18
- Sono ore che hai il cellulare staccato, ma almeno lo hai riattaccato per telefonarmi e chiedermi di venirti a prendere. Mamma è preoccupatissima e anche papà. Si può sapere cosa diavolo ti passa per la testa, eh? Oggi avevi teatro a scuola e invece ti ritrovo qui, con indosso una tuta da ginnastica che non è la tua e le scarpe completamente bagnate. Spero che tu abbia delle spiegazioni valide.
Margot sale in auto e non dice una parola. Si lega la cintura e rimane in silenzio, fissando il vuoto. A un certo punto accosto sul lato destro della strada, in un parcheggio, e spengo la macchina.
- Lo capisci che così non si può più andare avanti? Margot, io sono preoccupata. Non era mai successo che saltassi un pomeriggio di teatro e che vagassi sotto la pioggia come una barbona!
- Ero da Michele - risponde, con un filo di voce - abbiamo fatto le prove dello spettacolo di teatro a casa sua e abbiamo finito poco fa - spiega - la fermata dell'autobus è distante da casa sua e ho dimenticato a scuola l'ombrello perciò mi ha dato una sua tuta.
- Quindi mi stai dicendo che sei rimasta da Michele tutto il pomeriggio? - le chiedo, amareggiata.
- Sì, tutto il pomeriggio - annuisce - il cellulare mi si è scaricato e Michele ha insistito per ricaricarlo con la sua spina. Perché non ti fidi di me?
- Perché stai mentendo spudoratamente - le dico - e la cosa che mi fa più male è che tu pensi che io sia una povera credulona, una cretina, insomma - aggiungo, facendo partire il vocale di Lorenzo che sicuramente ha mandato per sbaglio nel nostro gruppo.
Margot inizia ad attorcigliarsi un ricciolo di capelli intorno a un dito e non dice più nulla. Fissa il finestrino e cerca di trattenere le lacrime, mentre si sentirà sicuramente schiacciata dalla verità. Le sposto una ciocca di capelli dietro un orecchio.
- Ne possiamo parlare?
- Parlare di cosa? - sbotta - di te che ti limoni Gerry davanti a tutti?
- Ti ho tempestato di chiamate oggi pomeriggio perché volevo proprio parlarti di questo, prima che tu potessi smettere di parlarmi come è successo con quella foto di settembre con lui.
- Non c'è niente da dire. Ti avevo detto che non dovevi sfiorarlo, invece tu hai pensato bene di farlo eccome.
- Margot, mi ascolti? A me Alex non piace, non mi sta simpatico come carattere, figurati come persona. Avrei fatto volentieri a meno di quel bacio, ma il tuo caro Gerry mi ha baciata a tradimento.
- Chi me lo assicura?
- Ma ti senti quando parli? Diamine, eri lì anche tu, con Pietro, e non ti sei nemmeno accorta che non preso io l'iniziativa. Complimenti, bella frase da dire a tua sorella. Come puoi pensare che mi possa piacere uno come lui o che ci sia qualcosa fra di noi?
- Quando io e Pietro siamo arrivati, voi eravate già lì e stavate chiacchierando. Mi stavi solo aspettando, vero? Mi stavi aspettando per baciarlo e farmi sentire una merda! - esclama.
- Margot, ti prego, non puoi pensarlo davvero!
- Io ho visto te baciare lui...
- No, ti sbagli, è stato il tuo caro Gerry a prendere l'iniziativa, io non lo avrei mai baciato in pubblico, non è lui che mi piace, chiaro?
- Nessuno me lo può dimostrare!
- Ma sis, te lo sto dicendo io, mi devi credere! Gli ho anche tirato una sberla, ma eri già andata via.
- Tu cosa? Come hai osato picchiarlo?
- Margot, ascoltami, la devi smettere di pensare che voglia allontanare Gerry da te, perché io non lo farei mai. In ogni caso, ti ricordo che sei fidanzata con Pietro e che Gerry lo devi lasciare stare.
- Sei tu quella che lo deve lasciare stare - mi urla in faccia.
- Sai qual è la cosa che mi fa più schifo in questo momento? È il fatto che tu non mi credi e mi stai facendo passare per la puttana che bacia i colleghi maschi perché non ha nulla di meglio da fare! Non posso crederci! Potrebbe benissimo avermi violentato e tu continueresti a dargli ragione. La ragione a oltranza si dà solo ai matti, ricordatelo.
- Gerry non bacerebbe mai le persone a caso. Stai mentendo.
- Scendi - dico, indicando la portiera.
- C-come?
- Ho detto, scendi! - le urlo, togliendo la sicura dalla portiera - vattene a fanculo e smettila di parlarmi. Mi sono rotta di te, delle tue paranoie, del tuo credere solo a Gerry! Vattene via! Sparisci. Fatti venire a prendere da mamma la prossima volta.
Margot non reagisce, è paralizzata. Scendo dall'auto e le apro la portiera, intimandole di scendere. Improvvisamente scoppia a piangere, senza riuscire a calmarsi. Singhiozza sempre più forte ogni minuto che passa. Ma perché gliel'ho detto, accidenti? Faccio schifo come sorella. Ma da dove mi è uscita tutta questa cattiveria? Sono già pentita di quello che le ho detto. Chiudo la portiera e ritorno in auto, rimetto in moto e inizio a piangere anch'io finché non parcheggio sotto casa.
- Margot, ti prego, perdonami, mi faccio schifo da sola per quello che ti ho detto prima. Io ho bisogno di te nella mia vita, ho bisogno delle tue risate, dei tuoi sorrisi, della tua allegria, delle tue uscite, dei tuoi abbracci, ho bisogno di una sorella come te. Prima ero solo arrabbiata, perché sento che Gerry ci sta separando e non voglio che tu finisca per credere solo a lui evitando di credere a me. Non lo avrei mai baciato a scuola o davanti a te nemmeno se stessimo davvero insieme.
Margot continua a non rispondere. Apre la portiera, dal lato del marciapiede del vialetto, ma non scende.
- Sono estremamente terrorizzata dal fatto che tu possa sbattermi fuori un'altra volta dalla tua vita. So che un giorno succederà di nuovo, come è successo l'anno scorso, ma questo non mi sembra il momento giusto. Io ti voglio nella mia vita, ti voglio troppo bene, sis, ti prego non mandarmi più a fanculo. Nella vita mi ci manderanno tante persone, ma sentirselo dire da te fa un male cane.
Scendo io e le faccio cenno di scendere poi la abbraccio, stringendola forte.
- Sono qui, Margot, ti giuro che non mi separerò mai da te, scusami, ero fuori di me. Mi devi credere, fra me e Gerry non c'è niente, non c'è mai stato niente ed è lui che ha preso l'iniziativa. Non so perché lo abbia fatto, ma è stato lui - le bisbiglio in un orecchio.
- Me lo giuri?
- Sì, te lo giuro - le dico, guardandola negli occhi - è per colpa del bacio che mi ha dato Gerry che oggi hai vagato non si sa dove?
Margot abbassa lo sguardo.
- Sis, io... io non sono convinta di Pietro... - ammette, con un filo di voce - ho paura... ho paura di non riuscire a lasciarlo... sono così confusa, ho dubbi su tutto... non ero mai stata così...
Le metto una mano sulla spalla e le faccio una carezza su una guancia.
- Ascolta, purtroppo l'adolescenza è fatta così. Un giorno si è convinti, il giorno dopo si è confusi, un giorno si è tristi, quello dopo allegri, un giorno si sa cosa si vuole, quello dopo no. Il segreto per riuscire a sopravvivere a tutto questo è...
- Margot! Sei viva! Non ti è successo nulla per fortuna! - mamma mi interrompe e corre ad abbracciare mia sorella, senza che riesca a dirmi a parole e soprattutto a voce 'ti perdono'.
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