CAPITOLO 17
Parigi
Rue des Bourdonnais
17
«Come hai potuto parlarne con quel professore prima che con noi, Joseph?» sbottò Adrien Ségur non appena ebbe finito di ascoltare suo figlio. «Ti rendi conto di quello che hai fatto?»
«Io non ho detto niente a nessuno. Te lo ripeto, sono stato molto attento.»
«E allora come spieghi ciò che è successo?»
«Non lo so, va bene?» aveva gli occhi infuocati, colmi di rabbia e frustrazione. «Non ne ho idea. Perché invece non me lo dici tu?» continuò con voce tesa.
«Ha ragione lui, Adrien» intervenne Margot scuotendo la testa e cercando di placare quella discussione prima che assumesse i contorni di una vera e propria lite. «Non lo poteva sapere dopotutto.» Fece una pausa. «Avremmo dovuto parlargli molto tempo fa» continuò poi a bassa voce in una sorta di rimprovero verso sé stessa. «Lo abbiamo messo in pericolo inutilmente.»
«Cosa? Cosa avreste dovuto dirmi?» urlò il ragazzo fuori di sé «che il libro di Philippe Ségur si trovava nella nostra soffitta? O che era troppo pericoloso discuterne con me?» sbatté il pugno sul tavolo facendo cadere il bicchiere di vetro posato lì accanto. «Cos'altro avrei dovuto fare secondo voi?»
Si alzò spostando violentemente la sedia all'indietro e iniziando a camminare per la cucina in preda a una forte agitazione.
«Dannazione, mi hanno quasi ucciso, lo avete capito?»
Adrien Ségur gli si avvicinò. Gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con aria afflitta. «Hai tutte le ragioni per essere infuriato, Joseph. Ti chiedo scusa. Il fatto è che non mi aspettavo che ti succedesse niente» poi lo abbracciò forte. «Nessuno di noi avrebbe mai voluto metterti in pericolo. Per questo non ti avevamo detto niente e per questo avevamo nascosto il libro.»
Joseph scosse la testa.
«Stai bene?» gli domandò a quel punto suo padre. Era una domanda retorica, ma percepiva che suo figlio aveva bisogno di sentirselo dire.
Lui annuì. «Ci è mancato poco però» aggiunse subito dopo già più calmo «ho ancora davanti agli occhi quello sguardo di ghiaccio.»
Al pensiero dell'uomo dai capelli rossi e della pistola puntata alla testa un brivido freddo gli corse per la schiena. Suo padre lo strinse forte, senza aggiungere altro.
«Voi sapete chi potrebbe essere stato?» domandò infine Joseph cercando per quanto possibile di ottenere informazioni.
«Non di preciso, Joseph» Adrien si staccò da lui e si mise a sedere, passandosi le mani fra i capelli. Era agitato e nervoso.
«È una faccenda molto più grossa di quello che potresti pensare, figliolo» gli rispose poi con voce triste. «E in questo caso ha perfettamente ragione tua madre: avremmo dovuto metterti in guardia tempo fa. Ormai non sei più un ragazzino.»
«Grazie tante.»
«L'importante però è che tu sia qui, adesso» intervenne Margot con un sorriso. Poi gli si avvicinò. «Sei stato coraggioso, tesoro» gli disse stringendolo. «Sono fiera di te.»
«Non credevo che arrivassero a tanto» mormorò Adrien sottovoce stringendo i pugni, quasi parlando più a sé stesso.
Joseph si staccò da sua madre con gli occhi lucidi. In quel momento era letteralmente invaso da una miscela di sensazioni che non riusciva più a gestire.
Provava rabbia per essere stato tenuto all'oscuro di quello che sembrava essere un oscuro segreto di famiglia, paura di essere finito in una situazione troppo pericolosa per sé e per i suoi, adrenalina per essere sfuggito a un criminale che stava quasi per ucciderlo e infine un gran senso di colpa per non essersi confrontato con i genitori prima di parlare faccia a faccia con Mercier.
Fece un profondo respiro. Adesso doveva solo ritrovare la lucidità necessaria ad affrontare la sua nuova realtà. Suo padre stava ancora borbottando sottovoce, ripetendo sempre le stesse parole: Non credevo che arrivassero a tanto!
Si voltò allora verso di lui. «Di chi stai parlando, papà?» gli domandò per la seconda volta.
«Dei Filadelfi, figliolo.»
«Adrien» intervenne Margot «tu credi davvero che ci siano loro dietro a tutto questo?»
«E chi altri sennò?»
Joseph digrignò i denti. «Ma di chi state parlando, si può sapere?»
«È complicato»
«Ancora? Ma quanti altri segreti mi state nascondendo?» mormorò scuotendo la testa. «Santo cielo mi sembra quasi di non conoscere più nemmeno la mia famiglia.»
Adrien abbozzò un sorriso. Suo figlio, senza rendersene conto, aveva appena assunto la stessa identica espressione che aveva colorito anche il suo viso quando suo padre aveva deciso di metterlo al corrente di tutta la faccenda legata al libro di Ségur.
«Ti spiegheremo ogni cosa» gli rispose con fare serio. «Te lo prometto. Ne hai tutto il diritto, ma non qui, e non ora. Non è sicuro.»
«Ma nessuno sa che sono venuto da voi!»
«Non puoi esserne certo, Joseph» intervenne Margot alzandosi e avvicinandosi alla grande finestra che dava su Rue des Bourdonnais.
Si vedeva che era tesa. «Tuo padre ha ragione» riprese poi senza staccare gli occhi dalla vetrata. «Non è sicuro rimanere qua. I Filadelfi sono pericolosi, tesoro, molto pericolosi. Non devi mai sottovalutarli, d'accordo?»
Osservò quindi con attenzione la strada giù in basso, in cerca di eventuali segnali che potessero indicare un qualche pericolo. Ma non vide niente di sospetto.
«Credo che sia meglio se ci trasferiamo per un po' nella nostra residenza fuori città» riprese voltandosi di nuovo verso di loro. «Non è intestata alla famiglia Sègur, e non c'è modo di risalire alla nostra proprietà. Laggiù avremo tutto il tempo per organizzarci senza interferenze. Tu che ne pensi?» domandò rivolta al marito.
«Mi sembra un'ottima idea, Margot.»
Joseph mosse la testa guardando prima sua madre e poi suo padre. Era sconvolto. Nel giro di poche ore la sua vita aveva subito una virata così brusca che ancora stentava a credere che fosse tutto vero.
«Credete che il tizio che mi ha aggredito sia sempre sulle nostre tracce?» domandò alla fine cercando di riportare la mente sui binari corretti.
«È molto probabile» Adrien si alzò avvicinandosi a sua moglie. «Se quei bastardi hanno fiutato che potresti aver trovato il libro di Philippe, non ti lasceranno in pace finché non avranno ottenuto ciò che vogliono. Siamo tutti in pericolo, Joseph.»
«Svelti allora» concluse Margot. «Prepariamoci. Non c'è un minuto da perdere.»
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