Chi la fa l'aspetti

Apro gli occhi, è davanti a me, mi sta guardando.

Michele:"Tu russi lo sai?"

Helene :"Non è vero" divento tutta rossa, lui sorride.

Michele:"Buongiorno principessa" mi bacia.

Ci alziamo dal letto e mentre lui va in bagno io mi sposto in cucina per preparare il caffè quando ad un tratto sento bussare alla porta.

Colin:"Alla fine sono venuto.."

Chiudo la porta velocemente, Cazzo, mi ero dimenticata.

Michele:"Che fai li? Chi era?"

Helene:"Emh...n-nessuno" sorrido nervosamente.

Michele:"Non fare la stupida, chi era?"

Bussano nuovamente alla porta, si precipita per aprire, mi butto davanti alla serratura.

Michele:"Hel chi cazzo è?" Mi guarda innervosito, quando bussano per l'ennesima volta, mi tira il braccio con forza e apre.

Colin:"Assurdo.."

Michele:" Cosa cazzo ci fai qui? Non ti avevo detto di sparire?" Colin accenna ad una risata.

Colin:"Dillo alla tua amichetta." gli mostra i messaggi tra me e lui di ieri sera, Michele mi guarda, poi chiude la porta.

Michele:"A me stacchi le chiamate in faccia e a questo energumero scrivi di venire a casa tua?"

Helene:"Ero arrabbiata.."

Michele:"Arrabbiata? Si manda a fanculo quando si è arrabbiati Hel, non si cerca di scoparsi altri."

Helene:"Certo, perché tu puoi toccare cosce, fianchi, baciare, flirtare e io devo essere sempre quella ferma che sta a guardare?"

Michele:"Oh no bella mia, non ci provare, non girerai la situazione a tuo favore" mi guarda "senti sai che ti dico? Io me ne vado" va a prendere le chiavi della macchina quando cerco di fermarlo.

Helene:"Aspetta, va bene, hai ragione ero ubriaca ma non è venuto, sono stata con te Michele con te."

Michele:"Sei stata con me perché ho avuto la geniale idea di venire sotto casa tua alle 3 del mattino HEL" apre la porta.

Colin:"Sei proprio una lurida troia" Michele lo guarda, afferra la sua maglia spingendolo contro il muro.

Michele:"Cancellala dalla tua vita, elimina il suo numero, il suo nome, il suo pensiero, se ti rivedo qua davanti ti faccio pentire di essere nato" mi osserva per un momento e se ne va.

Rimango pietrificata aveva ragione sono stata una vera stronza.

Il giorno seguente con la coda in mezzo alle gambe vado in ufficio, lo conosco troppo bene, me l'avrebbe fatta pagare.

Entro in sala riunione, mi siedo.

Jennifer:"Che fine hai fatto ieri sera?"

Helene:"Ho avuto dei contrattempi"

Jennifer:"Certo ora Michele si chiama contrattempo, guarda parli del diavolo.."

Si siede dietro Miranda e letteralmente la fissa, sa cosa può darmi fastidio e continua compiaciuto a guardarla, finisce la riunione si alza e da dietro le sfiora un fiaco per poi dirle qualcosa all'orecchio.

Jennifer:"Hel, ma non era il tuo.."

Helene:"Lascia stare che è meglio..

Sono seduta davanti la mia scrivania, continuo a ripensare alla sua mano sul fianco di Miranda così decido di farmi perdonare, la gelosia per quella donna mi stava mangiando viva.

Mi reco ai piani superiori, nell'ufficio di Michele, mi siedo sulla sua poltrona mentre sento dei passi, potrebbe essere lui, spengo la luce e sto in silenzio.

Si apre con violenza la porta, è buio ma la luminosità della luna è abbastanza forte da poter capire con chiarezza, Miranda avvinghiata su Michele, lui che stringe le sue gambe, nessuno ha fatto caso a me, mi blocco la bocca con le mani.

Michele:"Cazzo" la lascia cadere sulla scrivania.

Miranda:"Che ti prende?"

Michele:"Non posso andare avanti così.." avanti così?? Cosa significa avanti così?? Lei si mette a ridere.

Miranda:"L'altra sera non ti sei lamentato mentre ero sotto il tavolo a.." accendo l'abat jour e applaudo lentamente.

Helene:"Predici bene e razzoli male" lo guardo e gli do una sberla ben assestata sul volto, i miei occhi si stanno colmando di lacrime, una gelida fitta parte dalla bocca del mio stomaco, scappo via.

Torno a casa, non voglio vederlo mai più, entro nel letto, piango, sono così triste che mi sento debole, non ho fame, non ho sete, voglio solo dormire.

Passai tre giorni rinchiusa nella mia stanza, non volevo vedere nessuno, ogni tanto jennifer veniva a chiedermi se volessi mangiare o bere, mi rimboccava le coperte e cercava di farmi ridere.

10.30 sabato sera.

Jennifer:"Hel, è arrivato l'ennesimo mazzo di fiori da parte di Michele.."

Helene:"Buttali, butta tutto" sono a pezzi, Jen si avvicina a me, si siede sul letto e mi sfiora la schiena.

Jennifer:"Hel, ti prego, mangia qualcosa"

Helene:"Non c'è la faccio, mi fa troppo male" non ho neanche la forza di piangere, si sdraia vicino a me e mi abbraccia.

Jennifer:"Prometto che io non ti tradirò mai" dopo tanto tempo riesco a sorridere.

Jen diventò per me la mia ancora di salvezza, fino al momento in cui non sarei dovuta tornare in ufficio cioè domani.

7.30

Mi alzo con fatica e vado in ufficio, fino a quando Jen mi dice che saremmo dovute andare in sala riunione, mi ci dirigo con il cuore in gola.

Dopo mezz'ora in cui sono riuscita a nascondermi da chiunque Miranda chiede di me.

Miranda:"La signorina Helene è qui tra noi?" Si guarda intorno "Hel sei qui?".

Helene:"Io...si, sono qui" vedo Michele che precedentemente era sdraiato su una poltrona con indosso un paio di occhiali da sola e le braccia conserte alzarsi di colpo al solo pronunciare il mio nome.

Miranda:"Bene Hel"

Helene:"Mi chiamo Helene, non Hel" sorride.

Miranda:"Ok, Helene, sto aspettando il lavoro di un mese, lo hai portato?"

Helene:"Io non...non sono stata bene e non ho potuto.."

Miranda:"Ah, tu non hai potuto?" Si avvicina a me "Pensi che qua si giochi?"

Helene:"Non ho detto nulla di tutto ciò"

Miranda:"Vuoi per caso essere licenziata Hel?

Michele:" Miranda se non chiudi quella bocca ti licenzio io, vatti a sedere, Hel nel mio ufficio" lei sorride mentre io faccio qualsiasi cosa pur di non dover incrociare il suo sguardo.

Helene:"Vi prego, scusatemi.." Mi appresto a tornare nel mio ufficio, cerco di prendere le mie cose e tornare a casa quando sento il rumore della porta battere forte contro il muro.

Michele:"Hel ti prego...è un mese che cerco di parlarti"

Helene:"Non c'è la faccio.."

Michele:"Hel guardami"

Helene:"Un conto è farmi un dispetto, ma andare a letto con un altra donna non è un dispetto Michele.."

Michele:"Porca puttana quando lo vuoi capire che ci ho solo scopato?"

Helene:"Sul serio? Me lo dici così?"

Michele:"Cazzo Hel, sei così bambina.." Mi afferra con rabbia il volto per poi guardarmi negli occhi "Io con te faccio l'amore Hel" non incrociavo il suo sguardo da così tanto che mi ero scordata quanto fosse cupo e buio il suo sguardo.

Helene:"Tu non sai amare" Mi levo le sue mani di dosso.

Michele:"Cosa pretendi da me? Sono un fottuto demone Hel, non sono nato per seguire le regole"

Helene:" Avevi detto che anche i demoni hanno un punto debole e che io ero il tuo" mi sfiora il volto.

Michele:"Se ti guardo sono debole, se ti tocco mi sento come se l'intera mia esistenza iniziasse ad avere un senso"

Helene:"Perché mi fai del male" sposto la sua mano.

Michele:"Sono un essere demoniaco Hel, cosa ti Aspettavi? Il principe azzurro? La lussuria regna dentro di me." Afferra I miei fianchi.

Helene:"Mi fai stare male" abbasso lo sguardo.

Michele:"Mi fai stare bene" Prende le mie gambe e mi poggia sulla scrivania.

Helene:"Come puoi fare questo a ciò che ami" mi bacia il collo mentre slaccia due bottoni della mia camicia.

Michele:"Dici Adorarti?" Bacia il seno fino a scendere sul ventre "Venerarti?" Alza la gonna e strappa le calze "Possederti?" Sposta i miei slip e si insinua nelle mie gambe, bussano alla porta.

Helene:"Si?" Lui continua come nulla fosse, dal piacere la mia schiena inizia a curvarsi e le cosce a stringersi.

Jennifer:"Hel vieni che andiamo a cenare in un posto carino" non riesco a trattenermi e inizio ad ansimare.

Jennifer:"Non ho capito..che hai detto?"

Michele:"Adesso io ti faccio provare un gioco nuovo" le sue mani continuano a muoversi mentre il mio volto diventa caldo e io non riesco più a controllarmi.

Michele:"Ora gli dici di si, che stai arrivando anzi VENENDO subito" morde il mio interno coscia.

Helene:"A-arrivo Jen" le mie gambe tremano, prendo i suoi capelli e li tiro mentre chiudo le anche verso di lui che si alza e mi gira a pancia in giù.

Michele:"Ora tocca a me" si slaccia i pantaloni e mi chiude la bocca con una la cintura "adesso stai zitta".

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