CAPITOLO 32

32

Se a Natalia avessero dato una pugnalata nel petto avrebbe probabilmente sentito meno dolore. Dopo gli enormi sforzi compiuti negli ultimi anni spinta dall'ossessione per il tesoro, osservare il terreno crollarle sotto i piedi a un passo dalla meta era stato un colpo durissimo.

«Non è possibile!» sbottò rivolta verso Adrien, il volto livido di frustrazione. «Non dovevate ...»

Dominique la bloccò prima che fosse troppo tardi. «Non otterrà niente in questo modo, mi creda. Le consiglio di darsi una calmata, per il bene di tutti.»

«Al diavolo!» Natalia scacciò dalla spalla il braccio di Dominique «e non si azzardi mai più a toccarmi, sono stata chiara?»

«Come vuole» si scostò alzando le spalle e avvicinandosi ad Adrien. «Lasciamola sfogare» gli sussurrò.

Natalia afferrò una piccola lampada e la scaraventò per terra.

Il vetro si frantumò in mille pezzi. Poi, come una furia, si mosse veloce verso ciò che rimaneva della porta finestra, uscendo all'aperto. Aveva bisogno di schiarirsi le idee e di sbollire l'ira che la stava divorando.

Adrien la guardò impassibile uscire dal salotto, quindi si voltò verso Dominique.

«Posso farle una domanda se non sono troppo indiscreto?»

Lui annuì.

«Per quale motivo collabora con quella donna? Voglio dire, ma l'ha sentita? Sembra una pazza.»

«È una bella domanda, ma non le posso rispondere. Complicherebbe solo la nostra situazione» gli rispose indicando anche Victòr.

«Non capisco. Se non avete legami perché non la mandate al diavolo?»

«Oh, lo faremmo molto volentieri, mi creda. È complicato però. Quello che le posso dire è che lei, per il momento, ha il coltello dalla parte del manico. Ragion per cui ci conviene non contraddirla almeno fino a quando una certa faccenda non sarà sistemata.»

«E immagino che per farlo le serva il nostro aiuto, giusto?»

«Proprio così. Non saremmo qui altrimenti. Anzi, a dirla tutta, siamo capitati in mezzo a questa storia per puro caso, ma adesso non ci rimane altro che trovare il modo di uscirne magari senza rimanerne invischiati. Anche se, lo confesso, a questo punto sono curioso di capire come potremmo risolvere l'enigma di Philippe senza la stringa contenuta nel libro.»

Adrien sorrise di nuovo.

«Su questo potrei venirvi incontro io.»

Dominique si fece attento.

Adrien guardò prima suo figlio e poi Margot. Entrambi annuirono.

«La stringa l'ho imparata a memoria» disse rivolto a Dom con una mano vicino alla bocca per abbassare il volume «mentre la mappa senza nomi la ricordo talmente bene che non avrei nessuna difficoltà a ridisegnarla con tutti i particolari.»

«E cosa aspettava a dircelo?»

«Forse che lei se ne andasse... Non mi piace quella donna.»

Dom represse un sorriso. «Bene, finalmente qualcosa che gira per il verso giusto. Non perdiamo tempo, allora. La foto del quadro con la griglia ce l'abbiamo, per cui se lei ci scrive su un foglio la sequenza numerica e sotto riproduce la mappa, forse potremmo tentare di risolvere tutti insieme l'enigma e mettere così la parola fine a questo benedetto stratagemma napoleonico.»

«D'accordo. Mi dia solo qualche minuto.»

Dominique annuì.

Adrien si alzò e si mosse piano verso la cucina, mentre Joseph lo seguiva con lo sguardo.

«Siete una bella famiglia» gli sussurrò Dominique con sincerità «dico davvero. E tuo padre è un uomo coraggioso, proprio come te»

Joseph annuì. «Quello che le stiamo per rivelare rappresenta tutta la nostra eredità. È ciò che ci tramandiamo da generazioni fin dal 1800 ed è inutile che le dica quanto sia importante per la mia famiglia.»

«Lo posso immaginare.»

«No, non credo. Quello che voglio dirvi è di non sprecare l'occasione. Tutto qui.»

«Non lo faremo, hai la mia parola.»

In quel momento, Adrien tornò. Aveva con sé un blocco di fogli e una penna. Si mise a sedere poggiando il tutto sul tavolo di legno sotto gli occhi vigili del figlio e della moglie.

Victòr si alzò dalla poltrona e in silenzio si avvicinò.

Adrien iniziò a scrivere e a disegnare.

Dieci minuti dopo passò il foglio a Dominique.

«Ecco qua, adesso avete tutti gli indizi per completare l'enigma.»

Lui prese il foglio osservando con attenzione la stringa di numeri e lo schizzo della mappa.

141143153332155135212434351132224211341415321122352223241113132411443511113145154344113211434442111411

«Direi che è perfetto. Adesso non ci rimane altro che capire come usare i numeri con la griglia del quadro.»

«Su questo» intervenne Natalia «credo di potervi dare io un piccolo contributo.»

Appena rientrata nel salotto, si era avvicinata alle loro spalle silenziosa come una tigre, attirata da alcuni brandelli di conversazione che aveva captato solo pochi secondi prima.

«Sapete, sono sempre stata brava con gli indovinelli e speravo proprio che la mia breve uscita di scena vi portasse a questo» concluse indicando il foglio. «A proposito, davvero un gran bel disegno, complimenti» concluse con un ghigno di soddisfazione.

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