1~ La Guerra è cominciata
Coruscant, pochi passi dal Palazzo del Senato, adesso
Un colpo di blaster sfiorò il braccio di Luke Skywalker che si sentì trascinare dietro ad una colonna da suo padre, al fianco del ragazzo sua sorella Leia, puntava il blaster contro alcuni droidi poco lontani da loro.
-Cosa succede? - Il ragazzo si voltò verso Anakin che sospirò.
-Droidi da battaglia. - Rispose l'uomo apparentemente calmo.
-Questo è lo scontro finale - affermò Leia guardando Anakin che annuì.
Coruscant era diventata una specie di campo di battaglia dove le truppe che un tempo servivano la Repubblica ora la occupavano come degli invasori.
Luke accese la spada laser imitato da Anakin che si abbassò il cappuccio sugli occhi per celare la sua identità, si gettarono nella mischia facendo fuori tutti i droidi che gli si paravano davanti.
Leia si districava tra i suoi avversari a colpi di blaster aiutando ora il padre ora il fratello.
La principessa non pensava che sarebbe mai riuscita a perdonare suo padre e ad affezionarvici in così poco tempo.
Certo non aveva dimenticato Bail Organa, il suo padre adottivo che l'aveva cresciuta come se fosse stata sua figlia naturale, ma si stava rendendo conto che Anakin era una persona migliore rispetto al groviglio di metallo che aveva incontrato quando aveva diciannove anni, poco prima della distruzione di Aldeeran.
Anakin usò la Forza per allontanare alcuni droidi dalla figlia, la quale non si era accorta della presenza dei nemici.
Leia gli rivolse un sorriso di gratitudine che Anakin accolse con sollievo.
La convivenza delle ultime settimane li aveva avvicinati molto e questo non poteva che renderlo felice.
L'ex Sith alzò lo sguardo oltre i grattacieli della capitale per vedere il Tempio Jedi e il Palazzo del Senato svettare sopra le loro teste.
Il loro obiettivo era lì dentro.
-Dobbiamo andare al Senato! - Affermò Anakin quando si trovò schiena contro schiena ai suoi figli.
-Ma come facciamo? Siamo bloccati!- sbuffò Leia mentre sparava.
Ma per ogni droide abbattuto ne comparivano altri due.
Anakin fece un ghigno freddo che fece rabbrividire la principessa.
-State fermi e lasciate fare a me.
Né Luke né Leia avevano compreso cosa il loro genitore volesse fare, mentre Anakin si concentrava attingendo a tutti i suoi poteri di Cavaliere Jedi.
Di colpo i droidi che li circondavano vennero schiacciati dalla tettoia che si trovava sopra le loro teste.
-Accidenti! - esclamarono all'unisono i due gemelli.
-Calmatevi, figli miei, questo è solo un trucchetto. -Sorrise Anakin.
-Ora andiamo. Il senato ci aspetta- intervenne a quel punto Leia facendo in modo che tutti e tre si ricordassero della loro missione.
Luke annuì mentre Anakin riusciva a recuperare uno speeder a bordo del quale i tre sfrecciorono verso il palazzo del Senato.
Per Leia era una sensazione molto strana.
Aveva passato parecchio tempo in quel palazzo, quando il Senato imperiale era ancora in carica e prima come apprendista di Bail Organa.
Ora lo vedeva sotto una luce differente era il luogo dove tutto era iniziato e finito nel medesimo istante.
La Repubblica era morta e al suo posto era sorto l'impero.
Anakin sentiva la presenza della sua controparte, ma anche quella del suo ex maestro Darth Sidius, o meglio il Cancelliere Palpatine come veniva chiamato in quegli anni.
Per l'ex Sith era come vivere in un incubo. Era stato rimandato nel passato insieme a Luke e a Leia per impedire la sua caduta verso il lato oscuro, e per permettere ai suoi figli di avere dei genitori presenti.
La sua amata Padmé sarebbe stata orgogliosa dei gemelli se avesse potuto crescerli.
Anakin era convinto che sarebbe stata una mamma fantastica, dolce e severa al punto giusto.
L'uomo non sapeva se lui sarebbe potuto essere un buon padre, ma sperava che questa loro nuova missione potesse aiutarlo a comprendere.
-Eccolo! - Leia indicò l'imponente figura del Palazzo del Senato che svettava in tutto il suo splendore nella notte di Coruscant incendiata dalla guerra.
Anakin sì fermò nel cortile del palazzo e Luke saltò giù a velocità supersonica seguito dalla sorella.
Leia moriva dalla voglia di trasformare quell'ammasso di pelle morta che era Palpatine in un groviera, ma suo padre non era dello stesso avviso.
-Fermi. Vado io, voi andate al Tempio- dichiarò l'ex Jedi poggiando le mani sulle spalle dei suoi figli.
-Cosa? No, non ci penso nemmeno io resto con te! - Luke guardò suo padre con i grandi occhi azzurri seri.
-E io non vi lascio soli - si intromise Leia fulminando Anakin con i suoi penetranti occhi castani, così uguali a quelli di Padmé che l'ex Sith sentí un dolore quasi fisico, ma era comunque convinto di quello che doveva fare.
-Siete stati bravissimi finora, ma lasciate fare a me adesso. Se c'è qualcosa che non posso sopportare è l'idea dei miei figli così vicino all'uomo che ha rovinato le loro vite.
Luke avrebbe voluto protestare dirgli che non era un bambino e che sapeva perfettamente difendersi da solo, ma qualcosa negli occhi di Anakin gli fece capire che sarebbe stato inutile parlare.
Anche Leia avrebbe voluto ribellarsi alla decisione del padre, ma, esattamente come il suo gemello, comprese che sarebbe stato inutile insistere con il loro padre.
-Vogliamo aiutarti, papà. Anche per noi l'idea di te vicino a Palpatine è terribile- per una volta Leia dette voce ai suoi pensieri.
Si stava rendendo conto che teneva a quell'uomo più di quanto pensasse.
-Lo so Leia, ma cerca di capire. Voglio solo proteggervi.
Sto cercando di fare, troppo tardi, quello che avrei dovuto fare allora. Impedire a Windu di uccidere il cancelliere e salvare la mia controparte dal lato oscuro. Voglio che voi andiate al Tempio e che raduniate tutti i Padawan lì presenti e che li portiate via. Se Palpatine ha già dato l'ordine 66 allora i cloni tra poco saranno lì e voglio che quei bambini vivano. Voi avete abbastanza esperienza per proteggerli. Vi prego, ragazzi miei , andate al Tempio.
I ragazzi compresero che niente avrebbe distaccato loro padre dall'idea di andare da solo ad affrontare il suo destino, qualunque esso fosse.
-Va bene, papà, ma tieni gli occhi aperti.
-Non preoccupatevi, ma prima, Leia.
La ragazza si avvicinò al padre che si staccò dalla cintura una spada laser.
-Tieni, l'ho creata per te quando eravamo su Mortis - Anakin tese verso la figlia la spada laser.
Leia non capiva. Si sentiva lusingata e anche confusa da quell'inaspettato gesto di affetto e fiducia.
Lei non aveva mai dato molta fiducia a suo padre all'inizio, ma si stava rendendo conto che non voleva perderlo.
-Grazie.
-So che sei abilissima con il blaster, ma spero che anche questa possa esserti utile.
Leia annuì.
Aveva passato molto tempo ad allenarsi con la spada laser di Luke, e ora che ne aveva una tutta sua, sapeva di essere pronta.
Non riuscì a dire altro perché Anakin attirò i figli in un abbraccio per poi marciare verso il palazzo del Senato.
Luke e Leia osservarono la figura di loro padre sparire oltre l'ingresso del Senato, per poi salire sullo speeder per poi dirigersi verso il Tempio Jedi sapendo di avere i minuti contati.
****
Anakin Skywalker, un tempo conosciuto come lord Darth Fener, camminava a passo di marcia lungo gli stessi corridoi che ventitré anni prima lo avevano visto trasformato da Jedi a Sith. Da paladino della pace a portatore di morte.
Ancora non riusciva a credere di essere lì. Di nuovo.
Solo che questa volta era consapevole di quello che sarebbe successo se avesse fallito.
Lo consolava il pensiero che i suoi figli non fossero presenti. Poiché non sapeva come avrebbe potuto reagire se Palpatine avesse osato minacciarli di nuovo.
Luke e Leia erano la sua luce. I suoi tesori più preziosi e li avrebbe protetti anche a costo della vita.
Il regalo più bello che la sua amatissima Padmé gli aveva lasciato prima di morire.
Quella vita alla quale aveva rinunciato quando aveva ucciso l'imperatore, sapendo che non sarebbe sopravvissuto.
Ma non gli importava. L'importante era che suo figlio fosse vivo.
Si fermò a poca distanza dalla porta con i sensi all'erta, era pronto a scattare al minimo rumore o alla minima avvisaglia di pericolo.
Non si sarebbe fatto trovare impreparato. Non questa volta che sapeva esattamente cosa doveva essere fatto.
Allungò la mano verso la porta usando la Forza per aprirla.
Sapeva che oltre ci avrebbe trovato Palpatine, la sua controparte del passato e il maestro Windu.
Prese fiato e si preparò ad entrare.
****
Quando Luke e Leia giunsero sui primi gradini del tempio si resero subito conto di essere arrivati tardi.
La porta era divelta e colonne di fumo si levavano dalla sala del consiglio.
Con il cuore in gola il giovane corse all'interno attivando la spada laser seguito dalla sorella.
Leia impugnò il blaster pronta a sparare al minimo movimento sospetto.
Appena superarono l'ingresso un rumore sospetto li costrinse a nascondersi dietro ad una colonna per evitare i cloni che pattugliavano la zona.
Luke spense la spada per non attirare troppo l'attenzione, mentre Leia si sporgeva appena oltre il loro nascondiglio per vedere oltre.
Lo spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi era veramente raccapricciante.
Ovunque si vedevano cadaveri di giovani Padawan morti sotto i colpi dei cloni.
-Qui non ci sono - affermò uno dei due cloni poco lontano dal nascondiglio dei gemelli.
-No, immagino che loro padre li abbia mandati lontano da qui. Il nostro padrone si sarà sbagliato.
-Il padrone non sbaglia mai. Sicuramente sono qui da qualche parte.
Luke sentì il respiro bloccarglisi nella trachea mentre Leia stringeva ancora di più le mani sull'impugnatura del blaster.
I cloni sapevano che loro sarebbero arrivati. O meglio Sidius sapeva che sarebbero arrivati.
Con quella cupa consapevolezza i due gemelli compresero che non potevano rimanere lì, nascosti, prima o poi sarebbero stati scoperti.
Dovevano raggiungere loro padre e in fretta!
Angolo Autrice : Confusi vero? 😉 Tranquilli presto vi sarà tutto chiaro, questa è una nuova versione che avevo in mente già da tempo spero vi piaccia :) ringrazio @LukeSkywalkerFan5 per la cover
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