21: Non Arrendersi Mai


     Lucas le rivolse un cenno della testa. Drianna rispose annuendo. Sì: aveva sentito tutto. O almeno, aveva ascoltato abbastanza da capire che Simon non era un alleato. Osservò lo sguardo imperturbabile dell'umano. Non sembrava sconvolto dall'idea che il suo amico lo stesse tradendo.

     Era incredibile che avesse elaborato quel piano, per scoprire se fosse dalla loro parte o meno. Le aveva chiesto di lasciarli soli, in modo da non insospettirlo. Poi, nel momento più opportuno, anche lui si era congedato dall'amico. A quel punto Simon, credendo di non essere osservato né ascoltato, si era scoperto.

     Lucas conosceva molto bene quella casa. Sapeva che le pareti erano sottili: aveva trascorso molte notti nella stanza degli ospiti. Ricordava chiaramente il fastidioso russare di Simon. Si udiva distintamente anche se le due camere erano in zone opposte dell'abitazione.

     Ascoltarono finché non vi fu silenzio. Allora il ragazzo riaprì la porta e si affacciò.

     «Simon...» chiamò l'altro.

     «Sì?» sentì la ragazza.

     «Credo che rimarrò a parlare con Drianna ancora per un po'.»

     «Oh, okay. Metticela tutta!»

     «N-non fare l'occhiolino! Non è come pensi» borbottò Lucas. «Buonanotte» aggiunse.

     «Certo, certo. Buonanotte!»

     Il ragazzo rimase affacciato alla porta. Seguì con lo sguardo il padrone di casa, finché non lo vide entrare nella sua stanza. Allora, e solo allora, entrò nella camera. Chiudendola a chiave.

     Drianna aprì la bocca per dire qualcosa, ma lui la zittì con un gesto della mano. Rimasero in silenzio finché non udirono distintamente il russare profondo di Simon.

     Fu sempre Lucas a rompere il silenzio: «Hai sentito?»

     Lei annuì: «Sì. Dobbiamo trovare un altro posto dove stare e...»

     Lui scosse la testa: «No. Parlavo della situazione di mio padre.»

     La ragazza rimase interdetta. Non le sembrava il momento adatto per pensare a tutt'altro che alla fuga. Gli uomini di Heizber erano stati allertati: sarebbero potuti essere lì in qualsiasi momento. Ci rifletté su per alcuni secondi. Sospirò: poteva capirlo. Anche lei sarebbe stata preoccupata, sei i suoi genitori fossero spariti senza lasciare traccia.

     «Cosa vuoi fare?» gli chiese.

     Lucas osservò con circospezione la camera. Gironzolò un po' e poi si sedette sul letto. Drianna aveva disordinato le coperte. Nel caso Simon fosse entrato senza preavviso, avrebbe creduto davvero che stesse dormendo. Infatti indossava la grande camicia da notte che le aveva prestato. Era di sua madre.

     «Non lo so. Se quello che ha detto è vero, il piano per recuperarlo quando sarebbe uscito di casa non ha più senso. Non sappiamo nemmeno dove l'hanno portato» Lucas si passò le mani tra i capelli.

     La ragazza lanciò uno sguardo alla porta. Si udiva ancora il russare di Simon. Si avvicinò all'umano e gli si sedette a fianco. Le vicende delle ultime settimane dovevano averlo scombussolato molto. Ogni suo gesto le trasmetteva la sua ansia. Poteva anche percepirla grazie al sesto senso della sua specie. Gli prese una mano e gliela strinse, nella speranza di tranquillizzarlo. Esultò quando notò di esserci riuscita. Lucas alzò lo sguardo su di lei. Le rivolse un sorriso stanco.

     «Non dobbiamo abbatterci. Ci sarà qualcosa che non abbiamo tentato» lo incoraggiò.

     Il ragazzo scosse lentamente la testa: «Non credo...» la sua espressione però diceva il contrario: Drianna era sicura che stesse cercando un'alternativa.

     Si domandò cosa avrebbe fatto, se non fosse riuscito a trovarla.

     Forse, un giorno, Lucas si sarebbe ritrovato ad affrontare le sue stesse difficoltà. A dover affrontare la realtà. Senza avere più una possibilità di scelta.

     L'umano schioccò le dita all'improvviso: «Hai detto che il velo può fare qualsiasi cosa.»

     Drianna scosse la testa: «Non tutto: solo ciò che è utile per manipolare e raccogliere i sogni.»

     Lucas non diede troppa importanza alla sua risposta: «Sì, sì, va bene. Diciamo quasi tutto. Potrebbe illudere i sensi?»

     La ragazza lo scrutò: «Che intendi?»

     «Può, per esempio, creare illusioni?» insistette lui.

     L'aliena si portò un dito alle labbra, pensierosa. Riportò alla mente le sue esperienze con il tulle. Non gli aveva mai chiesto di creare immagini fittizie. Non ne aveva mai avuto motivo. Tuttavia, poteva ipotizzare che fosse possibile

     «In teoria, sì» rispose, dopo attente valutazioni. «Perché? Cos'hai in mente?»

     Lucas le rivolse un sorriso furbesco. Drianna rimase immobile. Da quando si erano conosciuti, non aveva mai sorriso così. Lo aveva visto annoiato, distaccato, sconvolto, arrabbiato, affaticato, persino spaventato, ma mai divertito. Non riusciva a capirlo. Perché era tanto entusiasta? Si rese conto di temere per lui. Aveva paura che gli accadesse qualcosa di brutto. Qualcosa che era già successo.

     Il ragazzo le strinse la mano: «Voglio riprendermi mio padre.»

     Drianna abbassò lo sguardo.

     Le loro dita erano intrecciate.

     Come le loro esistenze.

     Ricambiò la sua stretta. La sua pelle era calda. Il contatto umano era un'esperienza bizzarra. Era molto diverso dal genere di tocco a cui era abituata.

     Però non le dispiaceva. Il gesto di Lucas le trasmetteva sicurezza. Le dava l'idea che confidasse in lei. Che fosse disposto ad affidarle la sua incolumità. Oltre che la vita.

     Il senso di colpa l'aggredì senza preavviso. Drianna si morse il labbro inferiore. Tenne lo sguardo basso: non aveva la forza di guardare il ragazzo.

     Ricambiò la sua stretta.

     «Come?» gli chiese.

     Lucas le sorrise. Di nuovo. La ragazza ricambiò timidamente. Non era sicura che fosse un buon segno. Il suo cambio d'atteggiamento... poteva essere colpa del velo? Oppure non lo conosceva così bene come credeva? Lo osservò attentamente. Non percepiva nessun cambiamento in lui. La sua coscienza era intatta. Emanava lo stesso piacevole calore della sua pelle.

     L'umano era riuscito a dominare il potere del tulle. Lei voleva credere che avesse neutralizzato anche gli effetti collaterali più terribili. Sembrava incredibile che esistesse qualcosa di più orrendo del perdere anni di vita.

     «È semplice» le rispose Lucas. «Rimarremo qui.»

     Drianna sgranò gli occhi: «Qui?»

     Non riusciva a credere alle sue orecchie.

     Restare in quella casa significava consegnarsi a Nicholas.

     Voleva dire affrontare lui e suo fratello.

     Rivivere quell'incubo.

     «Vuoi consegnarti nelle loro mani?» era sconvolta. «Non puoi! Lucas, sei troppo prezioso, tu...»

     «Non ho intenzione di arrendermi a Heizber» la tranquillizzò lui. «Non sono impazzito, ma non mi arrenderò senza lottare. Non ho le energie necessarie per usare di nuovo il velo. Anche se pensassi a mio padre, ora come ora non funzionerebbe. Ho bisogno di riposo. Mi aspettavo il tradimento di Simon: non potevo sperare in una situazione migliore. È evidente che quegli uomini sanno dove si trova mio padre. Non ci resta che sfruttare l'occasione.»

     Drianna scosse la testa: «Non ti seguo.»

     Lucas le sorrise ancora una volta.

     «Saranno loro a portarci da lui.»



|| Il Nascondiglio dell'Autrice! ||

Chi credeva che Lucas fosse così scemo da farsi prendere nel sacco alzi la mano! XD

*Alza la mano*.

Chi credeva che invece fosse un genio del male alzi la mano.

*Non alza la mano*.

Chi crede che quest'imitazione del comico di Zelig faccia pena alzi il dito medio xD okay no, la smetto.

*^* Buona notizia: visto che ho quasi finito il libro, riprendo a pubblicare anche il martedì.

Nota: non ho invece finito la revisione xD ma ho deciso di rivedere tutto a libro finito che è meglio

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