ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟙𝟜- 𝟙𝟜 𝔸ℙℝ𝕀𝕃𝔼 𝟙𝟡𝟙𝟚 ⭕
ℍ𝔼𝔸𝕋ℍℂ𝕃𝕀𝔽𝔽
Dopo il boato che io e Susan abbiamo sentito, mentre eravamo in procinto di fare l'amore, mi vesto velocemente per accertarmi di come stiano le cose.
Bacio la mia donna raccomandandole di vestirsi, e poi esco dalla porta per dirigermi dal comandante.
Ma quando accedo in corridoio, avvisto un viavai di persone che incuriositi, chiedono ai membri dell'equipaggio cosa fosse accaduto.
Ma loro si limitano a dire che si tratta solo di esercitazione e di non preoccuparsi. Offrendosi di portare qualcosa da bere o di caldo in cabina. Dove li esortano a rientrare. Il loro atteggiamento lo percepisco, alquanto strano.
Sento che non si tratta affatto di esercitazione. Raggiungo la cabina di navigazione e busso. Annunciando a chi dischiude la porta.
« Sono il dottor Greymoore, devo parlare al comandante! Con la massima urgenza! » latro.
« Mi spiace dottor Greymoore, ma il comandante non è qui in questo momento! »
« Ha sentito cosa le ho detto?! Devo parlargli con urgenza. So che è qui, mi lasci entrare! » asserisco con veemenza, cercando di forzare l'entrata. Mentre l'altro spingendo in avanti la porta, mi blocca il passaggio:
« Le ho appena detto che...»
Viene interrotto da una voce, quella del comandante che gli dice.
«Grazie ammiraglio Benson, può andare adesso! »
Si affaccia davanti la porta della cabina di comando, il comandante; un uomo con capelli e barba bianchi, alché io gli pongo la domanda:
« Comandante, abbiamo udito un fragore cupo e rimbombante, che sta succedendo? »
« Mi spiace farle sapere, che il forte rumore che ha sentito è stato causato dall'impatto con un iceberg e che questo ha creato una falla ai boccaporti che velocemente stanno imbarcando acqua e... Dottore, si cerchi una scialuppa di salvataggio al più presto; lei e la sua famiglia, mettetevi in salvo! »
Resto sconvolto dalle sue parole, ancora incredulo su ciò che mi ha appena riferito. Mentre rimango sul posto arriva Thomas Andrew, il costruttore del Titanic, un uomo distinto elegante con i capelli neri e mossi, tenendo tra le mani il progetto del Titanic, quando lo srotola, informa il comandante che lo scafo può rimanere a galla anche con quattro compartimenti allagati, ma non con cinque.
Gli sento dire anche che le scialuppe sono poche per contenere tutti i passeggeri .
Quando Andrew esce, il comandante si rende conto, dall'espressione del mio volto, che ho ascoltato la loro conversazione.
« Visto che ha sentito tutto, adesso è al corrente di qual è la reale situazione. Quindi faccia come le ho detto, si trovi una scialuppa e porti in salvo la sua famiglia! »
« Ma non si era detto che questo transatlantico era inaffondabile ? »
Gli grido in faccia.
« Mio giovane amico, faccia come le ho detto, perché il Titanic molto presto affonderà! »
A quelle ultime parole, mi si gela il sangue, il mio pensiero vola velocemente a Susan e i bambini. Mi precipito immediatamente da loro ripetendo dentro di me "devo metterli in salvo".
Mentre sto correndo per i lunghi corridoi, una folla di persone si riversa sul ponte di smistamento. Scendo di corsa in coperta, scontrandomi con persone che lo affollano, ignari della reale situazione.
Anche se gli inservienti continuano ad esortarli ad indossare i giubbotti di salvataggio, con molta tranquillità per non fare trapelare il loro vero stato d'animo e per non creare il panico.
Vedendo tutta quella confusione, prima sul ponte e poi nei corridoi, mi rendo conto che Andrew aveva ragione sul fatto che le scialuppe non bastano per salvarci tutti " devo fare in fretta" penso.
Quando arrivo dietro la porta della mia cabina, mi fermo un attimo per riprendermi e apparire agli occhi di Susan più normale possibile, per non allarmarla. Entro e la vedo seduta sul letto, vestita come le avevo raccomandato di fare poco prima. Quando mi vede entrare, mi viene incontro chiedendomi:
« Heathcliff, che succede?»
A quella domanda non so proprio cosa risponderle.
Poi la guardo e le comunico:
«Tesoro, indossa un cappotto e fallo fare anche ai bambini»
« Un cappotto, perché?»
« Fa come ti dico e fai in fretta! »
𝕊𝕌𝕊𝔸ℕ
Dopo il rumore forte e assordante che abbiamo sentito, Heathcliff è uscito di corsa per vedere qual'era la causa di quel flagoroso rombo. Mi ha anche detto di vestirmi e io così ho fatto.
Adesso aspetto che torni.
Quando finalmente arriva, lo vedo pallido in volto, anche se fa finta di niente ho capito che qualcosa non va.
Successivamente, usciti dalla cabina, noto che molta gente è fuori dai loro alloggi e che qualcuno indossa i giubbotti di salvataggio. A quella vista capisco che qualcosa di molto grave è accaduto. Ma Heathcliff imperterrito continua a tenermi all'oscuro:
«Prendiamo i bambini, ricorda di fargli indossare i loro i cappotti»
Entro nella loro cabina, e li vedo che stanno ancora dormendo, li sveglio dolcemente:
« Errol, Elisabeth, alzatevi! »
La prima a svegliarsi è Beth, che con vocina flebile è ancora assonnata mi chiede:
« Mamma che succede? Perché dobbiamo alzarci, io ho sonno! »
« Tesoro, fai come ti ho detto, sveglia anche Errol che io prendo i cappotti! »
Il comportamento di Heathcliff, mi parve molto strano, specialmente che quella frase l'ho intesa più come ordine che come consiglio.
Mi affianco a lui chiedendo:
«Heathcliff che succede? Per favore mi dici che sta succedendo?» lo afferro dal braccio risoluta.
«Dobbiamo salire sul ponte e in fretta
Facciamo presto Susan, te ne prego!»
Mi riferisce.
«
Non mi muoverò da qui se non mi dici che sta succedendo! » incrocia le braccia sul petto protestando.
Mi guarda, mi afferra dalle spalle per allontanarci ed evitare che i bambini ci sentano e poi mi informa:
« Ascolta amore, sono appena venuto a conoscenza che la nave ha impattato con un iceberg e che stiamo imbarcando acqua! »
A quelle parole, il terrore si impossessa di me intuendo a cosa stiamo andando incontro.
A un terribile naufragio.
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