28: Epilogo

     Era strano. Non dover controllare i globi era bizzarro. Evhonas alzò lo sguardo verso l'alto. Lo Specchio aveva smesso di ricevere i sogni degli altri mondi. Da quando il velo era stato squarciato, non produceva più sfere. L'alieno non aveva nulla da fare. Ed era strano. Per anni era stato impegnato a mettere da parte quanti più globi possibili. Ora che non c'era più nulla a trattenerlo lì, si sentiva a disagio. Aveva trascorso quasi tutta la sua vita in quel luogo. Era stato la sua ragione d'essere. Eppure adesso non aveva alcun valore. Era soltanto una macchina con un pezzo mancante. Senza utilità.

     «Sono felice di rivederti, vecchio mio.»

     La sorpresa si dipinse sul suo volto. Quella voce... era un ricordo vago, sbiadito, ma gli suonava familiare. Si voltò lentamente. Un uomo, un essere umano, era in piedi, alle sue spalle. Si teneva distante solo di pochi metri. La percezione che ne ebbe Evhonas fu potente. La coscienza di quella persona gli invase la mente. L'alieno si girò completamente. Le sue lunghe braccia strusciarono a terra. Le mani si posarono sull'erba.

     Il padre di Lucas gli sorrise.

     «Visto che non sei venuto a trovarmi, ho deciso di farlo io» gli disse.

     L'essere non si mosse. Non emise un suono. Si limitò a fissarlo. Aveva saputo che Lucas era riuscito a tornare. Gli si era spezzato il cuore quando era stato informato dell'assenza di Drianna. E della presenza di De Vito. Aveva avuto il desiderio d'incontrarlo, ma ogni volta aveva esitato. Aveva troppa paura. Paura che fosse cambiato. Che non fosse più la persona che ricordava. Si sbagliava. Quel sorriso ne era la prova.

     «Ivhilian» sibilò la creatura.

     L'uomo ridacchiò: «Sono contento di sapere che ti ricordi ancora il mio nome» gli si avvicinò con passo cadenzato. «Tuttavia, ti sarei grato se mi chiamassi Thomas. Thomas De Vito.»

     L'uomo l'oltrepassò e si guardò nello Specchio. Evhonas lo seguì con lo sguardo, girandosi quando gli fu alle spalle. Lo scrutò con attenzione. La sua schiena era forte, imponente. Le spalle larghe. Il portamento fiero. Sarebbe riuscito a riconoscerlo ovunque. Non solo perché potevano percepirsi a vicenda.

     «Un nome umano» considerò affiancandolo. «Vuoi davvero mantenerlo?»

     Ivhilian si strinse nelle spalle: «Perché no? È quello che ho usato da sposato e da padre, sai?»

     L'essere lo studiò con attenzione. Era così strano. Il suo aspetto era completamente estraneo, ma la coscienza era come la ricordava. Forte, decisa e intraprendente. Non era cambiata, dall'ultima volta che aveva visto quell'uomo.

     «Come è stato?» gli chiese, accovacciandosi alla sua altezza. «Vivere da umano.»

     Gli occhi di Thomas si riempirono di ricordi: «Non ci sono parole per descriverlo» gli rispose, rivolgendogli un sorriso nostalgico. «Sono stato felice, Evhonas. Come non mi era mai accaduto. Ho amato Sara con tutta l'anima. Ho sperimentato l'emozione di diventare padre. Ho giocato con mio figlio. L'ho visto crescere. Sono tutte cose che non avrei mai potuto avere qui» si massaggiò il collo con una mano. «Quando Sara è morta, ho sentito il terreno sprofondare sotto i miei piedi. Non pensavo che sarebbe accaduta una cosa del genere. Ero convinto di essere destinato a morire prima di chiunque altro. Le cose non sono andate come credevo.»

     Thomas sospirò. Gli rivolse un sorriso e poi si sedette. Distese le gambe sull'erba dell'isolotto. Poggiò le mani dietro la schiena e alzò lo sguardo. Evhonas lo imitò subito dopo. La posizione non era congeniale alla sua fisionomia, ma non voleva far sentire l'amico a disagio. Lui era stato il primo collaboratore. Il più incredibile tra i tre che aveva avuto. La sua erede non era stata all'altezza. Evhonas non aveva mai voluto tanto bene a qualcuno come a quell'uomo. Persino Drianna, la terza padrona del velo, non era riuscita a sostituirlo.

     Quando il velo aveva smesso di rispondergli, Ivhilian aveva scelto la sua sostituta. Le aveva chiesto di spedirlo sulla Terra e di donargli forma umana, così che potesse trascorrere gli ultimi anni che gli rimanevano in compagnia della persona amata. Dal punto di vista di un terrestre, era come se avesse sperimentato due vite diverse. Ormai doveva essersi abituato a quell'aspetto. La cultura del popolo che lo aveva ospitato gli era diventata più familiare che quella del suo mondo d'origine. Questo si rispecchiava nella sua coscienza. Evhonas percepiva delle lievissime deformazioni.

     «Non sono più abituato alla gravità di questo pianeta» tergiversò Thomas. «Mi ci vorrà un po' per adattarmi.»

     La creatura non si lasciò distrarre: «Dovrai dirglielo, prima o poi» lo avvertì.

     Ivhilian si strinse nelle spalle: «Perché? Tra meno di vent'anni sarò morto. Non serve che lo sappia.»

     Evhonas sbuffò: «Non credi che inizierà a porsi delle domande? Quando vedrà che la sua aspettativa di vita è maggiore di quella di un umano, come pensi reagirà?»

     L'altro scoppiò a ridere: «Per allora sarò morto!» sospirò, tornando serio. «Ha già iniziato. Non riesce a capire perché ero così calmo, quando siamo scappati da Heizber e siamo arrivati qui. Non fa che chiedermi cosa gli nascondo e io... non lo so, vecchio mio. Non lo so davvero. È uno dei motivi per cui l'ho evitato, per tutto questo tempo. Lucas non è uno stupido, ma io non sono pronto a parlargliene.»

     Abbassarono entrambi lo sguardo sullo Specchio. Rimasero in silenzio. Evhonas non si aspettava che Ivhilian cambiasse idea. Lo conosceva troppo bene. Sapeva che era una persona caparbia. Non avrebbe detto nulla a suo figlio, finché non l'avesse ritenuto necessario. La creatura non se la sentiva di insiste. Non ne aveva alcun diritto.

     «È strano» considerò Thomas. «Lo Specchio. Non l'avevo mai visto così. Immobile. Sembra senz'anima.»

     «Gli ingegneri troveranno una soluzione» lo rassicurò l'essere. «Mi sono preoccupato di raccogliere sufficienti scorte. Dureranno per almeno un secolo.»

     L'altro si limitò ad annuire. Continuò a osservare la superficie argentea. Evhonas lo scrutò, chiedendosi cosa pensasse. Poteva solamente percepire la sua coscienza, coglierne la personalità unica. I dettagli delle sue riflessioni gli erano preclusi. Era frustrante. Dopo tanto tempo, anni di lontananza, desiderava sapere tutto.

     «Quando hai capito che Lucas era mio figlio?» gli domandò Ivhilian, d'un tratto. «Quando lo si percepisce, si ha la sensazione di avere a che fare con un semplice umano.»

     L'essere si stupì di quella domanda. Inclinò la testa di lato e gli rivolse uno sguardo curioso. Era buffo che proprio lui glielo chiedesse. Lui, che più di chiunque conosceva la sottile differenza tra coscienza umana e aliena.

     «Hai ragione» ammise. «La sua presenza è umana. All'inizio pensavo fosse un terrestre. Molto dotato, sì, ma pur sempre diverso da noi. Poi, però, Drianna lo ha portato qui.»

     Ivhilian sorrise: «Ho conosciuto Drianna. Ha una coscienza meravigliosa... mi rincresce che sia rimasta sulla Terra.»

     Evhonas non rispose. Non voleva pensare a lei. Le mancava terribilmente. Lucas era uscito distrutto dalla loro separazione. Erano trascorse solamente due settimane, nel loro mondo, e ancora non si erano rassegnati all'ineluttabile realtà. Lei era rimasta intrappolata sulla Terra. Sarebbe morta lì. Loro non avrebbero fatto in tempo a riportarla indietro.

     «Quando Lucas è arrivato, credevo che il transfert lo avrebbe cambiato» continuò a spiegare. «Però non è accaduto. Questo mi ha insospettito: com'era possibile? Nessun essere umano può resistere allo stress del viaggio. Nessuno. Tranne lui. Allora ho pensato: e se non fosse umano? Non era la prima volta che uno di noi si mescolava ai terrestri, ma non c'erano mai stati casi di rapporti intimi. Tu, in quel momento, eri l'unico a camminare sulla Terra e ad avere tutti i motivi per provarci» si girò a guardarlo. «Sono rimasto stupito, quando sono arrivato a questa conclusione. Non pensavo nemmeno che fossi ancora vivo. Però era l'unica ipotesi che avesse un senso. Per questo l'ho lasciato tornare sulla Terra, senza protestare. C'era solo una cosa che non riuscivo a spiegarmi: il perché non avessi percepito la sua vicinanza alla nostra specie.»

     Ivhilian ridacchiò: «Ti ho sconvolto, eh, vecchio mio?» strappò un filo d'erba. «I geni terrestri sono incredibilmente dominanti. Quando Lucas è nato, ho provato sollievo: era umano. Sembrava umano. Però c'era qualcosa in cui non lo era. Il suo sesto senso. Riusciva a percepire le coscienze altrui. Non ne era consapevole, ma lo faceva. Ancora adesso non se ne rende pienamente conto. La sua resistenza agli influssi del velo è stata la prova definitiva.»

     Si fissarono. Il loro discorso era giunto al capolinea. Non era mai accaduto prima che geni umani e alieni si mescolassero. Lucas era il primo della sua specie. Oltre che il risultato di un'esistenza vissuta appieno. Thomas sorrise timidamente alla creatura.

     «Mio figlio è la soluzione a tutto, non è così?» mormorò.

     Evhonas tornò a osservare lo Specchio: «Possiede l'intensità di pensiero di un umano e la resistenza di uno di noi» considerò, affascinato. «Potrebbe diventare il padre di una generazione eterna. Di un popolo capace di viaggiare tra i mondi. Senza timori.»

     «Con nuovi mezzi» Ivhilian annuì. «Mezzi che non richiedano prezzi troppo alti.»

     «Già» l'essere si distese sull'isolotto. «Sarebbe un futuro meraviglioso.»

     Thomas gli si sdraiò a fianco. Il suo sorriso era ancora più intenso.

     «Lo sarà» sussurrò. «Lo sarà, vecchio mio.»

|| Il Nascondiglio dell'Autrice ||

Siamo arrivati alla fine! ^^

Ho deciso di lasciare questa rivelazione per ultima... un po' come il colpo di scena finale!

Che ne pensate? Ve lo aspettavate?Vi invito a rimanere ancora con me! ^^

Anche se la storia è finita, infatti, ci sono ancora molte cose da scoprire! Pubblicherò alcuni capitoli riguardanti le curiosità e le informazioni più interessanti!

Per chi non fosse interessato alle curiosità, vi invito a seguire la mia nuova storia: Alius!

La trovate sul mio profilo xD ovviamente.

Che altro dire? Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia fino alla fine! ^w^ Vi invito a continuare a seguirmi e a commentare in molti questo capitolo, con le vostre impressioni finali!

^^ Alla prossima!

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