Eighth

Dopo che tornai al Royalty insieme a Harry, lui mi ringraziò per averlo ascoltato. Ci eravamo guardati a lungo, ma io poi distolsi lo sguardo.

La situazione era cambiata da quando avevo acconsentito a seguirlo, e sapevo che in qualche modo era per quello che mi aveva chiesto su Mary.

Lui voleva che io gli parlassi di lei, e non riuscivo a capirne il motivo. Sarebbe uscito con lei, avrebbe potuto conoscerla in quel momento.

Il giorno dopo non vidi Harry, e non lo cercai con lo sguardo come di solito avrei fatto. Forse evitai di incontrarlo di proposito, ma sapevo che vederlo mi avrebbe soltanto ricordato il suo appuntamenti con Mary.

E potevo anche continuare a negarlo a me stessa, ma ero consapevole di starci male.

Stavo male per qualcosa che nessuno avrebbe potuto impedire, perchè doveva succedere e basta. Era semplicemente il momento sbagliato, ma sembrava che per me ogni momento lo fosse.

Oggi era quel giorno. Quello in cui avrei voluto prendermi una giornata libera soltanto per riuscire a non incontrare Harry e Mary.

Oggi era il giorno dopo, quello dopo la sera passata ad immaginare cosa stessero facendo, in che modo lui stava guardando lei, quello in cui io non mi sarei mai stancata di essere guardata. Non se era lui a farlo.

Quello era il giorno in cui avrei potuto essere felice anch'io, quello in cui avrei potuto finalmente sentirmi bene, anche se soltanto per una volta.

Ma non era quel giorno, non per me.

Ero in cucina con Luke, e insieme avevamo costituito una sorta di catena di montaggio per riuscire a finire il prima possibile. Eravamo soli, ma non era imbarazzante. Spesso ci era capitato di lavorare insieme, e con lui stavo bene.

Avevo necessariamente bisogno di una distrazione, di qualcosa che non mi facesse pensare o immaginare me al posto di Mary. E sembrò funzionare, con Luke lì vicino a me.

Non avevo ancora visto Grace, ma ero arrivata presto quella mattina, e il suo turno sarebbe iniziato un'ora dopo il mio.

Sapeva di quando Harry mi aveva chiesto di parlare, e sapeva di Mary. Le avevo raccontato qualcosa il giorno precedente, e la sua bocca aveva rilasciato ogni tipo di imprecazione che conoscevo, e anche alcune che non immaginavo neanche potessero esistere.

Mary era una nostra amica, ci conoscevamo da anni e aiutava me e Grace con il lavoro, ma questo non cambiava quello che provavo per Harry.

«Manca soltanto una settimana alla fine della stagione.» Disse Luke, portando la mia attenzione su di lui.

Io pensai alle sue parole, prima di annuire. «E' vero.»

Mancava soltanto una settimana, e tutto sarebbe finito. Avrei voluto che lo fosse già.

«Resterai in California?» Mi domandò Luke, voltandosi a guardarmi.

«Credo di sì.» Gli risposi, scrollando le spalle.

Le mie intenzioni future erano quelle di lasciare lo stato e trasferirmi, ma volevo prima concludere gli studi. E mia madre aveva ancora bisogno di me al suo fianco.

«Tu tornerai in Australia?»

Luke era di origini australiane, ma durante l'estate si spostava negli Stati Uniti. Mi sarebbe piaciuto andarci. Non sapevo molto di lui, ma sapevo che era in una band con altri tre ragazzi, e che suonava la chitarra.

«Non lo so ancora, stavo pensando di restare.» Affermò, e i suoi occhi trovarono i miei. Restammo a guardarci per qualche istante, e sentii qualcosa dentro, così scossi la testa e distolsi lo sguardo per prima.

Come se dietro le sue parole ci fosse qualcos altro che lui voleva che io capissi. Come un messaggio subliminale che avrei dovuto cercare dietro l'apparenza.

Prima che potessi dirgli altro, le porte della cucina vennero completamente spalancate. Ci voltammo entrambi per controllare chi fosse, e il mio cuore si strinse quando Mary attraversò la sala.

«Ti ho trovata!» Esultò quando mi vide, io spostai i miei occhi dai suoi. I suoi lunghi capelli neri ricadevano elegantemente sulle sue spalle.

«Devo parlarti.» Continuò, un piccolo sorriso malizioso comparve sulle sue labbra.

Io guardai Luke in cerca di aiuto. Poi le dissi, «Mary, adesso non posso.»

Lei mi prese il braccio e lo tirò leggermente. «Ti prego!» Cantilenò, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Sapevo che non mi avrebbe lasciata andare fino a quando non avrei acconsentito. Il fatto era non che non potevo farlo perchè stavo lavorando, ma perchè avevo paura di quello che potesse dirmi se l'avessi fatto.

«Okay.» Sospirai, e lei si voltò a guardare Luke.

Non riuscii a vedere l'occhiata che gli lanciò, ma dal modo in cui poi Luke guardò me, ero sicura di cosa si trattasse.

«Ci vediamo dopo, Amy.» Disse con voce bassa, accennandomi un sorriso che non ebbi il tempo di ricambiare.

Lo vidi raggiungere l'uscita della cucina e soltanto quando fu fuori, Mary tornò a guardarmi, avvolgendo le sue dita anche intorno all'altro mio braccio.

«Allora, cosa c'è?» Le chiesi, anche se in realtà lo sapevo.

E sapevo anche che mi stavo facendo del male, mentre tentavo di ricambiare il suo sorriso e di tenere il mio cuore al sicuro. Ma era troppo tardi.

«Ieri sono uscita con Harry.» Iniziò, la voce attraversata dall'emozione e dalla felicità di chi lo è talmente da non riuscire a contenerla.

Dentro di me, io ero il suo esatto riflesso opposto.

«Sì, lo so.» La incitai a continuare, sorridendole debolmente.

Lei esitò e si prese il labbro inferiore tra i denti, lasciandomi definitivamente andare e portandosi entrambe le mani a coprirsi gli occhi.

«Dai, Mary.» Aspettare ancora avrebbe fatto soltanto più male, e io non riuscivo già più a stare lì.

Volevo soltanto scappare. Volevo andare via da lì e da tutto ciò la riguardasse, compreso Harry. Avevo bisogno di allontanarmi, anche se significava restare con il beneficio del dubbio. Ero pronta a correre il rischio, piuttosto di continuare ad aspettare che mi colpisse direttamente il cuore per poi romperlo e non cercare neanche di ricomporlo.

Le sue dita finirono ai lati del suo volto sulle sue guance, gli occhi luminosi come il suo sguardo e come lei.

«Mi ha baciata.» Sussurrò, ma a me sembrò che l'avesse urlato.

E anche se conoscevo la ragione per cui era venuta a cercarmi, e anche se sapevo quello che mi avrebbe detto, l'impatto con la realtà fu devastante e doloroso. E faceva male. Faceva male più di quanto avessi immaginato.

Riuscii a percepire le lacrime formarsi intorno al mio cuore e la minaccia di raggiungere il mio volto per imprimerlo e segnare il mio dolore.

Nessuna parola uscì dalle mie labbra, e per un attimo pensai di aver smesso anche di respirare.

Gli occhi di Mary continuavano ad essere su di me, e forse si aspettava una risposta o una reazione più evidente da parte mia, ma non ero sicura che sarei riuscita a dargliela.

Fu lei a continuare. «E' stato bellissimo.»

A quel punto, un sorriso si costruì sulle mie labbra, e mi costrinsi ad alzare lo sguardo su Mary.

«Sono tanto felice per te.» Le dissi, cercando di apparire quanto più sicura riuscissi a sembrare. Ma la mia voce non lo sembrava per niente, e neanche il modo in cui lo dissi.

Poi, prima che lei potesse aggiungere altro, le dissi che dovevo fare una cosa importante. La confusione attraversò il suo volto per un breve secondo, ma non me ne importava.

Uscii velocemente dalla cucina e percorsi il corridoio, diretto all'uscita che portava sul retro. Le mie gambe si muovevano velocemente ed ero sicura che non sarei riuscita a resistere ancora per molto.

Fu quando vidi Grace che sentii il peso di tutto quello che provavo, e mi lasciai andare a lei, che mi avvolse quando corsi nella sua direzione. Le bastò uno sguardo per capire ogni cosa.

Le sue braccia erano intorno al mio corpo e poggiai la testa sulla sua spalla, mentre le lacrime mi solcavano il volto e alcuni singhiozzi lasciavano la mia gola.

«L'ha baciata.» Sibilai con voce strozzata, ancora con la guancia premuta sulle sue piccole spalle.

«Oh, Amy.» Sussurrò, e una sua mano finì tra i miei capelli.

Io mi strinsi a lei e continuai a lasciare alle lacrime di bagnarmi il viso.

La mia reazione potrebbe essere considerata eccessiva, ma quello che sentivo dentro era difficile da spiegare. Ed era difficile da capire per chi non sapeva di cosa si trattava.

Mi allontanai piano da lei, che poi mi circondò il volto con le mani e asciugò le mie lacrime. Non mi aveva detto più niente, perchè sapeva che non c'era bisogno delle parole. Lo sapevamo entrambe. E andava bene così.

Il suo sguardo si spostò poi alle mie spalle, e le sue mani caddero dal mio volto. Stavo per voltarmi, quando sentii la sua voce.

L'ironia della situazione avrebbe dovuto farmi sorridere, mentre il karma si rivoltava contro di me per qualcosa di cui io non avevo colpa. Ma tutto ciò che fece fu alimentare il mio dolore.

Prima lei, poi lui.

«Io stavo -- » Disse, e io sperai che non si fosse accorto di me quando si interruppe. Sentire la sua voce in quel momento era come l'ennesimo colpo che avrebbe definitivamente distrutto quello che ne restava del mio cuore già in pezzi.

Ma niente andava mai come avrei voluto che andasse. «Amy?»

Io incrociai lo sguardo di Grace, e un'ennesima lacrima scivolò giù sulla mia guancia. Lei mi osservava con la piena consapevolezza di quello che stava succedendo, come se stesse vivendo quella situazione insieme a me.

Sollevai gli occhi al cielo e mi strofinai le mani sul volto, prima di voltarmi leggermente, a testa bassa.

«Ciao, Harry.» Sussurrai, tentando di coprirmi abbastanza attraverso i miei capelli, che adesso ricadevano liberi sulle mie spalle.

Grace era ancora dietro di me, lui si avvicinò. Lo sapeva. Dio, lui sapeva ogni cosa.

«Stai bene?» Mi chiese, e per un istante fui sicura che stesse come per allungare la sua mano sul mio volto per spingermi a guardarlo.

Non stavo bene e lui lo sapeva, ma non ero più sicura che potesse sapere che era per lui.

Ma io risposi comunque, ignorando il rumore dei pezzi del mio cuore che si infrangevano sulla terra sotto i miei piedi. «Sì, sto bene.»

Feci lo sbaglio di alzare lo sguardo per incontrare il suo, come per dargli un'ulteriore conferma di quello che mi aveva fatto in così poco tempo.

Lui si accigliò, le sue sopracciglia si aggrottarono e mi guardò con compassione. In quel momento avrei dovuto odiare il modo in cui stava cercando di studiarmi, ma non lo feci comunque.

Mi voltai per prima, ma continuavo a sentire il suo sguardo su di me.

Grace capì le mie intenzioni e colse la mia richiesta di aiuto in silenzio, parlando prima che potesse farlo il ragazzo che mi aveva appena spezzato il cuore.

«Amy, dobbiamo andare.» Disse, toccando il mio braccio destro.

«Sì.» Sibilai annuendo, e rivolgendo un ultimo sguardo a Harry mentre attraversavo il corridoio con Grace che mi tirava con sè.

Lui continuava a guardarmi in quel modo, l'unico modo in cui non volevo mi guardasse. Ma lui lo stava facendo, e nonostante tutto, io mi resi conto di provare qualcosa per lui che non avrebbe mai ricambiato.

Perchè mentre io mi stavo innamorando di lui, lui si innamorava di lei.

E lui aveva scelto lei, mentre io avevo scelto lui.

A/N.

Credo di avere qualcosa negli occhi. In entrambi.


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