16: Ricordi di una Vita Spezzata
Evhonas l'aveva fissata intensamente. Era rimasto in silenzio. Lo sguardo con cui la scrutava la metteva a disagio. La accusava, per delle buone ragioni. Doveva smettere di raccontare frottole. Lo sapeva che non avrebbero portato a nulla di buono, ma... la verità sarebbe stata persino più disastrosa.
La versione ufficiale era che Drianna soffriva di una malattia incurabile. Lucas non aveva avuto difficoltà a crederle: sul suo mondo cose del genere erano all'ordine del giorno. Non sapeva che lì, su quel pianeta, qualsiasi malessere era ormai stato debellato. Per questo l'aspettativa di vita media superava i due secoli. Anche se lo avesse saputo, non aveva idea della reale identità della ragazza. Credeva ancora che si trattasse di un'umana. Reclutata da Evhonas, magari, ma pur sempre un'abitante della Terra.
Dopo le sue semplici spiegazioni, Lucas era crollato in uno stato di assenza totale. Non era trascorso molto tempo, prima che si assopisse. Drianna era felice che finalmente potesse riposare in pace: il transfert doveva averlo affaticato molto. Lì poteva sentirsi sicuro; gli uomini di Heizber non lo avrebbero potuto minacciare.
Evhonas era tornato al lavoro. Era parecchio silenzioso. Lei, che lo conosceva molto bene, sorrise dolcemente e gli si avvicinò. La sua espressione taciturna (per quanto tale potesse essere definita, dato il volto alieno) non fu sufficiente per allontanarla.
«Stai bene?» chiese la ragazza, in un sussurro.
L'essere si limitò a uno sbuffo. Il globo tra le sue mani scintillava come un opale. Drianna aveva sempre invidiato il suo ruolo. Osservare i sogni altrui, verificarne la perfezione, doveva essere bellissimo. A lei era toccato il compito più avventuroso, ma anche il più arduo. Aveva esplorato moltissimi mondi, in cerca di quelli più adatti alle loro esigenze. Non tutti i pianeti, infatti, ospitavano creature in grado di fornire sogni praticamente perfetti. Lei aveva l'incarico di procurare unicamente fonti di una certa levatura.
Allo stesso modo, non era facile trovare un luogo dove vivessero persone in grado di entrare in risonanza con il velo. Quando era arrivata sulla Terra e il tulle aveva risposto, per la prima volta, ai pensieri di un umano, era stata entusiasta. Da tempo la sua gente aveva smesso di essere compatibile: l'evoluzione, durante i secoli, aveva modificato a tal punto i loro schemi mentali che non c'erano più persone in grado di usare il velo. Drianna era l'ultima della sua specie ad esserne capace... e ormai aveva gli anni contati.
La ragazza lanciò uno sguardo a Lucas. Era ancora addormentato profondamente. Sentiva il suo respiro pesante. Ogni tanto russava. Questo le diceva che, sì, stavolta stava dormendo davvero.
Ridacchiò: «È così carino!»
Evhonas seguì il suo sguardo: «Carino?» ripeté, poco convinto.
D'altro canto la sua pelle era... rosa. Un colore davvero strano. Normale, considerando che si trattava di un alieno. La ragazza poteva capire la sua controparte: lui non aveva trascorso un solo giorno sulla Terra. Non si era abituato all'aspetto degli umani.
«Sì! Carino! È così giovane e ingenuo! Mi fa pensare a quando ero bambina. A te no?»
La creatura riportò l'attenzione sul globo: «Non ricordo molto della mia infanzia.»
Drianna, continuando a sorridere, saltellò di fronte a lui. La sua testa spuntava oltre la sfera che l'amico teneva tra le mani.
«Io mi ricordo molte cose! Ad esempio, mi ricordo che al mio dodicesimo compleanno sei venuto a trovare i miei. Avevi il velo con te. Dicesti che non volevi costringere né me né la mia famiglia a prendersi un onere tanto grande. Mio padre ti rispose che non spettava a lui decidere, ma soltanto a me. Mamma singhiozzava.»
Evhonas la fissò intensamente: «Non voleva che tu accettassi l'incarico» le spiegò.
La sua voce era piena di amarezza.
«Sì, ma non l'ho ascoltata. E ora sono qui. Siamo tutti qui.»
«Stai per morire» replicò seccamente la creatura. «Sarai la terza collaboratrice che perderò. E voi avevate secoli di esistenza a vostra disposizione. Come puoi pensare che un umano possa sostituire uno di noi? La loro aspettativa di vita è già breve. Se poi aggiungiamo gli effetti collaterali...»
S'interruppe e lanciò uno sguardo a Lucas. Continuava a dormire, ma Evhonas non si fidava comunque. Non concluse la frase, anche se Drianna poté facilmente cogliere il significato del suo discorso. La ragazza smise di sorridere. Il suo sguardo serio strappò all'essere un sospiro di disagio.
«Non abbiamo alternative» lo rimproverò lei. «O scendiamo a compromessi... o accettiamo l'annientamento totale del nostro mondo. È questo che vuoi?»
Evhonas spinse in alto il globo, che fluttuò lentamente, fino a imboccare una galleria buia.
«No...» disse, laconico. «Ma non posso credere che tu voglia ingannare Lucas fino a questo punto.»
Drianna impallidì: «Gli... gli dirò... la verità» balbettò.
«Quando?» insistette la creatura.
«Quando sarà pronto» replicò la ragazza.
«Non sarà mai pronto per una cosa del genere» sbottò l'essere.
Si avvicinò a un nuovo globo, che si era appena formato. Lo raccolse e tornò alla sua precedente postazione. Cominciò a osservarlo in ogni angolazione possibile.
«Se stai aspettando il momento giusto, non arriverà. Non ce n'è uno adatto per dirgli che l'esistenza di una intera civiltà dipende da lui e che, se accetta quest'enorme responsabilità, la sua vita sarà considerevolmente ridotta» affermò, rigirando la sfera tra le mani.
Drianna lo fissò con espressione vacua: «Lo dici per esperienza personale?» gli chiese.
Evhonas si fermò solo un secondo. La guardò un istante, poi tornò al suo lavoro.
«Sì» rispose, dopo una breve esitazione. «Ho aspettato due anni, prima di venire da te. Eri pronta già al tuo decimo compleanno... ma non ho avuto il coraggio di sceglierti. Eri così giovane... pensavo alla vita che avevi di fronte a te. Una vita di cui ti ho privata. Eppure non avevo alternative: non c'era nessun altro compatibile.»
Alla sua ultima frase, Drianna abbassò lo sguardo. Era incredibile come quell'essere avesse dovuto affrontare lo stesso dilemma che adesso assillava lei. L'impossibilità di trovare una soluzione migliore aveva spinto entrambi a scendere a compromessi con la propria coscienza. A scegliere il male minore.
Nonostante ciò, continuavano entrambi a sperare che, da qualche parte, lontano dai loro occhi, vi fosse una possibilità. La possibilità di una scelta migliore per tutti.
«Glielo dirò appena si sveglierà» decise la ragazza. «Io... troverò un modo. Però... se dovesse decidere di andarsene, sarà stato tutto inutile.»
La creatura annuì: «Spetta solo a lui decidere. Anche se sarà la scelta più difficile della sua vita.»
Le sue parole le ricordarono quelle di suo padre. Drianna sorrise timidamente e alzò lo sguardo sull'amico. Notò la sua espressione. Non era convinto. Temeva qualcosa. O qualcuno.
Non servirono parole: la ragazza capì quasi subito a cosa stava pensando.
«Evhonas...» lo chiamò.
«Mmh...» mugolò l'altro.
La ragazza esitò. Osservò attentamente il suo volto. Quei lineamenti per lei non avevano nulla di strano, anzi, erano familiari. Le rammentavano a che specie apparteneva.
«Stai pensando a... lui?»
L'essere smise immediatamente di studiare il globo. S'irrigidì parecchio. Se la sua pelle lo avesse permesso, sarebbe sbiancato. Il fallimento di Nicholas era ancora una ferita aperta per entrambi. Drianna si pentì subito di averlo nominato. Si morse il labbro inferiore e abbassò di nuovo gli occhi.
Quando aveva incontrato quel ragazzo, il primo umano con cui il velo era entrato in risonanza, le era sembrato tutto così incredibile. Le era parso che i problemi si risolvessero in un battito di ciglia. Solo dopo si era resa conto di quanto fosse stato enorme il suo sbaglio.
Il senso di colpa l'aveva distrutta... ma sospettava che avesse sortito effetti ancora più devastanti su Evhonas. Lui si era sentito subito responsabile. In fin dei conti, aveva approvato quella sottospecie di esperimento.
La creatura riportò nervosamente l'attenzione sul globo. Rimase in silenzio tanto a lungo che Drianna pensò non volesse nemmeno parlarne.
«Sì» la voce dell'essere tremava. «Non posso fare a meno di temere per Lucas.»
La ragazza si girò a guardare per l'ennesima volta il ragazzo.
«Ci siamo arresi così in fretta...» sussurrò, scrutando attentamente il giovane.
«No, Drianna. No» l'essere scosse la testa. «I danni erano irreversibili. Non potevamo più aiutarlo. Però, se permettiamo che Lucas usi di nuovo il velo...»
«Evhonas» lei gli posò una mano sul braccio, per confortarlo. «Non accadrà di nuovo. Non con lui.»
«Non puoi saperlo» la voce della creatura tremava ancora.
La ragazza rimase in silenzio.
Era vero. Non poteva prevedere quali sarebbero stati gli effetti del velo sul ragazzo.
D'istinto si girò verso Lucas. Gli si avvicinò e gli si sedette accanto.
Restò a contemplare la sua immagine per minuti interminabili. Evhonas riprese a scandagliare i globi. Ogni volta che completava un controllo, una sfera fluttuava in una delle molteplici gallerie. Queste collegavano lo Specchio a innumerevoli zone della metropoli sotterranea. Così qualsiasi punto della città era rifornito di energia.
Drianna non gli prestava troppa attenzione: rimuginava, immaginando diverse situazioni nelle quali avrebbe rivelato a Lucas la verità. Ipotizzava le sue razioni: il più delle volte, il ragazzo decideva di andarsene e rifiutare l'incarico. Forse, nel profondo, sia lei che la sua controparte sapevano che sarebbe andata così. Era un onere troppo grande per un terrestre della sua età.
La ragazza accarezzò distrattamente i capelli dell'umano.
«Evhonas» sussurrò.
«Drianna» rispose lui, senza voltarsi.
Lei inclinò la testa da un lato: «Ti prometto una cosa.»
«Cosa?» chiese l'essere, concentrato sul globo.
«Qualsiasi sia la sua scelta... non lo abbandonerò mai al suo destino.»
|| Il Nascondiglio dell'Autrice! ||
Alèèèèèèèèèèè!
"Finalmente è uscito questo benedetto capitolo!"
So che lo state pensando xD
Okay, ora devo cancellare l'avviso.
*va nel pannello amministrativo*
Nnng.... devo riuscirci. Devo.
*il dito non clicca su 'delete'*
>___> DEVO FARLO!!!
*il dito clicca*
TT__TT Addio graziose 50 reads!
Spero di recuperarle presto su questo capitolo u.u e sui prossimi!
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