38 ~ Una spada è per il coraggio, l'altra per la libertà

 
Prima di iniziare : Onde evitare confusione, ora si ritorna al presente, se non vi ricordate cosa è successo, riprendete il capitolo uno, così potete capire da  che punto riprende la narrazione :)

Coruscant, Ufficio del Cancelliere Supremo Sheev Palpatine, adesso

La porta dell’ufficio del Cancelliere si aprì e un'onda di Forza scagliò Palpatine contro il muro alle sue spalle lasciando sbalordito il giovane  Anakin, il quale non si aspettava una entrata in scena così spettacolare del suo alterego.

Con un altro colpo di Forza allontanò Windu dalla finestra, facendo atterrare di fianco all'ex Sith.

Il maestro Jedi guardò con aria seccata l'Anakin più grande che affermò :

-Mi ringrazierete dopo, maestro, ora fareste meglio ad andarvene di qui - ordinò l'ex Sith.

-Non puoi darmi ordini! - dichiarò il maestro.

L'Anakin più grande sbuffò seccato per poi rispondere.

-Fate come vi dico! Se ci tenete alla vostra vita! -

Quelle parole ebbero il potere di zittire il maestro.

-Scordati che me ne vado -

-Fate come volete. Anakin! Via di lì -

Il più giovane ci mise meno di un attimo a raggiungere il suo alterego.

Il piano stava funzionando, almeno fino a quel momento.

Palpatine cercò a fatica di alzarsi, sputando polvere leggermente sorpreso dall'onda di potere che lo aveva scagliato contro il muro.
Sapeva che Anakin era potente, ma non immaginava così tanto.

Forse era la consapevolezza a renderlo così forte.

Gli occhi del Cancelliere saettarono lungo il perimetro della stanza cercando le tre figure dei Jedi.

Non ci mise molto a individuarli.

Il cancelliere si alzò dolorante guardando malevolo l'ex Sith, avrebbe voluto ucciderlo seduta stante.

-Maestro, portate Anakin via di qui! - ordinò l'ex Sith.

-Cosa? No io resto con te - si oppose il più giovane.

Il più grande si girò verso l'altro e gli cinse le spalle.

-Tu, sei stato bravissimo, ma lascia fare a me, ora-

-Non ti lascio - affermò il più giovane e l'ex Sith comprese che non sarebbe riuscito convincere il ragazzo a desisdere.

-Voi andate, maestro - questa volta Windu non disse niente, era inutile.

Uscì di corsa, mentre la risata di Palpatine eccheggiava lungo i corridoi del Senato.

Mentre il Cancelliere rideva si mise a lanciare fulmini di Forza, i quali avrebbero colpito sicuramente il giovane Anakin, visto che dava le spalle a Palpatine, se il più grande non avesse attivato la sua spada laser mettendo il giovane alle sue spalle e paró i colpi senza problemi.

Il volto di Palpatine si indurí.

-Maledetto! - ruggí il Cancelliere.

-Lo prenderò come un complimento - ridacchiò l'ex Sith.

L'Anakin più grande non perdeva nessun movimento del Cancelliere e quando notò che stava per riprendere la spada laser che gli era caduta allungò la mano attirandola a sé.

-Troppo facile - ridacchió l’ex Sith brandendo la spada di Darth Sidoius in una mano e la propria nell'altra.

Anakin non sapeva cosa aveva in mente il suo alter ego, ma dalla scintilla nei suoi occhi gli fece capire che non aveva buone intenzioni.

Anzi la Forza attorno a lui vibrava di una strana oscurità.

Anakin sentiva la sua controparte fremere dalla voglia di vendicarsi.

-Bene, bene, sento che la tua ira verso di me sta crescendo. Uccidiami con il tuo odio a dimostrare che il destino non può essere modificato. Sei destinato ad essere mio apprendista - il viso di Palpatine si deformò in un ghigno crudele.

L'Anakin più giovane sentiva brividi correre lungo la schiena.

Come aveva potuto credere che quell'uomo potesse essere il padre che non aveva mai avuto?

Come aveva fatto ad essere così cieco?

"Non è colpa tua, Anakin. Non potevi saperlo" dichiarò il più grande.

"Mi sento lo stesso in colpa" rispose l'altro.

"Non devi, sei innocente"

Quelle parole si scolpirono nel cuore del giovane che fu molto grato al più grande.

-Ti sbagli, Palpatine, non sono più quello che ero tempo fa. E poi qui per impedirti di rovinarmi la vita- quelle parole, dette con una tremenda freddezza, fecero capire al giovane Jedi che il suo alterego aveva una idea ben precisa in testa.

L'ex Sith puntò i grandi occhi azzurri sul Cancelliere e Palpatine sentí, per la prima volta in vita sua, una scossa di paura scuoterlo dal profondo.

Gli occhi di quell'uomo venuto dal futuro sembravano ghiaccio. Di un azzurro limpido come l'Anakin che lui conosceva.

Eppure questo Anakin era completamente diverso.

Attirò a sé una delle spade laser dei Jedi caduti e si gettò sui due Anakin.

O meglio sul più grande.

Se avesse ucciso lui, l'altro Anakin non avrebbe avuto più appigli e sarebbe caduto nel lato Oscuro.

L'ex Sith spinse via il più giovane oltre la porta che si chiuse, separando i due Anakin.

Il più giovane cercò di riaprire la porta ma fu tutto inutile, era bloccata dall'interno con la Forza.

-Anakin!- ma era impossibile che i due uomini all'interno potessero sentirlo.

Appoggiò la schiena sulla parete e scivolò fino a sedersi sul pavimento, il ragazzo poteva solo sperare che andasse tutto bene.

***

Luke e Leia stavano cercando di uscire dal tempio senza essere visti dai cloni che pattugliavano la zona.

Entrambi conoscevano fin troppo bene la guerra e le sue conseguenze, ma vedere i corpi straziati di quei bambini e ragazzi, li aveva segnati più di qualunque altro ricordo legata alla guerra contro l'impero.

Quei bambini non centravano nulla, non avevano colpa se non quella di essere stati scelti per diventare Jedi.

-È tremendo - sussurrò Leia.

-Sí, se mai riusciremo a finire questa guerra, vorrei proporre a Yoda di togliere questa assurda tradizione di prendere i bambini piccoli. Non è giusto! Diventare Jedi deve essere una scelta consapevole, non deve essere imposta - affermò Luke tra i denti.

Entrambi avevano i nervi tesi e si nascondevano appena possibile onde evitare di essere visti, inoltre quello che avevano detto i cloni riguardo a Palpatine aveva destabilizzato i due ragazzi.

Come aveva previsto loro padre, Palpatine aveva tirato fuori un asso dalla  manica, ma anche loro ne avevano uno e forse il Cancelliere non era riuscito a prevederlo.

-Eccoli là - dichiarò una voce che Luke riconobbe essere quella di un clone.

-Andiamo!

I due ragazzi si misero a correre più forte che poterono per cercare di raggiungere l'uscita del Tempio.

Ma quando raggiunsero la porta la trovarono sbarrata.

-No! - Luke lasciò andare quell'unica parola.

Non vi erano altre vie d'uscita, erano spacciati.

Luke accese la spada laser, imitato dalla sorella, la quale si trovò, per la prima volta, a bandire la spada che il padre aveva creato per lei su Mortis, all'inizio della loro missione.

Sembrava che fosse passato un secolo da allora, ma non era così.

La spada di Luke era verde, mentre quella di Leia era azzurra, come quella dell'Anakin più giovane.

-Cosa pensate di fare con qui giocattoli, ragazzini? - domandò una voce tagliente.

I gemelli alzarono lo sguardo verso una delle logge che si trovavano a qualche metro sopra le loro teste ed è lì che videro il proprietario della voce.

Sopra di loro vi era uno degli Assassini Sith, ma questo era diverso dagli altri.

La sua armatura era rossa e non nera come quella degli altri, al fianco portava due spade laser, non aveva altre armi.

La sua firma nella Forza era oscura, forse pari solo a quella di Palpatine.

Doveva essere un guerriero molto potente.

-Non riuscirete a sfuggirmi. Non c'è vostro padre a proteggervi stavolta. Vi ucciderò nel modo più lento e doloroso possibile, vi farò pentire di esservi messi contro il mio padrone e le vostre teste mozzate grideranno a vostro padre il suo fallimento - dichiarò l'uomo saltando giù dalla loggia e atterrando in mezzo al cerchio di cloni, a poca distanza dai gemelli.

Luke e Leia si misero in posizione di guardia.

Non avrebbero permesso a quell'assassino di ucciderli, non dopo tutta la fatica che avevano fatto per raggiungere quel punto.

-Prima ci devi sconfiggere - dichiarò Leia tirando fuori la sua arma segreta, ovvero il sarcasmo.

-Mia piccola principessa sarà un giochetto da ragazzi - detto questo il Sith fu addosso ai gemelli.

Luke parò un colpo mentre Leia provava ad assestarne uno al fianco del guerriero.

Ma lui sembrava prevedere ogni mossa, ancora prima che i ragazzi avessero anche solo il tempo di pensarle.

Leia evitò un colpo che l'avrebbe uccisa sicuramente se Luke non l'avesse intercettato con la propria spada.

-Notevole. Ma non vi servirà - le parole del Sith erano imbevute di follia.

-Chiudi il becco - dichiarò Leia, approfittando del fatto che l'assassino fosse concentrato su suo fratello per ferirlo alla gamba destra.

-Maledetta principessina! - dichiarò l'uomo cercando di colpire la ragazza, che però parò il colpo.

Toccò a Luke, approfittare del fatto che il loro avversario fosse concentrato su Leia per disarmarlo.

Una delle due spade laser cadde a terra.

Il Sith era furibondo, colpiva alla cieca, a volte prendendo dentro anche i cloni, ma questo all'assassino non importava.

Alla vista dei loro compagni morti sotto i colpi dell'assassino, i cloni si allontanarono, alla ricerca di altri Jedi da uccidere.

Il viso dell'uomo era distorto dalla follia, i suoi occhi iniettati di sangue dicevano solo una cosa.

"Voglio uccidervi!"

E avrebbe fatto qualunque cosa pur di riuscirci.

Ma non aveva messo in conto l'unione dei due fratelli.

Leia riuscì a togliergli anche l'altra spada dalla mano e l'uomo si ritrovò alla mercé dei ragazzi.

-E comunque, solo mio padre ha il diritto di chiamarmi "principessina" - dichiarò Leia colpendo in pieno petto l'assassino.

Era finita, almeno per il momento.

Angolo Autrice : Nuovo capitolo, un po' più lungo :) per farmi perdonare di quelli precendenti che forse erano troppo lenti 😅😅😅 cosa ne pensate? 😉 😉 😉




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