10 ~ Piani d'azione
Tatooine, qualche tempo prima
Anakin entrò in quella che era stata la casa di sua madre e della sua nuova famiglia, cercando la cassapanca di cui gli aveva parlato Shmi.
Non ci mise molto a trovarla e a trovare il suo contenuto.
-Eccoli!
-Mi dici cosa andavi cercando? - domandò Ahsoka rimasta sulla soglia.
Si era ripresa un pochino dalla visione di poco prima e si sforzava di apparire scherzosa e leggermente sferzante.
-I diari di mia madre per Leia - rispose Anakin.
-Chi è Leia?
-Mia figlia.
A quella risposta la torguta tacque, mentre osservava il suo ex maestro infilare dei quadernetti sgualciti dentro una sacca.
-Sai dove posso imparare a usare il blaster? - domandò Anakin girandosi verso la sua ex allieva.
-Posso insegnarti io, ma questo significa che dovrai restare ancora su questo pianeta che tanto odi - dichiarò Ahsoka.
-Va bene, odio Tatooine, ma mai quanto Mustafar.
-Sei stato su Mustafar?
Anakin si rese conto di aver rivelato un po' troppo del suo possibile futuro, ma decise che avrebbe parlato, Ahsoka era una delle persone di cui si fidava di più.
-Sí, ed è una lunga storia.
-Mi pare che tutta la tua vita sia una lunga storia, però visto che ti fermi ancora un po', avrai parecchio tempo per raccontarmela. - dichiarò la ragazza appoggiandosi alla porta della casa.
-Non so se è il genere di storia che ti piacerebbe sentire - Anakin si guardò intorno in cerca di qualcosa o semplicemente per prendere tempo.
-Invece sembra interessante, voglio dire, mi hai detto che sei passato al Lato Oscuro per cercare di salvare una persona a te molto cara, hai avuto due figli da una donna che non so nemmeno chi sia, sei tornato al Lato Chiaro, sei morto e la Forza ti ha fatto tornare indietro nel tempo. Non è una storia che si sente tutti i giorni - Ahsoka disse quelle parole senza guardare in faccia Anakin che nel frattempo si era avvicinato.
-Allora se vorrai ascoltarla te la racconterò, ma poi non dire che non ti avevo avvisata -
-Beh ora Skycoso torniamo a casa, tra poco i soli saranno tramontati è meglio non farsi trovare in giro dai sabbibodi o dagli uomini degli Hutt che perlustrano questa zona.
Anakin avrebbe voluto obiettare che non temeva gli Hutt, ma decise che non era il caso di obiettare, lui mancava da quel pianeta da troppo tempo, Ahsoka era molto più esperta di lui.
Ropresero lo speeder e Ahsoka guidò fino alla sua casa.
Anakin aveva mille pensieri per la testa e quasi tutti riguardanti i suoi figli e come evitare la sua caduta.
-Tu hai un piano, vero? - domandò Ahsoka rendendogli una ciotola di brodo.
-Sí, solo che non so come metterlo in atto.
La torguta si sedette di fronte al suo maestro appoggiando la ciotola con il brodo sul basso tavolino e fissando Anakin con un sopracciglio alzato.
-Spiegarmelo, magari posso aiutarti - dichiarò Ahsoka.
-Voglio anticipare quello che succederà sulla Mano Invisibile -
-L'ammiraglia dei separatisti. Perché vuoi andare lì? - Ahsoka si grattò la testa dubbiosa.
-Perché è lì che ho compiuto il primo passo per diventare un Sith, ovvero uccidere l'apprendista di Palpatine - Anakin sospirò appoggiandosi al muro.
-Palpatine aveva un apprendista? - Ahsoka mosse energicamente il cucchiaio che teneva in mano rischiando di farlo volare via.
-Sí, il conte Dooku era il suo apprendista - spiegò Anakin.
-No, scusa non è possibile Dooku aveva un'apprendista, Ventress - precisò Ahsoka.
Anakin si portò il cucchiaio alla bocca, cercando di riordinare le idee, gongolando un po' all'idea di avere delle conoscenze in più rispetto alla sua ex apprendista.
-Diciamo che Ventress non era un Sith, era un assassino Sith, ma non era un vero Sith non apparteneva al lignaggio di Darth Bane, come invece era Dooku, infatti il nome Sith del conte è Darth Tyranus. Ventress non era un Darth quindi non era un Sith - affermò Anakin.
-Ricapitolando sei un Sith se hai il titolo di Darth e Ventress non l'aveva.
-Esatto, furbetta. Infatti un maestro Sith può avere un solo allievo alla volta, come i Jedi, ma a differenza dei Jedi, un maestro Sith deve incutere paura nel suo apprendista onde evitare che il suddetto apprendista lo uccida. È così che Palpatine mi ha tenuto sottomesso per più di vent'anni, con la paura - spiegò Anakin poggiando il cucchiaio al lato della scodella ormai vuota.
-Quindi qual è il tuo piano?
-Salire sulla Mano Invisibile, uccidere Darth Tyranus, liberare Palpatine e impedire così alla mia versione più giovane di fare il primo, o meglio un altro passo, verso il Lato Oscuro. Anche se vorrei uccidere il Cancelliere subito, so che non posso, la mia personale vendetta può aspettare - sbuffò Anakin.
Ahsoka non capiva fino a che punto il suo ex maestro fosse pronto a spingersi, era evidente che detestasse Palpatine tanto da auspicarne la morte, ma al tempo stesso si stava dando un freno, forse tutto questo faceva parte di un piano più ampio di cui lei non era al corrente.
-Il tuo piano non fa una piega, però hai dimenticato una cosa : dove trovi una nave per andare fino alla Mano Invisibile? E chi ti dice che non ti riconosceranno? - le domande di Ahsoka erano tutte valide ed Anakin lo sapeva bene.
-Per quanto riguarda la nave so che su Rodia, lì c'è un clan, i Chekko che sono molto abili nel fabbricare armi e nkb solo, per quanto riguarda il fatto che qualcuno mi possa riconoscere, ne dubito, persino tu hai faticato a capire chi fossi.
La torguta a quel punto dovette annuire. Era vero quando si era trovata davanti Anakin non lo aveva riconosciuto subito, ci era voluto un attimo e parecchi chiarimenti da parte dell'uomo affinché lei lo potesse riconoscere.
-In effetti hai ragione. Ma toglimi una curiosità perché vuoi imparare ad usare il blaster?
Anakin si grattò il mento, reso più spigoloso dalla barba bionda e fece un mezzo sorriso.
-Non è male saper usare anche altri armi.
-Sarà meglio che andiamo a dormire, ho una stanza in più, domani ci aspetta una lunga giornata. - Sorrise Ahsoka.
Anakin annuì e si diresse verso la stanza che gli aveva indicato la sua ex allieva, si distese sul letto cercando di prendere sonno.
Dopo aver passato qualche ora a guardare il soffitto, cadde in un sonno irrequieto e senza sogni.
***
Il colpo mancò di poco il bersaglio e Anakin imprecò in huttese.
-Se continui ad arrabbiarti non ci riuscirai mai! Datti una calmata e concentrati sul bersaglio - lo corresse Ahsoka.
L'ex Sith pensò che fosse strano vedere i loro ruoli completamente ribaltati, adesso era lui l'allievo e lei la maestra.
-Seguirò il tuo consiglio.
Anakin cercò di non pensare a niente se non a quel bersaglio e quando si sentí pronto sparò.
Bersaglio centrato in pieno e questo strappò un sorriso di soddisfazione sul volto di Anakin.
-Bravo ed ora, prova con i bersagli mobili. Tutte le volte che ne colpisci uno gli altri andranno più veloci - Ahsoka azionò un marchingegno che fece correre i bersagli lungo una specie di binario.
Anakin non immaginava che Ahsoka si fosse organizzata così bene, per quanto riguardava gli allenamenti, non erano molto lontani dalla casa della torguta.
L'ex Sith caricò il blaster e provò a sparare, ma mancò il bersaglio.
"Devi concentrarti sul bersaglio e non sulla freccia, rilassa il braccio, altrimenti farai una fatica immensa" la voce di Sal un vecchio arciere che aveva conosciuto quando era ancora un Jedi gli rimbombarono in testa.
Infatti durante una missione su Felucia, Anakin si era ritrovato separato dal suo plotone e con i nemici alle calcagna.
Era stato salvato da Sal, un vecchio eremita che viveva solo in una zona molto inospitale del pianeta.
L'uomo lo aveva aiutato e nel tempo che era rimasto con lui aveva insegnato ad Anakin il tiro con l'arco, nonostante fosse consapevole che al giovane Jedi non sarebbe servito.
Invece in quel momento con un blaster in mano e dei bersagli da colpire, Anakin comprese che quelle lezioni erano state molto utili.
Si calmò prese la mira e sparò. Bersaglio centrato in pieno.
Gli altri allora aumentarono la velocità, ma Anakin ormai aveva capito il trucco e non ci mise molto a colpirli tutti.
-Impari un fretta - sorrise Ahsoka.
-Pura fortuna - affermò l'ex Sith riponendo il blaster.
I soli gemelli di Tatooine avevano iniziato a compiere il loro giro, e Anakin aveva deciso di partire per Onoam, non poteva restare ancora molto su quel pianeta.
-Dobbiamo partire, Ahsoka.
-Certo, vieni con me, ho una nave. Non lontano da qui.
Detto questo Ahsoka corse verso casa sua per preparare i bagagli mentre Anakin sospirava.
L'ora della verità
Angolo Autrice : Siamo tornati da Anakin ;) tranquilli presto rivedremo anche i gemelli 😀😀😀
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