23: L'Ultima Speranza
Giunsero alle prime ore dell'alba. Leach aprì loro la porta. Le sue occhiaie lasciavano intuire che non avesse dormito. Li invitò a entrare con un sussurro. Heizber diede cenno ai suoi uomini di dirigersi direttamente in soggiorno e nella stanza degli ospiti.
Matthias osservò la scena con ostentata indifferenza.
I due ragazzi si ribellarono. Provarono a scappare, ma non trovarono una via di fuga. Nel tentativo, si ferirono lievemente. La camicia da notte indossata dalla giovane si strappò all'altezza della coscia. Sembravano davvero sorpresi per l'irruzione. Howen, però, non ci cascò. Aveva trascorso abbastanza tempo insieme a Lucas e Drianna da capire che non erano degli sprovveduti. Sicuramente avevano previsto un risvolto del genere.
«Perquisiteli» ordinò Nicholas, una volta che furono ammanettati.
Matthias fu sul punto di ubbidire, ma suo fratello lo fermò.
«No, non tu» gli intimò, bloccandolo con una mano. «Tu» aggiunse, rivolto a un sottoposto.
L'uomo incaricato eseguì all'istante. Tutti avevano notato l'atmosfera di tensione che aleggiava tra il tenente e il sottotenente. Barston non aveva più fiatato, dopo la loro ultima discussione. Nella sua mente risuonavano ancora le parole dell'altro.
Ti ucciderò, aveva detto.
Matthias non temeva per la propria vita. La sua paura era ben diversa. Aveva il terrore che fosse trascorso troppo tempo. Che la personalità originale dell'altro si fosse completamente volatilizzata. Quelle parole ne erano state la conferma. Nicholas, suo fratello, quello vero, era scomparso. Svanito, come i suoi sogni.
«Ehi!» Lucas protestò quando il perquisitore palpò le sue parti intime.
«Niente scherzi, stavolta» sogghignò Heizber.
Howen notò l'occhiata che gli lanciò. La frase non era rivolta solo al ragazzo. Sostenne lo sguardo del fratello, ostentando sicurezza. Non poteva mostrarsi debole di fronte a lui. Sarebbe stata la rovina, altrimenti. Abbassare la testa sarebbe equivalso a una confessione di colpevolezza. Nicholas avrebbe capito che non era dalla sua parte. Le sue minacce si sarebbero trasformate in dati di fatto.
«Nessuna traccia dell'oggetto, signore!» esclamò il sottoposto.
Il tenente digrignò i denti: «Spostati!»
Spintonò malamente l'uomo e prese il suo posto. Perquisì sia Lucas che Drianna. Non trovò nulla. Ruggì di rabbia. Tempestò di calci il mobile vicino. Matthias dovette resistere alla tentazione d'intervenire. Non era più suo fratello, ma il suo cuore ancora non se ne capacitava. Continuava a soffrire, quando lo vedeva in quello stato. Continuava a desiderare la sua felicità. Howen represse un sospiro di sollievo, nel momento in cui l'altro terminò il suo sfogo. Decise di prendere in mano la situazione. Doveva sfruttare l'occasione per dimostrargli la sua collaborazione.
«Perquisite la casa da cima a fondo» ordinò ai sottoposti, con tono concitato. «L'oggetto deve essere per forza qui. Trovatelo.»
Gli uomini si sparpagliarono nell'abitazione. Incuranti delle proteste di Leach, la misero completamente a soqquadro. Trascorsero minuti, ore intere a cercare. Frugarono in ogni angolo. Il più piccolo e insignificante anfratto venne ispezionato. Non trovarono nulla. Di nuovo.
Nicholas si sfogò ancora sullo stesso mobile. Matthias rimase a osservarlo. Strinse i pugni: non doveva intervenire. Quando ciò che rimaneva di suo fratello si fu calmato, Howen prese di nuovo la parola.
«Tenente» disse, prendendolo da parte.
«Cosa c'è, Matthias?» ringhiò Heizber.
«Ho trascorso del tempo con loro, dopo che sono tornati» iniziò lui, lanciando uno sguardo a Lucas. «So perché sono qui: per il padre.»
Nicholas sgranò gli occhi: «Il padre? Il padre del ragazzo?»
Barston annuì: «Sì. Vogliono portarlo lì, dove sai.»
Un sorriso deformò i tratti di suo fratello: «Non me ne stupisco.»
Prima che potesse aggiungere altro, Nicholas si allontanò da lui. Matthias lo osservò, mentre impartiva dei nuovi ordini: metà degli uomini avrebbero continuato a perquisire la casa, l'altra metà li avrebbe scortati fino al luogo dove era rinchiuso il padre di Lucas. Howen prese il ragazzo sottobraccio, tirandolo verso l'uscita. Lo accompagnarono due sottoposti, che si occuparono di trascinare anche Drianna. Costrinsero i giovani a entrare in una delle macchine nere parcheggiate davanti alla casa. Quella era l'unica occasione per parlare con loro.
«Riferite al tenente che i prigionieri sono pronti» ordinò ai due uomini.
Questi lo lasciarono quasi subito. Non aveva molto tempo. Si chinò per allacciare la cintura a Lucas, il quale però si ritrasse. La sua espressione era piena di risentimento.
«Abbiamo poco tempo» sbottò Barston. «Perché vi siete arresi alla cattura?»
«Non sono affari tuoi» ringhiò il ragazzo, in un sussurro. «Non ci confideremo con chi gioca con la nostra fiducia.»
«Non sto giocando» rispose Matthias, a bassa voce. «Sto proteggendo l'unica speranza di riavere indietro ciò che ho perso.»
«Di che stai parlando?» sibilò l'altro.
Howen si affrettò ad agganciare la cintura: «Di Nicholas. Volevo dire: di Heizber. Di te, del tuo dono. Tu sei l'unico a poter usare il velo nel modo giusto.»
«E con questo?» insistette Lucas, scrutando l'entrata della casa con apprensione. «Cosa c'entri tu con quel pazzo?»
«Non è pazzo. Solo spietato. Non era così, un tempo» mormorò Matthias, passando alla cintura della ragazza. «Era una brava persona. Ma è cambiato. È diventato crudele. Un uomo senza scrupoli.»
«Arriva al punto!» sbottò il giovane.
«Il punto è che gli ho promesso che l'avrei salvato» intervenne Drianna. «Era il nostro patto. Lui ci avrebbe aiutati, se avessi ristabilito l'identità mentale di Ni... Heizber. Ora, però, non ho più poteri. Il velo non mi risponde. Ormai sei tu il suo padrone.»
Lucas sgranò gli occhi: «Io dovrei fare... cosa?»
«Modificare i suoi schemi mentali» spiegò lei. «Ma è complicato... e tu non sei pronto. Non ancora.»
Il ragazzo lasciò ricadere il capo sul poggiatesta del sedile: «Non finirò mai di stupirmi dell'immensità del casino in cui mi hai coinvolto» sbuffò.
La giovane sorrise: «Eri coinvolto...»
«Fin dall'inizio. Lo so» concluse lui.
«Stanno arrivando» mormorò Matthias. «Tenete la bocca chiusa: non dite una parola.»
Si tirò su. Nicholas stava uscendo dall'abitazione. Metà dei suoi uomini lo seguivano a ruota. Soltanto uno di loro entrò nella macchina. Gli altri si dispersero nelle varie automobili. Il tenente si sedette sul sedile anteriore del passeggero. Howen sospirò e, chiuse le portiere, si mise alla guida. Durante il percorso, notò, dallo specchietto retrovisore, l'espressione stupita di Lucas. Non aveva idea di cosa pensasse. Forse era incredulo di fronte alla sua guida fluida e attenta. Era uscito alquanto sconvolto dall'inseguimento in auto di tre mesi prima.
Il viaggio durò un'ora e mezza. Giunsero in un ampio parcheggio. Era pieno di macchine nere. Alle spalle, si notava un grosso edificio, apparentemente fatiscente. Scesero tutti dall'auto e si avviarono verso il palazzone. Matthias ormai lo conosceva bene. Era il luogo ideale dove detenere persone e oggetti importanti. Era abbastanza isolato da non correre il rischio che qualcuno vi entrasse per sbaglio. Il suo aspetto malandato era un altro potente deterrente. Inoltre era solo la punta dell'iceberg: la vera struttura si trovava sottoterra. Nessuno si sarebbe sognato di prendere l'ascensore in un palazzo che cadeva a pezzi. Tranne chi conosceva la verità.
Spinsero a forza i ragazzi nell'abitacolo. I tasti per la scelta del piano erano numerati fino al nove. Una volta che tutti gli uomini furono entrati, Heizber premette dei pulsanti, digitando una sequenza di cinque numeri. Le luci della cabina si accesero e questa iniziò a scendere
L'attesa fu lunga. Quando l'ascensore si fermò e le sue porte si aprirono, i due ragazzi vennero spinti fuori. Furono costretti a camminare davanti al tenente e ai suoi uomini, lungo un intricato percorso di corridoi e stanze. Gli ambienti erano molto ampi e luminosi, grazie anche alle pareti bianche, che riflettevano la luce delle lampade al neon.
Heizber intimò ai prigionieri di fermarsi davanti a una porta.
Estrasse una chiave dalla tasca e la infilò nella serratura.
I chiavistelli scattarono quattro volte.
«Tienili d'occhio» ordinò a Matthias. «Quando te lo chiederò, farai entrare solo lui.»
Howen si limitò ad annuire rigidamente.
Suo fratello lanciò uno sguardo a Lucas.
«Ora vedremo quanto è forte la sua determinazione.»
|| Il Nascondiglio dell'Autrice ||
Zan-zan-zan-zan!
Funzionerà il piano di Lucas?
E Matthias si è davvero schierato dalla sua parte? o.o
Cosa accadrà ai due giovani? D:
Dove li porteranno? D:
U.U Tutto questo lo scoprirete... nel prossimo capitolo (forse)!
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