ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟙𝟚- 𝕃𝔼 ℙ𝔸ℝ𝕆𝕃𝔼 𝔾𝕀𝕌𝕊𝕋𝔼 ⭕
ℍ𝔼𝔸𝕋ℍℂ𝕃𝕀𝔽𝔽
Mentre io e Susan, ci stavamo baciando, non ci siamo accorti della presenza di Errol e Elisabeth, che allibiti ci stavano fissando. E senza dire una parola sono fuggiti correndo.
" Ha ragione Susan, non avrebbero dovuto saperlo così!"
Mentre li cerchiamo con fervore e apprensione, penso che non sarà facile trovarli.
La nave è grandissima ed è provvista di tantissimi compartimenti, e loro sono piccoli e potrebbero nascondersi ovunque.
Osservo la mia Susan, ha il volto tirato ed è visibilmente preoccupata.
Per tranquillizzarla affermo:
« Vedrai che li troveremo!»
Proseguiamo a cercarli sul ponte ma senza nessun esito. Ad un tratto Susan mi propone:
«Dividiamoci avremo più possibilità, il primo tra noi che li trova, li conduce in cabina. Ci ritroveremo lì tra mezz'ora! »
«Io avrei un idea migliore, tu te ne torni in cabina e a cercare i bambini ci penso io! »
« Non se ne parla, come ho detto, separati si hanno più possibilità»
Mi volta le spalle per proseguire, la raggiungo prendendola delicatamente per un braccio. A quel punto contrariata sta per dirmi qualcosa:
« Non provare a fermarmi Heathcliff, tanto io...»
L
a interrompo stringendola a me:
« Non voglio fermarti, so quanto sai puntare i piedi per terra. Volevo solo raccomandarti di fare attenzione! »
𝕊𝕌𝕊𝔸ℕ
Mi giro affermando:
« Non provare a fermarmi Heathcliff, tanto io...»
Mi attira a se stringendomi al suo petto pronunciando:
« Non voglio fermarti, so quanto sai essere testarda, volevo solo dirti di fare attenzione»
«Io prendo questa direzione, tu l'altra! » Affermo e lesta raggiungo la scala che separa il ponte B dalle cabine di terza classe.
Mi appresto, con il cuore in gola, a discendere quei gradini che per lo sgomento che mi pervade, mi sembrano interminabili.
Appoggio finalmente un piede al suolo, tiro su il vestito da un lembo, che a momenti mi faceva inciampare. Percorro il lungo corridoio, osservando a destra e a manca, sotto gli sguardi attoniti di alcuni passeggeri che incontro. In corridoio echeggiano voci e frasi incomprensibili.
Staranno pensando " come mai una signora di prima classe, si trova presso i nostri alloggi". In questo momento, mi importa poco di cosa dicono, la mia priorità sono i bambini; che voglio ritrovare presto e sani e salvi.
ℍ𝔼𝔸𝕋ℍℂ𝕃𝕀𝔽𝔽
Susan si allontana in fretta da me, mi ha proposto di separarci per cercare i bambini, ed io ho ritenuto che avesse ragione su questo. Ma non posso nascondere il mio disappunto di lasciarla da sola, forse ignora che a bordo non ci sono tutti gentiluomini. Specialmente se le dovesse venire in mente di andare a cercare i nostri figli, nel comparto di terza classe.
È una donna coraggiosa e sa cavarsela in caso di pericolo, ma ho paura che sia troppo avventata e cacciarsi nei guai. Sono preoccupato.
Se dovesse accaderle qualcosa di spiacevole, non me lo perdonerei mai ! Urlo dentro me stesso.
Mi prende una irrefrenabile voglia di correre da lei, che sono sicuro si trovi lì. Poi però, rammento le sue parole e proseguo a cercare Errol e Beth.
Nel mio percorso, chiedo alla gente che incontro, se per caso hanno visto due bambini. Alla loro risposta negativa, li prego, che in caso dovesse capitagli di vederli; di condurli dal comandante. Successivamente, mi avvisarebbe tramite altoparlante. Essendo stato messo al corrente della situazione. Dopo averli ringraziati, li saluto e procedo con la ricerca.
𝕊𝕌𝕊𝔸ℕ
La mia ricerca prosegue affannosamente, chiedo a chiunque incontri, se hanno visto due bambini, fornendogli la loro descrizione. Ma l'impresa è parecchio ardua, purtroppo nessuno sembra parlare la mia lingua, sono tutti emigrati da diversi paesi del mondo. Mi sarà difficile farmi comprendere. Nel contempo sento la voce del comandante, diramare un annuncio al microfono, annunciando a tutti i passeggeri:
« Signore e signori, mi dispiace rubarvi un po' del vostro prezioso tempo, ma ho da fare un annuncio di estrema importanza. Si sono smarriti due bambini, un maschietto di anni dieci e una bimba di sette, il bambino, ha capelli e occhi neri e porta gli occhiali, lei, una bella bambina con capelli neri e occhi verde mare. Chiedo la massima collaborazione di lor signori, e che se doveste avvistarli, di condurli da me. Grazie per la vostra attenzione»
" Heathcliff ha informato il comandante, bravo amore mio! In questo modo, saremo aiutati passivamente, da altre persone nella ricerca". Penso sollevata in parte.
Esausta, destabilizzata e stremata, perché la mia ricerca non ottiene risultati, mi accascio con le braccia sotto la testa, voltata da una parte, su una panchina posta nell'atrio dell'ascensore. Mentre sto seduta, mi si avvicina un bimbo dell'età di Beth, mi dà dei delicati colpetti sulla spalla, io alzo la testa e davanti a me un bel bambino moro con gli occhi di un blu intenso, abbigliato da giacca nera e pantaloni grigi, più grandi di due taglie alla sua. Una sciarpa verde muschio annodata al collo, che mi sta fissando e poi con una vocina strozzata farfuglia qualcosa, di incomprensibile, trattandosi di una lingua a me sconosciuta. Intuisce che non ho capito, prende la mia mano trascinandomi in un grande ambiente, gremito di gente e con molto fumo che aleggia in aria. Entrando tossisco un paio di volte, vorrei tornare indietro, ma il bambino continua a tirare la mia mano. "Forse ha bisogno di aiuto" pensai.
Successivamente, intuisco che potrebbe aver capito che sono io la donna che cerca due bambini... forse mi sta portando da Errol e Elisabeth?
Infatti, in quel grande spazio, pieno di persone, fumo e dall' aria viziata, ci sono i miei bambini. Seduti accanto un uomo anziano e altri due bimbi della loro stessa età.
Li chiamo a gran voce, anche se credo impossibile che mi possano sentire, con questo caos:
« Errol! Elisabeth! »
Loro percepiscono il suono della mia voce, si voltano verso di me e prima di venirmi incontro, tentennano, si consultano e alla fine decidono di raggiungermi. Quando mi raggiungono li abbraccio forte, con le lacrime agli occhi:
« Buon Dio ti ringrazio di aver ascoltato le mie preghiere! »
Con i bambini tenuti per mano, risalgo i gradini delle strette scale, per lasciare la terza classe. Giunti nell' atrio, ascendiamo il lungo scalone.
Nel percorso per tornare da Heathcliff, io e i bambini non proferiamo parola.
"Meglio che non mi chiedano niente, così gli parleremo insieme".
Dopo aver attraversato il lungo corridoio, prendiamo l'ascensore dirigendoci di volata nella nostra cabina, da Heathcliff. Quando svolto l'angolo della parete adiacente al corridoio che porta alle nostre cabine, lo intravedo fuori dalla porta, osservando da un ingresso all'altro, speranzoso di vederci fare capolino da un momento all'altro.
Quando ci corre incontro, si mette con le ginocchia al suolo, all'altezza del figlio e lo abbraccia forte rimproverandogli:
« Ci avete fatto stare in pena, me e Susan, per questa vostra bravata! Eravamo davvero preoccupati che vi potesse capitare qualcosa di spiacevole! »
« Mi dispiace papà!» esclama Errol.
Ma neanche una parola per quanto è successo.
Ad un certo punto io e Heathcliff, ci guardiamo e con gli occhi ci diciamo:
"È arrivato il momento!".
Annuisce con il capo, appoggia una mano sulla spalla di suo figlio e lo invita a sedersi sul divano, lo stesso faccio io con Beth. Loro obbediscono, ci mettiamo in ginocchio alla loro altezza, e cominciamo a parlare.
Inizia Heathcliff, spiegando con parole comprensibili a loro. Che anche se sono molto intelligenti, la questione è delicata.
« Mi rendo conto che quello che avete visto succedere tra me e Susan, nel pomeriggio vi abbia sconvolto. Però, da qualche giorno abbiamo scoperto di provare un sentimento molto forte, l'uno per l'altra. Ascolta Errol, Susan, non prenderà il posto della tua mamma. Lei sarà sempre qui dentro»
Con l' indice indica la parte sinistra sul petto nel figlio.
« La stessa cosa dico a te, Elisabeth, Heathcliff non prenderà il posto del tuo papà, lui sarà sempre con te... Nel tuo cuore! »
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top