CAPITOLO 29

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Mercier era pensieroso. Aveva la testa invasa da troppi interrogativi e non riusciva a trovare la giusta concentrazione.

Nonostante la lunga chiacchierata con il suo uomo, si sentiva più confuso di prima. Certo adesso aveva finalmente il libro di Philippe, non riusciva a godersi appieno la vittoria come avrebbe voluto.

Era preoccupato, teso, nervoso.

L'uomo dai capelli rossi era uscito dal suo studio ormai da più di mezz'ora, e lui, per tutto quel tempo, era rimasto con gli occhi incollati allo schermo del PC fissando con intensità le foto che erano state scattate nella villa dei Ségur.

Non erano molto nitide, ma considerando la situazione in cui erano state catturate, erano comunque più che sufficienti a ricavarne le informazioni che cercava.

Non tanto sulla donna però.

Natalia Romanova era difatti una vecchia conoscenza, anzi, per dirla con parole più esatte, era stata una sua focosa amante. Erano trascorsi ormai diversi anni da quando si erano lasciati, ma rammentava ancora con piacere le intense notti passionali trascorse con lei nella lontana Russia.

Si erano conosciuti d'estate, sul sito di alcuni scavi vicino Mosca, guarda caso proprio a causa del tesoro perduto di Napoleone.

Quello era stato per lui il periodo più fervente in materia di studi napoleonici. Ricordava di essere stato talmente ossessionato dall'idea di avere delle tracce promettenti che gli avrebbero permesso di identificare il luogo esatto in cui erano state nascoste le ottanta tonnellate d'oro, che aveva chiesto all'Università, e ottenuto, un periodo sabbatico di quattro mesi per motivi di studio, motivi che poi aveva sfruttato per farsi rilasciare un visto temporaneo dall'ambasciata russa.

E così era volato a Mosca, o meglio, in una piccola cittadina a qualche centinaio di chilometri a sud-ovest, nella speranza di trovare il suo bottino.

E invece aveva incontrato Natalia.

Lei, insieme a un'equipe di studiosi, stava dirigendo una serie di scavi con la ferrea intenzione di mettere le mani sull'oro trafugato dall'imperatore francese nel 1812.

Rammentava perfettamente la sera in cui le loro strade si erano fatalmente unite, così come ricordava che era bastato molto poco perché entrambi realizzassero che erano fatti l'uno per l'altra. Da lì a finire a letto il passo era poi stato decisamente breve. Certo gli obiettivi che li accumunavano erano diametralmente opposti, così come i rispettivi paesi d'origine, ma erano state proprio la loro enorme passione per quella storia unita alla totale mancanza di remore nel raggiungere la meta finale a farli avvicinare tanto da trasformarli in voluttuosi amanti.

Poi però, così come era cominciata, tutta la loro passione si era sgonfiata con il trascorrere del tempo.

Gli scavi erano stati ben presto abbandonati, le tracce erano risultate l'ennesimo vicolo cieco e la loro unione era appassita rapidamente come un fiore lasciato troppo a lungo senz'acqua.

Da allora non si erano più né visti né sentiti e lui aveva perso del tutto le tracce di Natalia Romanova.

Fino a ora, quando era riapparsa all'improvviso in compagnia di un misterioso uomo.

Tornò a fissare la sua immagine riflessa nello schermo.

Aveva sempre avuto il sospetto che Natalia non avesse mai smesso di cercare il tesoro, ma ciò che lo preoccupava in quel momento era la presenza di un estraneo al suo fianco.

Sentì una dolorosa fitta allo stomaco.

Per distarsi prese in mano il volume di Sègur assaporando il piacere di toccare con mano l'oggetto che aveva cercato per tutta la vita.

Stava per aprirlo quando il cellulare emise un bip. Poggiò il volume sulla scrivania e afferrò il telefono.

Sullo schermo lampeggiava l'icona della posta in arrivo.

A quanto pare i miei contatti all'interno della polizia hanno appena dato i loro frutti.

L'aprì con trepidazione.

Il testo era scarno, ma conteneva ciò che desiderava.

Ecco le informazioni che mi hai chiesto. Non è stato facile reperirle per cui spero che ti siano utili. A questo punto considero il nostro accordo concluso.

Un amico.

PS: Non ci siamo mai conosciuti e ti consiglio di cancellare questa mail non appena l'avrai letta per il bene di entrambi.

Mercier annuì.

E così sia. Favore ricambiato.

Poi vide che in allegato c'era un file PDF.

Lo scaricò sul telefono poi lo aprì visualizzando una scheda alquanto dettagliata del misterioso uomo di Natalia.

Con un misto di ansia, iniziò a leggerla.

Dominique Didier

Matricola : 256749387/ABF

Situazione attuale: agente operativo della Direction Générale dela Sécurité Extérieure

Superiore/responsabile: Comandante Estelle Duval

Competenze: brevetto di pilota dell'aviazione

Caratteristiche personali: coraggioso, altruista ha molto senso del dovere anche se è spesso riluttante a obbedire alle autorità e incline al non rispetto degli ordini.

Genitori: Suo padre, l'agente speciale Didier, è stato ucciso in un attentato un anno fa, mentre la madre, Margot La Bouche dirige la Horus, una sezione dell'Unesco specializzata nel recupero delle opere d'arte perdute.

Situazione personale: Fidanzato con Karima Maisun, agente della Direction Générale de la Sécurité Extérieure

Note: DA NON SOTTOVALUTARE

Mercier chiuse la scheda e poggiò il telefono. Adesso sì che si sentiva nervoso.

Quale mai poteva essere il motivo per cui Natalia stava collaborando con il servizio segreto francese?

Per quanto ne sapeva, era sempre stata riluttante a chiedere favori ai governi esteri, soprattutto se in ballo c'era una faccenda delicata come il tesoro di Napoleone.

Forse sotto c'era dell'altro.

In ogni caso doveva agire, subito.

Si alzò e prese a camminare per lo studio, poi afferrò di nuovo il telefono e fece il numero privato del Cardinal Poletti.

Prima avrebbe parlato con lui e deciso i dettagli del piano, poi avrebbe chiamato Natalia. 

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