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Non riesco ancora a credere che sia successo davvero. Non posso aver incontrato Lorenzo per caso mentre aspettavo che Margot uscisse dal negozio di intimo. Non posso aver lanciato occhiatacce a mia sorella affinché riuscisse in un qualche modo a depistare Lorenzo e a fargli credere che fossimo lì per caso. Soprattutto però non posso credere che sto per passare il pomeriggio insieme a Lorenzo, Margot e quel pallone gonfiato di Alex. Diciamo, però, che, in fin dei conti, non è proprio un male osservare come si comporta Margot fuori da scuola in compagnia di Alex e vale anche per lui, sarà interessante e istruttivo vedere come si comporta con mia sorella. Sicuramente non oserà fare strane mosse, non in mia presenza. Il fatto poi che Lorenzo abbia chiesto a Margot di unirsi alla combriccola mi puzza leggermente. Guarda caso Margot insiste per andare a Bologna a fare shopping, come ogni sabato pomeriggio per non farmi insospettire, poi per caso va nel negozio di intimo, per caso passa Lorenzo in bicicletta e, sempre per caso, Lorenzo deve incontrarsi con Alexander. Non vorrei che Margot abbia architettato tutto questo bel pomeriggio per stare da sola con Alex e abbia chiesto ad Alex di invitare Lorenzo per fare in modo che mi distragga o allontani da quei due. No, ok, dai, non può essere così furba. Non che Margot non lo sia, ma se ha fatto una roba del genere per fregarmi non gliela perdono così facilmente.
- Ecco, Alex mi ha appena mandato un messaggio. Sta arrivando - annuncia Lorenzo, estraendo il cellulare dalla tasca.
Margot inizia a cercare disperatamente qualcosa nella borsa e quando rialza lo sguardo vedo che è rossa fuoco. Di solito arrossisce in quel modo quando è estremamente agitata e ha paura che qualcosa possa andare storto. Ha sempre fatto così, fin da quando era piccolina. Estrae il lucidalabbra alla fragola dalla borsa e inizia a passarselo due, tre, quattro volte, ripetendo lo stesso gesto in modo meccanico come se avesse paura di non essersene ancora data abbastanza.
- Direi che se te ne dai ancora poi ti andrà sui denti - commento, rivolgendo un'occhiataccia a Margot.
So che non devo fare queste uscite, ma vederla affannata e agitata in quel modo per essere presentabile agli occhi di un suo professore proprio non mi va giù. Lorenzo mi guarda, stupito del commento nei confronti di quella che pensa essere solo una sua studentessa e non la sorella di una sua collega.
- Penso che Margot abbia l'età giusta per capire e scegliere, no? - interviene Lorenzo, ridendo - poi non voglio entrare nelle questioni femminili perché non so nemmeno le taglie dei reggiseni, per dire.
- Allora è l'uomo perfetto per lei visto che la prof non ha seno praticamente - commenta, tagliente, ricambiando la mia frecciatina di poco fa.
Lorenzo la guarda, arrossendo come un peperone.
- Porcone l'Osvaldone! Ma Margot, ti sembrano cose da dire?!
Margot lo guarda, ridendo.
- Prof, scusi, ma ci stava... anche la sua collega ha detto qualcosa nei miei confronti che non doveva dire!
- Comunque non voglio intromettermi fra due donne perché finisce che mi mettete in un super imbarazzo! Osvaldone l'ubriacone!
- Lorenzo, smettila, che mi fai troppo ridere quando tiri in mezzo questo Osvaldone! - dico, dandogli una gomitata.
- Era mio nonno che lo diceva, quando ero bambino e litigava con mia nonna se ne usciva sempre così. Tuo nonno non diceva mai cose divertenti? - mi chiede.
- Sempre - commento, ridendo - a volte ne dice ancora, non è poi così anziano. Mia mamma mi ha avuta presto.
- Suo nonno è troppo akab. Fa un thug life dopo l'altro - commenta Margot, ridendo.
- Troppo che? - chiede Lorenzo, storcendo il naso - voi adolescenti parlate in modo incomprensibile, a volte!
- Prof, aggiornati - commenta Margot, ridendo - comunque il prof Ciarniello si è perso che non arriva più?
- Figuriamoci se quello si perde! - sbuffo - quello non fa mai niente di sbagliato! O meglio di cose sbagliate ne fa, solo che sembra non accorgersene.
- Dai, dagli una possibilità, dovete fare anche la compresenza insieme fra qualche giorno - commenta Lorenzo - e poi professori felici, studenti di più!
- Veramente era figli felici, genitori di più ed era una vecchia pubblicità - replico, sbuffando - comunque se non si palesa entro 10 minuti io continuo il mio giro, eh.
- Dai, sis, che fra poco arriva - commenta Margot, implorante.
- Sis? - Lorenzo si gira - ma non lo dicono gli inglesi come abbreviazione di 'sister'?
- Sì, anche gli americani - risponde Margot, senza pensarci.
- No, ma è un modo di dire, tipo a Bologna quando dicono 'vez', no, non lo dicono mica solo ai vecchi... che poi se uno vuole fare il pignolo può anche pronunciarlo 'shish' ed è tipo 'zitto' ma in senso carino.
- Ah quindi se in classe voglio richiamare tutti al silenzio più assoluto devo dire 'shish'?
- No, Lorenzo, evita perché sono modi di dire dei ragazzi, dopo ti prendono male, lascia stare!
- Ah, ok, va beh, quindi speranze di diventare come tuo nonno non ne ho?
- No, prof, lei non sarà mai akab - commenta Margot, lanciandomi un'occhiata della serie 'ma che caz- hai detto?".
- Consolante - risponde Lorenzo, ridendo, mentre gli squilla il cellulare in tasca - pronto? Sì, Alex, sono in piazza, non puoi non vedermi. C'è anche una sorpresa.
Margot si illumina come non mai. Figuriamoci se non la rendesse felice il fatto di essere stata appena definita una 'sorpresa' per Alex dal suo prof di scienze!
- Lorenzooo!!!!
Un urlo invade la piazza e vedo arrivare verso di noi Alexander Gerardo Ciarniello con un cappotto impermeabile scuro color verde bottiglia rotta, un paio di scarpe basse da investigatore privato squattrinato e un insulso - ma relativamente anonimo - cappello da pescatore marrone con la falda schiacciata al centro. Al guinzaglio al suo fianco, un cagnolone la cui stazza basta a farmi indietreggiare e avvicinare a Lorenzo abbastanza impaurita.
- M-M-M-M-Margot? C-c-c-c-osa c-c-c-c-i f-f-f-f-ai q-q-q-qui? - esclama Alex, stupito.
Sembra sinceramente meravigliato di vedere mia sorella quindi forse non hanno tramato nulla alle mie spalle. Questo è un piccolo punto a suo favore.
- Aristotele!!! Amore di mamma!!!! - esclama Margot all'improvviso, slanciandosi verso l'animale.
Solo uno sfigato come Ciarniello poteva chiamare il suo cane Aristotele. Ora che ci penso, ha proprio ragione la Cinguetti quando dice che peggio di lui c'è solo la sorella che fa la maestra elementare e che l'anno scorso ha chiamato un'anatra Anita e un maiale Giuseppe Garibaldi.
- Margot, piano, ha da poco fatto la vaccinazione e non ha bisogno di troppe coccole - commenta Alex - comunque mi fa piacere vederti. Tra l'altro avrei dovuto scriverti una mail domani per comunicarti una cosa, ma visto che sei qui te la dico ora.
- Anche a me fa piacere vedervi - risponde Margot, sorridendo, continuando ad accarezzare il cane.
- A me sinceramente no, ti vedo già abbastanza a scuola - rispondo, guardando Alex.
- Figurati se riesci a dire una cosa carina nei miei confronti almeno una volta nella vita! - risponde Ciarniello, ironico.
- Vale anche per te, sai? Riesci sempre a dire che faccio schifo o che non sono alla tua altezza. Ho capito che preferivi la prof che sostituisco, ma non si può avere tutto dalla vita.
- Forse sei tu che dovresti imparare che il mondo non ruota attorno a te.
- Ah, perché tu invece l'hai già capito, eh? Pensa che stupida a non essermene accorta! Devi essere proprio bravo a dissimulare questa capacità per riuscire a far credere a tutti di averlo capito!
- Dai, smettetela, avete intenzione di passare tutto l'anno a punzecchiarvi? - interviene Lorenzo.
- Tutto l'anno? Come siamo ottimisti, Lollo - interviene Alex - magari questa simpaticissima supplente andrà via prima.
- Sei cosciente del fatto che se fossi un cane avresti la rabbia tutto il tempo?
- Ah-ah-ah... dovevo ridere? - chiede Ciarniello, scocciato.
- Sei così bisbetico che nemmeno Shakespeare riuscirebbe a domarti!
- Che c'entra Shakespeare? Io non sono mica gay.
- Non è colpa mia se non capisci nemmeno i riferimenti letterari - lo canzono.
- Io ho studiato filosofia, so cosa voglia dire la letteratura, mentre tu a malapena sai cosa voglia dire la filosofia - ribatte, piccato.
- Io almeno penso solo alla mia materia, non come te che dai ripetizioni alle tue studentesse in una materia che non ti compete nemmeno! - gli urlo, scocciatissima.
Alex mi guarda mentre Margot impallidisce all'improvviso.
- Quello che faccio fuori da scuola sono fatti miei e comunque non mi faccio pagare.
- Ci mancherebbe pure che ti facessi pagare! - commento.
- Dai, la smettete di litigare per delle stronzate? - interviene Lorenzo - anch'io do ripetizioni fuori da scuola, ma non per questo mi sono mai sentito colpevole di azioni peccaminose.
- Dare ripetizioni non è reato, fare altre cose sì, ma lasciamo stare, perché non è questa la sede per parlarne.
- Fare altre cose tipo? No, spiegati, perché sembra che vada a letto con le mie studentesse e io non ne ho mai sfiorata nemmeno una! - urla Ciarniello.
- Il concetto di 'mai' è abbastanza relativo - rispondo - comunque non voglio insinuare, niente, ma visto che ti scaldi tanto è abbastanza logico pensare che qualcosa da nascondere tu lo abbia davvero.
- Dai, basta, ragazzi, è sabato e abbiamo un pomeriggio di svago davanti a noi, cerchiamo di passarlo al meglio, no? - interviene Lorenzo - piuttosto, Lidia, visto che non ti piacciono i cani, mi tieni la bici così vado ad accarezzare questo bel cucciolone di Aristotele?
- Ma certo, ci mancherebbe - rispondo, scocciata, mentre Margot inizia a lanciarmi occhiatacce ogni due minuti.
- Certo che come prima volta è davvero affettuoso - commenta Lorenzo, avvicinandosi e iniziando a coccolare il cane - anche con lei, non ha fatto la minima piega, anzi.
- Ci credo poi domattina che sia la prima volta che la veda. Guarda che festa che le ha fatto - commento, scocciata - oltre ad aver ricambiato le sue coccole, le ha leccato il viso di gusto e ha teso persino le sue zampe verso di lei come se volesse abbracciarla.
- Vero che è un amore cuccioloso? - commenta Margot, continuando ad accarezzare il cane - io amo i cocker spaniel inglesi.
- Io ho paura dei cani - rispondo, gelida, mantenendo una sorta di distanza di sicurezza.
- Aristotele non è un cane qualunque - ribatte Margot - è uno splendido cucciolo che non farebbe mai del male a una mosca. Guardalo, è favoloso. Vorrei averne uno così anch'io a casa.
Esprimo un suono di disapprovazione senza rispondere. Alex mi guarda e poi guarda Lorenzo.
- Non dovevamo esserci solo noi due?
- Ma perché guardi qua, scusa? Anche lei è un'intrusa almeno quanto me.
- Sì, ma lei è Margot - afferma, sorridendo - e non è mai un'intrusa.
- Sinceramente, non credo che passare un pomeriggio fuori in centro con una propria alunna sia normale.
- Ma infatti non siamo mica soli - ribatte, ridendo - e poi io stavo solo portando a spasso il mio cane e dovevo incontrarmi con Lorenzo. Se tu ti sei aggiunta, è colpa mia, adesso?
- Amore di mamma - ripete Margot, abbracciando Aristotele.
- Comunque non è la prima volta che lo vede... l'anno scorso a scuola sono venuti degli esperti che hanno fatto un corso pomeridiano facoltativo per insegnare ad addomesticare i cani - interviene Alex - Margot doveva fare pratica e le serviva un cane perciò ho lasciato addomesticasse il mio durante l'ora di parco nel pomeriggio. Per questo lo chiama 'amore di mamma' - mi spiega, tranquillo - per lui è come se lo fosse. L'ha educato lei.
- Guarda sinceramente non credo a una sola parola di quanto tu abbia appena detto.
- Smettila, è la verità - Margot mi guarda, rossa in viso e con gli occhi lucidi e improvvisamente mi sento una merda per aver battibeccato con Alex davanti a lei.
Margot si china e riprende a coccolare il cane, probabilmente per evitare di lasciar cadere sul viso e in bella mostra due lacrime veloci.
- Margot, te ne intendi proprio di cani, eh, non pensavo - commenta Lorenzo, entusiasta.
- Sì, prof, vorrei tanto averne uno io a casa, ma i miei non me lo prendono perché costa troppo - risponde.
- Un cane è impegnativo e ci vuole la giusta maturità per farlo - sottolineo, per poi pentirmi subito dopo di averlo detto perché sembra che mia sorella non sia abbastanza matura per occuparsene.
- Se non si danno le occasioni alle persone di dimostrare quanto siano mature, non cresceranno mai - risponde Margot, rialzandosi in piedi e pulendosi le ginocchia dalla polvere della piazza - ho voglia di un gelato... ce lo prendiamo?
- Ma sì, in fondo eravamo usciti per questo, no? - dice Lorenzo, guardando Alex.
- Va bene, ma cerchiamo di non litigare o di parlare di scuola perché non ne ho molta voglia.
- Prof, ma non doveva dirmi una cosa? - chiede Margot ad Alex.
- Ah, sì giusto. Te la dico ora.
- Tu invece che mi racconti? - chiede Lorenzo, prendendomi a braccetto - ci organizziamo per una pizza una di queste sere?
- Intendi anche con gli altri? - chiedo, sorridendo.
- Avevo in mente una mezza idea per fare una cena coi colleghi, ma prima vorrei provare la trattoria. Che ne dici di accompagnarmi?
- Ottima idea, amo provare le trattorie, poi se si è in buona compagnia è ancora meglio, no?
Lorenzo arrossisce e distoglie lo sguardo verso la vetrina di un negozio di borse e rimane in silenzio. Spero proprio di non averlo messo in imbarazzo. Nel frattempo, Alex e Margot stanno chiacchierando amabilmente davanti a noi, lui ogni tanto indica qualche vetrina e lei spesso accarezza la testa di Aristotele mentre passeggia.
- Dobbiamo assolutamente andare qui, guardate l'insegna. È una gelateria artigianale e fanno anche parecchi gusti naturali! - esclama Margot, euforica - io di solito chiedo sempre dei gusti che non hanno, ma magari qui mi stupiscono!
- Tu che gusti prendi di solito? - mi chiede Lorenzo.
- Mi vanno bene tutti, purché non sia roba di frutta tipo pesca, fragola, limone, kiwi ecc perché se devi sgarrare, i gelati ai gusti di frutta non sono all'altezza di uno sgarro fatto come si deve!
- Ah, io di solito prendo solo i gusti di frutta - ride Lorenzo - quindi non sgarro bene?
Che bello, grande Lidia, complimenti per aver fatto l'ennesima figura del piffero.
- No, ma non intendevo quello, ci mancherebbe - come si rimedia a una figura del genere? Ma perché non imparo a starmene zitta, accidenti!
- Dai, entriamo, così vediamo che gusti hanno - afferma, risoluto, Alex.
Apre la porta e in un attimo veniamo sommersi dall'incredibile e gustoso profumo della Nutella calda che sfriggola in una crêpe.
- Ho cambiato idea, io prendo una crêpe - dico - il gelato d'autunno, magari un'altra volta.
- Mi dispiace, ma non ho più impasto per le crêpe - esclama il gelataio - F-I-N-I-T-O capisci? No impasto no crêpe.
- E no Martini no party. Ho capito, tranquillo. Allora prenderò un gelato.
- Ah, beh, grazie, siamo in una gelateria, chissà cosa penso voglia prendere!
- Io penso che lei voglia prendermi in giro se continua di questo passo - rispondo, ridendo.
- Non si può nemmeno scherzare. Comunque due gusti?
- Sì, grazie, due gusti. Prendo il bignè...
- Il bignè non è formato da bignè, eh. È un impasto al fiordilatte con biscotti spezzettati alle gocce di cioccolato.
- Ah, beh, ottimo, ancora meglio. Allora prendo il gusto bignè e poi prendo il fiordilatte.
- EH NO, EH! - sbotta il gelataio urlando - MI FACCIO IL MAZZO PER FARE QUESTI GUSTI ALMENO ABBINATELI BENE! IL FIORDILATTE C'È GIÀ NEL BIGNÈ, PRENDI LA CREMA COSÌ ASSAGGI DUE GUSTI DIVERSI, NO??
Lo guardo abbastanza scioccata mentre mi chiedo mentalmente perché la gente debba sempre riservarmi sorprese di questo tipo. Va bene, ti ho chiesto due gusti simili, ma a te interessa solo vendere più gelati possibile, no? Perché ti devi intromettere nelle mie scelte? Qualcuno ti ha chiesto qualcosa?
- Minchia, calmo ziooo, vuoi un valium? - esclama una ragazza vicino a noi.
Margot scoppia a ridere mentre il gelataio mi guarda esasperato.
- Quindi io che prendo sempre menta e cioccolato? - interviene Alex - anche quelli sono gusti simili....
- Appunto, non te li darò mai, perché le scaglie di cioccolato sono già nella menta - asserisce il gelataio.
- Questo se non si sistema non venderà mai - bisbiglia Margot, sottovoce - io comunque vorrei melone e torroncino, grazie.
- Ma pensate che in fronte abbia scritto GIOCONDO? Ma che razza di gusti mi chiedete, eh? Ma andate al diavolo, su, io faccio solo crema, cioccolato, menta, limone, fragola, quelli classici, no? Se volete quelli mischiati andate da un'altra parte.
- Scusi, ma il bignè è comunque un gusto mischiato come dice lei, no? - gli faccio notare, ridendo.
- Senti, ragazzina - commenta, scocciato il gelataio - io non faccio i gusti con le verdure!
- Ma oddio questo pensa che il melone sia una verdura! - esclama Lorenzo, ridendo.
- Beat a Dante ca stev rinta a na selv oscura... ii stong miez a na band e sciem!!! - esclama Alex, in napoletano stretto.
Margot scoppia a ridere e anch'io sto facendo fatica a trattenermi.
- Comunque io di solito prendo il melone, perciò se non c'è, pazienza, non prendo il gelato.
- Solo un coglione può chiedermi il melone come gusto! - ribatte il gelataio.
- Ma come si permette, eh? Lei non dà della cogliona a Margot, chiaro? - esclama Alex, difendendola a spada tratta.
- Ma meno, meno - commento, afferrando un tovagliolino.
- Meno meno cosa?
- Meno slanci romantici, su. È una tua studentessa, giusto?
- Menomale che nella vita ci vuole culo perché si ce vulevn e zizz stev nguaiata! - esclama Alex, ridendo.
- E zizz che? Cosa sono le zizz? Parla in italiano che non ti capisco...
- Porcone l'Osvaldone non ce la posso fare, puahahahahhahaha - esclama Lorenzo, rosso in viso per le risate - aiuto, muoio. In questo momento non sono capace né di intendere né di volere, figuriamoci di ordinare un gelato.
- Fai limone e fragola - consiglia Alex, ridendo.
- Ma non ve li do due gusti di frutta! - ribatte il gelataio - cioè siete di coccio, eh? Non capite un tubo, proprio.
- Dai, basta, usciamo perché con questo non si ragiona - esclama Margot, scocciata.
Gli pago il mio gelato e poi esco anch'io.
- Che si fa adesso? - chiede Margot, entusiasta.
- Non siamo riusciti a prendere il gelato, ma magari l'aperitivo da qualche parte riusciamo a berlo - commenta Alex - che fate? Vi fermate?
- Io sì - esclama Margot, sorridendo, poi mi guarda.
- No, io mi avvio, mi spiace, ho un mucchio di cose da fare.
- È un aperitivo... - continua lei - non porta via molto tempo.
- Lidia deve fare come si sente - interviene Lorenzo - se devi fare qualcosa a casa lo sai che poi ci si vede comunque a scuola.
- Sì, scusate, ma io vado.
- Ah, beh, allora vado anch'io - commenta Margot, un po' mogia - grazie del pomeriggio, mi sono divertita un sacco.
Mentre ci incamminiamo verso l'autostazione, Margot rimane in silenzio, pensierosa. Frugo nella borsa e ritrovo il biglietto dello psicologo che mi ha passato sottobanco una mia collega. Pare che sia bravissimo in psicologia adolescenziale e io ho proprio bisogno di un consiglio per cercare di interagire con Margot. So che nasconde qualcosa, ma penso che nemmeno lei sappia davvero cosa ed è per questo che ho bisogno di aiutarla a capire. Per farlo però mi serve un aiuto esterno.
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