33 ~ Baci rubati da labbra amate

Coruscant, appartamento di Padmé Amidala, qualche tempo prima

La notizia dell'ennesimo attacco alla senatrice Amidala fece rapidamente il giro del senato giungendo fino alle orecchie dei due Anakin e di Leia.

Erano seduti in una delle sale del tempio Jedi, una di quelle poco usate, e l'ex Sith stava spiegando al giovane Anakin e a Leia alcune nozioni base del lato oscuro, in modo che fossero capace di riconoscerne i segni se fosse loro capitato di imbattersi in Palpatine versione signore oscuro dei Sith.

Alla notizia i due Anakin erano scattati in piedi all'unisono.

-Cosa? Palpatine ha esagerato stavolta? Attaccare Padmé nel cuore del senato! - il più giovane fece per uscire dalla stanza, ma Leia lo fermò.

-Anakin, aspetta e se Palpatine VOLESSE provocarti per costringerti a reagire? - la domanda della principessa ebbe il potere di far restare fermi sul posto entrambe le versioni di suo padre.

-Leia ha ragione, dobbiamo cercare di non raccogliere la provocazione. È quello che lui vuole. - il più grande cercò di rimanere lucido.

Anche lui, come il più giovane premeva per agire, ma sua figlia aveva ragione, era sempre più fiero della ragazza.

-Ma Padmé...

-Lei sta bene, se le fosse successo qualcosa ce ne saremmo accorti, e poi c'è Luke con Padmé, non avrebbe permesso a nessuno di farle del male. - dichiarò l'ex Sith.

Leia mandò un pensiero al suo gemello, ma questo venne intercettato da Luke.

"Tranquilla, sorellina sto bene. Dì a papà di venire nell'appartamento della mamma, noi siamo qui, stiamo bene, non siamo feriti" dichiarò mentalmente il ragazzo.

"Va bene, li avviso subito" rispose la principessa.

I due Anakin stavano ancora discutendo sul modo più semplice e, soprattutto, veloce per far fuori il Cancelliere, cosa che fece ridere Leia, vedendo la faccia esterefatta dell'Anakin più giovane quando il più grande si era messo a descrivere, nei dettagli, la sua, personalissima, vendetta, avvenuta sulla Morte Nera.

-E quando si è messo a usare i fulmini di Forza su Luke, quasi portandolo alla morte l'ho preso e l'ho buttato giù dal reattore principale della suddetta stazione, potrei rifarlo, ma questa volta lo farei volare giù dalla finestra del suo ufficio. - affermò l'ex Sith lisciandosi il mento.

La barba era sempre lì, nonostante Sabé gli avesse fatto notare più volte che senza stava meglio, ma lui non aveva voluto sentire ragioni e non si radeva mai completamente, era anche un modo per distinguerlo dall'Anakin più giovane.

-Basta meditare vendetta! Andiamo nell'appartamento della mamma, lei e Luke ci aspettano lì. - intervenne Leia diventando assoluta protagonista dell'attenzione dei due uomini.

I tre uscirono velocemente dal Tempio, senza essere visti, perché utilizzarono una serie di passaggi segreti che l'ex Sith conosceva perché, in era imperiale, il Tempio Jedi era stato convertito a Palazzo dell'imperatore, e questo aveva portato l'ex Sith ad imparare a memoria ogni angolo del palazzo, passaggi segreti compresi.

Quello preso dai tre li spuntava in una zona buia del portico del senato.

-Wow - il più giovane dei due Anakin era a bocca aperta.

Il più grande rise.

-Coraggio - li incoraggiò Leia che era già salita su uno speeder, parcheggiato lì vicino sedendosi al posto del pilota.

Alle proteste dei due ragazzi, la principessa rispose :

-Non ho intenzione di fare guidare nessuno di voi, siete peggio di Han, per quanto riguarda la guida pericolosa, quindi zitti, tutti e due -

L'Anakin più giovane stava per protestare, ma il più grande gli poggiò una mano sulla spalla facendo segno di no con la testa.

Era inutile discutere con Leia.

I due ragazzi presero posto e la principessa diede gas.

L'ex Sith aveva già sperimentato la guida di Leia, ma il più giovane no e questo strappò una serie di risate da parte del più grande quando vide la sua controparte studiare ogni minimo movimento di Leia , come se temesse che la ragazza potesse fare qualche errore.

La principessa, invece lì fece arrivare a destinazione sani e salvi.

-Beh? - domandò la giovane una volta che fu scesa dallo speeder.

-E va bene, sei abile come pilota - affermò il più giovane dei due Anakin con aria, visibilmente, offesa.

Ma presto le loro preoccupazioni tornarono a galla e tutti e tre entrarono nell'appartamento.

Le ancelle non c'erano, segno che Padmé le aveva congedate tutte, persino Sabé non c'era.

La senatrice era seduta sul divano con Luke di fianco.

Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e sembrava dormire.

Questo tuttavia spinse l'ex Sith a cercare la presenza del figlio nella Forza.

Non ci mise molto a trovarla, visto che la firma di Luke era luminosa come un faro nella notte.

-Sto bene, papà, tranquillo - forse in risposta alla chiamata di Anakin, Luke aprí i grandi occhi azzurro cielo puntadoli sulla sorella e sulle due versioni di suo padre.

La prima a rompere il ghiaccio e ad avvicinarsi fu Leia, che gettò le braccia al collo del gemello.

-Stupido, strapezzente! Mi hai fatta preoccupare! Non provare mai più a rischiare la vita, capito? Sono già stata troppo clemente a lasciarti andare sulla Morte Nera, non permetterò di nuovo a quel viscido verme di farti ancora del male! - dichiarò la principessa stringendo ancora di più Luke.

-Leia, così mi soffochi! - affermò il ragazzo.

-Ops - la giovane si allontanò arrossendo appena.

-Luke è stato molto coraggioso, è grazie a lui che siamo riusciti a scappare - dichiarò Padmé con un sorriso, tutto rivolto al più piccolo dei suoi uomini.

L'Anakin più giovane era seduto accanto a lei, mentre il più grande si era appoggiato al muro in una zona d'ombra, come se non volesse essere notato o, come pensava Padmé, non voleva far vedere quanto soffrisse.

Soffriva, Anakin, soffriva perché quello che stava vedendo era la cosa che più desiderava al mondo, ovvero la sua famiglia unita e felice, mentre lui, nella linea del tempo originale, aveva rovinato tutto.

Ma Padmé sapeva che non era colpa di Anakin, se era successo tutto quello che aveva raccontato, la colpa era di Palpatine.

-Non dire sciocchezze, mamma, sei una cecchina straordinaria, senza di te, sarei morto - dichiarò Luke.

Il ragazzo si sentiva leggermente in imbarazzo, nonostante si fosse meritato la nomea di Eroe della Galassia per aver ucciso l'imperatore nel suo tempo, non amava essere al centro dell'attenzione.

-Voi state bene? - volle sapere l'ex Sith.

-Sí, stiamo bene, tutti - sorrise Padmé poggiando una mano sul ventre gravido.

L'Anakin più grande sorrise, ritornando ad appoggiarsi al muro.

Il più giovane però intercettò lo sguardo di Padmé rivolto al più grande e non ci mise molto a capire cosa aveva in mente la moglie.

-Venite ragazzi, Leia che ne dici se ti insegno a tirar di spada? - domandò l'Anakin più giovane ad una confusa Leia.

La principessa ci mise un attimo a capire, ma quando comprese afferrò suo fratello e, insieme ad Anakin uscirono dall'appartamento lasciando Padmé e l'ex Sith da soli.

La senatrice si alzò dal divano avvicinandosi all'uomo che altri non era che la versione più vecchia di suo marito.

-Padmé - iniziò a dire l'ex Sith.

Vi erano talmente tante cose che avrebbe voluto dire, ma alla fine le parole gli rimasero incastrate il gola.

Era talmente vicina che poteva sentire il respiro di lei sulla pelle.

Solo in quel momento, avendola così vicina sentiva il peso di quello che aveva perso.

Il suo angelo, la sua sposa, tutto ciò che il suo cuore desiderava.

Era una tortura continuare a evitarla, ma faceva parte di quella pena che si era autoinflitto.

-Sssh - Padmé gli poggiò un dito sulle labbra, zittendolo dolcemente.

-Non dire niente, so cosa provi ora. Mi eviti perché hai paura di mettere in crisi il mio matrimonio con Anakin, ma lui sa che io non posso stare lontano da te, come non posso allontanarmi da lui. Voi siete la stessa persona. E ti amo, come amo lui.- dichiarò Padmé.

Anakin la attirò a sé.

Erano vicinissimi, si toglievano pochi centimetri.

Padmé infranse le distanze tra loro e lo baciò.

Anakin avrebbe voluto allontanarla, ma non poteva fare altro che ricambiare quel bacio tanto desiderato.

Era una dolce e terribile tortura, quelle labbra che aveva amato più di chiunque altro, lo avevano conquistato di nuovo.

Lei scese sul collo sfiorando una cicatrice, vecchio ricordo delle guerre dei cloni.

Anakin chiuse gli occhi lasciandola fare, lei tornò a baciargli le labbra.

L'uomo ricambiò ogni bacio per poi staccarsi.

-Ti ho sempre amata, sempre anche nei momenti più cupi, vivere senza di te, angelo mio, è stata la tortura più atroce che abbia dovuto subire. - Anakin le sfiorò i capelli imprigionati in una elaborata acconciatura che l'ex Sith non ci mise molto a sciogliere, lasciando che una cascata di ricci scuri ricadesse sulle spalle della senatrice.

-Mi sei sempre piaciuta con i capelli sciolti.

Lei sorrise baciandolo di nuovo.

-Il tuo cuore è pieno di cicatrici, voglio aiutarti a guarire - sussurrò la donna all'orecchio di Anakin.

-Tu stai già guarendo le mie cicatrici, angelo.

Padmé gli accarezzò il viso indurito dalla sofferenza e dal dolore.

-Io ci sarò sempre per te, ricordatelo sempre, amore mio.

Anakin le baciò la fronte.

-Sono stato tuo da quando ci siamo rivisti dopo i dieci anni di separazione. E se penso a quello che ho fatto...

Padmé gli spostò una ciocca bionda dagli occhi.

-Non pensarci - lo baciò di nuovo.

-Ti amo.

Angolo Autrice : Nuovo capitolo un po' ecco, sdolcinato, lo ammetto, ma un lato romantico lo possiedo anche io :) spero vi piaccia :)

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