CAPITOLO 46

Lago di Semlevo

Oblast' di Smolensk

46

I sommozzatori erano appena usciti dall'acqua e si stavano togliendo le tute. Avevano passato gli ultimi tre quarti d'ora sul fondo del lago, esaminando scrupolosamente il tratto di zona in cui le rilevazioni avevano individuato le anomalie del terreno.

Era stata un'escursione interessante durante la quale non solo erano riusciti a delimitare l'area con una griglia, ma anche valutato la quantità di sedimenti che avrebbero dovuto aspirare. E dato che la quantità sembrava notevole, avevano comunicato tramite auricolare di far calare subito i tre grossi tubi collegati alla draga posta in superficie che poi si erano premurati di piazzare al centro dell'area in questione proprio come aveva suggerito loro il capo dell'equipe dei topografi.

Ora che tutto era predisposto, non rimaneva altro che accendere il motore della pompa e aspettare che la tecnologia facesse il resto.

In quel momento però si accorsero che Natalia si stava avvicinando a passo spedito. Pareva nervosa.

«Allora?» esordì con voce secca e senza troppi preamboli non appena fu abbastanza vicina perché tutti la potessero udire. «Avete per caso qualcosa per me?»

«Intende se abbiamo riportato in superficie qualche oggetto?» le rispose il capo della squadra dei sommozzatori.

«Sì, certo cos'altro altrimenti?»

«No. Siamo riusciti solo a intravedere qualche pezzo di legno sparso qua e là oltre a quella che sembrava essere la ruota di un carro, ma niente che potesse essere raccolto.»

Natalia represse una smorfia.

«Troveremo ciò che cerca, stia tranquilla. Deve solo avere un po' di pazienza. Il tesoro è là sotto, ormai non ci sono dubbi. Solo che è necessario aspirare un bel po' di fango in modo da liberare la zona. A quel punto potremo far partire il recupero vero e proprio.»

«Quanto tempo?»

«Quattro o cinque ore, più o meno.»

«No, è troppo tempo. Dobbiamo fare più in fretta.»

«La draga non può pompare più di 300 metri cubi all'ora!»

«Non mi interessa, trovate una soluzione. Vi pago per questo no?»

«Sì, ma non per fare miracoli.»

«Fingerò di non aver sentito il sarcasmo. Ditemi invece, non c'è proprio verso di accelerare in qualche modo?»

«Non credo, no. Perché tanto fretta? Dobbiamo agire con cautela, lo sa meglio di noi.»

«Non ho chiesto il suo parere in merito» sibilò lei a denti stretti «risponda piuttosto alla mia domanda: possiamo accelerare o no?»

«No, glielo ho già detto. Non è possibile. Ha per caso una vaga idea di quanti depositi si sono mossi e accumulati sul fondale nel corso di tutto questo tempo?»

«Certo che sì.»

«E allora? Cosa si aspettava di trovare?»

Natalia strinse i pugni.

«Se non possiamo accelerare il processo di pompaggio» riprese con un sibilo «cercate almeno di sfruttare il tempo intermedio per trovare un modo di velocizzare quello di recupero.»

«Va bene. Cercheremo di fare del nostro meglio.»

Natalia si voltò e si allontanò senza aggiungere altro.

***

«E così sarebbe questo il famoso lago con il tesori di Napoleone?» la voce di Sebastiano Poletti arrivò chiara come una frustata alle orecchie di Mercier, chino accanto a Natalia a esaminare alcune immagini al computer. Si voltò di scatto.

La vista del Cardinale a pochi passi da lui lo fece trasalire, ma si trattenne.

Sforzandosi di trasformare la sua smorfia in una specie di sorriso, disse «Sebastiano! E' un piacere, ma non ti aspettavo da queste parti ... » aggiunse poi non riuscendo a nascondere il suo tono sorpreso quanto disgustato.

«Ho voluto farti una sorpresa. In fondo sono qui per lo stesso tuo motivo» così dicendo gettò uno sguardo a Natalia. «Allora?» riprese con un sorrisetto «non mi presenti alla tua amica?»

August strinse i pugni.

«Ma certo» rispose lui con voce tesa. Quindi rivolto a Natalia «il cardinale Sebastiano Poletti, un mio vecchio amico nonché collega.»

Lei lo guardò di traverso, senza dire una parola.

Poi si rivolse a Mercier ignorando volutamente il nuovo visitatore. «Posso parlarti un attimo?» gli sussurrò a denti stretti. «In privato.»

Lui annuì.

Si spostarono in fondo all'ufficio.

«Ma che ti salta in mente. Adesso ti metti pure a invitare gli amici? Chi diavolo è questo Poletti e come fa a sapere del tesoro?»

«Non è come sembra.»

«Ah sì, e come sarebbe allora?»

«Adesso ti spiego. Sebastiano è coinvolto tanto quanto me in questa storia.»

«Che cazzo stai dicendo? Mi stai nascondendo qualcosa?»

«Niente, a parte che il Vaticano è sulle tracce del tesoro di Napoleone da molto prima di noi, ma non per lo stesso motivo.»

Lei lo guardò con aria interrogativa.

«I documenti dell'Ordine» le rispose lui «ecco quello che la Chiesa sta cercando. Non il tesoro.»

«Ne sei certo?»

«Sì. Se Poletti è addirittura volato fino a qui lo deve aver fatto solo per via delle continue pressioni del Vaticano, per assicurarsi che i documenti in questione, se mai li dovessimo ritrovare, siano distrutti una volta per tutte.»

«Perché?» domandò lei. «Cosa ci guadagnerebbe la Chiesa da tutto questo?»

«È complicato, ma sembra che la faccenda abbia a che vedere con il dominio di Malta.»

Natalia scosse la testa. «Se mi stai fregando ...»

Mercier le si avvicinò. «Non vuole il tesero, è la verità. Lasciamo che prenda quei fogli, poi ti garantisco che non lo sentiremo più.»

Lui annuì impercettibilmente. «Solo una cosa» gli disse ancora sottovoce. «Cosa aspettavi a dirmelo?»

«Non credevo che l'avrei visto qui. È stata una sorpresa anche per me. Lo stavo tenendo aggiornato via SMS e credevo che bastasse.»

«A quanto pare no.»

«Già. Eravamo d'accordo che se avessimo trovato ciò che lui desiderava, allora glielo avrei consegnato io a Roma, di persona» fece una pausa «ma evidentemente mi sbagliavo. Non si deve fidare abbastanza di me» fece con un leggero sorriso.

«Se è per quello nemmeno io.»

Mercier alzò le spalle.

«Touché.»

Natalia non gli rispose. Si voltò invece indietro dirigendosi stavolta verso Poletti.

«Mi scuso per prima Cardinale» si rivolse a lui con voce suadente «Mercier non è il certo migliore degli anfitrioni.»

«Ne so qualcosa.»

Gli tese la mano. «Natalia Romanova. Benvenuto nel mio cantiere.»

«È un piacere conoscerla» Sebastiano ricambiò la sua stretta forte e sicura, «Sa» aggiunse poi «ho sentito spesso parlare di lei.»

«Spero sempre bene.»

«Benissimo a dire il vero. E a tal proposito mi sono fatto l'idea che lei sia una donna dalle mille risorse. O sbaglio?»

«Così dicono.» Poi guardandolo negli occhi. «Veniamo al punto Cardinale» sibilò cercando di riportare la conversazione sul giusto binario. «August mi ha appena spiegato il motivo della sua visita a Semlevo. Spero vivamente che ciò non interferisca con i miei piani» concluse mettendo subito in chiaro chi fra di loro aveva veramente il comando.

«Oh, non si deve preoccupare per questo» Poletti non sembrava per niente impressionato. «Tutt'altro. Vede, come August ha avuto la premura di dirle, io sono qui per conto del Vaticano e solo per salvaguardare un investimento per noi molto importante. E, mi creda, ho tutto l'interesse a che lei prosegua nel recupero di ciò che si cela sotto quelle acque. Non le metterò i bastoni fra le ruote, e, tanto per la cronaca, il tesoro non mi interessa minimamente.»

«Ottimo» sorrise lei decisamente sollevata da quella conferma «allora penso proprio che noi andremo d'accordo.»

«Lo credo anche io.»

Natalia fece per rispondere, ma le sue parole le morirono in gola. Strabuzzò gli occhi mentre il cuore iniziò a batterle all'impazzata. In quel momento, l'aria era stata squarciata dal suono inconfondibile di uno sparo.

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