9 ~ Ricorda sempre sui tumuli funebri
Tatooine, qualche tempo prima
-Insomma, maestro fammi capire bene, tu vieni da vent'anni in avanti di questo tempo, sei morto e la Forza ti ha fatto tornare indietro per sistemare il casino che hai fatto in gioventù? - la domanda di Ahsoka lo sorprese leggermente.
Ahsoka era sempre stata una persona molto intuitiva ed empatica, sarebbe diventata una grande Jedi se la fiducia che aveva avuto nell'ordine non fosse venuta meno a causa di un'accusa infamante e dal fatto che nessuno, a parte Anakin, aveva mostrato fiducia nei suoi confronti.
Anakin tuttavia era felice di questo perché così la sua allieva era sfuggita all'ordine 66.
-Più o meno, furbetta, ma ora dimmi dove stiamo andando -dichiarò Anakin leggermente sospettoso.
-Alla tomba di tua madre, hai ancora dei conti in sospeso con questo pianeta, è ora di saldarli tutti, non trovi? - osservò la torguta mentre si avvicinava ad uno speeder tutto impolverato.
-Come fai a sapere che mia madre...
-Me lo hai detto tu, durante una missione - fu la risposta di Ahsoka.
Anakin scosse il capo senza fare altre domande.
Prima completava quella missione e prima si sarebbe ricongiunto ai suoi figli.
Salí sullo speeder dietro ad Ahsoka che diede gas partendo a tutta velocità e sollevando un sacco di sabbia che fece rabbrividire Anakin.
Odiava la sabbia, tantissimo e in quel momento ringraziò mentalmente il turbante e il bavero che gli proteggevano occhi e bocca.
-Quindi hai due figli eh? Ti sei dato da fare - rise Ahsoka.
-Sono gemelli per questo sono due - sbuffò Anakin.
-E comunque non sapevo che fossero due finché non l'ho letto nella mente di mio figlio Luke. - ci tenne a precisare poi.
-Avrai avuto anche una donna, immagino, un'amante - la torguta era in vena di domande e Anakin comprese che dire una bugia sarebbe stato controproducente, decise di dire la verità, almeno in parte.
-Non era solo un'amante era molto di più di questo. Per me lei era un'amica, una madre, una moglie, un'amante, una confidente e tutto ciò che potevo desiderare - dichiarò Anakin lasciando che le emozioni gli riempissero la voce.
In quel momento Ahsoka inchiodò e Anakin dovette stringersi a lei per non cadere.
-Vuoi dire che ti sei sposato?! Ma era contro il codice!- la voce della torguta aveva assunto un tono critico.
L'ex Sith sbuffò, sapendo bene in quale guaio si fosse cacciato dicendo la verità ad Ahsoka, ma ormai il danno era fatto ed era inutile tergiversare.
-Infatti il nostro era un matrimonio segreto. Una vera tortura, soprattutto quando c'è gente che fa una corte spietata a tua moglie, in tua presenza, ignorando il fatto che tu vorresti ucciderlo o dirgli "Senti, bello, stalle alla larga lei è mia moglie!". È terribile, era vero che ero sposato con una delle donne più belle di tutta la galassia però...- brontoló Anakin.
Ahsoka scoppiò a ridere vedendo la reazione accorata del suo ex maestro, ma poi tornò subito seria.
-Come hai fatto a tenere segreto un matrimonio e la gravidanza di tua moglie?
-È stato difficile, molto difficile, infatti se riuscirò in questa impresa uno dei consigli che darei ad Anakin sarebbe "Lascia l'ordine e vivi la tua vita lontano da tutto e da tutti". Perché ti rendi conto di quale sia il prezzo del potere solo quando lo paghi e allora ti comprendi che alla fine ciò che più desideravi ti stava accanto. Il potere fine a sé stesso non porta a niente di buono, solo ad una grande sofferenza - Anakin terminò il suo discorso mentre Ahsoka riprendeva la sua corsa verso la tomba di Shmi Skywalker.
La tomba era esattamente dove Anakin l'aveva vista più di trent'anni prima, tuttavia vi era qualcosa di diverso in quel luogo.
-I Lars hanno lasciato la fattoria dopo la morte del capofamiglia, Owen e Beru si sono trasferiti più a sud, ma vengono spesso qui - spiegò Ahsoka dopo che ebbe parcheggiato non lontano dalle mura diroccate della casa.
La tomba di Shmi ora era una lastra di marmo con incise poche parole di commiato oltre che alla data di nascita e di morte, tuttavia era chiaro che non fosse in stato di abbandono poiché la lapide non recava segni di rovina.
Anakin camminò come un fantasma, come se fosse uno spettatore esterno, quasi non si riconobbe quando cadde in ginocchio di fronte alla tomba della madre, lasciando correre le lacrime lungo il viso indurito dal tempo e dalle sofferenze.
Si sganciò di nuovo il bavero per permettersi di respirare meglio e l'aria rovente del pianeta gli entrò nei polmoni provocandogli quasi un dolore fisico.
Le lacrime cadevano dal viso alla sabbia creando una piccola insenatura che però scompariva subito, come se non fosse mai esistita.
In quel momento non era Darth Fener, non era il Grande Eroe senza Paura, ma soltanto Anakin Skywalker.
Gli sembrava di essere tornato indietro di anni, quando aveva riportato a casa il corpo esamine della sua genitrice, la prima donna della sua vita, la prima che avesse mai amato.
La donna che gli aveva dato la vita, che lo aveva cresciuto fino ai nove anni, la quale lo aveva lasciato andare ben sapendo che forse non si sarebbero più rivisti.
Quando Anakin aveva chiesto al consiglio di poter tornare a casa, solo per sincerarsi che sua madre stesse bene e fosse al sicuro, i maestri avevano pensato bene di negargli tale consenso.
Uno dei molti errori del cosiglio dei Jedi. Il ragazzo all'epoca non poteva saperlo, ma quello era stato uno dei passi che lo avevano portato tra le braccia del Lato Oscuro.
Era talmente immerso nel suo dolore, un dolore che non pensava fosse ancora così acuto nonostante gli anni passati, che quasi non si accorse che qualcuno gli aveva poggiato la mano sulla spalla.
-Ani - una voce, che pensava di aver dimenticato, lo stava chiamando.
L'uomo alzò la testa cercando l'origine di quella voce.
-Mamma... - quella parola, quella semplice parola che racchiudeva molti significati, la quale al solo pronunciarla gli creò un groppo in gola, il quale gli avrebbe sicuramente impedito di parlare.
Sua madre... Come era possibile?
Perché la sua mente gli giocava uno scherzo simile?
Perché prendersi gioco del suo lutto?
-Sono qui piccolo mio - Shmi si inginocchiò di fianco a suo figlio prendendogli il volto tra le mani, costringendolo a guardarla negli occhi.
Shmi era diversa da quando Anakin l'aveva vista l'ultima volta, quando gli era morta tra le braccia.
I capelli neri erano legati in una pratica crocchia attaccata alla nuca, il vestito grigio era fermato all'altezza della vita con una cintura, gli occhi neri dolci e materni non erano per niente cambiati e un sorriso comprensivo le illuminava il volto segnato dal tempo.
-Perdonami - furono le sole parole che uscirono dalle labbra di Anakin, incapace di dire altro.
A qualche passo da lui Ahsoka osservava la scena con un groppo in gola terribile, cercando di reprimere l'istinto di scoppiare a piangere.
Shmi sfiorò quel viso tanto amato e lo osservò attentamente, aveva vegliato su di lui per tutto quel tempo, lo aveva lasciato ragazzo, lo ritrovava uomo.
-Hai fatto degli errori enormi, bambino mio, errori tremendi, molte persone hanno sofferto a causa delle tue azioni, ma non posso ignorare il fatto che anche tu hai sofferto tanto. - dichiarò Shmi.
-Non giustificarmi, mamma non lo merito, come non merito tutto quello che ho ricevuto. Molte persone mi hanno amato e la sola cosa che sono riuscito a donare loro è stata solo sofferenza - il tono di Anakin si era indurito segno del disprezzo che provava per se stesso.
Cercò di distogliere lo sguardo dal viso della madre ma Shmi glielo impedì.
-Non dire così! Hai dato la tua vita, il bene più prezioso che possedevi per salvare un'altra vita, quella di tuo figlio, di mio nipote - il sorriso della donna si arricchí di una luce ancora più dolce quando nominò Luke.
Sua madre sapeva, lei sapeva tutto. Di questo Anakin se ne rallegrò, ma fino ad un certo punto.
-Ani, so cosa stai pensando. No, non ti ho odiato, mai. Anche se disprezzavo quello che stavi facendo, anche se cercavo di odiarti non ci riuscivo e non ci sarei mai riuscita. Poiché il legame che vi è tra una madre e suo figlio non si spezza mai, nemmeno nella morte e nella sofferenza. Poiché tu sei stato il dono più bello che la Forza mi avesse dato. Non provare disprezzo per te stesso, non odiarti, non ferirti, sì perché so che hai tentato di ucciderti anni fa, combatti per ciò in cui credi. La tua Padmé ti ama e ti amerà sempre, ti aspetta come io ti aspetto dall'altra parte. Permettiti di stare male, di soffrire, di piangere, di vivere quel lutto che il consiglio mai ti ha permesso di metabolizzare, non trattenere nessun genere di emozioni, altrimenti prima o poi scoppierai e sarà anche peggio. Penso che tu ormai lo sappia, dove porta troppa rabbia. - Sorrise Shmi.
Anakin annuì, sapeva, sapeva cosa stava dicendo sua madre, lo aveva capito.
-Sono qui per mettere a posto i miei errori - affermò Anakin.
-Lo so, sei diventato un uomo forte, molto forte. Però ci sono ancora molte cose che ti turbano, tua figlia ad esempio -
-Lei mi odia, mamma, con ragione. Io non riesco a sopportarlo, Leia non è come suo fratello, non è incline al perdono come Luke, in questo mi assomiglia. Ha sofferto troppo per colpa mia e non credo che troverò il modo per farmi perdonare. Anche io l'ho odiata, lo ammetto, ma perché tutte le volte che la guardavo vedevo Padmé. Vedevo il mio fallimento, in più Leia ha il mio stesso carattere e questo per me era un problema. Non riuscirò mai a farmi considerare un padre da lei - Anakin sospirò rumorosamente.
Shmi poggiò una mano sulla spalla del figlio per poi indicargli la casa.
-Owen e Beru si sono dimenticati una cosa lasciando la fattoria. Una cassapanca. La troverai vicino alla porta di entrata, dentro vi sono i miei diari. Quando ti ricongiungerai con i tuoi figli fai in modo che Leia li trovi. Non basteranno per farle cambiare idea, ma magari capirà che dietro quel...- Shmi si interruppe, non trovando la parola giusta per continuare.
-Mostro? Dillo pure, mamma so che è così.
-Non lo dirò...ma forse quello la aiuterà a vedere oltre le tenebre di Fener, se ciò non accadrà, non forzarla, dalle tempo e sarà lei a venire da te, quando meno te lo aspetti. Perché per quanto lei possa odiarti, sei pur sempre suo padre.
Anakin annuì mentre sua madre lo stringeva forte, e all'uomo sembrava che la madre avesse sostanza fisica e non fosse solo uno spirito, forse anche questo era merito della Forza.
-Dai un bacio ai miei nipoti da parte mia e dí loro che la loro nonna ha vegliato su di loro per tutti questi anni e che è orgogliosa dell'uomo e della donna che sono diventati. - dichiarò Shmi con una forte commozione nella voce.
-Sarà fatto, mamma.
Con un ultimo bacio sulle guance del figlio Shmi Skywalker scomparve, lasciando Anakin ed Ahsoka soli.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo, ancora molto lungo, forse troppo 😅😅😅😅 è comparsa Shmi Skywalker volevo darle un po' di spazio e si volevo fare piangere Anakin, ho pianto anche io mentre lo scrivevo.
Cosa ve ne pare? 😉 😉 😉 😉
Ringrazio in anticipo @pingoo00 a cui dedico il capitolo :)
Il titolo del capitolo è una citazione ad un altra saga che adoro ovvero Il signore degli anelli :)
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