9. Lettera ai ragazzi solitari
Da poco tempo ho iniziato a fare volontariato in un progetto dedicato ai giovani. Ieri, ho avuto occasione di confrontarmi con le storie di molti ragazzi e mi ha colto tanta tenerezza e un po' di rabbia. Forse è stato nel ricordarmi come ero io e nel pensare a com'è l'adolescenza: selvaggia, brillante e piena di incendi spietati.
La rabbia è sopraggiunta soprattuto nel vedere che, ancora oggi, chi è introverso, timido, di poche parole, è considerato essenzialmente un alieno, una persona da migliorare.
Ancora non si è compresa la potenza della timidezza, la dimensione di ascolto e poesia che riesce a donare, la piena sensibilità di chi è presente anche se di poche parole - anche se un po' impacciato.
A tutti i ragazzi, che sono solitari e timidi, dico questo:
Il silenzio, il ritiro e la solitudine sono un vortice che annulla perché questa epoca vi ha detto che sono così: pericolosi e strani.
Per questo viviamo queste esperienze come voragini così grandi nel cuore, che sembrano strapiombi su un mondo altro, fatto di immagini lucenti di quello che potremmo essere.
Ma imparate questo: a essere ribelli, a onorare questa vostra diversità. Il mondo spinge per farvi emergere ed essere visti a tutti i costi, fa sentire sbagliato chi di natura ama la penombra; manda il messaggio che chi è così non vive veramente, vive in disparte, in sordina, in mancanza di un pezzo che lo rende normale. Ma «essere normali» non è essere qualcosa in più, non è fare qualcosa in più, non è più amici, più abilità, più viaggi, più competenze, più riconoscimenti.
C'è un segreto che questo mondo non vi ha mai svelato: non avete niente che non va. Vi è stata donata una predisposizione ad ascoltare il mondo che vi palpita dentro, amate semplicemente godere di qualche ora di solitudine, il silenzio, amate osservare gli esseri umani, e, grazie a questo, conoscerete una dimensione della vita ricca e piena di verità che il mondo chiassoso non saprà rivelarvi mai.
Quindi, non sentitevi sbagliati perché avete pochi amici, perché non siete popolari, perché non avete fatto ancora niente di speciale. Pochi amici ma buoni vanno benissimo, è normale fare fatica a relazionarsi, è normale sentire un costante turbine di disorientamento mentre si cresce, è normale anche sentirsi alieni qualche volta.
E anche essere delle persone semplici è bellissimo.
Le relazioni arriveranno, le sfide anche. Imparerete a parlare senza impappinarvi e a non ripetervi le frasi in testa mille volte prima di interagire con qualcuno. Vi ergerete come fiori in tutta la vostra potenza, crescerete, e un giorno ringrazierete questa grande solitudine perché vi ha regalato un individuo che non ha paura di stare solo con se stesso.
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