20 (seconda parte)
- Come sei riuscita a venire senza farli insospettire? - mi chiede Margot dopo avermi aperto la porta e averla richiusa due secondi dopo a chiave.
- Ho detto che dovevo fare una telefonata. Anche Lorenzo si è assentato per lo stesso motivo... - spiego, sedendomi su uno sgabello.
- Ok sis - Margot si accascia sulla sedia vicino alla finestra - sono stanchissima, mi sembra di non ricordare nulla, ho un tale vuoto in testa che se mi fermo a pensarci mi viene male... - estrae il cellulare dalla tasca e fa partire un po' di musica di sottofondo.
- Non pensarci, sis, vedrai che andrà bene. Ti agiti sempre così tanto, ma il teatro è la tua grande passione e la parte di Agnese me l'hai ripetuta mille volte - mi avvicino e le faccio una carezza, cercando di rassicurarla - ti ho portato degli snack e una bottiglia di acqua così eviti di svenire sul palco.
- Non mi parlare di svenimenti che mi sale l'ansia - commenta - vorrei evitare la scena di due anni fa quando rischiavo seriamente di accasciarmi sul palco per la pressione bassa e non so come ho fatto a restare in piedi.
- Ti ho portato anche il tuo portafortuna, lo avevi lasciato a casa - le dico, sorridendo, dopo averle allungato il suo ciondolo preferito.
- Ah, già, dove ho la testa io non lo so - si alza e afferra il vasetto di crema idratante appoggiato sopra un mobiletto e se ne passa un po' sul viso - mi daresti una mano per i capelli, per favore? Devo essere super stasera...
- Ma certo, accomodati - le dico, indicando la poltroncina davanti allo specchio e afferrando una spazzola - comunque, sis, devo dirti una cosa... Lorenzo ha chiesto anche a Nicolas di venire perché la Tabella gli ha dato forfait.
- Nicolas?
- Sì, lui - sospiro, mentre inizio a sistemarle i capelli.
- C'è Lizzani in sala? - chiede, sbuffando - mhh...
- Ma tu hai capito chi sia Lizzani?
- Certo, è stato il mio prof. l'anno scorso - commenta, amara.
- Come, scusa? Non è un tuo prof?
- Lo è stato l'anno scorso, ti sto dicendo, poi per fortuna quest'anno abbiamo il prof. Moto. Meglio così, ti giuro, lo odiavo.
- Ma poco fa Nicolas mi ha detto che è un tuo professore!
- Ma gli credi anche?! Ti sto dicendo che non sono più una sua alunna!
- Cazzo - commento, portandomi una mano sulla fronte.
- Cazzo cosa?
- Mi ha chiesto se fossi mia sorella e gli ho detto di sì! - butto per terra la spazzola e aspetto che Margot non mi fucili.
- Ehm, ora che ci penso, mi aveva già fatto questa domanda l'anno scorso e gli avevo confermato di avere una sorella di nome Lidia, ma speravo se ne fosse dimenticato.
- Ah, ok, mi sento meno in colpa allora - commento, ridendo - però mi ha giurato che non dirà a nessuno che siamo sorelle.
- Però, ora che ci penso, Lizzani ha la 4^O perciò sarà prof di Laurent quando tornerà dall'anno all'estero.
- Almeno una cosa vera me l'ha detta - sospiro - comunque ti ricordi anche quando aveva 19 anni?
- Sì, me lo ricordo e non ho un buonissimo ricordo anche se tu eri contenta.
- Va beh, dai, ora pensiamo a te! - commento, dando l'ultimo colpo di spazzola.
- Sis, meglio se non metto nessun rossetto, giusto? Sai, ehm, altrimenti va a finire che sporco troppi ragazzi stasera - mi chiede Margot, alzandosi in piedi e specchiandosi, mentre afferra il mascara e se lo passa sulle ciglia.
- Ma ti dai il mascara senza ombretto? - scoppio a ridere e glielo prendo via - ma è un sacrilegio, questo! Dai, siediti, chissà quando imparerai a truccarti!
- Ma io mi so truccare! Sicuramente meglio di te che ti trucchi da zulu - commenta, punzecchiandomi.
- Io non mi trucco da zulu - rispondo, fingendomi piccata.
- Se nessuno te lo dice come vuoi pretendere di esserne cosciente poi!
- Ma tutta 'sta confidenza? Siediti e sgancia quell'ombretto, non si può guardare il mascara con un occhio nudo.
Si siede e chiude le palpebre.
- Mettine poco però e sfumalo soprattutto facendolo sembrare un trucco normale, non da sfigata.
- Ma tutte 'ste pretese oh - sbuffo, ridendo, mentre le passo l'ombretto - sarà migliore così il trucco, no?
- Si dice 'make up' e comunque sì, oddio, sembro più grande.
- Di qualche mese, dai - scherzo - ti piaci?
- Sì, quindi niente rossetto?
- Io un po' lo metterei comunque... se metti le labbra a culo di gallina te ne passo un po'...
- E se le metto a culo di gatto? - ride, facendo una smorfia.
- Il culo della gallina è più morbido e con meno rughe, il culo del gatto invece...
- Spiegami quando hai tastato il culo di una gallina!
- Se non mi contraddici significa che tu hai tastato quello del gatto - rispondo, come se fosse un'azione ovvia.
- Smettila con i tuoi thug life, sis - brontola Margot - per una volta che mi do il rossetto mi fai sbavare tutto!
- Se metti le labbra a culo di gallina e baci un tovagliolo no, sarà tutto a posto.
- Facciamo che faccio a mio modo, che dici?
- Ah, vedi tu...
- No, dai, com'è che dicevi di fare? - commenta, mordendosi un labbro.
- Ma non ti mordere il labbro che poi il rossetto ti finisce sui denti!
- Ops...
- Comunque, quanti ne devi baciare di questi attori maschi stasera? - la punzecchio.
- Non me lo dire, mi imbarazza già, poi davanti a tutte quelle persone - Margot guarda per terra e poi arrossisce - ho chiamato anche Pietro... spero che non sia troppo geloso... comunque niente da fare, il rossetto mi va sui denti...
- Allora aspetta, facciamo così - prendo una matita per le labbra e provo di disegnarle il contorno poi le passo il burrocacao - sì, però, stai ferma, eh...
- Sono ferma - brontola - ok, perfetto, almeno questo è venuto - dice, guardandosi allo specchio mentre si massaggia le labbra - metto il vestito, ora. Mi chiuderesti la cerniera...? Ho già paura di essere ingrassata...
- Non sei ingrassata - commento, ridendo - spiegami come puoi essere ingrass... - ci metto due nanosecondi a realizzare che la zip della cerniera non si chiude.
- Che succede? - mi chiede, girandosi - non dirmi che non si chiude!
- C'è un rubinetto in questo camerino? - chiedo, cercando di prendere in mano la situazione nel migliore dei modi.
- Cosa vuoi fare?
- Tu dimmi se c'è.
- No, bisogna andare in bagno, ma dalle donne c'è sempre la fila. Ma a cosa ti serve un rubinetto?! - mi guarda, scioccata - cosa vuoi fare? Non vorrai mica...
- Mi devo lavare le mani, sono molto sudate e non riesco a fare presa sulla zip.
- Cazzo, non dirmi che non si chiude! - Margot si mette davanti allo specchio e cerca di tirarsela su da sola.
- Ma che fai? Così la rompi, aspetta, dai, ci riprovo - dico, chiedendole di girarsi di nuovo mentre la zip non ha la minima intenzione di collaborare - che stronza!
- Oh, piano con le parole, perché mi dai della stronza?
- Non dico a te, scema, dico alla zip!
- Adesso però scema l'hai detto a me!
- Capirai, tu mi chiami sempre 'banana'... comunque è peggio stronza, no?
- Va bene, scusa - sospira - allora? Sale?
- No, ma è colpa mia, ho le mani troppo sudate per chiuderla.
- Ma quale sudore, questa è una tragedia! - Margot si butta sul divanetto e sospira - lo sapevo io! Insomma la sarta aveva detto di aver sbagliato di un paio di centimetri, però non pensavo fossero così rilevanti... aveva detto di averlo già aggiustato all'ultima prova ieri... Sta andando tutto male...
- No, sis, che dici? Sta andando tutto splendidamente...
- Sicuro, guarda, una meraviglia! - commenta, ironica, facendo una smorfia.
- Questa sarta non si può chiamare?
- E secondo te mi sistema tutto ora? Così, su due piedi?
- Sei la protagonista, fai un po' tu, mica puoi andare sul palco in mutande e reggiseno, eh...
- Sis, che dici? Mi imbarazzerei da morire... poi c'è anche Pietro e lui non mi ha mai visto nuda...
- Hai chiamato anche lui?
- Che dovevo fare? Stiamo insieme, no?
- Per il momento. Secondo me lui non ti merita, ma non sono fatti miei...
- Esatto, non sono fatti tuoi - fa una pausa - lo pensi davvero che non mi meriti?
- Nah, lascia stare, devi fare quello che ti senti tu, se tu lo ami, stai con lui.
- Uhm, ok. Comunque adesso Pietro non è il problema principale... il problema è questa cazzo di zip. E se riprovassi a farla salire? Mi scoccia chiamare quella donna... non vuole mai la colpa di niente e poi se sono l'unica che si è lamentata per come le ha fatto il vestito passo per quella incontentabile... insomma mi scoccia ammettere che forse qualche chilo l'ho preso e se lei fa battute sul mio peso poi mi partono i complessi, mi distraggo e mi dimentico le battute.
- Margot, fai un respiro profondo e tira fiato, per favore, mi fai salire l'ansia.
- Da qualcuno avrò pur preso, no? - commenta, scocciata - è da quando sono bambina che mi parli della tua ansia... ora è venuta anche a me... che serata di merda, veramente, io...
- Io cosa? C'è un vestito che non si chiude, non ti hanno appena detto che stai per morire, oh, non cominciare con le tue solite tragedie greche!
- Tanto tu non mi capisci mai! Per me il teatro è una cosa importante, non è solo un hobby, è la mia passione, là fuori ci sono i miei professori e li ho invitati io, perché non capisci che voglio fare bella figura e io per prima ho bisogno di dimostrare a me stessa che valgo qualcosa su quel palco?
- Margot, rilassati, fammi riprovare un'altra volta prima di sentirmi vomitare addosso tutto quello che pensi che pensi.
- Lo so che lo pensi, per quello lo dico - brontola - e comunque mi tira un sacco 'sta cosa che il vestito non si chiuda...
- Non l'avevo capito - commento, ironica - però sei stressata per lo spettacolo quindi ci sta che tu sia così girata.
- Ma tu come staresti, scusa? No, spiegami, perché fai tanto la fenomena quando ho i saggi di teatro che poi quando sei tu quella che deve fare degli esami si caga sotto in una maniera impressionante.
- Io non mi cago sotto e comunque non venire a darmi lezioni di vita perché non è proprio questo il momento.
- Fammi capire, stiamo litigando?
- Devi sempre ingigantire le cose - rispondo, ironica - se stessimo litigando ti urlerei in faccia le peggio cose, invece ho ancora un tono di voce normale perciò stiamo solo perdendo tempo ignorando il problema della zip che non si chiude.
- Sei simpatica come un gatto attaccato ai maroni.
- Beh, io non li ho quindi non posso cogliere questo riferimento fino in fondo.
- Smettila di spegnermi sempre.
- Se ti comporti da candela, mi riesce difficile non farlo.
- Basta! Adesso chiamo mamma perché mi sono rotta di sentire i tuoi thug life che non portano a nulla.
- Ah perché i tuoi preziosi interventi invece hanno risolto qualcosa.
Margot si appoggia al muro.
- Sono nervosa matta, sta andando tutto storto e tu invece di tranquillizzarmi peggiori le cose.
- Dai, fammi riprovare con questa zip, poi se non ci riesco chiamo mamma, ok?
Margot si gira, riprendo le estremità tra le dita, ma il colpo secco che decido di assestare alla zip non si rivela proprio molto utile.
- Ma che... cosa è stato quel rumore?
- N-niente, Margot, va tutto benissimo - dico, schiarendomi la voce, mentre cerco un modo per nascondere la zip che nel frattempo si è staccata e mi è rimasta in mano.
- Ma benissimo cosa?! Cosa nascondi lì in mano... che cazzo è successo? - mi apre la mano a forza e ci trova dentro la zip - nooooooo, vandala! Sei una vandala! Ti odio, guarda che cazzo hai combinato!
- Margot, abbassa la voce, ti prego, mi dispiace, non ho fatto apposta!
- Ci mancava solo quello, guarda! Adesso trova il modo di rimediare altrimenti è la fine!
- Ma certo, Margot, adesso rimediamo...
- E come pensi di rimediare?
- Dovrò chiamare Antonella...
- Vai a chiamarla!
- E dove la trovo?
- Nella terza porta a sinistra, chiedile se ha l'abito di riserva che avevo indossato ieri mentre stava "sistemando questo"... - mi dice - vai, vai, su, su - mi spinge fuori dal camerino e richiude la porta - io non lo so - la sento commentare, parlando da sola, mentre esco a cercare questa donna - tutto in questi giorni.
Mi precipito a cercare questa Antonella, a spiegarle la situazione, ad ascoltare i suoi rimproveri per aver tirato troppo questa zip e a prometterle di stare più attenta con l'abito di riserva. Ritorno da Margot e busso alla porta del camerino. Mia sorella apre un attimo.
- Aspetta cinque minuti, per favore, che sono entrate delle mie amiche attrici e si stanno mettendo il sottoveste, poi andranno anche loro a prendere i loro.
- Lidia?! - mi giro con l'abito in mano, mentre Margot chiude la porta e mi ritrovo davanti Scago.
- Massimo! Cosa ci fai qui?
- Io cercavo il bagno, ma temo di essermi perso. Tu invece? - mi chiede, mentre un suo sputo mi arriva in faccia.
- Ehm, non ho molto campo nel telefono e così sono rientrata...
- Ma quel vestito lì di chi è?
- Ho... ho incrociato la sarta e mi ha chiesto di farle la cortesia di portarlo in uno dei camerini, così sono salita.
- Certo che queste cose capitano solo a te, eh? - ride - comunque, volevo chiederti se sei un'esperta di zip.
- Mi prendi per il culo? - commento, a bruciapelo - non è proprio il momento, scusami.
- No, no, sono serio. Sono venti minuti che cerco il bagno, ma non lo trovo, in più mi si è incastrata la zip dei pantaloni e magari tu sei più brava di me a disincastrarla.
- Guarda, mi spiace, ma purtroppo adesso ho altro da fare...
- Dillo subito se non vuoi...
- Beh, mi imbarazzerebbe molto, in effetti, anche se avessi tempo.
- A me imbarazzerebbe di più scoppiare di pipì davanti a tutti...
- Dai, vieni - dico, prendendolo per mano - andiamo a vedere, i bagni sono da questa parte.
Mi dirigo con lui verso i bagni degli uomini. Ovviamente le toilette sono talmente strette che in due ci stiamo a malapena. Dopo aver messo l'abito di Margot a cavallo della porta, sperando che non si sporchi troppo, metto le mani sui pantaloni di Scago e cerco di aprirgli i suoi dannati jeans.
- Cerca di fare in fretta perché mi sto agitando...
- Io invece sono tranquillissima, eh - commento, ironica - se ti fossi vestito meno da pinguino saresti stato meglio sicuramente.
- Lo so, ma ci tenevo a fare bella figura con te...
- Ah, beh l'hai fatta... comunque forse ci sono riuscita.... no cazz... volevo dire... cavolo - mentre dico così, la zip dei pantaloni eleganti di Scago finisce nel gabinetto.
- Sicchio e lota! Vasciaiola! - esclama, in napoletano - si comme nu telegiornale senza nutizie: nu sierve!
- Cosa mi stai dicendo che non capisco?!
- Lascia stare, guarda che macello che hai fatto, adesso come faccio senza zip, eh?
- Aspetta che forse riesco a ripescarla - dico, introducendo una mano nell'acqua sporca del gabinetto con tanto disgusto interno che mi impongo di non esternare per non peggiorare la situazione.
- A copp Sant'Elmo vò piglià o purpo a mmare! - esclama, di nuovo - lascia perdere, farò senza. Ora esci che devo fare pipì - mi dice, sbattendomi fuori dal bagno.
- Va te faire foutre! - gli urlo dietro, in francese, mentre esco dal bagno e torno nel camerino di Margot - adesso si può? - chiedo, bussando alla porta.
- Dove cavolo eri finita, si può sapere? Avevo detto 5 minuti non 20!
- Lo so, scusa, tutto, ma non chiedermi spiegazioni.
- E per quale ragione?
- Perché è meglio di no.
- Va beh, Antonella ti ha dato l'abito di riserva? - mi chiede.
- Sì, eccolo.
Margot lo prende e lo annusa.
- Sis, puzza.
- Cosa?
- L'abito. L'abito puzza. E poi... dove cavolo lo hai appoggiato, guarda! È tutto appiccicoso, che schifo... uaaaaaaaaaaaaa - Margot lo lancia per terra e corre in piedi sul divanetto, incrociando le gambe - cazzo, cazzo, cazzo, c'è un insetto, un insetto...
- Ma dove?
- Lì, sotto la piega dell'abito... un orrendo insetto verde, che schifo, io li odio gli insetti, tiralo via.
- Margot, è una cimice - commento, prendendola in mano - adesso la butto fuori dalla finestra.
- Oddio, ecco cos'era quella puzza! L'abito odora di cimice, si è impregnato della puzza di quell'odioso essere! Non ci credo, non ci voglio credere, che schifo! Basta! Mi stai rovinando tutto, hai due mani sacrileghe!
- Margot, calmati, ti prego - le dico, avvicinandomi.
- Come faccio a calmarmi? Non ne sta andando dritta una da quando sei entrata!
- Non è colpa mia se la sfiga mi corteggia!
- Avevo capito mi scoreggia - commenta, guardandomi - dai, ti prego, fai andare bene qualcosa, lo so che hai questo potere... - mi dice, abbozzando un sorriso.
- Beh, più che potere ho del profumo, ma non so se possa servire... - dico, aprendo la borsa.
- Va bene, qualsiasi cosa, tanto peggio di così si muore.
Antonella entra in quel momento con il primo abito.
- Margot, tieni, ho sostituito la zip e aggiunto i centimetri che mancavano. Ora dovrebbe starti.
- Adoroooo. Top. Grazie mille, davvero, ti devo un favore enorme.
- Non preoccuparti, Margot, è il mio lavoro.
Antonella esce dal camerino.
- Didì, dammi una mano, adesso dovrebbe essere tutto perfetto.
La aiuto a infilare l'abito e questa volta la zip sale che è una meraviglia.
- Perfetto, siamo a cavallo.
- Ottimo - dico, mentre i miei salti di gioia vengono interrotti da un rumore brusco e secco.
- Cosa è stato? - chiede Margot, girandosi.
- Cazzo, il mio tacco! - dico, chinandomi a raccoglierlo.
- Didì! - esclama Margot, mettendosi una mano in fronte.
Osservo il tacco sconsolata e mi siedo sul divanetto.
- Forse non ho più questo potere, Margot...
- Forse sono io che non riesco più a crederci con la stessa intensità di quando ero bambina e dovevo salire su quel palco... Comunque non ti posso prestare le mie scarpe perché ti andrebbero troppo larghe...
- Sì, nel tuo 43 in effetti ci ballerei parecchio...
- Aspetta, ci sono! Ritorna da Antonella in sartoria e chiedile di darti le scarpe di Alessia che non le andavano bene, sono del tuo numero.
- Ah, bene, ho lo stesso numero di scarpe di una delle tue migliori amiche.
- Che c'è? Guarda che con un po' di spray risolvi tutto, eh!
- Intendi il deodorante per i piedi? Peccato che lo abbia lasciato a casa...
- Va beh, dai, ora vai perché è tardi.
- Mi raccomando, eh, cerca di stare tranquilla, poi al massimo se ti incagli ti faccio decollare io i vari atti, inizio a ridere e vedrai che tutto filerà liscio come l'olio...
- Un clistere insomma - commenta lei, ridendo.
- Margot. Faceva cagare come battuta.
- Ma smettila, te e i tuoi doppi sensi!
- Margot è tardi, dobbiamo andare in scena, sei pronta? - Michele arriva a chiamarla.
- Sì, sì, è pronta - gli rispondo, sorridendo.
- Oh, Lidia, ci sei anche tu - commenta, ridendo - quest'anno che insegni da noi ti è andata alla grande, eh?
- Sì, abbastanza, però non pensavo che lo sapessi, insomma...
- Tranquilla, sappiamo in pochi chi sei, ma teniamo il segreto, non preoccuparti. Poi se vuoi stare più tranquilla fra sei mesi ho la maturità quindi se ci sei anche l'anno prossimo la maggior parte di quelli che lo sa non ci sarà più.
- Dai, Michi, non parliamo adesso di quello che succederà fra sei mesi - interviene Margot - adesso è tardi e dobbiamo andare. Didì, mi raccomando, non combinare altri casini...
- Et toi, rappelle-toi que le bonheur n'est pas l'absence des problèmes: c'est quand tu arrives à les gérer - le sussurro in francese in un orecchio - vai su quel palco e spacca tutto, chiaro?
- Chiaro - mi risponde Margot, sorridendo, anche perché ormai le ripeto quella frase tutte le volte in cui deve salire su un palcoscenico.
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