ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟜- 𝕊𝕌𝕃 𝕋ℝ𝔸ℕ𝕊𝔸𝕋𝕃𝔸ℕ𝕋𝕀ℂ𝕆 ⭕
𝕊𝕌𝕊𝔸ℕ
Si avvicina il momento di partire, tra poche ore salirò su quella nave, lasciando tutto senza voltarmi indietro. Mi ritrovo seduta sul letto a pensare, con le valigie già colme di indumenti e vari oggetti per qualche giorno, il resto me lo farò spedire.
Per il viaggio ho indossato un abito rosa antico, con una fila di bottoni, per chiuderlo sul davanti e cappellino in tinta.
Ripenso ancora a quando Heathcliff, mi ha annunciato, che io e Beth saremmo andate con loro.
Ho notato in lui un turbine di felicità, non ho ancora capito se per il trasferimento o perché ho risposto positivamente alla sua proposta di seguirlo in America.
Rimane il fatto che, io mi allontanerò per sempre dalla mia città natale.
Mi spaventa l'idea di lasciare tutto,
di aver preso una decisione così avventata,
ma il pensiero di non rivederlo più mi terrorizzava.
Mi sono chiesta più e più volte perché ?
E la risposta che mi dò è sempre la stessa... perchè ne sono innamorata.
Mi è ignoto di ciò che sarà tra me e Heathcliff, in una nuova vita, in un altra città, quello che so adesso è di aver capito che sono innamorata di lui.
Si lo amo e forse l' ho sempre amato, volevo solo negarlo a me stessa, per paura, e per ovvi motivi ho sempre allontanato questo pensiero dalla mia testa.
Evitando pettegolezzi e chiacchiere.
Ma adesso sono stanca...non ho più voglia di nasconderlo.
Poi però mi fermo chiedendo a me stessa " E se per lui non fosse lo stesso... se non ricambiasse il mio amore... se avesse già una donna... se"- di colpo fermo il mio pensiero dicendo a me stessa a voce alta;
«Ora basta Susan, troppi interrogativi,
troppi se...
E arrivato il momento di scoprirlo e sento che il viaggio su questa nave mi darà le risposte.
ℍ𝔼𝔸𝕋ℍℂ𝕃𝕀𝔽𝔽
Sono nel mio studio, a prendere dei documenti insieme ad altri fogli, appunti che mi serviranno, li ripongo nella mia valigia; mi fermo un attimo e faccio un resoconto mentale per ricordarmi di aver preso tutto il necessario e non dimenticare niente. Quando mi assicuro di avere tutto, prendo la maniglia della porta per chiuderla, prima però dò un ultima occhiata a quel locale. Quella stanza ampia con un divanetto in pelle nera, affiancato alla parete, rivestita di carta da parati ecrù e marrone a strisce e microscopici fiori bianchi, due poltrone davanti una grande e pesante scrivania in noce, sempre piena delle mie scartoffie, in ordine sì, ma pur sempre scartoffie.
Una grande finestra per far entrare luce, posizionato lateralmente accanto alla stessa, uno scaffale contenente molti libri di medicina. Questa stanza che per anni è stato il mio studio dove mi rifugiavo quotidianamente dopo aver pranzato, e ci dimoravo fino a sera.
Dove ho fatto svariate volte, l'amore con Helen, mia moglie, ogni volta che entrava per portarmi il caffè.
Per qualche istante, mi abbandono ai ricordi, mi rivedo io con lei, su quella ampia scrivania o sopra il divano.
" Ti ho amata tanto Helen, ancora non mi sono rassegnato al fatto di averti perduta a quel modo, come un fulmine a ciel sereno.
Eravamo così felici e ci amavamo tanto".
Dando un ultimo sguardo chiudo lentamente la porta e l' immagine dello studio e di tutto il resto, svanisce pian piano.
Chiudendo quella porta ho avuto la sensazione come se avessi chiuso anche con il passato.
Avanzo di pochi passi e mi ritrovo davanti all'uscio di casa, Errol è già in macchina che mi aspetta. Chiudo anche quella porta e salgo sulla mia vettura.
Chiedo a mio figlio:
« Sei pronto a partire ?»
« Sì papà »
Avvìo il motore e ci dirigiamo a casa di Susan. Una volta arrivati fermo la macchina e scendo.
Dopo aver suonato il campanello, la porta si apre e mi appare l'immagine di Susan, e per un attimo ho sentito il cuore sobbalzarmi in petto, " è sicuramente dovuto all' ansia per la partenza, è comunque molto carina. Quella tonalità di rosa dell' abito, le dona molto".
Le chiedo:
« Buongiorno Susan, siete pronte ? »
« Buongiorno Heathcliff, sì siamo pronte»
Mi passa le valigie, e lo sfiorare la sua mano mi trasmette un leggero brivido.
Alla cosa non faccio caso più di tanto in quell'istante.
Quando siamo tutti e quattro in auto partiamo, per dirigerci verso il porto dove la nave ci attende per trasportarci verso nuova destinazione.
Dopo alcuni chilometri ecco che ci stiamo avvicinando al molo, mano a mano si vede sempre più grande l'insegna "RMS Withe Star Line" di un grande edificio e alle spalle di esso si possono intravedere quattro fumaioli gialli bordati neri dai quali fuoriesce del fumo.
Dico: « Ci siamo, ecco la nostra fantastica nave. Che ci condurrà in una nuova destinazione e ci cambierà la vita»
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