casa e della moto sul muretto accanto alla porta d'ingresso. Successivamente, si toglie la giacca di pelle e la lancia sul divano.
«Sono molto stanca, vado a farmi una doccia e poi vado a letto» Lo informo, legando i capelli in uno chignon alquanto disordinato.
«Mi raccomando, dimentica i vestiti appositamente così che io possa riportarteli» Risponde con un ghigno malizioso stampato in volto.
Sbarro gli occhi ed esclamo, capendo immediatamente che si sta riferendo alla scorsa volta: «Io non li avevo dimenticati di proposito! Li avevo...li avevo dimenticati e basta! Sei tu troppo presuntuoso per capirlo!»
«Non dire che non ti sarebbe piaciuto» Si avvicina a me e mi spinge contro il muretto.
Inspiro profondamente, cercando di calmare i battiti accelerati del mio cuore.
«Magari potremmo recuperare adesso...» Si lecca il labbro inferiore e io mordo il mio. «Potrei strapparti di dosso questa gonna e questo top...» Avvicina sempre di più la sua bocca alla mia. «Potrei toccarti...» Posiziona le sue mani sui miei fianchi. «Potrei possederti» Con uno scatto fa urtare il mio bacino con il suo, provocandomi un sussulto.
Sono come incantata dai suoi occhi fissi sui miei e dalle sue mani calde e salde sui miei fianchi, ma non posso fare a meno di pensare che è la seconda volta, in una stessa serata, che si avvicina a me in questo modo. Che mi tocca in questo modo. Che mi parla in questo modo. L'incantesimo si rompe immediatamente non appena rinsavisco e dico: «Tu vuoi solo portarmi a letto, non è vero?» Lo spingo leggermente all'indietro per allungare la distanza tra noi due. «Beh, se è cosi, scordatelo!» Rimane in silenzio con un'espressione impassibile sul volto. «Te l'ho già detto e te lo ripeto, Jason, non tutte le ragazze vogliono fare sesso con te!» Sembra che il concetto non gli sia chiaro. Crede che, solo per la sua bellezza, per il suo fascino e per il suo essere incredibilmente sexy, può sentirsi libero di provarci con chiunque.
«Buonanotte, Jason» Concludo, prima di precipitarmi in bagno e chiudermici dentro. Devo smetterla di farmi incantare ogni volta da quei suoi occhi scuri e da quel suo splendido e sensuale sorriso.
Tolgo i vestiti, riponendoli nella cesta dei panni sporchi ed entro nella doccia.
Finisco dopo circa dieci minuti. Afferro l'asciugamano e l'avvolgo intorno al corpo. Successivamente apro la cabina della doccia, ma, appena lo faccio, sussulto per lo spavento, poiché la porta si apre di scatto e una persona si precipita all'interno del bagno. Emetto un urlo di paura e lo stesso fa la persona appena entrata.
«Sally?» Chiedo stupita, appena metto a fuoco l'immagine.
«Charlotte! Volevi farmi morire di infarto o cosa?»
Magari il contrario!
«Cosa ci fai qui nel cuore della notte?» Chiedo, uscendo dalla doccia e infilando le infradito ai piedi.
«Dovevo andare in bagno e non ce la facevo più!»
Scoppio in una piccola risata, poi continuo: «Fa' pure, io vado a mettermi il pigiama»
«No, aspetta! Com'è andato l'appuntamento con Adam?»
Ah, già! Non gliel'avevo ancora detto.
«Non è andato, mi ha dato buca»
Si fa seria di colpo e, con un'espressione di rimprovero, mista a una di "Avevo ragione io", risponde: «Visto? Ecco un'altro motivo per odiare Adam»
Un'altro? Perché? Quali erano gli altri motivi?
Prima che possa chiederle spiegazioni, mi domanda: «Ma se non sei stata con lui, con chi hai passato l'intera serata?»
Cerco una scusa qualunque, non mi va di dirle che sono uscita con suo fratello e che stavamo quasi per baciarci, due volte.
«Siamo nel ventunesimo secolo, una donna non può passare la serata da sola? Sono andata a bere qualcosa in un bar qui vicino»
«Ma se tu non bevi» Corruga la fronte.
Adesso che dico?
Sto in silenzio per qualche interminabile secondo, ma poi esclamo: «Dobbiamo proprio parlarne qui? Lo faremo domani, ora lasciami andare a dormire» So che domani la situazione non cambierà e che dovrò inventarmi un'altra scusa, ma in questo momento sono troppo assonnata per farlo.
«Non mi scappi» Indica con l'indice e il medio prima i suoi occhi e poi i miei. A quel gesto mi scappa una risatina.
«Non lo farò!»
Torno in camera, infilo il pigiama e mi metto a letto, abbandonandomi a Morfeo.
***
Il fastidiosissimo rumore della sveglia mi porta via dai miei sogni e dai miei pensieri. Sono pronta ad affrontare un nuovo giorno, a rapportarmi con chi mi sta accanto e, soprattutto, sono pronta a ricevere delle scuse, o almeno delle spiegazioni, da Adam, se queste ci sono.
Mi alzo dal letto, abbasso di poco i lembi della maglietta e mi reco in salotto. Lì non c'è nessuno, stanno ancora tutti dormendo. Entro in cucina, apro il frigo e tiro fuori il latte. Successivamente apro uno dei pensili e prendo un pacco di biscotti. Non ho molta fame, mangio solo per avere l'energia necessaria per affrontare l'intera giornata. Mi siedo al tavolo della cucina e inizio a fare colazione.
Dopo un po' sento qualcuno bussare alla porta, mi alzo da tavola e apro per vedere chi sia: Adam.
«Buongiorno, Charlotte...ho-ho portato questi» Agita in aria un sacchetto di carta con sopra il logo del bar sotto il palazzo.
«Allora sei vivo!» Esclamo con una punta di sarcasmo.
Riconosco l'imbarazzo e la vergogna che prova, ma, solo perché ieri ho passato comunque una bella serata con Jason, non posso dimenticare che mi ha fatta aspettare per più di un'ora, senza chiamare o avvisare con un messaggio, tra l'altro.
«Beh, sì...cioè, mi dispiace»
E, come ogni volta, finisco per far prevalere il cuore al cervello e, dunque, i sentimenti di amicizia che provo nei suoi confronti alla razionalità.
«Vieni, entra» Ammorbidisco il tono della voce e apro di più la porta in modo che possa entrare in casa.
Lui fa quello che gli dico e ci rechiamo in cucina, dove posa il sacchetto sul tavolo.
«Sei arrabbiata perché ti ho dato buca, vero?»
Ma no, è solo un'impressione.
«Non sono arrabbiata con te perché non ti sei presentato, ma perché l'hai fatto e non hai avvisato. Potevi, che ne so, scrivermi, chiamarmi...»
Lui avanza di qualche passo verso di me, mi prende le mani e continua:
«Sono stato uno stupido a non avvisare, ma il mio telefono era morto e non ho pensato di caricarlo quando ero con loro»
«Loro chi?» Domando curiosa.
«Mia madre e il suo compagno» Notando la mia espressione ancora più confusa, continua: «Ieri mattina ho ricevuto una chiamata da mia madre che diceva che dovevo recarmi al più presto a Orlando perché aveva una notizia da darmi. Spinto dalla curiosità, ho preso la macchina e sono partito. Pensavo di rientrare in tempo la sera, anche se molto stanco, ma mia madre mi ha trattenuto più del previsto e sono rimasto a dormire. Sono tornato solo poche ore fa»
Mostro un'espressione comprensiva e abbasso lo sguardo. In fondo lo capisco, credo che anche io avrei fatto lo stesso.
«Era una notizia buona almeno?» Chiedo dopo un po'.
«Come?»
«Ti ha chiamato per darti una notizia, era bella o brutta?» Mi spiego meglio, guardandolo negli occhi.
«Oh! Sì, si sposa con il suo compagno. Era talmente entusiasta che non voleva aspettare, o tantomeno dirmelo al telefono»
«Che bello! Congratulazioni» Gli rivolgo un sorriso sincero.
«Grazie, spero che ci siamo chiariti...» Mi accarezza la guancia, ma non sento il calore della carezza, non sento niente, soltanto una mano sopra la mia guancia. «Ora, però, devo proprio andare a farmi una doccia. Ci vediamo, ti devo un'uscita» Conclude in seguito.
«Contaci»
Lascia le mie mani, mi da un bacio sulla guancia, lasciandomi un po' sorpresa, ed esce di casa.
Mi avvicino al tavolo e apro il sacchetto, prendendo un cornetto e dando un morso. Mi è venuto un certo languorino, sentendo il loro odore.
È squisito!
Mi perdo nei sapori del cioccolato al latte sciolto e della brioche morbida che lascia un retrogusto molto gradevole.
«Buongiorno...» Mugola Sally, entrando in cucina e strofinandosi l'occhio destro con la mano. Appena vede il sacchetto, il suo viso si illumina. «Li hai presi tu?» Si precipita verso il tavolo e ne prende uno.
«No, è stato Adam»
Allontana leggermente il cornetto dalla bocca e, alzando le sopracciglia in modo stizzoso, dice: «Sa portare solo cornetti e riempirti di complimenti, ma non sa accendere il telefono e avvisarti che non verrà?»
Sbuffo.
«L'ha fatto per scusarsi...e poi mi ha spiegato il motivo del perché non si sia presentato»
«Davvero? Sentiamo» Tira un morso al cornetto e si pulisce gli angoli della bocca con i polpastrelli con fare indifferente.
«È andato a Orlando perché la madre l'ha chiamato per dirgli che si sposa»
Si blocca all'istante e io aggrotto subito la fronte.
«Tutto okay?» Le chiedo, avvicinandomi a lei.
Lei non risponde, sta in silenzio davanti a me, senza muovere un muscolo, abbassa soltanto lo sguardo.
«Chi è che si sposa?» Chiede una voce roca a causa del sonno e a me molto familiare.
Jason entra in cucina e sposta lo sguardo da me a sua sorella più volte, cercando di capire il perché del nostro silenzio.
«La madre di Adam...ma non capisco perché abbia avuto questa reazione» Rispondo.
Sposto lo sguardo verso Jason e noto che anche lui, come Sally, si è irrigidito.
Ma che diavolo sta succedendo? Perché queste facce?
«Va tutto bene?»
Sally non risponde, esce dalla cucina e si precipita in camera sua, sbattendo violentemente la porta.
Jason si passa le mani sul viso nervosamente e poi le sposta sulla nuca.
«Qualcuno può spiegarmi cosa vi prende a tutti e due?» Cerco di capirci qualcosa, ma il loro silenzio rende questo lavoro estremamente difficile.
«Niente, solo...» Si ferma, si gira dalla parte opposta e sgancia un forte pugno la porta. «Cazzo!»
Sbarro gli occhi e mi avvicino immediatamente a lui.
«Ehi...» Gli prendo il viso tra le mani e cerco di calmarlo, ma i suoi occhi sono pieni di rabbia, risentimento, dolore. «Dimmi cosa ti succede» Nonostante la nostra discussione di poco fa, non mi va di non fregarmene minimamente di lui. Non so perché, ma sento di doverlo consolare, anche se sono sicura che non me lo permetterà.
«Lasciami» Ordina.
«Jason, ti prego, lascia che ti-»
Mi interrompe, scostandosi da me e dirigendosi in salotto. Afferra la giacca dal divano, le chiavi della moto dal muretto ed esce di casa.
Io rimango lì, sull'uscio della porta, immobile, senza fiatare, senza fare alcun rumore. Rivivo nella mia mente la scena che si è appena verificata e cerco di darmi una spiagazione a questa improvvisa reazione, ma non ci riesco. Non capisco perché si siano comportati in quel modo, perché abbiamo avuto quelle reazioni.
💖SPAZIO AUTRICE💖
Ciao a tutti, amici! Come state? Spero benissimo. Comunque, come vi è sembrato questo capitolo? Allora, facciamo per ordine HAHAHHA.
Charlotte ha litigato con Jason perché, secondo lei, lui vuole solo portarla a letto. Voi che dite? Secondo voi ha ragione Charlotte a pensarlo? Oppure si sbaglia, fraintendendo le sue intenzioni?
Poi, Adam si scusa con Charlotte, dicendo che era ad Orlando ecc. Cosa ne pensate? Credete che avrebbe dovuto dire di no alla madre, sapendo che, quella sera, aveva un appuntamento con Charlotte?
Ora arriviamo al dunque, perché, secondo voi, Sally e Jason hanno avuto quella strana reazione non appena hanno saputo che la madre di Adam si sposava? Avete già qualche idea?
Aspetto i vostri commenti e i vostri voti🌟 (se vi va) ❤️
Promemoria: Non avete dimenticato che tra un po' ci sarà la festa sullo yatch privato di Lily, vero? Accadrà qualcosa di...semplicemente: 💣💥
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