ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟚𝟛-𝕀ℕ𝔼𝕍𝕀𝕋𝔸𝔹𝕀𝕃𝔼
𝔼𝕃𝕀𝕊𝔸𝔹𝔼𝕋ℍ
Da ché siamo su quest' isola le nostre giornate trascorrono tranquille ma sempre uguali.
Mangiamo sempre le stesse cose, ormai conosciamo l'isolotto a memoria, per le tante volte che l'abbiamo esplorato. Vestiamo sempre allo stesso modo.
Ricordo che quando ero piccola ero spesso nuda.
I primi tempi portavo sempre quello che rimaneva del mio vestito, dopo il naufragio. Ma poi col passare degli anni, crescendo è diventato logoro e troppo piccolo.
Oggi sono nuda, porto solo uno straccetto bianco, legato ai fianchi per coprire le mie nudità basse. I capelli lunghi sul davanti per nascondere i seni, ormai cresciuti.
Anche Errol é cresciuto. La mamma dice che i segni che ci sono sulla parete della nostra grotta, rappresentano i giorni dal momento che siamo arrivati qui, e che quindi stando a quanto asserisce;
Errol dovrebbe avere diciotto anni, mentre io quindici.
In tutti i casi si vede che siamo cresciuti e non solo per l'aspetto fisico.
Io sono diventata donna da un paio d'anni... Mentre lui si vede che è un uomo. Ha cambiato voce, aspetto è più alto ed ha la barba.
Però una cosa non la capisco, quando io e lui giochiamo e scherziamo, la mamma sembra parecchio contrariata e trova qualsiasi scusa per dividerci. Mandando Errol a pescare qualche pesce e me a cercare della frutta, anche se ce ne è in abbondanza. A volte la mamma è proprio strana.
Stamattina mi sono alzata presto voglio andare a fare una nuotata.
Mi appresto ad uscire dalla caverna, discendo il pendìo e mi ritrovo sulla spiaggetta dalla sabbia bianca.
Sciolgo la stoffa che tengo legata ai fianchi e mi tuffo in quelle fresche e limpide acque.
Sto ancora nuotando, quando arriva Errol, anche a lui sarà venuta voglia di farsi una nuotata. Mi raggiunge entrando in acqua, schizzandomi e ridendo, io faccio altrettanto, come quando eravamo bambini.
Mentre stiamo giocando, io mi dirigo dalla parte opposta alla sua e vado a sdraiarmi sulla battigia. In un attimo Errol mi è addosso dicendo:
« Ti ho presa adesso non puoi scappare»
Mi tiene le mani sulla testa, con una mano e con l'altra inizia a solleticarmi
su tutto il corpo.
Io rido e mi dimeno, ma poi improvvisamente si ferma di colpo;
si solleva da me dicendo:
« Vado a pescare»
La cosa mi parve alquanto strana, tanto che gli chiedo interrogativa:
« Che ti prende? ... Cos'hai?»
Si allontana senza rispondere risalendo.
Stesa al sole, ripenso allo strano atteggiamento di Errol :
"
Non capisco, non si era mai comportato in questo modo, cosa può essere accaduto... Cosa avrò fatto per indurlo a quella reazione?
Presa da tanti interrogativi mi addormento sotto i tiepidi raggi del sole e le carezze del vento.
𝔼ℝℝ𝕆𝕃
Prima con Elisabeth ho reagito male, ma la sensazione che ho avvertito quando eravamo così vicini è stata strana...
Sono cambiato, il mio corpo è cambiato. Forse è stato un attimo di smarrimento, oppure...
Spero solo che la prossima volta che mi si avvicina non abbia più questa reazione, altrimenti credo proprio di dover stare lontani.
Osservando per terra sulla sabbia noto di avere la cesta che ho costruito con foglie e liane intrecciate, piena di pesce. Perciò decido di tornare alla caverna e cucinarlo.
Al mio arrivo, mi accorgo che Elisabeth e mamma stanno parlando. Di cosa non lo so. So solo che quando mi avvicino, smettono di farlo.
« Oggi pesce arrostito»
« Wow! Ma che bella novità»
Afferma Elisabeth con sarcasmo.
𝕊𝕌𝕊𝔸ℕ
Immaginavo che sarebbe accaduto, d'altronde era inevitabile.
Quando poco fa Elisabeth mi ha raccontato della reazione che ha avuto Errol, mentre giocavano. Ho capito tutto.
Lui è un uomo fatto e stare accanto ad Elisabeth lo ha turbato. Entrambi sanno di non essere veri fratelli.
Forse il fatto che ci sia io a trovare ogni espediente per tenerli distanti;
li imbarazza.
Forse farei meglio a starmene tranquilla e lasciare fare al destino.
Mi diresti anche tu questo " non è così Heathcliff" !?
Vedo Errol apprestarsi a eviscerare il pesce per cucinarlo.
Elisabeth continua a chiedergli:
« Allora, mi vuoi dire che ti è preso stamattina?»
« Niente, mi sono ricordato che con queste onde si pesca meglio»
« E non potevi dirmelo? »
Lui fà finta di niente continuando a infilare pesci nei bastoncini per poi cucinarli.
Mentre loro discutono, decido di fare una nuotata.
Entro in acqua, indossando sempre quello che rimane della mia sottoveste bianca; ormai ingiallita dal tempo. Mi fiondo di spalle, agitando le braccia. Non mi accorgo di essermi allontanata troppo, quando me ne rendo conto mi raddrizzo e con i piedi cerco il suolo.
Quando sento il vuoto mi prende il panico cercando di tornare a riva, ma più ho paura, più mi allontano senza riuscirci. Il terrore si impossessa di me, il panico mi assale, vado giù; annaspo. Cerco di richiamare l'attenzione gridando con quanto fiato ho in gola:
« AIUTOOOO !?!?»
Improvvisamente sento pizzicare prima sul piede, poi sulla caviglia;
capisco che qualcosa mi ha morso.
Subito dopo, un forte capogiro mi fà perdere i sensi... faccio in tempo a vedere mio figlio, che non appena mi vede al largo e in difficoltà; si appresta velocemente a raggiungermi tuffandosi.
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