CAPITOLO 12

Parigi

12

Joseph si fermò di fronte alla porta del suo appartamento. Era tremendamente in ritardo, come tutte le volte che s'immergeva negli studi perdendo il senso della realtà. Adesso avrebbe dovuto cambiarsi al volo per poi fiondarsi a casa dei suoi genitori.

Quello che vide però lo pietrificò.

La serratura era stata forzata e la porta era leggermente socchiusa. Con la punta del piede la spinse quel tanto che bastava per osservare all'interno.

Un disastro.

Ogni cosa era stata messa a soqquadro. I mobili rovesciati sul pavimento, i cassetti svuotati e gli oggetti gettati alla rinfusa dappertutto. Non era stato risparmiato niente. Qualcuno doveva essere entrato nel suo appartamento mentre lui era in biblioteca.

Ma perché?

Poi, come colpito da una folgorazione, si precipitò su per le scale salendo in soffitta. Anche lì la stessa scena. Gli scatoloni erano stati svuotati e il loro contenuto sparso sul pavimento. Libri, volumi, oggetti, ogni genere di cianfrusaglia si trovava adesso per terra come se la mano di una gigante avesse passato al setaccio l'intero locale.

Scosse la testa invaso da un misto di paura e rabbia. Si tolse lo zaino dalle spalle, lo aprì e ne tirò fuori il libro di Sègur.

Allora stavano cercando questo!

Si mise in ginocchio. Ma chi? Nessuno per quanto ne sapeva era a conoscenza che l'aveva trovato, a meno che il suo professore non avesse intuito qualcosa durante la loro chiacchierata.

Ma era mai possibile?

Non ne era sicuro, ma i fatti parlavano chiaro. Neanche il tempo di concludere la chiacchierata con Mercier che qualcuno si era introdotto in casa sua.

La coincidenza era fin troppo marcata.

Si rialzò deciso a uscire da lì il prima possibile, quando sentì un rumore provenire da sotto. Preso dal panico, buttò il libro nello zaino e se lo rimise sulle spalle, poi cercò in mezzo a quel caos qualcosa che potesse essergli utile per difendersi. La prima cosa che trovò fu una vecchia mazza da baseball. L'afferrò, si girò e si mosse rapido giù per le scale.

Una volta arrivato nel salotto, si voltò intorno, ma non vide nessuno.

Forse me lo sono solo immaginato. Con un sospiro avanzò verso l'uscita, ma in quel momento i suoi occhi notarono un leggero movimento alla sua destra, vicino al divano.

«Chi c'è?» urlò alzando la mazza ostentando una calma che non aveva.

Nessuna risposta.

Voltò la testa a destra e a sinistra. Era quasi sicuro che ci fosse qualcuno nascosto lì vicino, ma non aveva nessuna intenzione di approfondire la questione. Senza perdere tempo si voltò verso l'uscita pronto a scappare via.

«Non ti muovere!» una voce alle sue spalle lo bloccò. «Non fare sciocchezze. Non ho alcuna intenzione di farti del male. Voglio solo che tu mi dica dove hai messo il libro di Ségur.»

Joseph si voltò, lentamente. A pochi metri da lui un uomo dalla folta capigliatura rossastra lo stava guardando, un ghigno poco rassicurante dipinto sulle labbra, una pistola puntata su di lui.

«Quale libro?» balbettò Joseph.

«Non fare il finto tonto con me, ragazzino. Sappiamo bene che lo hai trovato. Vedi di non rendere la cosa ancora più complicata.»

Sappiamo?

«Non ho idea di cosa state cercando, davvero» le parole gli uscivano lente. Stava sudando e il cuore batteva all'impazzata.

«D'accordo, vediamo se riesco a spiegarmi meglio» così dicendo l'uomo avanzò piano verso di lui. Joseph indietreggiò tenendo sempre la mazza alta davanti a sé.

«Buttala a terra.»

Lui obbedì scaraventandola sul pavimento.

«Molto bene. E adesso voglio che tu mi dica tutto quello che sai su questo maledetto libro» la pistola si avvicinò paurosamente alla sua testa.

Joseph indietreggiò ancora verso la porta.

«Niente bugie, stavolta o ...»

In quel momento si udì un rumore di passi proveniente dal vano delle scale condominiali.

«Joseph?» la voce di una donna giunse alle loro orecchie forte e chiara. «Ho sentito un gran fracasso poco fa. Che succede? Tutto bene?» e fece capolino sulla soglia dell'appartamento. L'uomo mosse la testa di lato distogliendo per un attimo lo sguardo da Joseph, distratto da quell'improvvisa apparizione e il ragazzo ne approfittò per sferrargli un calcio al basso ventre. Un secondo dopo, tra lo sguardo impaurito della vecchia signora immobile sulla soglia, sbucò nel vano esterno e se la dette a gambe giù per le scale correndo a perdifiato e sperando in cuor suo che chiunque fosse il ladro non avrebbe osato sparare in presenza di un testimone.

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