2~ Risveglio
Qualche tempo prima
Anakin Skywalker sentiva freddo, come se fosse sdraiato su un pavimento di gelida roccia.
Si sentiva intontito, come se avesse dormito a lungo e profondamente.
Con fatica aprí i grandi occhi blu trovandosi sdraiato sul pavimento duro di quello che riconobbe essere il santuario del Padre su Mortis.
L'uomo si guardò intorno incredulo, senza capire come avesse fatto a raggiungere il pianeta, visto che era morto.
Con suo sommo stupore si rese conto di avere di nuovo un corpo, poteva vedersi riflesso sul pavimento.
I capelli erano più corti di quando era giovane, con qualche striatura bianca, il viso era solcato da alcune cicatrici, e un inizio di barba addobbava il suo volto rendendolo più maturo.
Gli occhi azzurri erano tornati limpidi come un tempo anche se più profondi e con una leggera luce malinconica che in gioventù non aveva.
Guardò la mano destra rendendosi conto che era nuovamente umana.
Colto da quella consapevolezza del tutto inaspettata, d'istinto tolse il guanto dalla mano sinistra comprendendo, con non poco stupore, che era umana e non di freddo metallo come lo era stata per metà della sua vita.
Un dettaglio, tuttavia, colpí l'attenzione dell'uomo.
Uno scintillio proveniente dall'anulare sinistro.
Osservando meglio si rese conto di avere ancora addosso la fede nuziale, quella che si era scambiato con Padmé all'epoca del loro matrimonio.
Un sorriso gli nacque spontaneo sulle labbra, era come se quella sottile vera d'oro non fosse mai sparita ed anzi fosse proprio dove doveva stare.
Dei rumori alle sue spalle distolsero la sua attenzione.
Alle sue spalle vide Luke, sdraiato a terra e, a poca distanza da lui, la principessa Leia.
La Forza aveva voluto riunirlo ad entrambi i suoi figli.
Se da una parte ne era felice, dall'altra era anche molto preoccupato dalla reazione di Leia.
Sapeva fin troppo bene cosa sua figlia pensasse di lui e non poteva certo darle torto.
Non si era sicuramente comportato come un buon padre.
Decise tuttavia che doveva almeno provarci ad avvicinarsi a sua figlia.
Anche se avrebbe confidato in Luke che la conosceva meglio.
Si avvicinò al ragazzo e lo scosse leggermente per cercare di svegliarlo.
-Luke, Luke, svegliati -
Gli occhi di Luke tremolarono appena fin quando non si aprirono.
-Dove siamo? - domandò suo figlio.
-Su un pianeta che in teoria non è raggiungibile, siamo su Mortis, sono già stato qui, da ragazzo - fu la risposta di Anakin mentre osservava la stanza dove si trovavano.
Il ragazzo a quel punto scivolò lungo il pavimento per cercare di svegliare la sorella.
La giovane era sdraiata a terra a pancia in giù, con i lunghi capelli castani lasciati sciolti che le coprivano la schiena come un morbido mantello.
Fu proprio in quel momento che Anakin notò la straordinaria somiglianza di Leia con Padmé, e questo gli fece male più di quanto non avesse previsto.
Gli occhi di Leia si aprirono di scatto appena il tocco gentile della mano di Luke non le sfiorò la spalla.
-Luke! Dove siamo? Cosa è successo? - domandò la ragazza confusa.
I suoi occhi castani si accesero di rabbia quando vide l'uomo alle spalle di suo fratello.
-Cosa ci fa lui qui?
Luke scosse la testa, non lo sapeva.
-Non lo so, Leia e credimi che essere il bersaglio dell'odio di mia figlia non è esattamente quello che volevo ma riconosco che non hai molta scelta visto quello che ho fatto. Comunque siamo su Mortis, un pianeta in teoria impossibile da raggiungere.
Leia non aveva mai sentito parlare di quel pianeta e, sebbene non si fidasse affatto di quello che era a tutti gli effetti suo padre, si rese conto che doveva essere per forza la verità.
L'istinto era di prendere il blaster e sparargli, ma decise di non fare niente, prima doveva capire davvero dove fosse.
Era sicuramente la sala principale di un santuario o di un tempio.
Le pareti erano scure, il soffitto alto, una finestra faceva intravedere uno scorcio del paesaggio esterno, una catena montuosa che sembrava sfidare il cielo con la loro imponenza.
Sulla parete di fronte a loro vi era inciso un disegno raffigurante i tre guardiani della Forza, il Padre, il Figlio e la Figlia.
Anakin ricordava il primo incontro avuto con i tre, soprattutto rammentava le parole del Padre a riguardo.
Se lascerai Mortis la tua scelta egoistica peserà su di te e sul resto della galassia.
Erano state quelle le parole del guardiano e Anakin all'epoca non ne aveva compreso il peso e solo allora, dopo più di ventitré anni, si rendeva conto di quanto profetiche fossero quelle frasi.
-Non ho mai sentito questo pianeta.
Le voci di Luke e Leia risuonarono nella sala vuota limpide e cristalline.
-Giovane Skywalker, principessa Leia, progenie del Prescelto, non potete aver sentito questo nome poiché non esiste su nessuna mappa - una voce cavernosa fece sobbalzare tutti e tre gli Skywalker.
Appena udirono quella voce i due gemelli misero mano alle armi, pronti a combattere, ma Anakin fece loro segno di stare fermi.
-Anakin, sapevo che prima o poi la Forza ti avrebbe ricondotto qui.
La figura del Padre comparve da una scala laterale che i tre Skywalker non avevano notato.
Luke non aveva mai visto un individuo come quello che gli si parò davanti.
Era alto, con la pelle grigiastra, gli occhi piccoli fissavano le figure con un cipiglio severo.
Indossava una lunga tunica grigia e oro, su cui spiccava la barba candida, un cappello a punta copriva i capelli color della neve.
Leia non riusciva a nascondere il suo stupore.
Aveva veramente davanti uno dei leggendari Guardiani della Forza?
Non le sembrava vero.
-Padre, è da un po' che non ti vedo - affermò Anakin cercando di non sembrare sorpreso.
-Sí, sono mutate molte cose dal nostro ultimo incontro. Sembri molto più consapevole di allora e vedo che non sei solo. La Forza evidentemente voleva che ci fossero entrambi.
Con un cenno del capo indicò Luke e Leia ancora più confusi di poco prima.
-I tuoi gemelli...-le parole del Padre erano cariche di malinconia e l'ex Sith sapeva anche il motivo.
Anakin annuì e a Luke non sfuggì un che di teso nei movimenti del padre.
-Cosa ci facciamo qui?
Luke dette voce al quesito che gironzolava anche nella mente di Anakin.
-La Forza vi ha affidato una missione, dovete tornare indietro nel tempo e impedire la caduta di Anakin nel Lato Oscuro.
Le parole del Padre turbarono non poco Anakin.
Era consapevole di quello che era successo allora e l'ultima cosa che voleva era mettere in pericolo Luke e Leia.
-Non potrei mai mettere in pericolo i miei figli, non hanno già sofferto abbastanza? - affermò lo Jedi.
-Io non voglio accettarla questa missione! Non mi interessa cosa era prima, mi importa quello che è diventato! Un mostro! - affermò Leia con i pugni serrati.
Il Padre la fissò e in quello sguardo la principessa ci lesse un miscuglio di emozioni.
-Mia piccola principessa, tu non sai chi era Anakin e lo stai giudicando soltanto sulla base di quello che hai visto, ma dietro quella maschera c'è molto di più.
Leia avrebbe voluto rispondere, ma non riuscì a proferire parola.
-Padre, non preoccuparti so badare a me stesso - intervenne Luke dirottando l'attenzione su se stesso.
-Lo so, ragazzo mio, ma preferirei di gran lunga sapervi entrambi al sicuro a casa che a rischiare nuovamente la vita per me - rispose con sincerità Anakin.
-Anakin so che per te è difficile accettarlo, ma la Forza ha deciso così, tu hai bisogno della presenza di Luke e Leia, perché loro tengono in equilibrio il tuo animo. Senza di loro rischi il doppio, poiché so che vorresti solo uccidere Palpatine quando te lo troverai davanti.
Anakin si morse il labbro inferiore annuendo.
Luke lo guardò senza capire.
-Tranquillo giovane Skywalker, capirai tutto. Ora seguitemi avete molte cose da sapere prima.
I due ragazzi lo seguirono dietro un ampio portale curiosi di sapere cosa stesse per succedere.
Angolo Autrice : nuovo capitolo, forse un po' corto ma spero che vi piaccia e ne approfitto per augurare a tutti voi una serena Pasqua :)
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