6
- Lidia, sei qui. Meno male - Lorenzo fa capolino in sala docenti in una mia ora buca - il preside voleva proporti di fare lezioni CLIL se hai due minuti.
- Vengo subito - rispondo, raccogliendo le mie cose e sistemando tutto nella borsa - sei tu il referente?
- Sì, mi hanno dato anche quest'incombenza. Ne avrei fatto volentieri a meno, ti dirò.
- Immagino - rispondo, sorridendo - io però sono solo supplente, non so se possa fare lezioni di CLIL. Da quello che so possono solo i prof di ruolo.
- Guarda, queste cose burocratiche penso te le dirà direttamente il preside. Ambasciator non porta pena.
- Hai ragione, scusa, sono solo piacevolmente sorpresa da questa proposta, tutto qui.
Lorenzo sorride e mi fa strada nell'ufficio del preside. Lo troviamo in piedi davanti alla finestra, intento a fissare il panorama, con la luce fioca del sole di ottobre che penetra e si riflette sulla scrivania.
- Ah, siete voi - esclama - accomodatevi e prendete una caramella, se volete - aggiunge, sedendosi.
- Buongiorno, preside - saluto, sorridendo.
- Buongiorno. Castaldi, ha già parlato con la Salsatelli in merito alla mia proposta per le lezioni CLIL?
- Ho solo accennato, preside, perché pensavo che volesse parlarne direttamente lei.
- Quindi lascia il lavoro sporco a me? Andiamo bene, fortuna che non è lei a chiamarsi Scago.
Scoppio involontariamente a ridere, maledicendomi internamente e rompendo l'atmosfera austera che si era creata. Il preside mi guarda e inizia a ridere, alternando disagianti grugniti a vani tentativi di ricomporsi e tornar serio.
- Non sapete quanto lo prendano per il culo in segreteria - commenta - fossi in lui sarei già andato all'anagrafe mille volte.
Non pensavo che lo avrei mai visto ridere. Di solito è sempre così serio e composto.
- Preside, magari sarà proprio Massimo Scago il suo valore assoluto - commenta Lorenzo.
- Vogliamo continuare a fare dell'ironia sul nome e cognome di un collega, Castaldi? - ripete, ridendo, il preside - Salsatelli dica qualcosa anche lei, aggiunga contributi di grossolana giovialità!
- Preside, e se il tecnico delle fotocopie fosse il padre segreto di Massimo come si chiamerebbe? Modesto Maiale Scago oppure Scago Modesto?
Il preside mi osserva stupito e poi riprende a ridere come se non ci fosse un domani. Lorenzo mi guarda, spanciandosi di gusto sulla sedia.
- Non sapete che Massimo ha un fratello - incalzo - magari si chiama Primo Scago.
- Oppure anche il fratello di Massimo si chiama Modesto - aggiunge il preside, con le lacrime agli occhi dalle risate.
- Ah, beh - ipotizzo - potrebbe chiamarsi Primo Modesto Scago.
- E se ha un fratello minore? - chiede il preside, ridendo.
- Facile! Ultimo Scago. Oppure, preside, ancora meglio... Di Modesto potrebbe essere il cognome e Primo Maiale il nome.
- E quindi come diventerebbe? - chiede, ormai a corto di fiato.
- Primo Maiale di Modesto Scago.
- No va beh, muoio - commenta il preside, battendo una mano aperta sulla scrivania.
- Il cognome di Modesto potrebbe averlo preso dalla madre. La madre di Massimo si chiama Domenica. Potrebbe chiamarsi Domenica Di Modesto Scago.
- Oppure la madre di Scago si chiama Passata di cognome - interviene Lorenzo - perciò se muore prima del marito scriveranno sul necrologio 'Domenica Passata in Scago'.
- Basta, non ce la faccio più. Ho anche problemi di prostata - commenta il preside, asciugandosi le lacrime dal ridere con un fazzoletto - torniamo al discorso CLIL. Come saprà, bisogna essere abilitati per poter svolgere lezioni di CLIL, però l'unica professoressa di francese abilitata per questo tipo di lezioni era proprio l'insegnante che sostituisce lei - aggiunge, indicandomi - quindi come ben capirà, dobbiamo proseguire la tradizione noi altri e cioè lei, se se la sente. L'anno scorso la docente aveva collaborato con il professor Ciarniello nella 3^O unendo filosofia e francese. Quest'anno pensavo che potesse ripetere lei l'esperimento nella 3^O attuale. Ovviamente il fatto che lei non sia di ruolo non è un problema, quello che conta è che lei sia una docente esterna alla classe. Cosa ne pensa?
Cosa ne penso? Giusto una settimana fa ho litigato con Margot per colpa del professore di filosofia e sono esattamente sette giorni oggi che non ci parliamo. A scuola mi evita anche più del solito e a casa non ne parliamo. Scende a cena a orari diversi dai miei pur di non incontrarmi. Se faccio una lezione di CLIL non Ciarniello mi perdonerà mai più.
- Allora, professoressa Salsatelli? Accetta? Ovviamente percepirà un compenso extra visto che l'attività non si svolgerà nelle sue ore.
Un compenso extra? Bene, Margot se la farà passare e coi soldi del CLIL le compro una bella felpa viola.
- D'accordo, accetto - rispondo, sorridente.
Non voglio passare per venale, ma in fondo posso anche trovarci un mezzo insegnamento e cioè che Margot deve imparare ad accettare che per ragioni lavorative debba stabilire un contatto con i suoi insegnanti, anche con uno così scorbutico e stronzo come Ciarniello. Il preside mi stringe la mano e mi ringrazia per la disponibilità.
- Bene, Castaldi, ha sentito? In quanto coordinatore della 3^O la prego di farmi avere al più presto il percorso e le date non appena la professoressa avrà deciso con Ciarniello come procedere. Vi auguro una buona giornata.
- Anche a lei, preside - rispondo, salutando, mentre Lorenzo mi apre la porta per farmi uscire.
- È andata ancora meglio del previsto - commenta, ridendo.
- Perché? Pensavi andasse male? - gli chiedo.
- No, cioè, non lo so... fare il coordinatore mi mette addosso un'ansia incredibile, temo sempre che succedano situazioni impossibili da gestire, soprattutto con gli studenti... la 3^O è una classe difficile... le ragazze hanno sempre mille problemi e, insomma, io sono un maschio... i problemi di cuore non li so gestire... per dirti, l'altra mattina una è scoppiata a piangere in classe dal nulla.
- Ah sì? E come mai?
- Mah, le amiche mi hanno detto che ha dei problemi in famiglia con la sorella.
- Con la sorella? - trasalisco - problemi di che tipo?
- Non ci ho capito molto a dire il vero. Pare abbia litigato pesantemente con la sorella maggiore e hanno smesso di parlarsi.
- Oh, merda - commento.
- Lidia? Tutto bene? - mi chiede Lorenzo.
- Sì, sì, scusa, è che non si sa mai davvero come aiutarli - commento, arrampicandomi sugli specchi.
Nel frattempo suona l'intervallo. Rientriamo in sala docenti e ci appoggiamo al muro vicino all'attaccapanni. Scarto il mio pacchetto di cracker e lui addenta una mela. Mentre siamo lì a scambiare quattro chiacchiere, entra proprio Ciarniello. Insieme a lui ci sono Massimo Scago e Margot che regge in mano una pila di dizionari.
- Grazie per avermi aiutato a riportarli in sala insegnanti - commenta Massimo, rivolto a mia sorella.
- Si figuri, prof. - risponde lei.
- Allora, come sono andate queste due ore di tema, Margot? - chiede Alexander, non appena Scago si allontana - pensi di aver fatto un buon lavoro?
- Direi di sì - risponde lei, mordendosi un labbro e appoggiandosi di schiena ai cassetti mentre Alexander ripone dei libri nel proprio.
- Speriamo che sia andato bene, dai, così sistemi un po' la media - commenta lui, sorridendo - a proposito, non mi chiedi nulla di Aristotele?
- Uh, giusto, come sta? Mangia sempre?
- Sì, sì, mangia. È cresciuto, sai?
- Immagino, è un po' che non lo vedo. Me lo saluti tanto.
- Certo, lo farò. È diventato davvero un giocherellone.
- Chissà come la fa impazzire - commenta, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno all'indice.
- Abbastanza - risponde Alexander - ma ci si dura ancora. In fondo, è anche parecchio affettuoso.
- Ma da quando Aristotele si è reincarnato? - commento, ridendo, rivolta a Lorenzo.
- Eh?
- No, niente stavo ascoltando le cazzate che dice Alexander.
- Non sto capendo, ma se per te ha un senso, allora è ok anche per me - risponde, ridendo, mentre la campanella suona di nuovo per indicare la fine dell'intervallo - dai, vieni, che anticipiamo ad Alexander cosa ci ha detto il preside.
- Proprio adesso? No, ma glielo diciamo in un altro momento - propongo, sperando che a Lorenzo non salti in mente di dire davanti a Margot che io e il suo prof di filo tanto adorato dovremo fare lezione insieme.
Ovviamente capisco ben presto che la fortuna non mi assiste e trasalisco nuovamente, non appena vedo Lorenzo avvicinarsi al prof di filo e salutare sia lui che mia sorella.
- Alexander, scusa se ti disturbo, il preside ha proposto a Lidia di proseguire il progetto CLIL di filosofia in francese che aveva attuato con te l'anno scorso la professoressa che lei sostituisce. Lidia ha accettato perciò bisogna che iniziate a incontrarvi per valutare il percorso e poi che mi facciate sapere così gli comunico al più presto quali date avete scelto e cosa pensate di portare in classe.
- Come, scusa? Io e lei dovremo fare lezione insieme? - commenta, indicandomi - ma neanche morto, lo sai che non la tollero.
Margot sorride e cerca di non farmi vedere quanto l'abbia rallegrata questa risposta.
- Tranquillo, il sentimento è condiviso - commento, rassicurando ironicamente Alexander.
- E poi in quale classe dovremmo fare il CLIL?! - chiede Alexander.
- In 3^O! - risponde Lorenzo.
- Cosa?! - commenta Alexander, ridendo - no, no, allora non ci penso nemmeno. Dai, Margot, andiamo che vi devo accompagnare all'incontro dell'AVIS.
- Ragazzi, non fate così e non mettetemi in una brutta posizione. Sono anche coordinatore della 3^O!
- Hai sentito che lo scorbutico si è espresso! - commento, raggiungendo Alexander - no, ma se non mi ritieni all'altezza puoi anche dirlo!
- Sì, esatto, vedo che hai colto nel segno - risponde, sprezzante - dai, Margot, andiamo.
- Ma sarai all'altezza tu, guarda! Ti ricordo che sei precario come me e se mi fai implicitamente capire di non valere nulla, beh, è come se automaticamente dicessi lo stesso di te.
Margot mi osserva in cagnesco e poi mi fulmina con lo sguardo.
- Faresti perdere la pazienza a un santo! - esclama Alexander.
Massimo interviene, prendendomi per un braccio e portandomi in corridoio.
- Lascialo stare, ma non lo vedi che ti provoca?
- Ma è colpa mia se il preside vuole che faccia il CLIL con lui in 3^O?
- Nooo, il preside ti ha chiesto questo?
- Sì, esatto. Che si fa?
- Dai, vedrai che Lorenzo riuscirà a convincerlo. Comunque, capiti a fagiolo perché avevo proprio bisogno di parlarti!
- Dimmi, Massimo - rispondo, mentre Margot e Alexander escono dalla sala docenti.
- Comunque, Margot, stai tranquilla, perché vedrai che si risolve tutto come sempre, capito?
- Grazie, prof - risponde lei, abbozzando un sorriso - arrivederci, prof - aggiunge, rivolta a Scago.
Non mi guarda nemmeno e si allontana. Massimo mi guarda.
- Ma com'è che non ti ha salutato? Non vi conoscevate di vista?
- Sì, ma è una storia lunga.
Alexander si avvicina.
- Che non ti salti mai più in testa di darmi del fallito davanti a Margot, chiaro?
- Perché? - chiedo - che ha di particolare quella ragazza?
- È una mia studentessa ed è molto intelligente, non voglio che senta che una collega di un'altra classe mi dà del fallito. Potrebbe dirlo alla classe.
- Sai, Alexander, ci sono tante cose che una ragazza di 16 anni potrebbe dire in giro... - gli dico, guardandolo con occhi di sfida - comunque, dai, Massimo, andiamo perché anche la 3^N deve andare all'incontro dell'AVIS e la vedo proprio ora.
- Dai, io ho l'ora libera adesso e vengo in Aula Magna a sentire - dice Scago.
- Sì, vieni, perché ci sarà anche Alexander con la 3^O e mi irrita il solo il pensiero di vederlo lì.
- Stai tranquilla - mi rassicura Massimo.
Lorenzo ci raggiunge.
- Lidia, vorrei che vedessi Alexander sotto un'altra veste.
- Oddio, Lorenzo, avevo capito 'vorrei che vedessi Alexander in sottoveste' e me lo sono immaginato con una di quelle camicie femminili da notte di pizzo che volteggia per una stanza urlando 'non la tollero' tremila volte - commenta Scago.
- Miseria, Massimo, i film mentali degli insegnanti sono quasi peggio di quelli degli alunni - commento, ridendo.
- Va beh, insomma, dai qualcosa avevate capito - risponde, facendo eco alle nostre risate - dai Lidia, ci aggiorniamo, ti saluto, che devo correre in un'altra classe. Se poi hai bisogno, al massimo (scago) mi chiedi.
- Ok, d'accordo, a presto - rispondo, ridendo, mentre Massimo finge di prendersela
Ci avviamo verso la 3^N ed è proprio davanti alla 3^O che assistiamo a una scena di assoluto disagio. Una bidella, vestita con un paio di leggings zebrati e un top di pizzo maculato, issata su due stivali neri con le borchie sta urlando in faccia a Margot sulla soglia della porta.
- È la classe più merda della scuola: cartacce per terra, assorbenti sporchi aperti nel cestino, pezzi di gesso sulla cattedra eccetera eccetera, ma io mi sono proprio fracassata i maroni, chiaro? Lei - indica Alexander - deve fare qualcosa perché qui dentro ci stanno solo dei porci, capito e questa è quella che lascia la classe più merda!
- Ma che cazzo dice? Ma è fuori? Noi puliamo sempre, magari non saremo i più puliti, ma nemmeno i più merdi come dice lei! - replica Margot.
- Allora non ci siamo capiti, ragazzina, è la classe più merda della scuola: cartacce per terra, assorbenti sporchi aperti nel cestino, pezzi di gesso sulla cattedra eccetera eccetera, ma io mi sono proprio fracassata i maroni, chiaro? Mi sono proprio fracassata i maroni!!!!
- No, dico, lo vuole ripetere ancora?!? - commenta Margot, scocciata - abbiamo capito, stia calma.
- No, tu non mi dici di stare calma, chiaro?!
- Eva, che succede? - interviene uno dei nuovi bidelli.
- Lascia stare, Parakules! Non sono affari tuoi!
- Parakules? - chiedo, ridendo a Massimo - abbiamo un bidello che fa di nome Parakules?
- Sì, è un bidello greco - risponde Massimo - guai a te se fai la battuta sul fatto che sia un mio lontano parente!
Tranquillo, ne ho già fatte di battute a tua insaputa, penso.
- Cosa vuoi che pensi? Che si chiami Parakules Scago?
- Ecco, appunto, non lo dire, dai.
- Va bene, tranquillo. Non lo dico.
- Per le tette di Giunone, questa classe non è affatto merda e lei non si deve permettere di parlare così a Margot! - sbotta Alexander - altrimenti dovrò riferire il suo comportamento al preside.
- Ma che lo riferisca! Ho le prove che questa è una classe merda! - replica la bidella.
- Ragazzi, tranquilli, ci penso io - dice Alexander.
- Ah, se ci pensi tu, Alexander, allora siamo tutti tranquilli - commento, ironica - dai ragazzi - dico alla 3^N - svelti che dobbiamo andare in Aula Magna per l'incontro sull'AVIS.
- Almeno io faccio qualcosa - commenta Alexander.
- La prof.ssa ha una delle classi più pulite della scuola - interviene la bidella.
- Ecco, vedi, dovresti prendere esempio da me - rispondo, sorridendo e guardandolo sempre come se lo dovessi sfidare.
- Comunque, prof, non si preoccupi che la bidella animalier la sistemiamo noi - commenta Margot, non appena la bidella si allontana insieme a Parakules.
Non appena entriamo in Aula Magna, Rino Moto ci viene incontro.
- Svelti, svelti, che siamo già in relativo ritardo!!! - aggiunge, facendo accomodare i ragazzi e lasciando la possibilità a me, a Massimo e ad Alexander di stare in fondo a correggere alcune verifiche.
Nell'ultima mezz'ora dell'incontro uno degli infermieri presenti chiede a un volontario di fare una prova pratica per mostrare ai ragazzi come si esegue un prelievo del sangue. Neanche il tempo di pensare che Margot ha paura degli aghi che si sente un verso e poi un gruppo di ragazzi che si alzano per soccorrere chi ha urlato. D'istinto raggiungo la prima fila e vedo mia sorella per terra, sorretta da alcune persone, tra cui Maya. Massimo mi raggiunge e mi aiuta a farla distendere meglio, mentre Alexander le tira su le gambe per evitare che svenga del tutto.
- Margot, va tutto bene, stai tranquilla - le dico, accarezzandole i capelli - adesso ti passa.
Alexander mi guarda, stupito, mentre Massimo gli ricorda che la conosco di vista. Non è la prima volta che sviene, anzi. Margot è sempre svenuta, fin da quando era bambina e tutte le volte mi fa sempre prendere un colpo.
- Mi gira tutto - inizia a dire, con un filo di voce - vedo tutto sotto sopra.
- Margot, sono qui, non preoccuparti - le dico.
- Ci sono anch'io, Margot - le dice Alexander.
Margot abbozza un sorriso.
- L'anno scorso sei svenuta un sacco di volte, ma ti abbiamo sempre rimesso in piedi - dice Alexander.
- Un sacco di volte quante? - chiedo, preoccupata.
- Ma a te che ti frega, scusa? Saranno fatti suoi? - commenta Alexander.
- Certo che tu la buona educazione non la prendi proprio su, eh? - gli dico, scocciata.
- Piantala, non vedi che sta male? - sbotta Alexander - Margot ha paura degli aghi, dovevo ricordarmelo!
- Ma tu che ne sai che ha paura degli aghi?! - commento, scontrosa.
Inizio a pensare di essere invidiosa del fatto che qualcuno la possa conoscere meglio di me e dei miei genitori.
- Non è solo per quello... - dice Margot.
- Hai mangiato stamattina? - le chiede Massimo.
Margot non risponde.
- Margot, cazzo, non hai mangiato?! - esclamo, furibonda - che razza di problemi hai?
- Problemi che tu non sei tenuta a conoscere! - mi urla addosso Alexander - ti sembra il modo di rivolgerti a una studentessa adolescente? Non lo sai che gli adolescenti hanno una marea di problemi? Bisogna solo comprenderli!
- Lo so, idiota, grazie per avermelo ricordato! - sospiro, incazzata nera.
- Mi gira tutto... - riprende Margot.
- Spostatevi - dice Alexander.
Si mette in ginocchio dietro di lei, la abbraccia e le dà un bacio in fronte. Margot arrossisce mentre Massimo e io ci guardiamo più che sorpresi.
- Ma pensa di essere nella favola 'La bella Alexander nel bosco'? - commenta Massimo.
- Questo ha visto un film che sicuramente non è il film che ho visto io - rispondo, gelida, mentre alcuni amici di Margot la aiutano a rimettersi in piedi.
Mi avvicino ad Alexander furiosa e gli faccio cenno di uscire un attimo dall'Aula Magna.
- Bacia ancora una volta quella studentessa in fronte con la scusa di farla rinvenire e io ti denuncio.
- Ma sei pazza?! Stai insinuando che fra me e quella ragazza ci sia qualcosa?
- Spero per te di no, perché se scopro che c'è qualcosa hai finito di insegnare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top