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Sto sorseggiando il mio cognac, seduto sul divano avorio e mi soffermo a guardare Susan.
Che ignara che io la stessi fissando, continua a stare appoggiata alla finestra.
La osservo mentre i raggi del sole pomeridiano di primavera, fanno capolino per accarezzarle il viso e i capelli.

Mentre la guardo penso" Ho sempre ammirato questa donna, per la sua eleganza e forza. Ha cresciuto sua figlia da sola senza chiedere aiuto a nessuno dei parenti del marito, che a quanto ricordi non sono mai stati in buoni rapporti. Non è un'aristocratica, ha fatto i lavori più umili per mantenere la figlia e se stessa. Ma malgrado ciò, vanta un portamento regale e ha una bontà d' animo infinita. È delicata nelle movenze ma forte al tempo stesso. Nonostante quello che ha dovuto passare:
Prima la morte di entrambi i genitori, poi quella prematura del suo coniuge, non si è lasciata abbattere dagli eventi. Fiera e coraggiosa" !
Distolgo il mio pensiero da lei,
guardo l'ora esclamando:
« Dannazione, se non mi sbrigo perderò la nave » .
La saluto velocemente, esco in giardino per dare un affettuoso bacio a mio figlio, saluto la piccola Beth e mi dirigo all' automobile per raggiungere il porto.

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" È partito! Come ogni volta lascia un vuoto dentro me. Aspetta... ma cosa sto dicendo! Heathclif ha sposato Helen, la mia migliore amica. Non posso e non devo provare sentimenti d'amore per lui. Ma non posso negare a me stessa che ne sono innamorata. Devo onorare la memoria di Helen e del mio defunto marito".
Mi compongo velocemente, vado in giardino a chiedere ai bambini:
« Volete fare merenda ? »
All'unisono rispondono:
« Sì! »
Vado in cucina, prendo dalla credenza il pane in cassetta, il barattolo della conserva di pesche e preparo loro la merenda.
Quattro fette di pane e marmellata con due bicchieri di latte.
Depongo il tutto sopra un vassoio argentato. Entrando nel salone da pranzo, lo appoggio sul grande tavolo rettangolare.
Mi rivolgo ai bimbi, richiamandoli:
« Bambini venite, è pronta la merenda! »
Quando sentono la mia voce,
si precipitano subito in casa per mangiare.
Mentre mangiano, sorridono gioiosi e spensierati.

Osservando Errol, mi accorgo di quanto stia crescendo e di come somigli sempre di più a suo padre.
Errol ha i capelli neri, con il ciuffo rivolto da un lato, gli occhi nocciola e porta gli occhiali da vista.
È già abbastanza alto per la sua età.

D' improvviso, ripenso al giorno della sua nascita, una giornata felice ma allo stesso tempo triste, per la morte di sua madre.
« Ricordo quel giorno, c'ero anche io. Heathcliff, era molto agitato e nervoso, per la nascita del suo primo unigenito.
Dopo il travaglio della moglie di poco più di un ora, arriva il vagito del piccolo.
Un sorriso si forma sul suo volto esclamando:
« Finalmente... è nato ! ».
Ma la gioia, in un attimo viene sepolta dalle lacrime, quando la levatrice uscendo con il bimbo in braccio gli annuncia, con un volto visibilmente sconvolto:
« È un maschio Dottor Graymoore...ma la signora Helen purtroppo... »
Heathcliff, la scostò un po' bruscamente da una parte, entrò in camera da sua moglie e la chiamò a gran voce. Mi sembra di udire ancora il suo grido straziante di dolore, colmo di disperazione che invocano il suo nome
" Helen...Helen! " .
Non voleva neanche vedere il suo bambino, ritenendolo responsabile della morte della sua amata.
Ma il tempo si sa, aggiusta le cose,
e lui con gli anni, imparò a convivere con il dolore e ad amare suo figlio.
Torno al presente e vedo i bambini seduti con il bicchiere di latte in mano così chiedo a Errol:
« Cosa ti piacerebbe fare da grande ? »
«Il dottore... proprio come mio padre! »
Risponde il bambino prontamente.
Alchè gli asserisco:
« Bravo, hai le idee chiare vedo.
Sono sicura che sarai un bravo medico proprio come lui! ».

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Sono arrivato da pochi minuti in albergo, il viaggio di due giorni sulla nave, per arrivare a Chicago, è stato estenuante.
Dico alla reception:
« Vado in camera a riposarmi, non voglio essere disturbato da nessuno, tranne chè non si tratti di mio figlio o della signora Heyworth ».
« Certo Dottor Graymoore, non tema, non sarà disturbato»
« Grazie »

Mi dirigo in camera mia e mi fiondo sul letto esausto.
Senza che me ne rendessi conto,
mi immergo in un sonno profondo.
Incomincio a sognare, sogno di me, Errol... ma non siamo soli, con noi ci sono anche Susan e Beth.
A quella visione, mi fermo a pensare, dopo essermi svegliato di soprassalto e assertivo mi chiedo:
« Susan? Cosa c'entra lei, e perché adesso la sto sognando spesso ?